APPUNTAMENTO CON LA STORIA!

Scritto il alle 07:26 da icebergfinanza

 

Quando un paio di anni fa al festival dell’Economia di Trento chiesi a Paul Krugman, premio Nobel all’Economia,  cosa ne pensasse in riferimento alla possibilità che la finanza stesse sequestrando la democrazia, dopo un breve sorriso, facendosi serio confermo questa paura, una paura diventata realtà.

Un’impressionante ondata di tracotanza e avidità, di demenziale esaltazione e senso di onnipotenza ha pervaso le menti dei maggiori responsabili della finanza mondiale, al punto tale di aver ascoltato dichiarazioni al limite della follia umana. Dalla mano di dio alla "santità del profitto", sino a giungere ad una crisi come le altre perchè tanto ne accadono sempre ogni tre o cinque anni,  in un crescendo mistico di esaltazione e onnipotenza, abbiamo assistito ad una serie impressionante di dichiarazioni mistiche.

Senza voler attendere i risultati delle varie commissioni di inchiesta o di indagine sulla crisi, solo le vicende AIG e Lehman Brothers, contengono abbastanza indizi per comprendere che la creatività finanziaria spesso si spinge sino al confine del reato, qualunque esso sia, un reato che in molti casi assume l’aspetto di un vero e proprio crimine contro l’umanità.

Si trattasse solo della finanza,  sarebbe troppo facile circoscrivere il fenomeno, ma la politica non è esente da colpe in questa crisi, come non esente è lo stesso popolo, pervaso talvolta da un senso di esaltazione e follia collettiva.

Come ha scritto Fabrizio Galimberti, nel suo libro dal titolo " Economia e pazzia: crisi finanziarie di ieri e di oggi" nei mesi che seguirono alla scoppio della bolla della " South Sea" la crisi dei Mari del Sud,  il Parlamento fece pulizia, con una spietatezza che fa onore alla monarchia costituzionale inglese.

" Molti membri del Parlamento furono espulsi, altri andarono in prigione, furono documentate tutte le "tangenti" e le illegalità pagate e commesse dai direttori della South Seas Company. Ci andarono di mezzo sia questi che i beneficiari di quelle peculiari stock options. E una legge speciale, il South Sea Sufferers’ Bill, spogliò i direttori delle loro sostanze ( il rapporto della commissione d’inchiesta elenca i loro averi con incredibile minuzia, dalle piantagioni nelle Indie Occidentali ai gioielli della moglie e delle figlie, dai sacchi di cocciniglie e pepe a pentole e padelle…ma come era da prevedere, non si ritrova molto contante nelle liste…) Il furore popolare contro i consiglieri di amministrazione della South Sea Company ebbe molto eco in Parlamento. Un membro dei comuni, Robert Molesworth, propose che i direttori, dovessero essere condannati per parricidio e sottoposti alla pena prevista nella Roma antica per questo crimine…"

Marcello Foa, nel suo BLOG si chiede quanto tempo ancora manca per avere una nuova rivoluzione francese, riportando le parole del professor Barone Adesi Giovanni, uno dei massimi esperti europei e mondiali di prodotti derivati e gestione del rischio.

" La Federal Reserve ha annunciato che lascerà bassi i tassi di interesse ancora a lungo. Perché l’economia è ancora anemica. Giusto o forse no, perché si sta ripetendo lo scenario dei primi anni del Duemila, quando per rimediare allo scoppio della bolla del Nasdaq la Fed tenne i tassi bassi e questo pose le premesse per la creazione di una nuova bolla, scoppiata tra il 2007 e il 2008.

Vedendo l’andamento delle Borse c’è da restare perplessi. La disoccupazione resta alta, le prospettive di crescita sono deludenti in tutto l’Occidente, il debito pubblico continua a crescita. Eppure la Borsa vola come se fossimo in periodo di pieno boom, scontando utili molto ipotetici. Il punto è che a nessuno importa degli utili, perché l’attuale crescita è guidata dalla liquidità a buon mercato, che fa felici speculatori e banche d’affari, i quali ricevono denaro praticamente gratis, denaro che anziché aiutare l’economia reale, alimenta la crescita artificiale della Borsa.

