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SPERANZA!
Sant’Agostino diceva che " La speranza ha due figli bellissimi: lo sdegno per le cose come sono e il coraggio, per cambiarle."
un nostro caro Compagno di viaggio ha scritto ieri:
" Ogni giorno sul vostro Blog si legge, tra i commenti, che la fine è prossima. Da due anni non dormo più tranquillo e sono veramente angosciato. Sono giovane ed ho un futuro ancora da costruire. Mi potreste dire in cosa dovrei sperare? Non date possibilità di recupero. Solo disperazione. E’ assurdo. Scusatemi ma dovevo proprio dirvelo. Stanno tutti cercando soluzioni. Non posso credere che non si possano leggermente mitigare gli effetti collaterali. Non dò colpe ad Andrea per i contenuti delle sue analisi, per quanto giuste, ma cerco di avere un po’ di umanissima speranza che entro cinque anni le cose miglioreranno almeno. Mi regalate qualche ora di sonno in più? Grazie. Giorgio "
Giorgio, non c’è alcuna fine del mondo all’orizzonte, nessuna Apocalisse, solo un notevole e prolungato, strutturale ridimensionamento di questo sistema. Stanno tutti cercando soluzioni, certo, ma nessuno ha voglia o interesse ad applicare quelle più semplici. Gli effetti collaterali sono evidenti, sia dal punto di vista economico che sociale, ma come spesso vado ricordando da oltre tre anni, ognuno di noi, ha la possibilità di vedere isole di speranza nel quotidiano, tra la gente comune che lotta senza fare rumore, perchè il mondo non sta per finire.
Sono tre anni che cerco, con tutti i miei limiti, di raccontare la realtà, una realtà fondamentale che si è rivelata. Non importa che ancora oggi, c’è qualche figlio delle fiabe, delle illusioni che urla pessimismo o catastrofismo, è solo una realtà a cui nessuno vuole credere. Io sono ottimista, perchè questa tempesta, al di la dello scetticismo generale, pulirà l’aria, prima o poi, nei prossimi anni, e allora i miei figli, i miei nipoti, avranno una nuova speranza in un futuro migliore. Se cosi non sarà, cercherò nel limite del possibile, di raccontarli e condividere, l’importanza dell’ "essenziale invisibile agli occhi ", l’importanza di lottare nonostante tutto per un mondo migliore. Io sono ottimista, per qualcuno ingenuo, ma pur sempre ottimista della Vita! Andrea
"Un impetuoso vento soffia nelle vele…"
Un impetuoso Vento soffia nelle vele….L’Amore per la vita e per l’Essere Umano è l’impetuoso vento che soffia nelle Vele di iceber…Trasuda dalla sua carena…
se non è Speranza questa, ditemi cos’è!
Non c’è speranza senza paura, né paura senza speranza. C.Wojtyla
Noi possiamo trasformare la disperazione in speranza, e questa è una magia.Possiamo asciugare le lacrime e sostituirle con sorrisi.Ricordate che tutto cambia, soprattutto i rapporti umani, e che per mantenerli noi dobbiamo cambiare con essi. Assicuratevi di progredire e di crescere costantemente…(L.Buscaglia)
Carissimo Giorgio, non ho voluto far sfoggio di citazioni, ma solamente condividere ciò che conservo gelosamente, e nei momenti di scoramento, non dimentico di leggere e di mettere in pratica…
Tutti, anche se so che non può essere di alcun conforto, prima o poi viviamo la precarietà…affettiva…lavorativa…Ma qui…non so davvero dove tu non veda speranze, perchè come scrivo, in questo viaggio trasuda dalla “carena”;
La Speranza qui…è tanta…impetuosa e imponente…ed è persino tangibile…
Forse non la vedi e non la senti, perché ti sei fermato all’aridità dei dati che descrivono ciò che è; ma è guardando in faccia alla cruda realtà, al buio di ciò che è, non di ciò che pensiamo possa essere o di ciò che ci fanno credere che sia, che si possono mettere in atto quei cambiamenti e quelle azioni, partendo dalle nostre semplici vite, che abbiano un qualche significato con il tutto….Alla ricerca di “quelle armonie…di quelle cose assai buone “ che ci sono…basta voler guardar bene…
Vento in poppa giovane marinaio, nei mari tempestosi della finanza ma anche della Vita, Ti auguro di avere il vento a favore, ma anche quando non sarà tale, fare sempre in modo che lo sia…
“LA speranza spetta a noi, e per quanto potremmo desiderare altrimenti, dobbiamo scegliere in questo momento cruciale della storia”. M.Luter king
Buona navigazione Compagni di Viaggio
Valentina
Quando il credito facile mette l’economia in questo stato non c’è speranza di ripresa. Non c’è rimedio al danno. Si deve solo aspettare che la crisi faccia il suo corso. E più si tampona e più l’esplosione sarà grave. Il denaro a basso costo ha concentrato le spese sui beni costosi (case, auto, etc) indebitando la gente nel lungo periodo. Questo a disintegrato le spese per consumi che non potranno riprendere fino a che i debiti non saranno alleggeriti. L’esplosione della bolla immobiliare con conseguente riduzione dei prezzi degli immobili ha congelato qualsiasi spazio di manovra per poter uscire dalla situazione debitoria (a parte il fallimento). E’ proprio questa dinamica che dobbiamo agevolare: il processo dei fallimenti.
