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ITALIA: TESORO MI SI E’ RISTRETTO IL DEBITO (PARTE SECONDA)!

Scritto il alle 11:58 da icebergfinanza

Non credo ci sia bisogno di aggiungere alto alla realtà fondamentale del nostro Paese oltre a quanto condiviso in questi lunghi sette mesi di tempesta perfetta made in Italy, altre analisi dettagliate seguiranno ma intanto la dimensione del debito pubblico stà scendendo e ho il sospetto che continuerà a scendere a dispetto della pesante recessione che ci attende anche se la recente produzione industriale segnala un’illusorio rimbalzo.

La tempesta di neve e ghiaccio che ha colpito il nostro Paese ma non solo non mancherà di far sentire i suoi effetti sulle dinamiche della recessione nei prossimi mesi, una recessione nella quale saremo in buona compagnia, Crande Gemania compresa!

Vi lascio con un pezzo apparso sul SOLE24ORE che riassume i recenti dati realtivi alle dinamiche del debito pubblico in Europa.

” I dati recentemente pubblicati dall’Eurostat sull’evoluzione del debito pubblico dei Paesi Ue nel terzo trimestre 2011, passati abbastanza inosservati, confermano che l’Italia ha avviato già nei mesi scorsi una seria politica di rigore nei conti pubblici, non ancora pienamente compresa ed apprezzata dai mercati. Infatti, alla fine del terzo trimestre del 2011 il debito pubblico italiano è risultato pari al 119,6% del Pil, in aumento solo di 0,5 punti rispetto al terzo trimestre del 2010. Si tratta di uno degli incrementi più bassi in assoluto registrati nella Ue-27, dove il debito pubblico complessivo è cresciuto di 3,7 punti di Pil, e dell’Eurozona, dove l’aumento corrispondente è stato di 4 punti di Pil.

Ci siamo comportati meglio di tutti gli altri grandi Paesi europei: infatti, il debito pubblico francese nello stesso periodo è aumentato di 3,2 punti di Pil, quello inglese di 6,9 punti e quello spagnolo di 7 punti. Nel caso della Germania il confronto tra il terzo trimestre 2011 e il corrispondente trimestre dell’anno precedente (+6,1 punti) rischia di essere fuorviante (esagerando negativamente la performance di Berlino), poiché nel quarto trimestre del 2010 l’Eurostat ha incluso nel debito pubblico tedesco le rilevanti passività di alcune bad bank, generando un anomalo salto statistico. Quindi solo a partire da fine
2011 la comparazione su base tendenziale annua dei dati trimestrali tedeschi tornerà ad essere omogenea.

Continuano invece le difficoltà dei Paesi “periferici”, a cui l’Italia viene talvolta ingenerosamente accostata dai media stranieri, forse anche perché non conoscono le statistiche. Infatti, tra il terzo trimestre 2010 e il terzo trimestre 2011 il rapporto debito pubblico/PIL dell’Irlanda (secondo alcuni già guarita!) è cresciuto di 16,5 punti,
quello del Portogallo di 19 punti e quello della Grecia di 20,3 punti. L’Italia esce vincente anche nel confronto con alcuni Paesi dell’Eurozona sempre in cattedra a dare lezioni di rigore agli altri: ad esempio, il rapporto debito/Pil dell’Olanda è aumentato nel periodo
esaminato di 1,6 punti, dunque oltre 3 volte di più del nostro.

Ancor più significativo, a nostro avviso, è però il raffronto comparato tra la dinamica dei valori assoluti dei vari debiti pubblici, misurati in euro (o in valute nazionali nel caso dei Paesi Ue non appartenenti all’Eurozona). Vedere se le varie economie riescono a
frenare la crescita del livello del proprio debito o a diminuirlo, a prescindere dal rapporto dello stesso con il Pil, dà un’idea più chiara dello sforzo fiscale messo in campo da ciascuno. Infatti, si ha la misura reale di tale sforzo al netto degli inevitabili effetti negativi
sul Pil delle politiche di austerità. Sotto questo profilo, come appare dalla tabella, l’Italia nel terzo trimestre 2011 è stata capace di contenere la crescita del suo debito a valori correnti in un modesto +2,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima (da 1.842 a 1.884 miliardi di euro). Meglio di noi hanno fatto solo l’Estonia (-0,2%) e il Lussemburgo (+0,6%). Per contro, il debito pubblico francese è aumentato in valore assoluto del 7,5% (da 1.575 a 1.689 miliardi di euro), quello inglese del 12,6% (da 1.132 a 1.278 miliardi di sterline) e quello spagnolo del 14,9% (da 615 a 706 miliardi di euro).