Insomma, ho l’impressione che si sia creata un’altra bolla e che questa sia ormai la natura di un sistema incentrato sulla finanza: si passa da una bolla all’altra; con creazioni di spaventose ricchezze individuali a fronte di un impoverimento della società, che anziché accumulare capitale, accumula debiti, privati o pubblici. Dunque diventa schiava.

Ma la storia insegna che sperequazioni così forti non durano. Un economista molto bravo l’altro giorno in confidenza mi ha detto: stiamo creando le premesse che hanno portato alla Rivoluzione francese ovvero a una ribellione di un popolo impoverito contro i privilegi inaccettabili di un’aristocrazia egoista, avida e autoreferenziale.

Ha ragione lui, lo sbocco della crisi provocherà una Rivoluzione? O il meccanismo del debito è cosî diabolico – e globale – da rendere le masse prigioniere per sempre?

AGGIORNAMENTO. Il professore citato nel post è Giovanni Barone-Adesi, docente di Teoria finanziaria presso la Facoltà di Scienze economiche dell’Università della Svizzera Italiana. Il suo nome non è molto noto al grande pubblico italiano, ma nel mondo accademico europeo e americano  è considerato uno dei massimi esperti sui derivati e la gestione del rischio  e collabora con varie istituzioni finanziarie e organi di regolamentazione nella gestione dei rischi (vedi la sua biografia). E’ stato lui stesso ad autorizzarmi a svelare la sua identità e ha contribuito inviando questo commento, che trovate qui sotto e che trascrivo di seguito:

Il sistema bancario resta fragile perchè la difesa degli azionisti ha avuto la priorità sulla ricapitalizzazione. Le banche senza capitale economico hanno difficoltà a fare credito, possono solo investire la liquidità data dalle banche centrali in attività speculative a breve, vantaggiosissime finchè pagano zero interessi sulla liquidità. Il fatto che le autorità calcolino il capitale regolamentare in modo fantasioso non cambia la realtà, solo l’offusca. Le banche sono obbligate a speculare invece di sostenere la ripresa con il credito. Passiamo di crisi in crisi, trasferendo ogni volta soldi dai contribuenti a pochi individui. Per parafrasare Churchill, raramente pochi hanno dovuto tanto a tanti. Questo quadro, che in realtà si applica agli Stati Uniti e all’Inghilterra piu’ che all’Italia, forse non porterà in fretta alla rivoluzione, ma rischia di tenere a galla Brown e altri opportunisti (qualcuno anche in Italia, paese che soffre di mali piu’ antichi) che, dando la colpa alla finanziarizzazione eccessiva dell’economia, gli hedge fund e l’ingegneria finanziaria, difendono lo status quo, un’autentica perversione dell’economia di mercato.

 

Come dice Foa, la storia insegna che sperequazioni cosi forti non durano a lungo e non dureranno a lungo neanche questa volta, perchè prima o poi qualcuno busserà alla porta della storia stessa, che si tratti di una guerra di indipendenza americana o di una rivoluzione francese.

