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L'ONDA DELLA CRISI CHE VERRA'! ( AGGIORNATO 14.08.2008 )
Da tempo sostengo che la maggior parte degli attori dei mercati finanziari sono stati talmente sorpresi da questa crisi che non sono in grado di rendersi conto che il fenomeno "subprime" era ed è solo la punta del nostro "iceberg"!
Da mesi chiunque segua Icebergfinanza sa cosa siano i mutui ARMs ovvero Adjustable Rate Mortgage se avete il tempo di leggerVi l’analisi dal titolo " REALISMO_IMMOBILIARE " vi troverete nell’ultima parte riferimenti precisi all’onda che verrà!
I mutui ARMs venivano concessi a qualunque categoria di mutuatari dai subprime agli ALt-a, proseguendo per i Prime sino a giungere ai Jumbo Mortgage, ovvero categorie man mano che si sale più benestanti.
Nelle ultime relazioni trimestrali da parte delle agenzie governative Fannie Mae e Freddie Mac abbiamo numerose evidenze che la crisi si stia ormai trasferendo progressivamente e velocemente al settore intermedio ALt-A per l’appunto nel link troverete ogni spiegazione.
FAnnieMae, battling Losses,_toEnd_Alt-A_Mortgages!
Il circolo vizioso, il meccanismo infernale che si è creato nel settore immobiliare con tutte le sue derivazioni nell’indotto è ben lungi da essere alla fine, probabilmente la nuova ondata sarà più imponente della prima in quanto andrà a modificare i valori delle abitazioni di valore medio alto risalendo sino ad importi superiori ai 500.000 dollari!
Ecco per quale motivo non vi è al momento alcuna luce in fondo al tunnel immobiliare!
Su CalculatedRisk il miglior blog americano specializzato nel settore immobiliare in assoluto ci spiega che forse oggi possiamo essere all’inizio della fine della crisi subprime ma che siamo solo alla fine dell’inizio dell’onda Alt-a e quindi degli ARMs di cui Icebergfinanza da mesi va sottolineando la pericolosità!
La buona notizia è che le foreclosure relative ai mutui "subprime" potrebbero aver raggiunto un picco nel gennaio di quest’anno e l’apice delle insolvenze nel dicembre dello scorso anno.
Questa notizia è dedicata a tutti coloro che in questi mesi hanno sottolineato la loro visione di Icebergfinanza evidenziandolo come un blog catastrofista!
Sfortunatamente come più volte sottolienato l’onda Alt-A e parzialmente Prime e solo all’inizio nell’espressione dei mutui ARMs e le insolvenze e foreclosure sono in continuo aumento.
La notizia che ieri JPMorgan Chase ha comunicato un ulteriore writedown di oltre 1,5 miliardi di dollari va in questa direzione comunicando un notevole deterioramento del mercato immobiliare nel mese di luglio.
NEW YORK (Reuters) – Countrywide Financial Corp said thousands of borrowers with $25.4 billion in option adjustable-rate mortgages (ARMs) owe almost as much as their homes are worth as home prices slide and more homeowners abandon their properties.Another sign of borrower distress: One in eight is at least 90 days late on payments. reuters.com………Countrywide ai ai qualche problemino in più per Bank of America arriverà sicuramente!
Inoltre anche Washington Mutual e Wachovia non scherzano in quanto ad esposizione ai mutui Alt-A ma Wachovia in particolare è anche esposta per oltre 200 miliardi ad un’altro brutto cliente, il CRE Commercial Real Estate di cui molti si stanno dimenticando troppo in fretta! E’ da mesi che parliamo del CRE ovvero i mutui concessi per iniziative commerciali ed inesorabilmente sta arrivando il momento della verità come possiamo vedere su Marketwatch! Wachovias commercial loans not just_mortgages_still_worries!
Qui sotto avete la dinamica dei mutui "SUBPRIME"
Questa invece è quella dei mutui ALt-A…..
