GRECIA EXIT POLL NEA DIMOKRATIA E PASOK AVREBBERO LA MAGGIORANZA!

Scritto il alle 20:24 da icebergfinanza

In attesa dei risultati ufficiali finali sembra che…

Nea Dimokratia e Pasok avrebbero la maggioranza nel Parlamento greco con 159 seggi su 300. È quanto emerge dai primi risultati dello spoglio. I primi exit poll davano invece il partito di centro destra Nea Dimokratia guidato da Antonis Samaras e la coalizione della sinistra radicale guidata da da Alexis Tsipras su una percentuale quasi identica, tra il 27 e il 30 per cento. 
Dagli exit poll emergeva anche il ritorno in parlamento dei neonazisti di “Alba dorata”, che avrebbero ottenuto tra il 6 e il 7,5% dei suffragi. In parlamento – dove lo sbarramento è il 3% – anche il partito comunista Kke (5-6%).

ELEZIONI GRECIA IN DIRETTA PARLIAMENTARYELECTIONS2012

COMUNQUE VADA A FINIRE NESSUNA ILLUSIONE … LA SPAGNA PURTROPPO E’ DIETRO L’ ANGOLO!

Nel frattempo in Francia sempre secondo i primi exit poll ai socialisti maggioranza assoluta, potere senza precedenze per Hollande!

 

Come avevamo scritto un paio di settimane fa…

Quando si parla di guerriglia si intende una sorta di guerra in cui la differenza delle forze in campo è talmente evidente che se vi fosse uno scontro in campo aperto non vi sarebbe storia.

Oggi l’opinione prevalente è che i Greci ma non solo anche i tedeschi vogliono la fuori dall’inferno europeo, da questa immensa trappola cosi come è stata erroneamente concepita e imposta tra l’ingenuità e l’indifferenza, generale, tra la consapevolezza di pochi e l’inconsapevolezza di molti.

Lo scopo della guerriglia solitamente è quello di logorare il nemico, influendo sul suo morale, demolendone sicurezze e aspettative, panicandolo con attacchi mirati e continui che possano destabilizzare la resistenza.

L’esercito di chi in Grecia vuole uscire dall’euro sembra in apparenza la maggioranza ma in realtà come vedremo una sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo.

Atene 14 maggio ( Bloomberg ) A majority of Greeks want their country to stick to its current economic financial aid plan and to remain in the euro area, an opinion poll indicated.

Almost 54 percent of 1,002 people surveyed by Rass SA for the newspaper Eleftheros Typos said Greece should continue to implement measures agreed on with the the International Monetary Fund, the European Union and the European Central Bank, against 38 percent who would reject the program even if this meant immediate bankruptcy, according to the poll, which was published today.

The survey indicated that Syriza, an anti-bailout party, would emerge as the winner if fresh elections were held now, though short of an outright majority, with support rising to 20.5 percent from the 16.8 percent it won in the May 6 elections.

(ANSAmed) – ATENE, 14 MAG – Un altro sondaggio d’opinione – il terzo dopo le elezioni del 6 maggio – condotto dalla societa’ Rass per conto del quotidiano ateniese Elefteros Tipos ha confermato la Coalizione delle Sinistra (Syriza, radicale) al primo posto delle preferenze dei greci, con il 20,9%. Seguono Nea Dimocratia con il 19,4%, il Pasok con l’11,8%, Greci Indipendenti con il 7,8%, Sinistra Democratica con il 6,2%, il Partito comunista (Kke) con 4,8% e Chrysi Avghi’ (Alba dorata, filo-nazista) con il 3,8%.
Tre sono i dati più significativi del nuovo sondaggio: l’81,4% degli intervistati si e’ detto a favore della permanenza della Grecia nell’euro (contro il 16,3% che vorrebbero uscirne), la metà degli elettori del Partito comunista (50%), che da sempre si dichiara a favore dell’uscita della Grecia dall’Ue e dall’eurozona, si dice invece a favore della permanenza del Paese nell’Ue e che l’80,1% degli elettori di Syriza è per la permanenza della Grecia nell’Ue contro il 17,9%, che vuole il ritorno alla dracma, la vecchia valuta greca.