Il settore immobiliare potrà avere un riequilibrio, penso, non prima del 2018.
Nel frattempo dovremo ragionevolmente attenderci una riduzione totale del "livello di benessere".
La soluzione sta nella testa di ogiuno, dato che non esiste una realtà se non quella che è nella testa di ogniuno. La povertà è un concetto. Se si accetta la nuova situazione con "filosofia", diciamo che si può vivere in modo dignitoso senza problemi, anzi. Di fame sono più che certo che non moriremo. Questo ci temprerà e ci obbligherà a rimboccarci le maniche per ricostruire.
Purtroppo vie di uscita facili non ce ne possono essere, bisogna pianificare nel lungo periodo. Il settore edile è in coma profondo e i prossimi PIL vanno scorporati dai fatturati che il settore ha generato negli ultimi anni. Per quanto riguarda l’industria tradizionale, il processo di delocalizzazione, che è in atto da almeno 3 decenni, continuerà. Dovremmo concentrarci in modo massiccio sulle tecnologie, ma anche su questo fronte l’occidente non brilla, dato che la sola India sforna ogni anno il doppio dei matematici che sfornano Europa e Usa messe assieme.
Dobbiamo tirarci su le maniche e studiare. Dobbiamo far si che i nostri figli si impegnino ai massimi livelli negli studi. In questo senso devono andare i nostri sforzi. I genitori che fanno sforzi per far studiare i figli (a costo di forti sacrifici) ed i figli che ripagano i genitori con ottimi voti. Fate studiare a tutti i costi i vostri figli e pretendete studino con profitto SEMPRE eccellente. Questo vi darà estrema soddisfazione e sicurezza per il futuro.
Al di la delle scoperte tecnologiche non vedo speranza.
UT
caro Giorgio, dice il proverbio…….chi di speranza vive disperato muore……..
perchè la speranza che aleggia su questo veliero non viene dai potenti, non viene dall’alto, ma è dentro di noi.
la soluzione non è fuori, non abbiamo scelto noi di vivere in quest’epoca di cambiamento, ma ci tocca scegliere e decidere quale strada prendere.
non ci sarà la fine del mondo, non moriremo di fame, ma ciò che ci succede intorno ci impone di riflettere, non possiamo modificare gli eventi, ma possiamo impedire che ci vengano addosso e ci colgano impreparati.
esplora i mondi alternativi, visita il popolo degli Elfi in Toscana, studia economia civile, leggi il libro dei Proverbi……….salta su ogni treno che ti passa davanti, usa testa e cuore.
il cuore ti indicherà la strada, la testa ti aiuterà a percorrerla…….
un grande abbraccio
"O abbiamo la speranza in noi, o non l’abbiamo; è una dimensione dell’anima, e non dipende da una particolare osservazione del mondo o da una stima della situazione.
la speranza non è una predizione, ma un orientamento dello spirito e del cuore; trascende il mondo che viene immediatamente sperimentato, ed è ancorata da qualche parte al di là dei suoi orizzonti…"
Havel Vaclav, Disturbing the Peace
Temo che il pessimismo sia, ancora una volta, soprattutto figlio del realismo.