Alle volte un grafico parla più di mille parole e noi conosciamo bene questi grafici!
Questo è un grafico apparso tempo fa su Business Week in un post dal titolo …….
Quest’altro invece proviene da Barclay Capital ed è stato pubblicato sul WSJonline!
Probabilmente tutto ciò sta a segnalare che almeno per quanto riguarda il settore subprime i prezzi possano essere vicino ad un bottom, quelli delle abitazioni di bassa fascia! Abbiamo già visto come storicamente nelle crisi immobiliari i prezzi scendano per almeno 5 anni talvolta 7, quindi tra il 2010 e il 2012 questa crisi troverà il suo punto di equilibrio come sostiene CalculatedRisk!
Inoltre non vi sarà alcun rapido recupero del mercato immobiliare a differenza del passato e quindi l’economia dovrà fare a meno dell’apporto di questo settore per alcuni anni.
Per quanto riguarda un possibile rallentamento delle foreclosure il WSJ ci avverte che….
When the research firm RealtyTrac Inc. releases its latest foreclosure report Thursday, don’t be surprised if the number of filings declines again. Last month, RealtyTrac reported that foreclosure filings totaled 252,363 in June, down 3% from the previous month. Some analysts are expecting the July data to show another decline or very little change. If that happens, could the improvement be a sign that the foreclosure problem is ebbing? Probably not.
Probabilmente no e quasi certamente il rallentamento sarà dovuto non alla dinamica immobiliare ma ad alcuni interventi legislativi atti a salvaguardare finalmente il mutuatario! Piccoli palliativi ma almeno si incomincia ad intervenire direttamente sul problema!
Per concludere secondo reuters.com liil fantasma dei credit default swaps torna a farsi sentire in un sondaggio di Greenwich Associates, secondo cui circa il 60% delle 146 istituzioni finanziarie intervistate attende il collasso di un’altra grande societa’ finanziaria e non poteva essere diversamente con la nuova ondata in arrivo che impatterà sui bilanci delle istituzioni finanziarie!
Difficile prevedere cosa accadrà, di certo è un susseguirsi continuo di onde in una crisi dalla correlazione sistemica, JpMorgan, Morgan Stanley, Wachovia dopo aver costretto Citigroup, Ubs e Merrill Lynch a riacquistare derivati per 36 miliardi di dollari dovranno scendere ad un compromesso nella nuova offensiva del procuratore generale dello Stato di New York Andrew Cuomo sul fronte degli auction rate securities, di cui abbiamo gia parlato in alcuni post, bond a lungo termine i cui tassi venivano determinati da aste settimanali o mensili, un giro di affari di 330 miliardi di dollari venduti come bond ad altà liquidità senza alcun rischio oltre che nessuna informazione!
Nel frattempo da Bloomberg si apprende che …… Banks’ losses from the U.S. subprime crisis and the ensuing credit crunch crossed the $500 billion mark as writedowns spread to more asset types. The writedowns and credit losses at more than 100 of the world’s biggest banks and securities firms rose after UBS AG reported second-quarter earnings today, which included $6 billion of charges on subprime-related assets.The International Monetary Fund in an April report estimated banks’ losses at $510 billion, about half its forecast of $1 trillion for all companies. Predictions have crept up since then, with New York University economist Nouriel Roubini predicting losses to reach $2 trillion." Bloomberg. inoltre grazie a BigPicture abbiamo scoperto un nuovo blog dove i grafici sono di casa e ci aiutano a comprendere le dimensioni di questa crisi….econompicdata.blogspot.com
Non è finita, non è affatto finita!
C’ERA UNA VOLTA……….
Ormai da tempo prima di qualunque altro sostengo alle volte con ironia che la favola dei rimborsi fiscali, in America, ben difficilmente avrebbe potuto rappresentare qualcosa che va al di la di un semplice palliativo di breve termine!
