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LA GRANDE DEPRESSIONE FINANZIARIA ED IMMOBILIARE DEL 21° SECOLO!
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" An especially appropiate time " con questa frase il 5 maggio scorso, Bernanke il governatore della Federal Reserve presso la Columbia Business School invitava i due ex colossi governativi a sfruttare il momento opportuno, a muoversi rapidamente per aumentare in maniera significativa la base patrimoniale, il momento opportuno creato ad arte dai mercati per ricapitalizzare il sistema stesso, socializzare le perdite condividendo il futuro con gli investitori.
It’s an "especially appropriate time" for Fannie Mae and Freddie Mac to "move quickly to raise significant new capital" to aid the housing market, he said.
Sarebbe inoltre interessante sapere cosa ne pensano i sottoscrittori dell’aumento di capitale deliberato qualche mese fa da Lehman Brothers ad un prezzo speciale, 28 dollari ora che la stessa società ne quota la metà esatta!
Mentre i mentori della " luce in fondo al tunnel " sollecitavano la fantasia di nuovi orizzonti, Icebergfinanza continuava a navigare nell’ oceano del realismo segnalando quotidianamente con analisi, notizie e riferimenti ben circostanziati l’avvicinamento all’occhio del ciclone!
Nel fine settimana una piccola tempesta perfetta ha fatto il suo corso, Freddie Mac e Fannie Mae, il rischio sistemico in persona, capaci di garantire o detenere circa 5300 miliardi di dollari di titoli del mercato immobiliare corrispondenti a quasi la metà dello stesso, sono tecnicamente insolventi come sottolineato dall’ex governatore della Fed di SaintLouis William Poole, insolvenza che dovrà fare i conti con il fallimento della banca californiana IndyMac uno dei più grandi fallimenti bancari della storia degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda IndyMac nessuna novità, nata da una costola di Countrywide era in sostanza il prodotto di una politica subprime, mutui essenzialmente "subprime" e dalla stelle alle stalle il passo è stato corto.
Sheila Bair presidente della FDIC segnala che per oltre 200000 depositanti della Indymac per un totale di 18 miliardi sono assicurati, mentre i restati sono assicurati per la metà sino alla vendita totale delle attività della banca e nulla cambia per le carte di credito e bancomat. IndyMac è solo una delle 8494 banche di tutto il paese e rappresenta solo lo 0,2 % di tutti i depositi americani. La possibilità che la vostra banca fallisca è estremamente remota e se anche ciò avvenisse si continuerà ad avere accesso quasi inninterrotto ai depositi.
Ora le parole di Sheila Bair sono rassicuranti ed è giusto sottolineare che esistono anche banche virtuose, come è giusto sottolineare, che per alcune coincidenze, anche il sistema bancario italiano è in questa fase storica da considerarsi con i dovuti distinguo, virtuoso, basti pensare alla vicina Svizzera, alla nazionalizzazione della Northern Rock in Inghilterra, alla Francia per non dire della Germania dove lo stato è intervenuto più volte a sostegno del sistema.
Resta però il fantasma delle Saving & Loans, dove fallirono o ricevettero assistenza dalla FDIC oltre 1600 banche quindi il cammino è solo all’inizio e tutto dipenderà dai prezzi degli immobili e dal suo bottom aspettando la nuova legge emanata dal Congresso americano a favore del sistema immobiliare che vede alcuni scontri di carattere ideologico tra repubblicani e democratici e Sheila Bair sottolinea che quello di IndyMac potrebbe rivelarsi come il fallimento più costoso della storia.
Detto questo per dimostrare come l’analisi e l’informazione di Icebergfinanza è sempre una prua avanti agli altri, vi ricordo quanto segnalai in passato in tempi non sospetti come pure in settimana avvertii del pericolo relativo a Indymac, come pure per Ambac e MBIA, AIG e Bear Stearns:
Erano i primi giorni di Marzo…..
The Federal Deposit Insurance Corp. is planning to beef up its division of resolutions and receiverships, which handles failed banks, by 40% this year.
La FDIC intende rafforzare la sua divisione di esperti in fallimenti bancari del 40% nel corso di quest’anno.
Considerando che solo tre banche sono fallite lo scorso anno, perché hanno bisogno di più esaminatori?
