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AMERICA… SALARI ANEMICI!
Solo il tempo dirà se ci raccontano la verità…
Un mercato del lavoro con disoccupazione in calo e dove sta diventando più difficile trovare determinate tipologie di personale ha determinato un “aumento delle pressioni sui salari” americani quest’estate. Ma un rallentamento della crescita in Asia minaccia le aziende degli Stati Uniti, dove comunque l’attività economica “ha continuato ad espandersi” a un passo “modesto” o “moderato”. E’ questa la fotografia dello stato di salute dell’America scattata dal Beige Book, il rapporto che la Federal Reserve pubblica ogni sei settimane e che in questo caso riguarda il periodo tra luglio fino al 24 agosto (il giorno del Black Monday cinese che mandò in tilt le borse mondiali, ancora a causa di timori per un rallentamento peggiore delle stime della crescita di Pechino; quelle paure si accentuarono l’11 agosto, quando fu decisa la svalutazione dello yuan). America24
Si un aumento delle pressioni salariali, peccato che nel secondo trimestre di quelle pressioni salariali nessuna traccia, ZERO!
Nel secondo trimestre, il costo unitario del lavoro, – il dato relativo è reso noto insieme alla produttività e rappresenta un importante termometro delle pressioni inflazionistiche, – è sceso dell’1,4%, contro il +0,5% della stima intermedia. Il consensus attendeva un ribasso dell’1,3%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso la componente sale dell’1,7%. Le ore lavorate sono salite nel trimestre del 2,6%, mentre la produzione è aumentata del 3,3%.
MENO UNO VIRGOLA QUATTRO!
Source; Bloombeerg
Ieri anche gli ordinativi alle fabbriche hanno dato segnali negativi se escludiamo il settore trasporti il saldo è ampiamente negativosiamo sotto di quasi in 15 % anno su anno.
Resta un mistero davvero l’apatia dei mercati nei confronti della Francia dopo la caduta anche dell’indice dei servizi che segue quella dell’industria manifatturiera ormai in contrazione da mesi.
Attenzione oggi perchè Draghi potrebbe anche deludere…
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inoltre non bisogna dimenticare che good news bad news e bad news è good news
quindi il mercato guiderà e gli altri abbasseranno le braghe, compreso Drago
da nota di ag odierna :
Bce taglia previsioni inflazione eurozona, 2015 0,1%, 2016 1,1%
Roma, 3 SETT. – I tecnici della Bce hanno rivisto al ribasso le previsioni di inflazione dell’area euro. Ora sul 2015 stimano una crescita media dei prezzi limitata allo 0,1 per cento, sul 2016 un più 1,1 per cento e sul 2017 un più 1,7 per cento. I dati sono stati riferiti dal presidente Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo.
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domanda di “uno che viene dalla campagna” idealmente rivolta a m.draghi e al board BCE :
“avevate riferito a più riprese che gli stimoli monetari erano stati da voi intrapresi per stimolare l’inflazione;
perchè invece producono deflazione anzichè raggiungere l’obiettivo prefissato ?????…”
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Attenzione oggi perchè Draghi potrebbe anche deludere…
Non è che ci voglia molto, a volte sembra un elefante che si muove in un negozio di cristalli.
Tutto sta a capire se ai poteri forti interessa un’ulteriore discesa e maggior panico o se aspettano più avanti facendo entrare gli ultimi polli sul mercato.