Oggi il paradigma della crescita infinita, la crescita ad ogni costo delle banche centralinaturale e salutare recessione, recessione che è intrinseca nella storia dei cicli economici storici in maniera particolare quando si tratta di depurare il ciclo dagli eccessi, eccessi immobiliari, eccessi di creatività finanziaria, eccessi nei consumi ed altri ancora.
E’ una legge naturale che tutto ciò che sale, prima o poi scende, si può attenuare la fase di rientro di una crisi ma è inevitabile, la storia lo insegna! ed in particolare quella americana presuppone l’assenza di qualsiasi momento di riflessione che ciclicamente nella storia si ripresenta sotto forma di recessione!
Ebbene la manovra del governo americano come una fiaba è sostanzialmente fallita nel compito di far ripartire l’economia americana.
I consumi su cui poggia circa il 70 % del PIL americano in sostanza in termini reali, ripeto reali e non nominali negativi dall’inizio dell’anno!
Abbiamo già parlato di come una buona parte degli stimoli fiscali siano confluiti finalmente nel risparmio delle famiglie americane ed ecco che dopo una piccola ripresa nel mese di maggio, i consumi reali sono stati negativi in giugno di un 0,2 % e nominalmente di un 0,1% anche nel mese di luglio! In sostanza singolarmente e in media i consumi, finita la fiaba dei rimborsi fiscali probabilmente congiuntamente ad un calo delle esportazioni faranno cadere in maniera rilevante il PIL nel terzo trimestre 2008!
Per quanto riguarda invece gli inventari l’aumento di un 0,7 % non trova alcun riscontro nell’andamento delle vendite al dettaglio e all’ingrosso, se non nella speranza di una ripresa che non arriva anche se la tendenza è delineata!
Infine una veloce divagazione sulle visioni del "fantasma" di Greenspan uno dei maggiori responsabili di una politica monetaria ed idea accademica fondata sul debito, sul monetarismo ad ogni costo in un’intervista al WSJonline persona pagata profumatamente per rilasciare visioni che come il vento cambiano in ogni direzione!
Greenspan sottolinea che una stabilizzazione del mercato immobiliare si avrà nei primi mesi del 2009 ma a parte essere o non essere d’accordo come sottolinea il nostro Barry Ritholtz, Greenspan come tanti è un uomo per tutte le stagioni a seconda di come gira l’aria…..
Recall Greenspan’s first Real Estate bottom calling attempt came in late 2006 "I suspect that we are coming to the end of this downtrend, as applications for new mortgages, the most important series, have flattened out. I don’t know, but I think the worst of this may well be over." (Greenspan Says `Worst’ May Be Past in U.S. Housing)
He repeated the calls many times since then. Most recently, in April 2008, when he said "the drop in U.S. home prices will probably end well before’ early next year as the number of houses on the market diminishes, aiding an economic rebound."
Si alla fine del 2006 pensava Greenspan, come quella del 2008 per poi spostarsi ai primi mesi del 2009 sempre che ……..poi si vedrà, ma in fondo è questo che accade, le persone dimenticano in fretta e seguono senza alcuna consapevolezza le parole scritte sulla sabbia portata dal vento!
Comunque sia l’indagine in corso qui sotto testimonia che piano, piano un maggior grado di consapevolezza è stato raggiunto per quanto può valere l’opinione di 500 persone!
Do you agree with Alan Greenspan’s forecast for house prices to stabilize in the first half of 2009? | |||||||||||||||||||||||||||||
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Total Votes : 522 | |||||||||||||||||||||||||||||
-1){
document.write(‘Copyright © ‘+((dO.getYear()>1900)?dO.getYear():(dO.getYear()+1900))+’ Dow Jones & Company, Inc. All Rights Reserved ‘) } else { document.write(‘Copyright © ‘+((dO.getYear()>1900)?dO.getYear():(dO.getYear()+1900))+’ Dow Jones & Company, Inc. All Rights Reserved‘) } // –> Copyright © 2008 Dow Jones & Company, Inc. All Rights Reserved Se desideri sostenere questo viaggio, se credi nelle analisi e nelle visioni di Icebergfinanza, uno dei pochi ad aver compreso dall’inizio gli squilibri di questo tempo, lascia il tuo contributo qui sotto, libero come sempre, di esprimerti come meglio credi, basta veramente poco. In fondo un ulteriore stimolo a proseguire con la stessa intensità questo viaggio.