25 uomini con esperienza nella crisi delle SAVINGS & LOANS 1980/1990 in pensione sarebbero stati contattati.
Ne hanno parlato anche i maggiori quotidiani americani di questo sito, su_Bank_Implode_Meter avrete in diretta rumors e aggiornamenti continui e dopo IndyMac, who’s_next?
Non aggiungo, altro di questi tempi la colpa dei fallimenti è di coloro che segnalano il rischio, non di coloro che hanno messo in atto un’allegra gestione o di coloro che erano preposti alla regolamentazione!
Resta infine da dire una cosa, come per tutte le fasi cruciali di questa crisi anche quella dei fallimenti è solo all’inizio, alla crisi immobiliare manca ancora quella dell’economia reale, quella recessione che alcuni sembrano non voler vedere.
In America le piccole imprese sono un tessuto che rappresenta circa il 50 % del PIL privato e ben due terzi dei nuovi lavori. Dunkelberg a capo della NFIB che da voce a oltre 600mila piccole imprese ci dice che gli investimenti stanno scendendo, l’inflazione insinuando in ogni attività e l’occupazione il centro di gravità permanente registra un drastico deterioramento con la perdita di circa 0,5 lavoratori per azienda come riportato da Borsa & Finanza.
Oggi il tasso di disoccupazione è al 5,5 % e credo che non vedremo spiragli di miglioramento sino a che non avremo raggiunto l’ 8 %! Segnatevi questo numero!
" Il nostro Business è il sogno Americano " recita il moto di Fannie Mae un sogno condiviso con milioni di investitori, nei quattro angoli della terra, un sogno tecnicamente fallito come dice Poole, la Federal reserve può affrontare i problemi di liquidità, ma non può fare altrettanto per quelli di insolvenza!
Questa è essenzialmente una crisi di fiducia prima che di liquidità, una crisi che si sta lentamente ed inesorabilmente trasformando in crisi di insolvenza.
"Too big, too fail", inneccepibile e al diavolo la " Moral Hazard " il rischio morale di una serie di salvataggi a cascata, di natura governativa, oggi quello che conta è salvare il sistema! La Fed garantisce la socializzazione delle perdite, sostiene amorevolmente i propri azionisti, accetta collaterali di qualunque provenienza in cambio di una speranza di lungo termine, inquinando le proprie falde.
Questo è il fallimento del libero mercato, mercato il quale senza la Federal Reserve e l’intervento del Governo americano sarebbe tecnicamente fallito, una nuova grande depressione finanziaria dopo quella del ’29!
L’ideologia mercatista dell’amministrazione americana quel non voler a tutti i costi dare l’idea di un intervento statale, lascia il tempo che trova, oggi abbiamo bisogno di un New Deal e per chi non lo sapesse per una strana coincidenza nel lontano 1938 l’allora presidente Franklin Delano Roosvelt, colui che parlando a Poughkeepsie nel 1929 criticò la " febbre della speculazione " diede vita all’ intervento dello stato con la nascita di Fannie Mae, ovvero la Federal National Mortgage Association.
Più tardi nel 1968 per alleggerire il bilancio federale Lyndon Johson semiprivatizzò Fannie e tre anni più tardi fu costituita Freddie Mac per arrivare attraverso qualche scandalo recente e ripetuti avvisi di rischio sistemico anche da parte di Greenspan e Bernanke ad elevare il limite massimo di concessione delle garanzie, tanto per alleggerire la tensione.
La notizia secondo la quale il dipartimento del Tesoro è al lavoro per assicurarsi che domani mattina Freddie Mac sia in grado di riuscire a vendere 3 miliardi di valori mobiliari in una vendita precedentemente programmata, testimonia che questo è l’ennesimo banco di prova per la fiducia del mercato. Yahoo.com
Un piano di emergenza è previsto nel caso non dovesse andare in porto l’operazione, con l’acquisto diretto del Tesoro o da parte della Federal Reserve oppure tramite la Fed di New York con l’acquisto indiretto tramite intermediari privati a loro volta garantiti.