Penso che per avere almeno la speranza di sopravvivere in momenti difficili, o in crisi epocali come questa, siano necessari (anche se purtroppo non sufficenti) alcuni elementi essenziali:
1) una chiara visione delle cose, dei rapporti di causa/effetto, delle origini dei fenomeni in gioco
2) un’analisi realistica delle proprie risorse e delle opzioni che esse offrono
3) determinazione nell’affrontare i problemi individuati, senza tante escursioni teorico-filosofiche – cioè: volontà di sopravvivere.
Non vedo nella società europea neanche una traccia di questi presupposti.
In merito al punto (1) mi sembra si possa dire che la situazione attuale è – almeno in buona parte – solo un momento di un’evoluzione che vede protagonista, da quasi un secolo, la grande finanza americana. Quelle stesse banche (in primis Morgan) che portarono gli Stati Uniti nella I Guerra Mondiale per salvare le proprie speculazioni finanziarie sulle forniture a Francia e Inghilterra furono poi le artefici della Crisi del ’29 e del nuovo mega-business costituito dalla II Guerra Mondiale. E questo solo per citare le operazioni speculative principali – ma se ne potrebbero riempire volumi. L’esperienza storica ci insegna che questi "istituti" non si fermano veramente davanti a niente. E non credo sia un’esagerazione.
Passando al punto (2), temo che questi gruppi finanziari siano oggi piú potenti che mai – e che controllino di fatto l’unica vera super-potenza mondiale.
Noi, "l’Europa", viviamo in condizione di sostanziale sudditanza politica, senza piú vere identità storico-nazionali (quello che – forse – ne restava è stato immolato sull’altare dell’Europa dei burocrati di Bruxelles). Abbiamo accettato di seguire gli Americani sulla strada della globalizzazione senza avere (a differenza loro) gli strumenti per controllarla. E ci trovamo – vasetti di terracotta – in mezzo ad una bella compagnia di pentolotti di ferro…
(3) In questa situazione, invece di chiederci se e cosa si possa eventualmente ancora fare per rimediare agli errori commessi, ci dilettiamo a pensare alla necessità di salvare/mantenere la Grecia o altri "vasi senza fondo" (finanziandone gli sprechi e le inefficenze) o magari mezza Africa islamica o sub-sahariana (con l’allucinante illusione di poterne assorbire l’esplosione demografica). E questo, quando non pensiamo invece di trasferire ancora un po’ di capitali e di tecnologia in qualche altra parte del mondo – per dare a quei "poveretti" la possibilità di venire a farci le scarpe ( o almeno di soffiarcene il mercato)…
Sarà un’analisi poco elegante – ma temo che non sia poi tanto sbagliata…
Giorgio, non devi credere che il pessimismo che aleggia intorno significhi che non c’è speranza. Certo quando la situazione economica è favorevole ci sono molte possibilità e quindi sembra che il futuro sia a portata di mano. Adesso invece non c’è niente di certo tranne il fatto che il futuro ti appartiene e aspetta che sia TU a mostrare cosa vale davvero la pena.
Ero troppo piccolo per avere un ricordo preciso, ma quando l’Italia è uscita dalla guerra, con tutte le infrastrutture distrutte, il lavoro che mancava, la gente ha reagito e si è rialzata. Certo adesso le soluzioni sono diverse, ma quello che non si deve perdere è la voglia di partecipare: la occasione che abbiamo passa ora, non c’è appello. Buona fortuna a tutti quelli che ci proveranno.
Raffaele
In questo Blog non si parla di ottimismo o pessimismo….
Andrea cerca di spiegare con argomentazioni valide, prove e fatti quello che stà succedendo e che succederà. Io concordo con lui al 100%.
La preparazione di Andrea sulle tematiche che tratta nel blog è INFINITA. E lo dice uno che se ne intende…
Andrea…Cosa devo dire…Continua così, hai uno dei migliori BLOG della rete.
Le tue chiavi di lettura sono fondamentali per fare sviluppare ai lettori una mentalità alternativa a quella massificata della gente comune….