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BUON FERRAGOSTO A VOI TUTTI!
Ciao Andrea, sei molto bravo e ti faccio i miei complimenti. Volevo chiederti un consiglio; pensi che con i pronti c.t oggi ci si riuscirà a difendere dall’inflazione? Quanto prima provvederò a sostenervi con un piccolo contributo. Franco
Spero che quest’avventura non finisca mai, anche se non capisco come tu possa conciliare il tutto senza sacrificare la famiglia. Quandro avrò sistemato gli inconvenienti con la carta verserò un contributo. Con stima Domenico.
Vi sono cose che ” un povero diavolo ” sa dire con la voce di un angelo ecco il dono più bello, come questa avventura che va al di là delle analisi fondamentali ed entra in punta dei piedi nelle cose che veramente contano nella vita.
In effetti Domenico stò cercando un equilibrio ma non sarà facile e se dovrò scegliere prima o poi, sai già ciò che sceglierò!
Per quanto riguarda la tua domanda Franco la risposta la trovi nei tassi virgola su, virgola giù!
Ciao Andrea
Grande Capitano, soprattutto di vita, ieri avevo promesso d’inviarTi il link, che rimanda al “pezzo” de LA STAMPA sui valori di vita per il compianto Pininfarina ed eccolo qua.
Sono valori, oltre che condivisibili, sicuramente auspicabili e raggiungibili con l’impegno quotidiano.
Buona notte.
Jack
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200808articoli/7852girata.asp
capitano,
leggo con piacere gia’ da diversi mesi le tue osservazioni che condivido integralmente. Come imprenditore che lavora tutti i giorni e che con onesta’ e etica professionale svolge il proprio impegno vede che ancora pochi hanno capito cosa ci aspetta e come dobbiamo comportarci se vogliamo superare questa nuova era che ci aspetta. Mi sento pronto anche se con tanto e naturale timore del mare che dobbiamo attraversare.
buon riposo, capitano.
C’è qualcuno Andrea, che dice di due o tre banche di grosse dimensioni in Italia prossime al fallimento. Che ne pensi ? grazie e buon ferragosto Matteo
complimenti per il blog… forse il suo unico difetto è di essere troppo vasto, ma proverò a leggerlo tutto con calma, magari se ne facessi un bignami…
Ho da anni le tue stesse “premonizioni” avallate da fonti statistiche e scremate dal bluff dell’informazione di regime (mia moglie lo sa bene e non sopporta più il mio pessimismo), praticamente viviamo in dei regimi mascherati da democrazia dove pochi gruppi dominanti tengono ben strette le leve del potere economico lasciando ai peones il giusto necessario per sopravvivere. Visto che non penso che questi manovratori occulti abbiano piacere che succeda un patatrac che metta in discussione il loro status, ho l’idea che questa crisi sia in qualche modo scappata di mano, creata probabilmente dalla cattiva valutazione fatta da alcuni della guerra in Irak costata 2 mila miliardi di $ in più del previsto (ma guarda un po’, è l’esatto ammontare del buco nell’immobiliare americano) nonché dal mancato sfruttamento dei pozzi petroliferi iracheni causa sabotaggi, il che ha causato l’aumento del prezzo del petrolio che abbiamo visto. Sullo sfondo c’è da un lato il trasferimento di ricchezza dai paesi del “primo” mondo verso cinesi e indiani (i loro peones hanno meno pretese dei nostri) e dall’altro lato lo scricchiolio dell’impero americano. Come prossimi momenti catartici nel breve avremo la fine delle olimpiadi (sono curioso di vedere cosa faranno i cinesi di tutti i $ che hanno) e nel medio l’elezione del presidente Usa alla quale coinciderà un radicale cambiamento della politica monetaria che finalmente dovrà accorgersi dell’inflazione. Nel frattempo ci godremo tutti gli up and down di un mercato sottoposto alla doccia scozzese di iniezioni di liquidità (o mancati drenaggi) che andranno a depositarsi come è logico sui mercati più volatili (materie prime e borsa) alternati a notizie catastrofiche sul fronte finanziario (entro fine anno le banche Usa dovranno ingoiarsi altri bei 500 miliardi di $ di foreclosures) per non parlare del rischio contagio agli Alt-A o alle carte di credito…. su tutto l’incombente minaccia di un’azione militare (a ottobre?) contro l’Iran che farebbe precipitare la crisi verso l’abisso… accidenti, qui ci vuole il radar.