Secondo il Financial Times il Tesoro si starebbe preparando ad iniettare 15 miliardi di dollari nelle due agenzie liluendo gli azionisti con l’emissione di una nuova classe di azioni oltre alla concessione dell’utilizzo della Federal Reserve’s Discount Window in caso di emergenza.
Paulson ha più volte sottolineato che non vi sarà nessuna nazionalizzazione, nessuna acquisizione governativa e se anche fosse cosi l’ iniezione di 15 miliardi di dollari che è un prestito ponte " all’italiana " !!!
Comunque sia si tratta dell’anticamera di una vera e propria nazionalizzazione, nazionalizzazione che una volta assunte tutte le passività del caso farebbe esplodere il debito pubblico mettendo fine alla leggenda di futuro aumento dei tassi in America e di conseguenza ad una ripresa del dollaro.
L’espansione monetaria, l’eccesso di liquidità della scuola monetarista, ha scatenato la grande depressione finanziaria e immobiliare del 21° secolo, oltre a favorire in questo momento la speculazione sulle materie prime, una sorta di carry trade, DOLLARO-OIL!
A qualcuno naturalmente non piace il titolo, troppa enfasi, in fondo anche Mario Platero sul Sole 24 Ore parla di anticamera della depressione, si dice in giro che ogni rinascita nasca dal pessimismo, cresce nel pessimismo, matura nell’ottimismo e muore nell’euforia, il problema è che vi sono ancora flotte intere di ottimisti, di ingenui infiniti che non hanno compreso nulla di questa crisi, alla ricerca di un paragone con il passato, con il miraggio di un rimbalzo giorno dopo giorno, di una luce che mai arriva.
Abbiamo già visto insieme che Elisabeth Kubler Ross, svizzera, medico psichiatra docente di medicina comportamentale, mise a punto un modello a cinque fasi che rappresenta uno strumento che permette di capire le dinamiche psicologiche più frequenti della persona a cui è stata diagnosticata una malattia grave, grave come la grande depressione finanziaria e immobiliare . ( WIKIPEDIA )
a) Fase della Negazione o del rifiuto: Nessun pericolo di contagio all’economia, il sistema è fondamentalmente solido!
b) Fase della rabbia: Rappresenta un momento critico, il momento di massima richiesta di aiuto. Credo che nessuno di Voi abbia dimenticato alcune espressioni usate da alcuni attori finanziari nella richiesta di aiuto alle Banche Centrali la stessa richiesta che oggi Bernanke rivolge incessante al Congresso.
c) Fase del patteggiamento: Si mettono in atto progetti o manovre che riportino speranza nei mercati. Si incominciano a comunicare svalutazioni imponenti, si offrono bond convertibili e si richiede l’aiuto del mercato o di fondi sovrani, cercando di riparare il riparabile. In sostanza si acquista tempo, si mettono in atto manovre che consentano alle banche di ricapitalizzarsi ed evitare il fall "imento. " Especially Appropriate Time "
d) Fase della depressione: rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che sta subendo o che sta per subire e di solito si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta. Questa fase viene distinta in due tipi di depressione: una reattiva ed una preparatoria. La depressione reattiva è conseguente alla presa di coscienza di quanti aspetti della propria identità, della propria immagine corporea, del proprio potere decisionale e delle proprie relazioni sociali, sono andati persi.
Questa fase per molti attori del mercato deve ancora arrivare almeno sino a quando gli assets del terzo livello e la flessibile interpretazione delle regole contabili resterà un obbligo soggettivo.
La depressione preparatoria ha un aspetto anticipatorio rispetto alle perdite che si stanno per subire. In questa fase della malattia la persona non può più negare la sua condizione di salute, e inizia a prendere coscienza che la ribellione non è possibile, per cui la negazione e la rabbia vengono sostituite da un forte senso di sconfitta. Quanto maggiore è la sensazione dell’imminenza della morte, tanto più probabile è che la persona viva fasi di depressione. Oggi per l’intervento dello Stato è richiesto da economisti e da chiunque sia in grado di comprendere la reale gravità della situazione, un nuovo New Deal, forse una nuova Breeton Woods anche perchè come vedremo non si tratta solo di America.