Annegando la consapevolezza e le coscienze, si ha come la senzazione che questa volta è diverso, questa volta non accadrà nulla, che nulla cambia tutto è per sempre uguale. 
Come ci ha segnalato Luca si tratta forse di una "crisi sprecata" come scrive Antonio Foglia  sul Corriere della Sera, …
"Stiamo sprecando le opportunità di riforma offerte dalla crisi. E’ un vero delitto, data l’angoscia e le sofferenze che ha creato, e il peso che ha caricato sulle spalle delle finanze pubbliche. Angela Merkel e Nicolas Sarkozy si occupano di hedge fund e «credit default swap» (o Cds quei contratti con i quali ci si assicura contro il fallimento dei debitori e che sono usati, secondo le loro accuse, per scommettere contro l’euro). O non hanno capito niente, o devono creare diversivi per distrarre l’attenzione dalla precarietà delle loro grandi banche e delle finanze pubbliche."
Probabilmente hanno compreso tutto e fanno finta di niente; hanno compreso che l’intero sistema finanziario principale è sostanzialmente fallito, tecnicamente distrutto senza il contribuente, senza le magie contabili, senza la liquidità che foraggia la leva e la speculazione.
Di nazionalizzazione neanche a parlarne, se nazionalizzi impianti nucleari come Deutsche Bank o UBS, Citigroup o Bank of America, rischi di disintegrarti all’istante, se non sei in grado di smontarne il rischio sistemico, dimenticandone le parti essenziali nascoste fuori bilancio. E se qualcuno ancora pensa che le mie parole siano le parole di un folle solitario, allora ascolti le dichiarazioni di autentici fuoriclasse della gestione del rischio, i lamenti continui di Draghi e Volcker.
" Malgrado l’alleggerimento delle regole contabili, la situazione delle grandi banche resta preoccupante, come spiega uno studio della Banca del Ceresio ripreso dal Financial Times. L’analisi dei bilanci a fine 2009 delle prime 5 banche americane ed europee evidenzia per questi 10 istituti una leva ancora di 18 volte: meno di 6 euro di capitale ogni 100 euro di attivi. Se i loro attivi perdono più del 5,5%, queste banche si ritrovano insolventi.
Gli ottimisti notano che con una leva così se si guadagna più di un euro all’anno ogni cento di attivi, come sta in effetti succedendo, in 5 anni si ricostruisce il capitale. Ma un Return on Equity superiore al 20% in un’industria soggetta a regole prudenziali e finanziata da depositi garantiti dai contribuenti è sintomo di mezzi propri insufficienti, non di alta redditività ed efficienza che vengono poi prese come scuse per intascare bonus milionari.
Che rischio hanno gli attivi di queste 10 grandi banche? Dai bilanci si evince un rapporto tra attivi ponderati per il rischio ed attivi totali del 46 per cento. Se fossero investite solo in obbligazioni AAA il rapporto sarebbe del 25%, mentre se fossero investite solo in azioni quotate sarebbe 125 per cento.
Una via di mezzo quindi. In pratica il profilo di rischio è identico a quello del portafoglio di un signore che, avendo 100 euro di risparmi propri, ne avesse investiti 390 in azioni e 1.470 in bond AAA, facendosi finanziare la differenza da qualche matto. Ma i matti siamo tutti noi, o come depositanti, o come contribuenti, chiamati poi a salvare le banche che con questo profilo di rischio hanno la certezza di ritrovarsi insolventi almeno ogni 5 anni, se facessero i conti giusti…
Purtroppo politici e regolatori non sembrano interessati a porsi le domande da cui potrebbero nascere le riforme di cui abbiamo urgente bisogno. Che mestieri devono fare le banche e con quanto capitale? Ormai per ognuno dei mestieri che fanno esistono intermediari specializzati e meglio capitalizzati. Chi deve imporre la disciplina alle banche? I regolatori hanno clamorosamente fallito proprio nel settore ove avevano i più vasti poteri. Che mercati finanziari vogliamo? Il grosso dell’intermediazione avviene in alvei opachi di negoziazione dominati da pochi grandi banche che intascano indebite rendite oligopolistiche, mentre i mercati regolamentati vengono indeboliti da normative nefaste come la MIFID.
E’ giusto anche chiedersi che ruolo devono avere i Cds. Ma prendersela con un ambasciatore probabilmente inadatto perché il suo messaggio porta pena è un pessimo uso del poco tempo che ci resta prima che si perda il senso di urgenza della crisi e si ritorni ad una normalità ancora più precaria della precedente. Dato lo stato delle finanze pubbliche, non avremo più per troppi anni le risorse per arginare un’altra crisi finanziaria così efficacemente come fatto finora. " ( Antonio Foglia )