volevo poi chiederti cosa ne pensi del recente apprezzamento del biglietto verde, cosa che devo ammettere mi ha colto impreparato.
La mia opinione era che il dollaro è destinato a scender per una serie di motivi:
– gli USA hanno un indebitamento molto alto, meglio pagarlo con un $ svalutato
– il modello di vita americano “suburbano” si scontra con l’attuale prezzo del petrolio
– negli ultimi anni gli USA si sono deindustrializzati pensando di poter vivere di finanza (= esportando obbligazioni spazzatura con rating AAA). Per far tornare le industrie meglio un $ basso che renda conveniente il costo del lavoro.
– l’intero comparto automobilistico USA continuerà a soffrire per alcuni anni a causa della produzione di modelli troppo grossi e che consumano troppo. Probabilmente gli americani cominceranno presto ad importare in massa auto giapponesi a basso consumo.
– oltre ad aver diminuito la propria capacità produttiva gli USA sono i più grandi consumatori al mondo. Occorre quindi togliere potere d’acquisto agli americani tramite inflazione e deprezzamento del $. A sedare le proteste nei ghetti neri ci penserà l’elezione di Obama.
– l’attuale presidenza (che termina a novembre) farà di tutto per non far implodere il mercato immobiliare USA durante il suo mandato. Quindi Bernanke si guarderà bene dall’aumentare i tassi anche a costo di far esplodere l’inflazione interna. Al contrario l’UE, non essendo troppo condizionata dallo scoppio della bolla immobiliare (Irlanda e Spagna a parte), considererà come male minore alzarli almeno un po’.
– la crisi del mercato immobiliare toccherà il suo apice nei mesi di settembre e ottobre (si deduce dai preavvisi di sfratto o NODs), nei quali una enorme quantità di case verranno pignorate dalle banche che dovranno iscrivere la perdita a bilancio. E’ quindi già scontato che il governo federale dovrà accollarsi l’onere di ulteriori salvataggi, primo fra tutti quello di Fannie e Freddie che da solo potrebbe costare 1000 miliardi di $.
– a dicembre l’influenza degli USA nel M.O. verrà notevolmente ridimensionata. Se non ci sarà stato l’attacco all’Iran, questo, grazie anche al potere di deterrenza atomico, diverrà in grado di controllare la parte sciita dell’Irak, che contiene gran parte delle riserve di quel paese, mentre la Turchia probabilmente comincerà ad avanzare richieste territoriali e di sfruttamento sul Kurdistan iracheno, il che implica meno possibilità di fare la voce grossa con i grossi finanziatori arabi del debito pubblico americano
– i cinesi stanno già pensando a come salvare il salvabile. Probabilmente dopo le olimpiadi cominceranno a svendere un po’ di $, anche a costo di venire accusati di esportare giocattoli al piombo o alimenti al veleno.