Quinta ed ultima fase è quella dell’accettazione: quando il paziente ha avuto modo di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui, arriva ad un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere……qui dobbiamo ancora arrivarci basta pensare a quanti ancora stanno dichiarando che questa è una crisi circoscritta all’America, che l’economia mondiale è fondamentalemente sana e che la recessione è solo nella fantasia del mercato.
Per coloro che ancora credono alla favola del decoupling invito alla lettura delle notizie in arrivo dai mercati immobiliari e dalle economie inglesi, spagnole, australiane ed altri ancora….
Ma come dice J.K.Galbraith, il grande John al termine del suo libro " The Greath Crash " oggi, come sempre nella storia, capacità finanziaria e perspicacia politica sono inversamente proporzionali. La salvezza a lunga scadenza non è mai stata apprezzata dagli uomini d’affari se essa comporta adesso una perturbazione nel normale andamento della vita e nel proprio utile. Cosi si auspicherà l’inazione al presente anche se essa significa gravi guai nel futuro.
Questa è la minaccia per il capitalismo (…) E’ ciò che agli uomini che sanno che le cose vanno molto male fa dire che la situazione è fondamentalmente sana!
“Grazie alle condizioni favorevoli del mercato del lavoro, le conseguenze della crisi del mercato subprime sull’intero comparto immobiliare saranno però probabilmente limitate e non ci aspettiamo effetti significativi sul resto dell’economia o sul sistema finanziario, l’economia americana è fondamentalmente sana……… "
Resta ancora da verificare come disse Mario Platero lo scorso anno, che Bernanke dovrà chiarire alcuni gravi sospetti che riguardano il comportamento degli organi federali riguardo alla possibile concertazione tra le grandi banche e i piccoli istituti di concessione crediti subprime. Le banche infatti non potevano concedere prestiti con la stessa facilità con cui lo concedevano le istituzioni meno regolamentate ma erano molto interessate e finanziavano questi ultimi con prestiti a lunga scadenza, salvo poi successivamente rilevare direttamente i portafogli prestiti con rendimenti molto interessanti. La Fed invece era interessata a rafforzare la crescita economica, trainata direttamente o indirettamente dal settore immobiliare.
Non aggiungo altro se non l’invito a proseguire l’attesa in riva al fiume, un’attesa che dura dal lontano luglio 2007, un angolo di prato che permette di osservare la corrente principale dei mercati, che via, via assume le sembianze in un fiume in piena, fiume che trascina con se le illusioni di tutti coloro che non hanno saputo uscire dalla corrente principale, tutti coloro che non hanno voluto analizzare e comprendere gli squilibri di questa epoca irrazionale.
Icebergfinanza tutto ciò lo ha fatto con Voi, un crescere insieme, consapevoli del potenziale sistemico di questa crisi e delle sue opportunità nascoste per migliorare questo sistema, non credo siano molti quelli che hanno creduto sino in fondo a questo viaggio, tanti non lo ammetteranno mai, tutti sapevano tutto, conoscevano ogni risvolto futuro di questa crisi, molti invece sono con noi da sempre, brezza continua nelle vele del nostro veliero.
Se desideri sostenere questo viaggio, se credi nelle analisi e nelle visioni di Icebergfinanza uno dei pochi ad aver compreso dall’inizio gli squilibri di questo tempo, lascia il tuo contributo qui sotto, libero come sempre, di esprimerti come meglio credi. In fondo un ulteriore stimolo a proseguire con la stessa intensità questo viaggio.
Si è vero, Sei una brava persona.
Che il Signore benedica te e la tua Famiglia.
Roberto
Sono solo un ignorante osservatore della vostra rotta. Ho due grandi investimenti in corso, li voglio fare crescere nell’onesta, nella moralità,nella correttezza,nel rispetto delle regole ecc., sono i miei figli. Due anni fa comprai sulla carta un appartamento 210000 no mutuo oggi è pronto, il mio nuovo vicino lo ha comprato 15 gg fa uguale al mio e lo ha pagato 180000 cash. So che questo è microeconomia oppure può essere interpretato come un fatto personale, è pura realtà però. Sembra uguale alla macroeconomia americana di questi giorni, semplificando molto. Per preservare i miei più grandi investimenti ho puntato oggi coscienziosamente e liberamente sull’oro. Seguo il capitano e la ciurma con rispetto comunque vada.
luigi
Ecco l’alba di ogni giorno un papa che investe nei suoi figli, no in carriera, bellezza, potere ma onestà, moralità, correttezza, rispetto, abbiamo bisogno di 100/1000 ignoranti cosi talmente ignoranti da salire in cattedra ed insegnare, l’arte dell’Amore!
