OBAMA E L’INCUBO AMERICANO!

Scritto il alle 16:23 da icebergfinanza

Mentre la mediocrità dei possibili candidati alla Casa Bianca repubblicani esalta il fallimento di un uomo Obama,  che ha dovuto convivere con l’ombra dei milioni di dollari che hanno finanziato e finanzieranno la sua rielezione ad opera delle lobbies finanziarie andiamo a dare un’occhiata a quello che ci racconta la storia senza dimenticare che…

” Come sempre nella storia capacità finanziaria e perspicacia polita sono inversamente proporzionali. La salvezza a lunga scadenza non è mai stata apprezzata dagli uomini d’affari se essa comporta adesso una perturbazione nel normale andamento della vita e nel proprio utile. Cosi si auspicherà l’inazione al presente anche se essa significa gravi guai nel futuro. Questa è la minaccia per il capitalismo (…) E’ ciò che agli uomini che sanno che le cose vanno molto male fa dire che la situazione è fondamentalmente sana! J.K. Galbraith.

“Una tradizione vecchia come l’America, il discorso sullo stato dell’Unione è un momento importante per ogni presidente: una scadenza fissa, un momento in cui fare il punto della situazione e gettare le fondamenta dell’anno successivo. Il più lungo in assoluto è stato quello del 22 gennaio 1946 pronunciato da Harry Truman (ben 25.000 parole), mentre il primato del discorso più breve va a George Washington che nel 1790 tagliò corto: in 10 minuti esaurì le 833 parole che si era preparato. Con ben 12 discorsi sullo Stato dell’Unione Frankin Roosevelt è in presidente che ne ha pronunciati di più, mentre William Henry Harrison e James Garfield non ne hanno mai preparato uno, visto che entrambi sono mancati a pochi mesi dall’insediamento alla Casa Bianca. Il primo discorso trasmesso anche via radio è stato quello di Calvin Coolidge il 6 dicembre del 1923, mentre la prima trasmissione tv è avvenuta nel ’47 con il discorso di Truman. Nel 2002 George W. Bush si è aperto ai nuovi media con la prima diffusione su Internet. Di Bush si ricorda anche la passione per il colore blu, simbolo del partito repubblicano e sempre scelto per la cravatta indossata durante il discorso.” America24

Ebbene ieri Obama ha indossato gli occhiali rosa delle elezioni presidenziali e come ci racconta il sempre puntuale Federico Rampini è tornato a bandire lo slogan tanto caro a coloro che hanno sperato in un cambiamento ma non l’hanno ottenuto…

NEW YORK  –  E’ tornato Lui, è il Barack Obama che il popolo democratico vuole: il leader dell’utopia concreta, del cambiamento possibile, della battaglia senza quartiere contro una destra reazionaria e ottusa. Il presidente usa il discorso dello Stato dell’Unione per dare al paese il senso della sfida che lo attende a novembre: una scelta di campo, tra due concezioni incompatibili dell’America. La nazione delle opportunità, o il paese della plutocrazia. Lo fa con un discorso abile, dai toni misurati, con l’aplomb del grande statista, ma senza cedimenti. Un’ora e cinque minuti, tante “standing ovation”, applausi in piedi, perlopiù dei democratici, qualche volta anche dei repubblicani. (…) Repubblica

Tralasciando la minestrina dell’eliminazione di Bin Laden e della presunta fine della guerra in Iraq la metafora si sposta su  “Un’economia costruita per durare, dove vale la promessa fondamentale di questa nazione: se lavori duro, ce la puoi fare”. Ecco la scelta fondamentale, quella che descrive la posta in gioco nell’elezione di novembre: “Se vogliamo essere un paese dove sta bene solo una minoranza sempre più ristretta, o dove ciascuno ha la parte che gli spetta”.

Utopie terribili utopie soprattutto quando non si ha il coraggio di andare sino in fondo a cancellare la causa principe di questa devastante crisi ovvero una impressionanente iniquità e disparità di ricchezza che ha preceduto anche la Grande Depressione del ’29.

Parla addirittura di una task force per contrastare la concorrenza sleale della Cina rievocando il rischio del protezionismo e della creazione di una sorta di FBI della frode, un manipolo di eroi contro le grandi frodi finanziarie.

Paradossalmente si potrebbe creare la più imponente onda occupazionale della storia americana mettendo un poliziotto in ogni ufficio, in ogni sala, in ogni computer in ogni cervello negli psicopatici della finanza speculativa, recuperando tonellate di cocaina, due piccioni con una fava.