Poi come dicevo è arrivata la rivalutazione degli ultimi 15 giorni. Ho letto in giro che potrebbe essere una manovra concertata dalla banche centrali per spezzare le reni alla speculazione e per dare respiro ad un mercato che dopo il salvataggio di Fannie e Fannie andava avvitandosi in modo pericoloso. La concomitanza con le olimpiadi cinesi ha reso le cose “politicamente” più agevoli. La prova di tutto ciò starebbe nel fatto che i Buoni del tesoro americani tenuti in una sorta di deposito amministrato presso la Fed per conto delle altre centrali sarebbero aumentati clamorosamente nell’ultimo periodo. Un effetto analogo lo si sarebbe ottenuto col petrolio, e allora si spiegherebbero le recenti parole di Tremonti riguardo alla speculazione battuta dalle banche centrali. Altra cosa che confermerebbe la teoria è la seguente: dallo scoppio della crisi dollaro e sterlina inglese sono diventati fortemente correlati crollando entrambi nella stessa misura nei confronti dell’Euro, precedentemente la sterlina era invece maggiormente correlata con l’Euro, basta guardare qualche grafico per accorgersene empiricamente.
Il motivo del comportamento recente della sterlina è che l’Inghilterra non è altro che il 51mo stato americano, e la bolla immobiliare, nonché i meccanismi per gonfiarla sono stati identici nei due Paesi, identiche anche le risposte di BoE e Fed alla crisi avendo entrambe mantenuto una politica monetaria espansiva.
Ma da 15 giorni qualcosa è cambiato, il dollaro ha iniziato la sua corsa solitaria al rialzo, e la sterlina è rimasta lì dove probabilmente merita di essere. Ripeto, niente è meglio che confrontare i grafici delle due monete contro l’Euro per accorgersene.
A questo punto i sospetti sono molti, anche perché questo balzo nell’unica fase possibile di calma tra l’iniezione di dollari a Freddie e Fannie, e i problemi che si verificheranno da settembre in poi, quando a causa dei mutui ARMs resettati le banche usa dovranno ingoiarsi un altro mezzo trilione di appartamenti pignorati.
Beninteso, non c’è niente di male in una manovra concertata delle banche centrali, soprattutto se questa serve per spezzare le reni alla speculazione selvaggia long su petrolio e short su dollaro, ma l’impressione che deriva dal fatto che questo salvataggio sia stato probabilmente finanziato dai contribuenti europei ed asiatici lascia presagire che davvero sull’orlo di una crisi sistemica…
Saluti carissimi da Roberto
roberto se vuoi sapere il perchè il dollaro crese , vai sul sito ,www . effedieffe. com –
Una domanda Andrea, ma per investire in oro non ci si sottopone anche al rischio cambio visto che un etc è quotato a Londra e l’altro a NY ? conviene correre il rischio o tu compri oro fisico ? Giacomo
questo articolo, pubblicato da Seeking Alpha, riassume, a posteriori, un anno e mezzo di valutazioni di Andrea…
segnalo un fatto nuovo, dall’esplosione della crisi finanziaria: il “Total Borrowings of Depository Institutions from the Federal Reserve”, per la prima volta dall’ottobre 2007 ha marcato un sia pur lievissimo calo, una piccola intaccatura nella sua quasi incontrollabile esplosione:
2007-10-01 0.254
2007-11-01 0.366
2007-12-01 15.430
2008-01-01 45.660
2008-02-01 60.157
2008-03-01 94.523
2008-04-01 135.410
2008-05-01 155.780
2008-06-01 171.278
2008-07-01 165.664
il rallentamento, già visibile a maggio-giugno, dovrà essere confermato dal trend dei prossimi mesi. Vi ricordo che il borrowing, assieme allo spread sui Cds, è un indice dotato di buona sensibilità, anche se di scarsa specificità, sullo stress delle istituzioni finanziarie (americane).
ad maiora
Gabriel
Giacomo,l’ORO è comunque quotato in $ ovunque e comunque tu lo compri..