Luigi dimentica i 30.000 euro sono polvere al vento, cento volte tanto stai seminando nella tua vita, tra le difficoltà di ogni giorno, quelle delle nostre miserie.
L’oro è in volo, ma non è che un metallo dove riporre una piccola parte dei propri risparmi mi raccomando il rischio dimora in ogni investimento , il resto vale l’attesa in riva al fiume dove ogni istante della vita è quello che conta, giorno dopo giorno.
Andrea
ciao andrea ,sono minghin ,ti seguo sempre ,ti debbo segnalare un sito ,: http://www.effedieffe.com ,mi sembra interessante ,non so se ò fatto bene ma non sapevo come dirtelo ,ciao e grazzie di tutto
Ciao MM, Marco, Minghin e Roberto, grazie di cuore, vorrei solo lasciarVi una riflessione di Paul Krugman, forse lascerà l’amaro in bocca ma noi tutti sappiamo che è così, da mesi lo sappiamo, ne siamo consapevoli, ma qualcosa mi dice che questa volta la fiducia ha un limite, solo una sensazione……
Non si tratta di aver paura delle GSEs è impossibile che possano essere lasciate al loro destino come dice Krugman non hanno nulla di subprime e se aggiungiamo che quasi il resto del mercato è sulle loro spalle anche di alta qualità……ma si tratta del sistema intero quante banche potranno essere nazionalizzate dal governo e sostenute dalla Fed senza far esplodere il bilancio federale, il dollaro e provocando una fuga di capitali!!!!!
FANNIE,FREDDIE & YOU ( Paul Krugman )
And now we’ve reached the next stage of our seemingly never-ending financial crisis. This time Fannie Mae and Freddie Mac are in the headlines, with dire warnings of imminent collapse. How worried should we be?
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Paul Krugman
Go to Columnist Page » Blog: The Conscience of a Liberal
Well, I’m going to take a contrarian position: the storm over these particular lenders is overblown. Fannie and Freddie probably will need a government rescue. But since it’s already clear that that rescue will take place, their problems won’t take down the economy.
Furthermore, while Fannie and Freddie are problematic institutions, they aren’t responsible for the mess we’re in.
Here’s the background: Fannie Mae — the Federal National Mortgage Association — was created in the 1930s to facilitate homeownership by buying mortgages from banks, freeing up cash that could be used to make new loans. Fannie and Freddie Mac, which does pretty much the same thing, now finance most of the home loans being made in America.
The case against Fannie and Freddie begins with their peculiar status: although they’re private companies with stockholders and profits, they’re “government-sponsored enterprises” established by federal law, which means that they receive special privileges.
The most important of these privileges is implicit: it’s the belief of investors that if Fannie and Freddie are threatened with failure, the federal government will come to their rescue.
This implicit guarantee means that profits are privatized but losses are socialized. If Fannie and Freddie do well, their stockholders reap the benefits, but if things go badly, Washington picks up the tab. Heads they win, tails we lose.
Such one-way bets can encourage the taking of bad risks, because the downside is someone else’s problem. The classic example of how this can happen is the savings-and-loan crisis of the 1980s: S.& L. owners offered high interest rates to attract lots of federally insured deposits, then essentially gambled with the money. When many of their bets went bad, the feds ended up holding the bag. The eventual cleanup cost taxpayers more than $100 billion.
But here’s the thing: Fannie and Freddie had nothing to do with the explosion of high-risk lending a few years ago, an explosion that dwarfed the S.& L. fiasco. In fact, Fannie and Freddie, after growing rapidly in the 1990s, largely faded from the scene during the height of the housing bubble.
Partly that’s because regulators, responding to accounting scandals at the companies, placed temporary restraints on both Fannie and Freddie that curtailed their lending just as housing prices were really taking off. Also, they didn’t do any subprime lending, because they can’t: the definition of a subprime loan is precisely a loan that doesn’t meet the requirement, imposed by law, that Fannie and Freddie buy only mortgages issued to borrowers who made substantial down payments and carefully documented their income.
