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” BASTA AIUTI…. CHE LA FIAT FALLISCA!”
Come ho più volte scritto la verità spesso e volentieri sta nel mezzo e degli estremismi in Italia non sappiamo che farcene, soprattutto ora che la situazione è tragica e siamo solo all’inizio…
Dedicato a quelli che vogliono smantellare lo Stato sociale o a quelli che non amano l’economia sociale di mercato…
Il dibattito sul ruolo economico dello Stato comincia nel 1951 con un primo articolo di Luigi Sturzo su La Stampa. Sturzo attacca l’economia di mercato all’italiana, critica il sostegno dello Stato alle imprese fallite o fallimentari e vede la mancanza di vera cultura liberista come il male della nostra economia.
E’ il 1951. Inizia in Italia la discussione sul ruolo dello Stato nella politica industriale, nella sua gestione pubblica, nella sua funzione di ente che deve integrare o soccorrere l’industria privata in crisi. Il tema non è solo quello se lo Stato debba essere il “Pronto soccorso” delle imprese, ma se anche, contemporaneamente, debba definirsi una politica e una cultura del management di impresa capace di gestire e, perlomeno, di non far fallire le imprese.
Ma ascoltate cosa dice Luigi Sturzo …
Prima e dopo il fascismo, in Italia e all’estero, ho sempre ammesso e, occorrendo, sostenuto apertamente, un equilibrato intervento statale a fini politici e sociali ben chiari e determinati.
Non c’è dubbio che l’azione statale, anche se volutamente limitata al solo regime fiscale, interferisca nel ritmo dell’economia privatista. Lo stesso effetto ha qualsiasi regime doganale, tanto a scopo fiscale che a scopo politico (nei rapporti con altri Stati). Quando poi sopraggiungono esigenze eccezionali per epidemie, terremoti, guerre, i provvedimenti statali incidono naturalmente in parte o anche in tutta la struttura economica del Paese; sta al governo e agli organi dello Stato temperare, regolare, correggere il corso degli affari, per dare ai cittadini il minore disturbo possibile.
Il liberismo puro è una concezione irrealistica, come è irrealistico il dirigismo puro, il comunismo puro e tutto quel che l’uomo idealizza al di fuori della realtà concreta.
Se la Fiat, nonostante tutti gli aiuti e le protezioni avute, come ogni altra impresa industriale, andasse male, e io fossi qualcosa nel governo italiano (supposizione ieri irrealizzata e oggi irrealizzabile), sequestrerei tutti i beni degli azionisti della Fiat e di tutte le società alle quali partecipa la Fiat per fare fronte al disastro, manderei in galera tutti i responsabili del fallimento e metterei l’impresa in mano ad abili liquidatori. La nuova Fiat verrebbe su sana e valida, senza debiti e senza creditori.
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Non averlo fatto soprattutto con le banche sarà un’ipoteca infinita sulla nostra vita, siamo in trappola!
Era il 1919 quando Don Luigi Sturzo fondando il partito popolare italiano scrisse…
« A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà »
Parole sante, don Luigi, parole sante…!
A proposito, ad ottobre primo appuntamento per il popolo di Icebergfinanza il 27 in terra piemontese! Tenetevi liberi, saranno fuochi artificiali!
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come contributo al posto, suggerisco questo link, sulla crisi della Cina, del concentramento delle ricchezze, e della ricerca di un modello alternativa all’ormai evidente “bolla cinese”
http://www.china-files.com/page.php?id=21464&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter
Marco