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DEBITO ESTERO LA “SMOKING GUN” DELLA CRISI EUROPEA!
Tralasciamo per un attimo le inutili fesserie dei pasdaran della rivoluzione keynesiani contro le ricerche empiriche dei due economisti Rogoff e Reinhart e la foglia di fico dei fogliettini excel o le paranoie insite nella demenziale teoria dell’austerità espansiva e occupiamoci come scrive Daniel Gros su Project Syndacate di debito estero …
… il dibattito circa l’austerità ed il costo di elevati livelli di debito pubblico non coglie un punto fondamentale: il debito pubblico nei confronti dei soggetti economici esteri è diverso dal debito contratto nei confronti di quelli interni. I soggetti esteri non possono votare per tasse più alte o spese minori necessarie per coprire i costi di servizio del debito. Inoltre, nel caso del debito interno, un tasso di interesse, o un premio di rischio più alti portano semplicemente a una maggiore redistribuzione all’interno del paese (dai contribuenti agli obbligazionisti). Al contrario, nel caso di debito estero, tassi di interesse più elevati portano ad una perdita di benessere per il paese nel suo complesso, perché il governo deve trasferire risorse all’ estero, il che di solito richiede una combinazione delle misure di deprezzamento del tasso di cambio e di riduzione della spesa nazionale.
Questa distinzione tra debito estero ed interno è particolarmente importante nel contesto della crisi dell’euro, perché i paesi della zona euro non possono svalutare per aumentare le esportazioni, se questo è necessario a servire il debito estero. E l’evidenza conferma che la crisi dell’euro davvero non è dovuta al debito sovrano, ma al debito estero.
Infatti, solo i paesi che avevano in atto ampi disavanzi di conto corrente prima della crisi sono stati colpiti da essa.(…)
Cosa implica questo per il dibattito europeo sull’austerità? Se il debito estero è più importante del debito pubblico, la variabile cruciale che richiede di essere regolamentata è il disavanzo esterno, non il deficit fiscale. Un paese che ha un conto corrente equilibrato non ha bisogno di capitali stranieri aggiuntivi. Ecco perché, nella zona euro, i premi di rischio continuano a diminuire, nonostante la forte incertezza politica in Italia ed i grandi disavanzi fiscali che si verificano in continuazione altrove. I disavanzi esterni dei paesi periferici sono in rapido calo, riducendo così la necessità di finanziamenti esteri.
Il dibattito circa l’austerità e l’elevato costo del debito pubblico è dunque fuorviante in base a due piani di ragionamento. In primo luogo, è stato spesso sottolineato che l’austerità può essere controproducente, perché nel breve periodo, la riduzione del deficit di bilancio può portare ad un aumento del rapporto debito/PIL, nel caso siano elevati sia il livello del debito che il moltiplicatore. Ma l’austerità non può mai essere controproducente per la regolazione esterna. Al contrario, maggiore è il calo della domanda interna, in risposta ad un taglio della spesa pubblica, maggiore sarà la diminuzione delle importazioni e più forte sarà il miglioramento del conto corrente – e, quindi, in ultima analisi, la riduzione del premio di rischio.
L’esperienza italiana è illuminante: gli ingenti aumenti fiscali, attuati nel 2012 dal governo tecnico dell’ex primo ministro Mario Monti, hanno avuto sulla domanda un impatto maggiore del previsto. L’economia si sta contraendo così tanto che il rapporto debito/PIL è in realtà in aumento, e il disavanzo effettivo migliora solo marginalmente, perché le entrate pubbliche sono in diminuzione insieme al PIL. Ma un effetto collaterale della caduta del PIL è un forte calo delle importazioni – e quindi un forte miglioramento dei conti correnti, motivo per cui il premio per il rischio continua a diminuire, nonostante la turbolenza politica scatenata dalle inconcludenti elezioni svolte di recente nel Paese.
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Chissà di cosa parlava quel blogger solitario di nome Icebergfinanza nel settembre del 2011 quando alludeva al debito estero e alla dimensione del debito implicito, per tranquillizzare i suoi lettori sulla sostenibilità del debito pubblico italiano.
Ah certo dimenticavo, nel frattempo siamo falliti due o tre volte, abbiamo fatto la fine della Grecia e sullo sfondo ci attende lo Zimbabwe con le sue cariole piene di pacchetti di banconote e l’iperinflazione di Weimar!
Buona consapevolezza a tutti e attenzione ai prossimi giorni ogni tempesta è un’ulteriore orizzonte per l’ultima grande occasione!
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nein nein….voi ITALIANI siete dei fannulloni, disonesti, mafiosi, mangia spaghetti e pure evasori!
noi Alemanni invece , non siamo FALLITI ! no no
noi Alemanni siamo onesti, bravi, non rubiamo mai, non evadiamo mai, noooo e le liste di Crucchi che hanno esportato illegalmente in Svizzera ? Non sono Alemanni !
LEGA IMPRENDITORIALE D’AZIONE 😯 😀
noi Alemanni non abbiamo debiti…. con l’estero ?
perchè ?
ci “compriamo” a saldo l’estero !
noi vogliamo il vostro ORO ! come garanzia dei vostri debiti, fannulloni ITALIANI
Visto che ami i tedeschi leggi qui. —Di fatto Daimler finanzia la produzione delle sue auto di lusso con il denaro dei contribuenti.—–http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/05/salari-da-fame-alla-daimler.html
Non scriverlo neppure per scherzo.
la feccia rimarrà tale per sempre. Voi potrete perdonarli, come fanno oggi molti ebrei. IO NO ! 😈
Hartz IV è una strategia economica, elusiva del divieto aiuti di Stato, per fottere l’ITALIA.
Restono sempre i soliti disonesti, i Crucchi
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Ottimo come sempre, mio Capitano!
Claudio