So whatever bad incentives the implicit federal guarantee creates have been offset by the fact that Fannie and Freddie were and are tightly regulated with regard to the risks they can take. You could say that the Fannie-Freddie experience shows that regulation works.
In that case, however, how did they end up in trouble?
Part of the answer is the sheer scale of the housing bubble, and the size of the price declines taking place now that the bubble has burst. In Los Angeles, Miami and other places, anyone who borrowed to buy a house at the peak of the market probably has negative equity at this point, even if he or she originally put 20 percent down. The result is a rising rate of delinquency even on loans that meet Fannie-Freddie guidelines.
Also, Fannie and Freddie, while tightly regulated in terms of their lending, haven’t been required to put up enough capital — that is, money raised by selling stock rather than borrowing. This means that even a small decline in the value of their assets can leave them underwater, owing more than they own.
And yes, there is a real political scandal here: there have been repeated warnings that Fannie’s and Freddie’s thin capitalization posed risks to taxpayers, but the companies’ management bought off the political process, systematically hiring influential figures from both parties. While they were ugly, however, Fannie’s and Freddie’s political machinations didn’t play a significant role in causing our current problems.
Still, isn’t it shocking that taxpayers may end up having to rescue these institutions? Not really. We’re going through a major financial crisis — and such crises almost always end with some kind of taxpayer bailout for the banking system.
And let’s be clear: Fannie and Freddie can’t be allowed to fail. With the collapse of subprime lending, they’re now more central than ever to the housing market, and the economy as a whole.
Buona Serata Andrea
Un piccolo commetto sulle gemelle Fannie Mae and Freddie Mac, assieme credo cha abbiano un portafoglio di mutui di 4.5 trillioni di USD, forse pochi si rendono conto della montagna di soldi, se si paragona tale numero con il Deficit Federale US, che e’ di circa 9 trillioni di USD (dati 2007) e rappresenta il 37% del PIL, allora con due conti dell’ oste le gemelle FM&FM garantiscono qualcosa come il 18% del PIL…
Mi piacerebbe avere un riscontro se i dati che ho macinato sono corretti.
Saluti a tutti ed in primo luogo al CAPITANO !
Massimo
Sempre grandissimo il nostro Capitano! e se lo dice Skipper che il capitano lo fa da 20 anni!
Certo io mi limito solo a scorribande lungo tutto l’adriatico ….
Comunque Andrea eccoti servito il link alle informazioni di riscontro a questo post: la realtà è peggiore di come l’hai dipinta!
http://intermarketandmore.investireoggi.it/fmfm-collasso-finanziario-2419.html
saluti
skipper
di http://www.navigamus.blogspot.com
Un po’ per pigrizia, un po’ per rassegnazione e consapevolezza dell’ineluttabilità degli eventi che verranno, perché già previsti da molto tempo dal nostro grande capitano, non sono stato continuamente presente sul “nostro” mirabile vascello, per cui, se quello che dico è già sorpassato, mi perdonerete.
Una delle ultime volte avevo scritto che avrei potuto darvi una bella novità, per quanto riguarda l’energia, ma che avrei dovuto testare personalmente, prima di scrivere la notizia sicura. C’era poi stata la dimostrazione dell’efficacia della fusione fredda (22 maggio a Osaka), ma i media, eccetto “Il Messaggero”, l’avevano completamente snobbata. Ignoranza? Sottomissione? Corruzione? Non saprei, non me lo so spiegare. Forse non fa notizia, non è come “Il grande Fratello” o l’attore o il politico del momento…
Avrei voluto darvi una bomba, ma vi do’ un petardo, meglio che niente.
Da un articolo inviatomi da un amico avevo letto che negli USA sono in vendita dei Kit per utilizzare l’acqua come carburante. Mi sono informato. Si chiama “Water4gas”, ho ordinato il kit, l’ho fatto mettere su da un meccanico. Venivano prospettati risparmi sul carburante del 20-30 -50%, ma prima ho voluto provare personalmente: 0%. Spesa: 260 euro.