Roma, 21 mag. (TMNews) – Un nuovo sondaggio pubblicato dal quotidiano Kathimerini indica che alle elezioni del 17 giugno gli elettori dovrebbero scegliere come primo partito Syriza, la formazione della sinistra radicale, che prevarebbe sui conservatori di Nuova Democrazia. Un esito, questo, che prefigura nuovamente una situazione complicatissima rendendo difficile la formazione di un governo.
Secondo il sondaggio, Syriza raggiungerebbe il 28% dei consensi contro il 24% di nuova democrazia. I socialisti del Pasok resterebbero terzi col 15%. Per l’estrema destra di Chrysi Avgian si profila il 6% (i neo-nazisti resterebbero dunque in parlamento) mentre la sinistra democratica prenderebbe il 7% e i comunisti il 5.

Atene, 24 mag. (TMNews) – Il partito della sinistra radicale greca, il Syriza, rimane il favorito per le elezioni politiche del 17 giugno ma seguito a poca distanza dai conservatori di Nea Demokratia (Nd): è quanto risulta da un sondaggio della Public Issue.
Il Siryza otterrebbe il 30% dei consensi contro il 26% di Nd: terza forza i socialisti del Pasok, con il 15,5%, mentre i neonazisti di “Alba Dorata” scenderebbero un 4%, un dato in calo rispetto al voto del 6 maggio scorso ma sufficiente a garantirne la permanenza in Parlamento; il leader della sinistra radicale, Alexis Tsipras, viene ritenuto il più ideoneo a guidare un governo dal 24% degli intervistati contro il 19% che preferirebbe il segretario di Nd, Antonis Samaras.
Quanto a un ipotetico referendum sulla permanenza nella moneta unica, l’85% dei greci si dichiarano favorevoli mentre il 63% è contrario al piano di salvataggio negoziato da Atene con Ue ed Fmi: questo spiega in parte il successo di Tsipras, che ha ribadito che respingere il piano di austerità non implicherebbe l’uscita della Grecia dall’Eurozona.
Il sondaggio è stato realizzato su un campione di 1.214 persone, con un margine di errore di tre punti percentuali TMNEWS

Mi fermo qui ma vorrei farVi tutti riflettere come all’improvviso potrebbe accadere l’imprevedibile, mentre ad Atene sembra che la Polizia stia cercando di rassicurare chi preleva contanti per nasconderlo nelle proprie case …

Police say that gangs who may have once eyed “hard targets”, – like the banks themselves, or jewellers – are now going after homes of ordinary people, where there is far less risk and often large stashes of cash freshly withdrawn from savings accounts.

“Many people have withdrawn their money from the banks fearing a financial crash, and they either carry it on them, find a hideout at home or in storage rooms,” said national police spokesman Thanassis Kokkalakis.

“We urge people to trust the banking system, leave their money there, or at least in a safe place, not hide it at home, where they must anyway take the basic security measures,” he said. “Some people don’t even lock their doors and windows.” (Reuters)

Dicevo quindi che potrebbe accadere l’imprevedibile e che quindi non ci sia affatto bisogno della guerriglia mediatica per convincere i greci a restare nell’euro.

Cosa me lo fa pensare direte Voi!

Ebbene date un’occhiata a questi due articoli apparsi su Thebureauinvestigates e sul Telegraph dove si parla di un documentario della BBC altro covo di sfegatati euroscettici  secondo i quali in realtà i greci hanno già scelto, loro vogliono restare nell’euro!

Michael Portillo è un giornalista ultraconservatore ammiratore della lady di ferro e un ultrascettico che ha fatto un viaggio in Grecia e Germania per sondare gli umori della gente comune e cercare di individuare la fine dell’euro o meglio se finalmente la gente si è convertita all’euroscetticismo dopo quanto è accaduto negli ultimi anni.

In Grecia ha incontrato tutti, dagli ex ministri delle Finanze agli elettricisti sottoccupati agli economisti disillusi sino alla gente comune.  Eppure ogni volta che si è esibito nel suo repertorio divertente di aprire il portafoglio e porgere una dracma e un euro, hanno scelto la seconda.