Non è possibile fare un analogo confronto omogeneo con la Germania per le ragioni già illustrate in precedenza. Tuttavia, possiamo osservare indicativamente che tra il quarto trimestre 2010 e il terzo del 2011, cioè nei soli ultimi nove mesi aventi dati raffrontabili, il
debito pubblico tedesco è aumentato in valore assoluto dell’1,4% (da 2.062 a 2.099 miliardi di euro), cioè appena un po’ meno di quanto sia cresciuto quello italiano sull’arco completo di 12 mesi.

Nei Paesi “periferici” la situazione resta assai grave. La Grecia, stretta nella morsa dell’austerità, ha visto innalzarsi ancora il suo debito pubblico del 7,5% in valore assoluto negli ultimi dodici mesi: un risultato tuttavia meno negativo rispetto al peggioramento del suo rapporto debito/Pil, il cui dato è stato penalizzato anche dalla forte flessione del denominatore. Senza attenuanti, invece, l’Irlanda e il Portogallo, i cui debiti sono aumentati a valori correnti rispettivamente del 16,5% e del 21,1%, cioè il primo nella stessa misura e il secondo addirittura di più del rapporto debito/Pil.

Infine, i “maestri” del rigore, sempre pronti a bacchettarci, in realtà non stanno facendo grandissimi sacrifici e, pur non pagando interessi elevati, tra il terzo trimestre 2010 e il terzo del 2011 alcuni di essi hanno accresciuto il valore assoluto del proprio debito
pubblico in misura non molto inferiore se non simile alla Grecia. Il debito olandese, infatti, è aumentato a valori monetari del 5,9% e quello finlandese addirittura del 7,2%.

Questi dati comparati dimostrano che l’Italia è avviata su un sentiero fiscale virtuoso, a cui il Governo Monti sta dando un nuovo ed ancor più forte impulso. A livello statistico vedremo i risultati di tale azione in modo sempre più chiaro nei prossimi mesi. È auspicabile che i mercati riconoscano finalmente tutti i sacrifici che il nostro Paese sta facendo, restituendoci i tassi di interesse che realmente ci meritiamo: tassi che, come minimo, dovrebbero essere inferiori a quelli spagnoli. Ma è ugualmente auspicabile che l’Europa non sia troppo condizionata dall’eccessivo rigore tedesco, che rischia di togliere alla nostra ritrovata virtù finanziaria la forza della crescita economica, che è altrettanto indispensabile per permetterci di raggiungere il pareggio di bilancio.

Qui sotto inoltre avete una visione sintetica grafica di quanto sino ad ora scritto proveniente da LINKIESTA un sito spesso puntuale, molto prolifico ed interessante

Attenzione tutto ciò non significa nulla! Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi la tempesta perfetta europea riprenderà vigore ma questa volta come vedremo il nostro Paese resterà relativamente ai margini!

 

Nel fine settimana è in arrivo la nuova analisi dal titolo “STRONG BUY ITALIA” un viaggio nell’Italia che verrà, osservando le dinamiche che ci attendono nelle prossime settimane per gettare le basi per i prossimi anni.

 

Chi fosse interessato all’analisi ANNO 2012: ESPLOSIONE DEL DEBITO! che fa il punto sui rischi e stelle polari del 2012 può richiederla con una libera donazione cliccando sul banner in cima al blog o QUI

 

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Debito pubblico pil in Europa.

 

5 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 13 Febbraio 2012 at 13:07

Andrea Mazzalai non è un moderno Alberto da Giussano. I numeri sono numeri e non opinioni. Un poderoso studio di cui è stato pubblicato un estratto su La Voce dimostra che la situazione Italia è gestibile. I problemi maggiori per l’ex bel paese vengono da fuori, cioè da una situazione planetaria esplosiva che possono pregiudicare gli sforzi nazionali. Per questa ragione ci vuole una Europa assai più coesa, diversamente se si va al tutti contro tutti le possibilità si affievoliscono.

http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002838.html

icebergfinanza
Scritto il 13 Febbraio 2012 at 13:27

john_ludd@finanza,

Grazie di avermi rovinato il prossimo articolo John ; – D Come dici tu i numeri sono numeri ma oggi nessuno legge più i numeri in molti preferiscono ascoltare le idiozie dell’ultimo arrivato o di chi urla di più…l’Italia è finita, l’Italia è fallita!

john_ludd
Scritto il 13 Febbraio 2012 at 13:39

icebergfinanza,

Sorry Andrea… Non lo faccio più, promesso !

icebergfinanza
Scritto il 13 Febbraio 2012 at 14:09

john_ludd@finanza,

Scherzi…posta tutto quello che vuoi più informazioni condividiamo e meglio è Grazie Andrea

john_ludd
Scritto il 13 Febbraio 2012 at 16:37

icebergfinanza,

:mrgreen:

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