Il concetto è creare gas ossidrile HHO dall’elettrolisi, convogliarlo nella presa d’aria del motore, arricchendo così di combustibile e comburente la miscela aria- gasolio (o benzina o metano ecc.), diminuendo la necessità, da parte della centralina elettronica, di introdurre gasolio e, quindi risparmiando. Devo tornare nuovamente dal meccanico per assicurarmi che l’HHO venga perfettamente convogliato dove deve, ma il risultato è stato deludente. Ho saputo che alcuni giorni fa sul TG5 delle 20 hanno fatto vedere l’auto ad acqua. Su internet girano già schemi e progetti. Vedremo.
Però, però….., nel frattempo…(ecco il petardo)
La mia auto consumava 10,2 l/100 Km (è una Hyundai Santa Fe’, comprata quando il petrolio costava pochissimo) ed ora consuma 8,5 l/100 Km.
Come ho fatto?
Con i magneti.
Sono bastati due magneti posizionati prima dell’ingresso del gasolio nel motore, roba di 5 minuti, senza interventi dispendiosi del meccanico e voilà, quasi il 20% di risparmio. Questo l’ho fatto circa un anno fa, ma per me ha acquistato importanza dopo il fallimento del Water4gas. Ora ho ordinato altri magneti, ne posso posizionare altri due e vediamo di quanto si scende ancora. A differenza del water4gas, il prezzo dei magneti è irrisorio. Vanno sotto il nome di Powermag o simili e li trovate su ebay.
Forza ragazzi, diffondete! Meno benzina consumiamo, più salviamo il mondo e la mia prossima auto sarà ibrida o a idrogeno o chissà, ma sicuramente piena di magneti (durano circa 900 anni, per cui ho tempo prima di cambiarli).
Per quanto riguarda gli OGM, argomento affrontato non più tanto recentemente, un collega Chirurgo Pediatra mi ha descritto sindromi intestinali emorragiche insorte in bambini che avevano mangiato pomodori OGM, regredite con dieta “biologica”.
Gli OGM sono molecole nuove, con cui l’uomo non è mai venuto in contatto, per cui deve ricominciare tutti i processi di adattamento (della specie a queste nuove molecole). Il risultato dell’adattamento è la selezione naturale: chi non sopporta soccombe. Bè, non voglio far parte della selezione (in)naturale. Inviterei tutti quelli favorevoli agli OGM (non sono esperto degli scompensi dell’ecosistema) a nutrire se stessi ed i figli con tali prodotti, di osservare gli effetti su un campione esteso di popolazione, prima di esprimere giudizi sulla loro innocuità.
Consiglio questi tre link:
http://it.youtube.com/watch?v=35T-gAvaKn4
http://it.youtube.com/watch?v=Vc1RW68c0xs&feature=related
http://it.youtube.com/watch?v=IAvONGjGSSc&feature=related
uno è sulla fusione fredda, gli altri due su Tesla. Nel film il grande scienziato si esprime con le stesse parole di Andrea “…in qualsiasi campo si vada contro natura, prima o poi la Natura presenterà il conto…” ed è contrario anche all’idea di rompere l’atomo per procurarsi energia, quando questa è disponibile all’infinito e gratuita tutto intorno a noi. Insomma, vi consiglio di procurarvelo (anche i muli, su Internet, lo sanno).
VENTI DI GUERRA…
Ritengo che l’attacco di Israele all’Iran sia inevitabile. La dichiarazione di guerra (“Israele deve scomparire dalla faccia della terra”) è già stata fatta da Ahmadinejad in un consesso internazionale. I processi di alleanze con i popoli vicini stanno accelerando (si veda il 13 luglio a Parigi), isolando l’Iran, e Israele non può permettersi di avere un tale pericolo alle porte.
Un’alternativa migliore sarebbe l’eliminazione fisica del dittatore da parte della resistenza locale, ma l’impresa è ardua.
Le conseguenze della guerra, che con un buon lavoro dei servizi segreti dovrebbe durare pochissimo, potrebbero fungere da reset dei mercati finanziari, con un’impennata, l’ultima, del prezzo del petrolio ed un si salvi chi può generalizzato, l’impennata del VIX ecc, per poi lasciar spazio ad una ripresa abbastanza duratura.