Chissà se qualcuno ha suggerito all’innocente Obama che nei cervelli degli uomini che operano sul suo territorio, dopo aver massacrato la popolazione americana da tempo frulla l’idea di massacrare anche l’euro e le sue Nazioni. Ma si sa per le paranoie liberiste e di qualche ingenuo dell’ultima ora questi sono solo complotti ad opera di un manipolo di complottisti.

Affascinante è la difesa dell’autonomia delle agenzie di rating che non devono assolutamente subire l’onta di una perquisizione o intercettazione visto che dispensano solo opinioni… si opinioni decisamente interessate sulle quali la storia recente ha rivelato la manipolazione e frode sistematica messa agli atti della Commissione di inchiesta del Congresso americano sulla Grande Crisi.

Questa però è l’illusione principe… Proibire ai lobbisti di raccogliere donazioni elettorali; proibire agli organizzatori delle campagne elettorali di fare i lobbisti…affascinante decisamente affascinante vedremo come riuscirà a non ricevere denaro da Wall Street !

Andando oltre Obama consegna al Congresso il libro dei sogni…

  • La creazione della ‘Buffett rule’, che imporrebbe a tutti i nuclei familiari che guadagnano oltre un milione di dollari di pagare almeno il 30% in tasse. E impedirebbe loro di avere agevolazioni in diversi settori, fra cui quello della sanità.
  • Imporre alle aziende che hanno filiali estere di pagare una tassa minima sui profitti esteri.
  • Creare un incentivo fiscale per le aziende che invece chiudono impianti all’estero per aprirne negli Stati Uniti.
  • Ridurre le tasse per aziende che opera nel manifatturiero, aumentare gli incentivi per l’alta tecnologia.
  • Coprire alcuni dei 200 miliardi di dollari da investire in infrastrutture con i fondi risparmiati dalla conclusione delle guerre in Iraq ed Afghanistan.
  • Ridurre i finanziamenti federali a college e università che hanno costi per l’istruzione troppo elevati.
  • Fornire finanziamenti per aiutare alla gente che ha finora onorato tutti i pagamenti a rifinanziare i propri mutui.
  • Raddoppiare il numero di posti lavoro disponibili nelle università per gli studenti-lavoratori.
  • Negare i sussidi agricoli ai milionari.
  • Punire i membri del Congresso per insider trading.
  • Proibire ai lobbisti di raccogliere donazioni elettorali; proibire agli organizzatori delle campagne elettorali di fare i lobbisti.
  • Consentire al Senato di dare il proprio assenso o di negarlo ad alcuni candidati presidenziali entro 90 giorni dalla loro candidatura.

Il presidente ha inoltre detto che adotterà alcune azioni in proprio:

  • Creare un nuova unità sul commercio estero per indagare su pratiche illegali in paesi come la Cina.
  • Destinare più demanio statale per la trivellazione di gas naturali e obbligare alle aziende di rendere pubblica la lista di agenti chimici utilizzati per il ‘fracking’.
  • Promuovere nuove partnership tra settore privato e università pubbliche.
  • Creare una nuova unità al ministero della Giustizia per perseguire i crimini finanziari. America24

Nel frattempo in Italia… ROMA – Scende il reddito delle famiglie e aumenta la percentuale dei poveri. Nel 2010 il reddito familiare medio annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è stato pari a 32.714 euro, 2.726 euro al mese (in termini reali il reddito medio nel 2010 è inferiore del 2,4% rispetto a quello riscontrato nel 1991), mentre la quota di individui poveri in Italia, vale a dire coloro che hanno un reddito equivalente inferiore alla metà della mediana, è risultata pari al 14,4% nel 2010 in aumento di un punto percentuale rispetto al 2008.

Chissà se il professor Monti legge i dati di Banca d’Italia visto che non perde occasione di riempirsi la bocca di equità, un’equità che nelle sue manovre è pura utopia! Forte con in deboli, deboluccio con i forti!

…Etc.etc,ect! Comunque sia l’importante è che non dobbiamo sorbirci per un’altro anno ancora il tormentone ” Yes we can ” in attesa della prossima recessione americana, si quella dietro l’angolo, quella che gli occhiali rosa non permettono di intravvedere!

Ancora buon Compleanno a tutti Voi, vecchi pendagli da forca, abbiamo davanti altre mille tempeste ma alla fine ne usciremo alla grande! Via aspettiamo tutti al seguente INDIRIZZO

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