Vi segnalo alcuni link e un articolo che ho trovato interessanti
http://www.transitiontowns.org
http://www.community.org
e nella rivista aamTERRA NUOVA il mensile per l’ ecologia della mente
e la decrescita felice nel n° di Giugno l’art. sulle prime città
Post-Petrolio
http://www.aamterranuova.it
di cui faccio il copia e incolla di una parte…
Le prime città POST-PETROLIO
Sono già 44 le città che si stanno organizzando con programmi di riduzione dei consumi e utilizzo di fonti rinnovabili per far fronte alla fine del petrolio prossima ventura in modo creativo e non traumatico. A Findhorn una conferenza internazionale per fare il punto della situazione.
Per sette giorni, la storica comunità scozzese di Findhorn ha fatto da sfondo a quella che si può definire la prima conferenza internazionale incentrata sulle possibili risposte al picco petrolifero e ai mutamenti climatici. Il meeting, Creative community response to peak oil and climate change, ha visto la partecipazione di 220 tra esperti ed attivisti provenienti da tutto il mondo, i cui interventi sono stati moderati da Joanna Macy, scrittrice e animatrice di seminari di carattere sociale e ambientale.
Tra i contributi più significativi quelli di Richard Heinberg, uno dei più famosi esperti in ambito di picco petrolifero e autore de La festa è finita (Fazi editore, 2008) e Rob Hopkins, fondatore del Transition Town1 di Totnes, il primo progetto di transizione all’era del post-petrolio che coinvolge un’intera città realizzato in Gran Bretagna.
Tra gli altri relatori, Dorothy Maclean, fondatrice nel 1962 assieme a Peter e Eileen Caddy di Findhorn; Jonathan Dawson, presidente della rete mondiale degli ecovillaggi (Gen); Megan Quinn, co-redattrice del documentario Il potere della comunità: come Cuba sopravvisse al picco del petrolio e Richard Lochhead, membro del parlamento scozzese.
La festa è finita
Da quando abbiamo iniziato ad immagazzinare energia e ad accumulare ricchezza, ha esordito Heinberg, l’ineguaglianza tra gli individui e tra i popoli ha iniziato ad aumentare di pari passo, fino a raggiungere proporzioni smisurate negli ultimi 200 anni. Il 93% delle risorse energetiche che sostengono il nostro stile di vita declineranno nei prossimi anni; l’attività di estrazione di petrolio di più di 60 dei 98 Paesi produttori è ormai in declino; l’energia complessiva prodotta dai combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturale) raggiungerà il culmine attorno al 2010. Per Heinberg le conseguenze «saranno molto gravi»: non c’è alcuna speranza di un «atterraggio morbido», bisogna dimenticarsi non solo della «crescita perpetua», ma anche della vita «normale» a cui siamo oggi abituati…
La versione completa dell’articolo “Le prime città POST-PETROLIO” di Cristina Spada è disponibile sul numero di Giugno di Terra Nuova.
L’articolo continua Vi riporto solamente alcuni concetti condivisibili….
che il nostro Capitano ci va dicendo da tempo:
“Meglio scegliere consapevolmente di cambiare che cambiare per forza” ha suggerito Megan Quinn,
trasformando la crisi in un’ opportunità per metterci alla prova ed evolvere come
individui e come collettività”.
“Macy ha parlato di “terza rivoluzione”…riguardante..”il grande mutamento che avverrebbe “nelle coscienze”..
non più spontanea e inconsapevole, ma frutto di piena consapevolezza individuale e collettiva.
E proprio in questo consisterebbe la sua travolgente portata”.