Nel ’29, dopo il crollo, ci fu una ripresa importante dei corsi azionari, prima di uno sgretolamento che durò fino al 1932. Probabilmente anche allora avranno detto che era tutto finito e che si ripartiva alla grande.
Gli input di oggi sarebbero:
crollo del prezzo del petrolio, recupero del dollaro, fine dell’inflazione ecc., ma ritengo che il tutto lascerà poi spazio alla realtà delle cose, perché i motivi di questo profondo reset secolare, illustrati con pazienza e precisione in questi 18 mesi dal nostro Capitano, saranno ben lungi dall’essere risolti.
Tutti questi “salvataggi” di sistemi in difficoltà non fanno altro che rimandare il problema ad un futuro sempre più prossimo in cui si dovranno pagare interessi sempre più alti.
Questa settimana mi sono arricchito di una immagine bellissima:
“Il sintomo è il risultato di un’equazione che molto spesso non conosciamo. Agendo sul risultato non sappiamo cosa sta cambiando e cosa cambiamo nell’equazione”.
Ho subito immaginato un’equazione fisica: PV=KT. Cambiando T, la temperatura, cambiamo sicuramente P o V o entrambi. Ma proprio perché non sappiamo cosa facciamo che è pericoloso. P, pressione, può diventare enorme e schiacciarci come formiche. V, volume, può diventare enorme ed esplodere come una bomba, soprattutto in un sistema dove l’equilibrio è sempre più precario.
… e pensare che anch’io sono ottimista.
Buona navigazione.
Bill
Caro Bill sono scettico sui magneti causa test negativi letti in vari siti, ma grazie a te ho deciso di fare lo stesso la prova. (Lo provero sulla moto)
Un consiglio vi do;
se non volete spendere, e avete hard disk rotti o obsoleti, basta smontarne uno e dentro ci sono due potentissimi magneti al neodimio, dovrebbero essere ottimi per questa funzione.
In questa fase di sistemi finanziari al collasso oggetto di salvataggi vari che costano miliardi di dollari perchè in casa nostra ci scandalizziamo se si vuole salvare l’Alitalia? In quanto al petrolio questi prezzi sarebbero giustificati solo se fosse in atto una guerra il resto è speculazione!
Io non mi scandalizzo al fatto che si salvino aziende, ma teniamolo bene presente che i soldi non si raccoldono sugli alberi..quindi quando uno stato, una nazione salva qualcuono o qualcosa mette a disposizione di un privato, che ha fallito ed e’ incapace di andare avanti e dovrebbe dichiarare bancarotta, del denaro. Tale denaro pertanto non puo’essere usato per altro, che so costruire ospedai, scuole, pagare stipendi maggiori alle forze dell’ordine..aumentare il numero di letti nei reparti di emergenza. Tutto qua basta peró’che i cittadini lo sappiano…
saluti
Massimo
Per MM
Un mio amico ha piazzato 3 magneti sulla sua auto a gas (e due sulla benzina) e ha registrato un risparmio del 17%. Non male.
Ricordate che vanno messi vicini, ma sfasati di 90°. Non tutti lo dicono. E poi vanno messi sul tubo del carburante nel posto più vicino all’ingresso nel motore.
Buon viaggio (con sconto)
Bill
Domanda…sui magneti, in base a cosa si avrebbe la riduzione di consumi, una polarizzazione del gasolio stesso ? Mi piacerebbe avere qualche base scientifica…anche perche’ il 4% lo si risparmia semplicemente con le gomme alla pressione giusta !
Saluti
Massimo
BILL, possiamo unire le due nostre menti per studiare il water4gas?
Un po di pratica in queste cose ce ‘ho.
Quando attivi il dispositivo vedi l’idrogeno che si forma??
La centralina della tua auto forse non si autoadatta al nuovo carburante??
Di dove sei?
MM (se hai voglia scrivimi ciao)
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Caro Andrea,
pur considerandomi un passeggero piuttosto che uno della ciurma,volevo ringraziarti per i tuoi posts perché, pur non insegnando,mi fanno comprendere e quindi imparare.Li trovo, si’ scritti dalla ragione, ma anche con molta compassione per gli uomini e loro malefatte.
Marco
Bruxelles 14/07/2008