Potrei proseguire all’infinito sull’argomento ma preferisco cercare di distrarmi con l’analisi dei dati di ieri, mentre il mercato riempie le sale cinematografiche dove si continua a proiettare il migliore dei mondi possibili, un cinema in tre dimensioni, che attira spettatori, in proporzione sempre maggiore rispetto alle eventuali uscite di sicurezza, un film nel quale la liquidità scorre impetuosa e travolgente. Come i lettori sostenitori di Icebergfinanza,  ben sanno, io continuo a privilegiare un’altro superbo spettacolo, in attesa che un fiume si sprigioni dalle uscite di sicurezza di un film gratuito offerto dalle banche centrali, con incasso devoluto in beneficenza alle maggiori realtà finanziarie mondiali.
Nel frattempo una sorprendente Yanet Yellen esprime un insolito ottimismo in relazione alla dinamica occupazionale americana, rincuorandosi per un tasso di disoccupazione sceso al 9,7 % e li rimastovi, stabilizzazione che non dovrebbe essere un fuoco di paglia, anche se nella sostanza resta decisamente realista. Ma sempre secondo la futura vicegovernatrice della Fed, data la sua previsione di una crescita moderata, il timore di una disoccupazione che resterà alta per molti anni, con una percentuale del 8 % alla fine del 2011 è una prospettiva molto deludente.
Come abbiamo visto ieri nel post dedicato a tutti coloro che sostengono Icebergfinanza, risulta ancora più sorprendente la dichiarazione della Yellen, specialmente in relazione alle analisi provenienti dai suoi analisti.
Inoltre un certo Martin Feldstein, presidente del NBER ente preposto alle rilevazione dei periodi recessivi in America, non perde occasione per manifestare la sua sensazione che una nuova recessione è molto più vicina di quello che il mercato sia in grado di comprendere.
A febbraio, le vendite di Existing Home Sales, case esistenti, sono scese meno del previsto, sempre che abbia ancora un senso la previsione di qualche economista interessato, ma nella sostanza visto che abbiamo assistito ad un imponente rimbalzo degli inventari di case invendute, salito da 7,8 mesi a 8,6 mesi, il numero di vendite continua a ridursi significativamente.
Nel grafico qui sotto gentilmente offerto da Tim Iacono avete ben chiara la dinamica:
IMAGE
Immagino che si tratti sempre e solo di un problema metereologico, come continua ad evidenziare la NAR associazione degli immobiliaristi americani, mesi non propizi quelli invernali, ma la stagionalità nel mercato immobiliare non è un’invenzione dell’ultima ora, esiste dalla notte dei tempi e gli inventari stanno suggerendo tutt’altra direzione, senza per’altro tenere conto degli "shadow inventory" ovvero quelle abitazioni pignorate dalle banche e mai immesse nei mercati, in attesa di un miglioramento della dinamica della richiesta.
Inoltre vendite obbligate, "short sales" vendite allo scoperto e acquisti unici di prima istanza, senza contare il ritorno della speculazione, sono solo alcuni dei fattori che sostengono una dinamica che non ha ancora trovato la sua naturale conclusione.
Il recente crollo delle vendite verrà mitigato dalla nuova tornata di incentivi, poi la naturale dinamica tornerà a fare il suo corso. Il recente rilascio da parte della Federal Housing Finance Agency (FHFA) con un calo dei prezzi del 0,6 % su base mensile, sussurra che la "double dip recession housing" potrebbe essere già tra di noi. Il recente calo di somma al meno 2 % di dicembre.
Inoltre le recenti affermazioni sul futuro di Freddie Mac e Fannie Mae agenzie governative di sostegno ai mutui, non promettono nulla di buono.
Oggi usciranno i dati relativi alle vendite di nuove abitazioni, mercato di riferimento principale per la creazione di nuovi posti di lavoro, ma dalle premesse, non vi è nulla di buono da aspettarsi, fiducia dei costruttori, dati di avvio dei cantieri e preliminari di compravendita sussurrano solo una cosa, che laggiù all’orizzonte sta per profilarsi una nuova discesa dei prezzi, come Icebergfinanza, faceva notare alla fine del secondo semestre dello scorso anno, alla faccia di coloro che da tempo continuano a posporre la realtà, la verità di una autentica depressione immobiliare dimenticando che le magie contabili delle banche per nascondere le perdite conseguenti, prima o poi dovranno finire.