Ciao
Nicola
Giorgio, occorre vivere la vita per quello che è…serenamente, giorno dopo giorno.
crisi o non crisi è dentro di noi la soluzione.
chi è cresciuto durante la guerra cosa avrebbe dovuto dire o fare?
noi abbiamo tutto, finora.
se la crisi peggiorerà ci toglieranno i telefonini, l’adsl o sky ?
e allora?
vivremo ugualmente 🙂
ciao
giaki
Ringrazio di cuore SD per aver citato Eduardo Galeano, grande giornalista, scrittore.. poeta…attento alle trematiche sociali…forse uno scrittore di “minchiate” direbbe Gianni; i video non li avevo ancora visti, ho un rapporto molto cartaceo con le cose… ma questo pezzo mi è molto caro…
Sempre a proposito di cosa bisognerebbe “insegnare” e praticare…Immaginare…Sperare:
…
"Abbiamo una sola certezza: nel ventunesimo secolo, se ancora saremo qui, tutti noi saremo gente del passato millennio. E benche’ non possiamo indovinare il tempo che sara’, possiamo avere almeno il diritto di immaginare come desideriamo che sia.
Nel 1948 e nel 1976, le Nazioni Unite proclamarono le grandi liste dei diritti umani: tuttavia la stragrande maggioranza dell’umanita’ non ha altro che il diritto di vedere, udire e tacere. Che direste se cominciassimo a praticare il mai proclamato diritto di sognare? Che direste se delirassimo per un istante?
Puntiamo lo sguardo oltre l’infamia, per indovinare un altro mondo possibile: l’aria sara’ pulita da tutto il veleno che non venga dalla paure umane e dalle umane passioni; nelle strade, le automobili saranno schiacciate dai cani; la gente non sara’ guidata dalla automobile, non sara’ programmata dai calcolatori, ne’ sara’ comprata dal supermercato, ne’ osservata dalla televisione; la televisione cessera’ d’essere il membro piu’ importante della famiglia e sara’ trattato come una lavatrice o un ferro da stiro; la gente lavorera’ per vivere, invece di vivere per lavorare; ai codici penali si aggiungera’ il delitto di stupidita’ che commettono coloro che vivono per avere e guadagnare, invece di vivere unicamente per vivere, come il passero che canta senza saper di cantare e come il bimbo che gioca senza saper di giocare; in nessun paese verranno arrestati i ragazzi che rifiutano di compiere il servizio militare; gli economisti non paragoneranno il livello di vita a quello di consumo, ne’ paragoneranno la qualita’ della vita alla quantita’ delle cose; i cuochi non crederanno che alle aragoste piaccia essere cucinate vive; gli storici non crederanno che ai paesi piaccia essere invasi; i politici non crederanno che ai poveri piaccia mangiare promesse; la solennita’ non sara’ piu’ una virtu’, e nessuno prendera’ sul serio chiunque non sia capace di prendersi in giro; la morte e il denaro perderanno i loro magici poteri, e ne’ per fortuna ne’ per sfortuna, la canaglia si trasformera’ in virtuoso cavaliere; nessuno sara’ considerato eroe o tonto perche’ fa quel che crede giusto invece di fare cio’ che piu’ gli conviene; il mondo non sara’ piu’ in guerra contro i poveri, ma contro la poverta’, e l’industria militare sara’ costretta a dichiararsi in fallimento; il cibo non sara’ una mercanzia, ne’ sara’ la comunicazione un’affare, perche’ cibo e comunicazione sono diritti umani; nessuno morira’ di fame, perche’ nessuno morira’ d’indigestione; i bambini di strada non saranno trattati come spazzatura, perche’ non ci saranno bambini di strada; i bambini ricchi non saranno trattati come fossero denaro, perche’ non ci saranno bambini ricchi; l’educazione non sara’ il privilegio di chi puo’ pagarla; la polizia non sara’ la maledizione di chi non puo’ comprarla; la giustizia e la liberta’, gemelli siamesi condannati alla separazione, torneranno a congiungersi, ben aderenti, schiena contro schiena; una donna nera, sara’ presidente del Brasile e un’altra donna nera, sara’ presidente degli Stati Uniti d’America; una donna india governera’ il Guatemala e un’altra il Peru’; in Argentina, le pazze di Plaza de Mayo saranno un esempio di salute mentale, poiche’ rifiutarono di dimenticare nei tempi dell’amnesia obbligatoria; la Santa Chiesa correggera’ gli errori delle tavole di Mose’, e il sesto comandamento ordinera’ di festeggiare il corpo; la Chiesa stessa dettera’ un altro comandamento dimenticato da Dio: “Amerai la natura in ogni sua forma”; saranno riforestati i deserti del mondo e i deserti dell’anima; i disperati diverranno speranzosi e i perduti saranno incontrati, poiche’ costoro sono quelli che si disperarono per il tanto sperare e si persero per il tanto cercare; saremo compatrioti e contemporanei di tutti coloro che possiedono desiderio di giustizia e desiderio di bellezza, non importa dove siano nati o quando abbiano vissuto, giacche’ le frontiere del mondo e del tempo non conteranno piu’ nulla; la perfezione continuera’ ad essere il noioso privilegio degli dei; pero’, in questo mondo semplice e fottuto ogni notte sara’ vissuta come se fosse l’ultima e ogni giorno come se fosse il primo."
