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ORA BASTA … BOICOTTIAMO BERLINO 3: ACHTUNG DEUTSCHE BANK!
Come abbiamo visto sabato la Germania e le sue banche stanno giocando con il fuoco all’intero della santabarbara europea ACHTUNG DEUTSCHE BANK una vicenda che è saltata agli onori delle cronache anche grazie a QUESTO ARTICOLO del WSJ
Turmoil Frays Ties Across Continent By DAVID ENRICH and ALESSANDRA GALLONI
Amid Europe’s intensifying debt crisis, a spat between banking authorities in Germany and Italy shows how Europe’s carefully nourished financial ties are fraying.
Alcuni lettori mi hanno scritto chiedendomi quali sono stati i giiochetti di prestigio fatti da Deutsche Bank la scorsa estate sui nostri titoli di Stato, una dinamica che vi spiega una recente trasmissione di REPORT
Primavera 2011. La Deutsche Bank possiede una grande quantità di titoli del debito italiano e comincia a sbarazzarsene. Più di 8 miliardi di euro.
MICHELE BUONO Dove voleva andare a parare la Deutsche Bank?
ANDREA FUMAGALLI – DOCENTE ECONOMIA POLITICA UNIVERSITA’ PAVIA Da un lato, alcuni dicono che è stato fatto per consentire un aumento dello spread, del differenziale dei rendimenti, fra titoli di Stato italiani e titoli di Stato tedeschi. È da 15 anni a questa parte che queste grosse società multinazionali della finanza sono in grado di condizionare le politiche monetarie delle banche centrali.
MICHELE BUONO – FUORI CAMPO Berlino.
MICHELE BUONO Temeva che l’Italia stesse fallendo?
SAHRA WAGENKNECHT – DEPUTATA E PORTAVOCE ECONOMICO DIE LINKE Nient’affatto, è stata una strategia speculativa. Le banche d’investimento – tra l’altro – scommettono anche sul fallimento di uno Stato. La Deutsche Bank è un player importante in questo gioco con cui si decide se un Paese ce la fa o meno a sostenere il suo debito.
E io penso che questa sia una situazione pazzesca, che interi Paesi dipendano dal pollice dritto o verso di qualche banca d’investimento o di un’agenzia di rating.
MICHELE BUONO … andiamo avanti, vediamo l’effetto pratico…
ANDREA FUMAGALLI – DOCENTE ECONOMIA POLITICA UNIVERSITA’ PAVIA Apparentemente questo discorso dice: la Deutsche Bank ha anticipato e ha venduto ititoli italiani quando questi valevano ancora cento. In seguito alla sua vendita, dopo che ha incassato la liquidità pari di otto miliardi di titoli, i titoli da cento hanno iniziato a perdere valore a 95, 90 e 85. Quindi, a un certo punto le altre banche che non sono state le prime a partire con una attività speculativa di questo tipo, si trovano in difficoltà perché si trovano ad avere un patrimonio, un portafoglio titoli, per quanto riguarda i titoli italiani, di minor valore e allora si sentono in sofferenza e allora chiedono un intervento di supporto, o chiedono che lo Stato interessato, in questo caso l’Italia, prenda dei provvedimenti tali che riducendo il debito, aumenti di nuovo il valore dei titoli. Ma questo è soltanto la parte che viene comunemente detta, dalla quale appare che le banche siano le prime vittime venendo a calare il valore dei titoli che loro posseggono. Queste grandi società finanziarie, nel momento stesso in cui si liberano dei titoli di stato innescando un meccanismo di speculazione al ribasso, con la liquidità guadagnata alla vendita, cosa fanno: acquistano i prodotti derivati che assicurano il rischio di default su quegli stessi titoli di stato che loro hanno contribuito.
Capito tutto…ma torniamo all’articolo del WSJ e vdiamo cosa altro c’è da scoprire…
Tutt’altro che unione bancaria. La disputa su Unicredit tra Italia e Germania mostra come si siano logorati i rapporti tra le autorità finanziarie in Europa: con la crisi del debito, le dispute sulla vigilanza delle banche transnazionali si sono moltiplicate e l’integrazione sta facendo marcia indietro.