Nel frattempo E’ STATA SPEDITA l’ultima analisi dal titolo " Inflazione e deflazione: fantasmi monetari" a tutti coloro che hanno contribuito o a coloro che vorranno contribuire liberamente alla nostra navigazione, analisi nella quale oltre a "smontare" alcune fobie inflative attuali esploreremo una nuova sorpresa proveniente dallo studio della legge di Okun in relazione alle dinamiche occupazionali dello scorso anno, una sorpresa che non fa altro che confermare le nostre visioni di una strutturale e lenta ripresa del mercato del lavoro occidentale, ripresa che potrebbe essere messa in discussione da una eventuale ricaduta in recessione.

Ho come la sensazione che nel mese di marzo il BLS enfatizzerà una ripresa del mercato del lavoro evidenziandone gli effetti metereologici passati e l’ondata di assunzione temporanea in funzione del censimento nazionale 2010, anche se i sussidi ci raccontano una storia decisamente differente.

Chiunque non avesse ricevuto la suddetta analisi ed in particolare quella dal titolo "Archimede e la leggenda della leva finanziaria" fondamentale per comprendere le dinmiche di questa crisi e il suo "deleveraging" è pregato di comunicarlo al seguente indirizzo: icebergfinanza@yahoo.it

Per sostenere ICEBERGFINANZA clicca qui sotto 

 

Icebergfinanza come un cantastorie che si  esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!   

La "filosofia" di  Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!   

Non solo e sempre economia e finanza, ma anche alternative reali da scoprire e ricercare insieme cliccando qui sotto in ……….

31 commenti Commenta
Scritto il 24 Marzo 2010 at 07:36

La Democrazia è, in teoria, l'unica forma di governo che può procedere ad autoriformarsi senza necessariamente passare attraverso una tragedia.Una profonda pulizia con esmplare spoliazione e segregazione fisica ed esposizione al pubblico ludibrio di qualce migliaio di altissimi bastardi che si sono iper arricchiti aiuterebbe a ridare fiducia.Quanto alle banche sottocapitalizzate che usano il denaro a basso costo per oerzni speclative anzichè per are credito occorre essere cauti.Negli ultimi 15 anni è stto dato molto credito per investire in inutile capacità produttiva nei low cost coutry calcolando il ROI sua base dei risparmi legati al minor costo del lavoro. Peccato che nel conto economico non sis siano calcolati i costi della dismissione delle analoghe produzioni nei paesi occidentali altrimenti il business case non sarebbe stato così positivo.Che il sistema bancario smetta di fare speculazione è indispensabile, che riprenda a fare da mediatore creditizio è necessario, dove investire è la vera sfida del futuro  

utente anonimo
Scritto il 24 Marzo 2010 at 08:46

Io vedo l'economia simile al bacino di un fiume, quando il suo corso non è ostruito e l'acqua che raccoglie è in misura compatibile con le sue dimensioni, a valle il fiume scorre placido e chi abita le sue rive vive sereno e agiato.Ma il suo corso può essere ostruito da una frana; o qualcuno può deviarlo per far sì che l'acqua non scenda nella valle dove abitano coloro che ne traevano giovamento.Oggi c'è una grossa frana che blocca il fiume (i capitali non hanno sbocchi profittevoli); ma dalle sorgenti c'è chi continua a buttare acqua. Dal momento che la frana non è stata rimossa, chi deviava il fiume ha gioco facile a dire che, continuando a deviare le acque dal loro corso naturale, fa l'interesse di tutti.Bisogna vedere a questo punto dove raccolgono l'acqua che deviano. Allungando la vista vediamo che stanno riempiendo un bacino molto grande ma che sta quasi riempiendosi. Vediamo anche che dal bacino non esce nessun fiume e…. se non vedo male… gli argini stanno cominciando a cedere!Gianni