E per ultima cosa..Heinberg afferma..”ma se l’ umanità riuscirà a superare questa strettoia allora sarà
finalmente giustificata l’idea di considerarsi una specie intelligente”
Valentina
Ciao Caterina chiedo spazio ad Andrea per dirti che…. non me lo ricordo più scusami, sono confuso e parto sempre per la tangente come dici tu. cigno turchese
Capitano,
forse questo la può interessare…
http://seekingalpha.com/article/90892-the-great-consumer-crash-of-2009?source=front_page_most_popular_articles
Saluti e continui così.
Ciao cigno turchese io chiedo spazio ad Andrea per dirti che ti amo
caterina
Carissimi tra dichiarazioni d’amore e cieli stellati ogni considerazione lascai il tempo che trova …..ma proverò in due righe ad esprimere le mie visioni!
Grazie innanzitutto a Voi dei Vostri contributi a chi lasciato dei veri e propri poemi, dei riferimenti e di alcuni poste notizie in particolare!
Ho sempre cercato di trasmettere la mia intenzione di non lasciare e dare consigli operativi e cosi sarà sempre è una forma di “rispetto” riguardo ad un mondo dove non esistono maghi e veggenti, dove io stesso non sono uno di quelli, ma una persona qualunque che cerca di interpretare questo tempo sforzandosi di condividere le proprie conoscenze, alcuni link e riferimenti che possano aiutare a farsi una propria consapevolezza.
Seguendo l’analisi fondamentale e cercando di navigare nell’oceano del realismo, sino ad oggi abbiamo intravisto qualsiasi scoglio o banco di nebbia che avrebbe potuto pericolosamente affondare il nostro veliero e forse così sarà anche in futuro.
Vi sono però numerose variabili che spesso sfuggono alle nostre giuste interpretazioni e talvolta queste corrispondono ad alcune scelte o manipolazioni che nascondono la realtà.
Alcuni dati sono chiari e senza alcuna possibilità di essere male interpretati ma se vogliamo guardare ad esempio alle materie prime è ovvio che tutto quanto stava accadendo era frutto di un eccesso della speculazione, frustrata dai continui cali dei mercati azionari, il movimento del dollaro è “irreale” nella sua velocità e nella realtà fondamentale ma nessuno può realmente dire se si tratta di un intervento delle banche centrali, piuttosto di un giro di valzer della speculazione.
Ricordo solo che il mercato valutario è un oceano di dimensioni colossali dove in passato anche le banche centrali hanno subito sconfitte epocali vedi Bank of England e BOJ Bank of Japan.
Per quanto riguarda l’ oro veniamo da una lunga salita ma l’oro rapportato all’inflazione ha un valore irreale e secondo alcuni dati e logiche potrebbe essere manipolato per questioni inerenti alla fiducia nella moneta e al suo status di bene rifugio sempre che qualcuno non pensi che questa crisi sia già finita, ma queste sono solo alcune considerazioni fondamentali che talvolta posso essere spazzate via da movimenti che noi non conosciamo anche se oggi questa è la realtà! L’unica reale possibilità è che questa ondata di inflazione indotta dalle materie prime lasci il posto in America ad una deflazione mentre il Europa tutto dipenderà dalla spirale salari e inflazione.
Per il resto ritengo questo un momento di profonda riflessione al di la dei movimenti dei mercati, occasione unica per un possibile cambiamento ma forse talvolta ci troviamo al centro di un sistema dove le dinamiche sono più grandi dei nostri pensieri e delle nostre verità anche se sino ad oggi il tempo ci ha dato ragione ma questo non vuole dire che qualcuno e che forse la situazione sia scappata di mano a qualcuno!
Grazie ancora a tutti, Andrea
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Tutte le cose finiscono, fanno parte della vita. Spero che questa staordinaria avventura non finisca mai. Comunque resterà sempre nel mio cuore, perchè oltre alle varie analisi si è parlato di vita, di uomini, di cose antiche, come etica, serietà, ecc. , e queste cose si dicono e si scrivono solo col cuore.
Un povero diavolo