Tralascio la solita battuta idiota dei giornalisti inglesi secondo i quali sarebbe stato meglio offrire anche qualche sterlina con cui comprarsi  mezza Grecia ma che ci volete fare gli inglesi sono ancora convinti che con la loro carta straccia si possa dominare il mondo.

Anche in Germania tra le virgole ha trovato ampio sostegno per l’euro, in un  paese tra l’incudine e il martello,, desiderosi di mostrare solidarietà con i loro  vicini, senza buttare i soldi ma allo stesso tempo desiderosi  di imporre la disciplina fiscale senza apparire autoritari..

Il risultato probabile, ha concluso convincente, è un preoccupante deficit democratico nell’Unione europea visto che ormai le soluzioni politiche sono sempre più imposte dall’alto.

Immagino che in Inghilterra si consultino sempre i cittadini quando si tratta di foraggiare gli avvoltoi e gli sciacalli della finanza, ma la sostanza è questa!

Se un euroscettico ultra come Portillo ci racconta quello che ha vissuto forse è il caso di non dare per scontato l’esito delle elezioni del 17 giugno in Grecia. Che ve ne pare?

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5 commenti Commenta
kry
Scritto il 17 Giugno 2012 at 20:37

Elezioni Grecia: EXIT POLL con totale incertezza
Scritto il 17 giugno 2012 alle 18:19 da Dream Theater

Dagli ultimi sondaggi fatti (h.18.02), ecco i più recenti responsi degli exit poll effettuati:
New Democracy: 27.5% to 30.5%
Syriza: 27% to 30%
Pasok: 10 to 12%
Quindi c’è il concreto rischio (anche se gli exit pool possono essere ampiamente discutibili soprattutto in elezioni così delicate e complesse come quelle in Grecia) che la maggioranza con il relativo “premio” di 50 seggi sia decisa da un pugno di voti, uno 0.5% che significherebbe 30.000 schede.
Morale: massima incertezza e serie difficoltà a creare un governo credibile, solido e costruttivo.
(AGI) – Bruxelles, 17 giu. – In Grecia e’ testa a testa secondo gli exit poll tra i conservatori di Nea Demokratia e l’estrema sinistra di Syriza. Stando ai dati diffusi a chiusura dei seggi i neonazisti di Alba Dorata entrano in Parlamento. Nea Dimokratia (favorevole al rispetto degli accordo con l’Ue) di Antonis Samaras e Syriza di Alexis Tsipras (favorevole alla permanenza dell’euro ma ritrattando le pesanti misure di austerity del piano di salvataggio da 130 miliardi di dollari della troika Ue-Bce-Fmi) sono entrambe tra il 30 e il 27.
A seguire i socialisti del Pasok (pro austerity) di Evangelos Venizelos al 10-12%, la sinistra democratica (Dimar) al 6,3%; Indipendentisti Greci al 5,4%; i comunisti al al 5,4% (determinati ad abbandonare l’euro). Durante il voto una granata e’ stata lanciata da due uomini a bordo di una moto contro la sede della tv greca Skai ad Atene. L’ordigno non e’ esploso e non ha causato danni ma solo grande paura. L’edificio e’ stato evacuato. Oggi il voto e’ decisivo non solo per il futuro della Grecia ma anche per la tenuta dell’Euro e dell’economia globale. (AGI) .
(in aggiornamento)
STAY TUNED!
DT

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Commenti (n° 7)Commenta
Fdonni Scrive:
17 giugno 2012 alle 18:46
Ma Exit Pool… o Exit Poll??
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Dream Theater Scrive:
17 giugno 2012 alle 18:59
Scusate… la fretta ha fatto brutti scherzi. corretto il titolo. grazie per la segnalazione.
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Vincent Vega Scrive:
17 giugno 2012 alle 19:14
le uniche certezze che abbiamo al momento sono:
1) i greci vogliono rimanere nell’ €
2) chiunque vinca dovrà allearsi con qualcun altro e quindi scendere a compromessi per avere la maggioranza
3) tra un mese più o meno hanno finito gli €uri
20:30 primi risultati ufficiali
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Vincent Vega Scrive:
17 giugno 2012 alle 19:34
Dream Theater,
vedo su bloomberg l’ € a 1,2534 e l’ €/CHF che ha rotto il floor, ma che valenza hanno queste negoziazioni della domenica?
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Ubersoft Scrive:
17 giugno 2012 alle 19:41
La TV Greca dice 127 seggi per ND
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Vincent Vega Scrive:
17 giugno 2012 alle 19:41