utente anonimo
Scritto il 24 Marzo 2010 at 09:54

IL PULCINO E IL GUSCIO D'UOVO e LA BANDA DI MATTINessuno sembra aver capito che nel decennio passato vi è stato un eccesso di consumo, finanziato dai "Banchieri allegri", oggi  il pulcino (debito) ha rotto l'uovo ed è nato, ora lui se ne sta allegro affianco al guscio rotto e vi è una banda i matti che lo vorrebbe di nuovo mettere nell'uovo!!Nella oramai fallita Islanda, si è arrivati ad un debito PRO capite medio per cittadino (di sistema)  di 220.000 Euro, in Irlanda vi è un debito medio di ogni cittadino è di 100.000 Euro compresi vecchi e bambini.Gli USA hanno un debito Pro capite di 150.000 Euro!!!Poi vengono a criticare noi italiani con un debito medio di 40.000 Euro che è praticamente fra i più bassi della OCSE, non solo ma il 70% è fatto da debito pubblico, quindi garantito e pianificato dallo stato e noi siamo anche uno dei popoli più risparmiatore del mondo!!In questo momento non vi è nessuna possibilità di ripresa, intesa come rapido ritorno alle condizioni del 2008, adesso bisognerà solo che il tessuto economico risalga lentamente per effetto della produzione reale della ricchezza, ma il debito sarà una palla al piede che potrebbe  bloccare  le possibilità di ripresa di molti.Ricordiamoci che in Italia nel '92 avemmo la stessa situazione che il mondo ha avuto nel 2008, e noi siamo un paese fermo al lontano '92!!Se andiamo ad analizzare la ricchezza reale che avevamo allora e la attualizziamo ai valori di oggi, forse scopriremo che siamo diventati molto più poveri!!-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 24 Marzo 2010 at 13:36

Che spreco di tempo chissà se il folletto traduce i tuoi posts ad americani ed inglesi visto che interessano principalmente a loro.Come evidenzia il Compasso i nostri problemi sono ben altri, e il fatto che per una volta nella storia recente potremmo dire la nostra (e ad alta voce), ma avendo il presiedente del consiglio che abbiamo faremo la solita figura, mi fa arabbiare.Capisco che a te piaccia navigare in questo modo  e  che questo sia il TUOBlog,  ma molti credono in te (anch'io), e guarderanno all'estero quando la crisi peggiorerà e incolperanno gli anglosassoni…………VALUEatRISK

utente anonimo
Scritto il 24 Marzo 2010 at 17:39

Lo scherzo è bello se dura poco: credete davvero che l'Italia sia uscita dai piigs? torniamo ad essere seri e non crediamo a  B.  e alle sue storielle, perchè state proprio sostenendo le stesse fantasie.

utente anonimo
Scritto il 24 Marzo 2010 at 17:54

Se fallisce un'azienda od un privato cittadino (egoisticamente parlando) peggio per lui e la sua famiglia, gli pignoreranno la casa o l'azienda ed andrà a …gambe all'aria, ma se fallisce lo stato sono dolori per tutti e l'Italia in fatto di debito pubblico è, mi pare, ai primi posti.PEG