È il Wall Street Journal a puntare i riflettori sulle baruffe tra le autorità bancarie divampate tra vari Paesi dell’Unione europea. Con il caso Unicredit in evidenza.
Tra Italia e Germania, la disputa è cominciata lo scorso autunno, quando le autorità bancarie tedesche hanno ordinato a Unicredit di smettere di prendere in prestito miliardi di euro dalla sua controllata tedesca. «Volevano proteggere il loro sistema bancario ed evitare che fosse infettato da quello più debole del Sud», nota il Wsj, in un ampio servizio firmato da David Enrich e Alessandra Galloni.
Volevano proteggere che una stanza di cristallo come il sistema finanziario tedesco pieno di calici pieni di spazzatura subprime americana e europea, pieno di derivati e CDO e affini simili?
«La mossa ha mandato in collera i banchieri centrali italiani e fatto precipitare le relazioni tra le autorità finanziarie». C’è la preoccupazione che un sistema finanziario «relativamente senza frontiere» creato «in giorni più felici» adesso rischi di convogliare i problemi dai Paesi malati verso quelli più sani.
Il Wall Street Journal elenca le tappe chiave della pressione sempre più intensa esercitata dalla Germania su Unicredit. Nel luglio 2011, Unicredit aumenta i prestiti presi dalla sua controllata tedesca, «mettendo in allarme BaFin», l’autorità di vigilanza tedesca. Nel settembre 2011, alla riunione del Cda, l’allora presidente di Unicredit, Dieter Rampl, informa i membri del board delle preoccupazioni della BaFin.
Le ansie tedesche si placano il 27 gennaio 2012 con l’aumento di capitale di Unicredit per 7,5 miliardi di euro e poi, il 29 febbraio, con il ricorso alla seconda ondata di prestiti della Bce, che riduce la necessità di attingere dalla controllata tedesca. Il 27 aprile, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ospita a Roma esponenti della BaFin nel tentativo di ristabilire buone relazioni. di Elysa Fazzino – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/IQ1ri
Quindi la Bafin come abbiamo visto non voleva permettere ad una banca italiana di utilizzare le proprie filiali tedesche per rifinanziarsi presso la BCE, per paura che i soldini prendessero il volo mentre loro …
Ma ciò che rende il fatto più paradossale e forse grottesco è che mentre l’authority tedesca dava lezioni agli italiani, proprio la più grande banca tedesca, Deutsche Bank, utilizzava le sue filiali italiane e spagnole per farsi prestare di nascosto soldi a tasso super-agevolato dalla Bce per poi trasferirli chissà dove.
Un bel giochetto davvero, questo, della cui esistenza si è appreso soltanto grazie ai bilanci depositati dalle due «filiali disagiate», che nel complesso si sono fatte prestare dalla Bce circa 9 miliardi di euro rimborsabili in tre anni con tasso 1%.
In particolare, Deutsche Bank Italia ha preso in prestito 3,5 miliardi di euro, mentre Deutsche Espanola ha messo in cassa 5,5 miliardi di euro. Dove sono finiti questi soldi? Sono rimasti in Italia e Spagna a beneficio dei clienti e delle imprese o sono tornati in Germania?
Ovviamente, non lo sapremo mai: interpellata da Bloomberg in Germania, la Deutsche Bank si è rifiutata di fornire spiegazioni e commenti.
Ma a rendere ancora più sgradevole la posizione tedesca non è l’arroganza, ma soprattutto la menzogna, la mistificazione dei fatti.
In un incontro con gli analisti in 2 febbraio scorso, infatti, fu lo stesso amministratore delegato Joseph Ackermann ad affermare che la banca non avrebbe probabilmente fatto ricorso ai prestiti straordinari della Bce per evitare il rischio di «danni reputazionali», una tesi poi sostanzialmente ribadita il 26 aprile scorso dal direttore finanziario del gruppo bancario tedesco Stefan Krause: «Abbiamo preso una cifra piccola, davvero irrisoria – disse Krause agli analisti – per esigenze di cassa in Europa continentale».