http://ospiti.peacelink.it/buone/materiali/BNMateriali004.htm
http://www.umanisti.it/movimento_umanista.html
Campagna Umanistica per la pace il futuro si può cambiare
Non siamo fossili, qualcuno potrà anche pensare che abbiamo le stesse esigenze di un tempo, ma non siamo fossili …
Ecco a cosa mi riferivo, quando in un mio commento ho utilizzato la U di uomo, maiuscola e citato un commento, che condivido, che non si trova qui, del Folletto, e mi permetto di riportare integralmente:
“Scusa se insisto ma il mio desiderio è che migliorino le persone, di qualsiasi paese esse siano.
Il paese spero diventerà una cosa molto meno importante dell’uomo in se stesso, a differenza di quanto avviene adesso.
Meno Stato, più civiltà.
Corruptissima republica plurimae leges.
Con stima
Il Folletto”
(Commento del 07/febbraio)
Desideri…Speranze…Illusioni…Utopie…”minchiate” come direbbe qualcuno!!???…..BhE!, io non potrei farne/vivere senza!!
Buona Navigazione, Compagni di Viaggio…
Valentina
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Da tempo sostengo che il capitalismo, come motore di sviluppo, è finito da ormai vent’anni.
Si è mantenuto inventando i servizi superflui, dapprima sommessamente negli anni 90 con le televisioni commerciali, la qualità, la pubblicità, poi sempre più aggressivamente con la finanza inutile (se Volcker dice, magari esagerando un po’ ma neanche troppo, che l’unica cosa utile creata dalla finanza è stato il Bancomat..) e infine con la globalizzazione (rifilare alla Cina patacche finanziarie in cambio di merce a basso prezzo).
Secondo me non poteva che andare così, vedo tutto terribilmente logico.
Oggi nessun governo ha saputo dare risposte adeguate al cambio epocale. Si pensi che gli Usa hanno affrontato il primo decennio del 2000 con le politiche liberiste di Bush, noi con un governo che punta ad uno stato leggero per dare spazio agli "animal spirits" (lo diceva Tremonti ancora pochi anni fa, chissà se ancora oggi direbbe le stesse cose..).
Pensare che la politica riesca a farsi artefice del cambiamento è pura illusione. Lo farà, ma solo sotto la pressione della catastrofe che ci aspetta. Pensate ad Obama, era partito lancia in resta a buttare soldi in un sistema insolvente come quello delle banche.
La cosa non poteva dare esiti positivi, era logico, ora sente crescere la rabbia popolare e qualcosa (a parole) fa finta di cambiare.
Ora ci aspettano le insolvenze statali e di quei mostri che sono diventate le banche, too big to fail ma anche too big to be saved.
Secondo me il tempo giusto per trovare una nuova strada che abbia il capitalismo come substrato ma un nuovo motore di sviluppo è un decennio. Ma chissà, magari nel 2015 qualcosa di buono si comincerà a vedere. Chi ha tra 20 e 25 anni (come i miei figli) non penso debba disperare.
Gianni