Scritto il 24 Marzo 2010 at 22:18

Capitano Andrea splendido articolo, ma io credo che non ci saranno "rivoluzioni" oppure altri tipi di "ribellione" che possano fermare il sistema che si sta formando; un esempio……allego un interessante post che parla dell'Arma……e del futuro della stessa (quelli descritti sono trattati Internazionali o EU e sono…..segreti hehehe) http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6885 Il "Sistema di Potere" sa benissimo quello che stà facendo si stà organizzando in modo da poter controllare qualsiasi tipo di "rivolta popolare" (USA docet…..) e l'italia fà parte di questo sistema…….il nostro paese stà cambiando velocemente, molto velocemente. Chissà, forse……come scrive PEG #6 se l'Italia fallisce saranno problemi per tutti…..beh l'Italia è già FALLITA da un pezzo….è già stata venduta, temo che ognuno dovrà "cavarsela" come può.A proposito nel caso aveste bisogno di qualche "lavoretto" nel settore immobiliare (la crisi passerà…prima o poi!!!) sarà meglio "pagare" con "roba buona"…..mica quei pezzi di carta colorati!!!!Infine condivido il #3 di Il Compasso….sempre un piacere leggere i suoi interessanti post.Un saluto….e tanti auguri di un futuro sereno.SD

Scritto il 24 Marzo 2010 at 22:18

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utente anonimo
Scritto il 24 Marzo 2010 at 22:38

questo è il vero cancro……meditatehttp://www.wolfstep.cc/2010/03/sfoghi-emiliani.html

utente anonimo
Scritto il 24 Marzo 2010 at 22:38

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utente anonimo
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Scritto il 24 Marzo 2010 at 23:34

Scusate se sono troppo "invadente"……ultimo link:http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/03/21/visualizza_new.html_1735707321.htmlSD

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Scritto il 24 Marzo 2010 at 23:41

Ultimissimo link interessante, dopo spengo il computer…….per oggi……ri-scusate:http://informazionescorretta.blogspot.com/2010/03/geab-43-le-3-sequenze-della-fase-di.htmlSD

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utente anonimo
Scritto il 25 Marzo 2010 at 00:02

Ustinato: SD che parla di pezzi di carta colorata.Un'altro iperinflazionista convertito.

Scritto il 25 Marzo 2010 at 08:23

Mentre fobie mai sopite continuano a pervadere i mercati caro Value ti rispondo semplicemente con un passaggio di Tolkien, più rappresentativo di mille parole…

"Ma non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo una terra sana e pulita da coltivare. Ma il tempo che avranno non dipende da noi".Il cambiamento incomincia da noi…..loro non lo amano!

Andrea 

Scritto il 25 Marzo 2010 at 10:00

A supporto e puntualizzazione di ciò che suggerisce il Compasso… 

utente anonimo
Scritto il 25 Marzo 2010 at 12:31

perchè McKinsey le ha viste sempre giuste????????????

utente anonimo
Scritto il 25 Marzo 2010 at 21:56

In questa agorà virtuale nulla di nuovo rispetto ai problemi ellenici…La storia spesso lascia nelle sue spire i futuri eventi.Narra che le tensioni-differenze sociali-ecomiche non possono essere eterne, non sono gestibili (DA NESSUNO!) le varianti sono molte e spesso "estrene" al progetto. E' solo questione di tempo, forse non sarà una Bastiglia, ma di certo non saremo noi (bianchi borghesi) ad alzare le forche per primi, ma figure ora "esterne" (es. Rosarno docet…).Nel nostro bel paese sub-africano si complie ora una metamorfosi sociale, da democrazia universale a oligarchia P2… (Gelli con coraggio annuncio l'inizio, e nulla è stato fatto per evitare tale deriva).Non credo più alla democrazia, i media hanno oramai fagocitato la libertà individuale del ceto medio-basso, con oscure trame, con delicati passaggi, con finte serenità, con illusioni Win for live… è ormai una strange illusion…La Nemesi dea della giusta vendetta sarà per loro e per NOI, che passivamente non abbiamo saputo eliminare pericolosi germogli…Max73 

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