Lampo Scrive:
17 giugno 2012 alle 20:12
Segnalo anche qui il link per vedere in diretta i risultati dello spoglio:
http://national12b.ekloges.dolnet.gr/index.php?lang=en
Pochi minuti fa eravamo così:

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john_ludd
Scritto il 17 Giugno 2012 at 21:42

Le elezioni in Grecia non cambiano nulla. Anche Tsiparas non lascerebbe l’euro. Qualcuno forse vi spiegherà un pò di cosa è l’ELA (Emergency Liquidity Assistance) e di come rende del tutto impossibile che un paese lasci l’euro (relativamente forte) per una moneta locale debole.

Le elezioni importanti sono quelle parlamentari in Francia dove appare certo che i socialisti hanno ottenuto la maggioranza assoluta e non dipenderanno dall’ultra sinistra e dai verdi. Questo fornisce a Hollande un potere vasto con tutto ciò che ne consegue. Ratificherà il fiscal compact e andrà a muso diro con i tedeschi con il supporto più o meno palese di tutti gli altri paesi.

La Francia è il paese massimamente legato finanziariamente al nostro e assai più affine culturalmente. Ragionerei su questo che di fatto riduce a zero assoluto qualsiasi ipotesi di Italia fuori dall’euro. Non annulla la possibilità che la Germania un giorno possa suicidarsi uscendo e tornando al marco ma, credetemi, non lo farà. Non è mai stata così sola e fragile. L’Olanda è in recessione con un sistema bancario a pezzi, una crisi immobiliare in divenire che devasterà il paese, la Finlandia basa tutto su un paio di imprese e la maggiore, Nokia, ha appena licenziato 18000 persone… entro l’autunno, l’Austria e le sue banche sovra-esposte si appresta a rivivere una nuova ondata di problemi provenienti da est, gli USA saranno in recessione entro l’autunno, giusto in tempo per eleggere Romney come nuovo principe reggente, la Cina annuncerà che la crescita sarà “leggermente” al di sotto del previsto, l’Australia taglierà il tasso di sconto dell’1% secco, forse anche il Canada dove già sono bassi…il Brasile scenderà sotto il 2% di crescita, l’Argentina sarà in default entro il 2013, chissà quanti trilioni verranno creati nei prossimi 6 – 9 mesi…

icebergfinanza
Scritto il 17 Giugno 2012 at 21:46

john_ludd@finanza,

Appuntamento al 2013!

ilcuculo
Scritto il 17 Giugno 2012 at 22:48

john_ludd@finanza,

John,

una domanda, secondo te dove si pone l’asticella della sostenibilità?

Ho fatto questa domanda molte volte, ma per ora nessuno ha voluto provare a rispondere.

john_ludd
Scritto il 17 Giugno 2012 at 23:16

ilcuculo@finanza,

è una domanda che non può avere una risposta. I sistemi sociali sono dinamici, si spostano. Anche quelli fisici. Prendi il caso ovvio della concentrazione di CO2. Nessun scienziato può affermare che oltre X c’è la fine perché non esiste un confine netto. Ma ti racconta che più si tarda più quel confine si avvicina e quando lo avremo attraversato non ce ne saremo neppure accorti per la medesima ragione. Ne vedremo gli effetti anni o decenni dopo e potremo solo contabilizzare i danni. Quindi non so dirti se questo sistema socio economico è già morto e ne vedremo gli effetti tra qualche mese/anno/decennio o ci siano ancora margini. Per certo posso dirti che la direzione è quella sbagliata e se i margini ci sono, domani sono meno, ma questo lo sapevi già. D’altra parte è ben noto che i cambiamenti avvengono solo in caso di necessità e la necessità la si comprende solo nel caso di vera crisi. Ma di crisi in crisi può darsi ne arrivi una che nessun cambiamento potrebbe sanare. Temo che lo sviluppo tecnologico impetuoso degli ultimi decenni avvenuto senza un pari sviluppo umanistico abbia posto le condizioni per una crisi finale.

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