I casi sono due: o Spagna e Italia si sono spostate verso nord sulla cartina geografica, o i soldi presi in prestito nei due Paesi dell’Europa meridionale sono finiti altrove. Auf Wiedersehen Europa… Alessandro Platerotti ILSOLE24ORE
Tempo fa ho condiviso con voi la parabola dei fessi e dei furbi.
Ora è il tempo di chiedersi, con tutto il rispetto possibile per l’inconsapevolezza, quanti sono i fessi italiani che hanno ancora un conto corrente con Deutsche Bank!
DAI UN’OCCHIATA A TREASURY FU…ALQUANTO MOBILE , SOSTIENI SECONDO LA TUA DISPONIBILITA’ L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE E DI QUALITA’ RICEVERAI A CASA L’ULTIMA IMPORTANTE ANALISI DAL TITOLO
” EURO FU SICCOME IMMOBILE”
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Nel primo trimestre abbiamo importato dalla germania il 7,6% in meno ed esportato verso la germania 8%in più. Da commenti precedenti è impressionante l’esportazione verso l’olanda +9% sull’anno precedente e +24% rispetto al valore dell’italia. htpp://vocidallagermania.blogspot.it/2012_06_01_archive.html
@Kry= mi piace pensare che le minori importazioni dalla Germania, siano anche le auto di grossa cilindrata bmw, audi e mercedes che gli italiani non comprano per le ristrettezze ed il clima di terrore fiscale instaurato da Monti che LORO hanno voluto, e per un ritrovato orgoglio nazionale come reazione ai panzer della culona che scorazzano in lungo e in largo. Bene, bene….
In aggiunta a quello che avete detto voi ci sarebbe da chiedersi visto che la cermania è in surplus perché non rivaluta la SUA moneta? Per la serie ti piace vincere facile? pozipozibobobo papapara.
Intanto su la7 mentana ha dato nuovi sondaggi elettorali il pd sarebbe al25% pdl al 18% mov5stelle 18% bel clima si sta preparando se si continua così pochi mesi e quello di grillo diventa il primo partito nazionale, magari non tutti i mali vengono per nuocere.
Giuseppe
Forse sono stato troppo ottimista, ho letto vocidallagermania, e purtroppo hanno compensato il calo delle vendite a sud con i paesi extra cee. Quindi per ora manterranno i panzer in tutto il sud. Ci sono anche articoli sul tema cittadini (tedeschi) contro l’euro: si puo’ solo essere disgustati.
Effetto trascinamento sono dati già vecchi i prossimi mesi le loro esportazioni collasseranno!
Moooolto interessante!
Mi prendo la libertà di segnalarlo su intermarket&more, perchè spesso si parla di banche italiane, tedesche, spagnole, dimenticando che i grandi gruppi bancari sono ormai delle vere e proprie multinazionali.
Deutsche Bank è una banca tedesca, legata all’economia tedesca, come Coca Cola è un’azienda americana, legata all’economia USA.
Pian piano mi sto facendo questa idea. La germania si comporta come i nostri politici senza una visione di lungo periodo e come nella seconda guerra mondiale, tutto e subito pensandosi dei padreterni. Il persistere nella situazione è a tutto loro vantaggio,euro che si svaluta esportazioni che volano e tassi sui bund che crollano e le loro banche che intanto riaggiustano le posizioni a proprio favore (grecia insegna). Ora dando sfogo alla fantasia la replica di una guerra questa volta finanziaria JPM e DB dove JPM più che investire ha scommesso contro la tenuta dell’euro e DB si difende. Ora che i tedeschi non siano simpatici è stato più volte detto, personalmente purtroppo li preferisco agli usa e uk.
Andate a vedere l’andamento delle bilance commerciali, Spagna e Italia, sono un faro
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Giusto perchè mi diverto un casino a darti ragione e vedere che le tue profezie si avverano, quando, più o meno, crolla il bund, se crolla? Cigni neri in arrivo?