COMA PROFONDO!

Scritto il alle 07:45 da icebergfinanza

  

  

In medicina si definisce coma un profondo stato di incoscienza che può essere provocato da intossicazioni, alterazioni del metabolismo o danni e malattie del sistema nervoso centrale, fra tutte, le più comuni cause di coma sono le alterazioni del metabolismo.

E’ cambiato totalmente il metabolismo dell’ inflazione “core”, a tal punto che ormai qualsiasi pressione inflazionistica di natura storica, non riesce a far salire la pressione del nostro paziente?

A volte i medici possono dover indurre un coma temporaneo, artificiale appunto, per mezzo di farmaci, per ridurre l’edema cerebrale dopo un danno subito. Il paziente in stato comatoso non è capace di rispondere né agli stimoli verbali, né a quelli dolorosi, perde insomma le sue funzioni cognitive e la consapevolezza dell’ambiente intorno a sé, ma mantiene il ciclo di sonno e veglia e può avere dei movimenti spontanei e aprire gli occhi se stimolato.

Se qualcuno crede che prima o poi, con aumenti di una certa sensibilità come il +4,1% alla produzione e il 2,6 % al consumo, il paziente inflazione “core” non apra gli occhi sottoposto ad un tale stimolo, ben in questo caso vive realmente in uno stato comatoso artificiale.

Un rialzo dei prezzi al consumo del 0,7% e alla produzione del 0,9%, al tasso più forte da circa due anni, viene sistematicamente depurato dalle componenti volatili dei prezzi energetici ed alimentari per presentare un anemico 0,1%.

Che importa se la produzione è anemica, se la fiducia, volatile, del consumatore piomba a 83,3 e tutto ad un tratto torna di moda!

Potenza della volatilità dell’animo umano o potenza di una leva nascosta?

Esiste tuttora la correlazione tra le componenti energetiche e l’inflazione e ….se la componente core specialmente in Europa è sempre stata sotto controllo a che serve l’aumento dei tassi di fronte ad un’inflazione di tipo “importata” visto che la stretta creditizia non può avere nessun effetto diretto sul prezzo delle materie prime?

Non vi è stato ancora il trasferimento dei maggiori costi delle materie prime ai prodotti finali oppure le aziende hanno oggi una struttura efficiente tale che consente di diluire questi aumenti grazie ad esempio ad un  minor costo della manodopera ( effetto outsourcing e onda deflazionistica del mercato del lavoro dei paesi dell’Est europeo e asiatici) o la capacità di mettere in atto economie di scala che permettono di presentare prodotti finali competitivi.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia, AIE è preoccupata per le corte a rischio, ma l’ultima volta non si è limitata a lanciare il solito allarme, quando cambia il tempo, ma questa volta ha fatto una lunga lista di squilibri strutturali.

Aumento della domanda raddoppiato, rispetto allo scorso anno con i paesi non Opec che stanno producendo meno del previsto, scorte in vista della stagione estiva ai minimi degli ultimi anni con il rischio di una nuova tensione sui prezzi che questa volta proietterà i prezzi verso 80 dollari al barile.

Se poi vogliamo incominciare a prendere considerazione degli elementi strutturali, il collo di bottiglia della raffinazione e le riserve provate di greggio nel mondo in continua riduzione sono elementi che assumono carattere irreversibile. Ecco perché ormai stà nascendo la nuova economia delle energie alternative, rinnovabili.

In un articolo sul Washington.post.com secondo l’economista principale di Economy.com. Moody, Zandi, mentre i mercati finanziari amano che l’inflazione di fondo sia addomesticata, l’americano medio vede aumentare velocemente i costi dei generi alimentari e la benzina che supera i 3 dollari al gallone, facendo si che l’inflazione percepita sia decisamente più alta.

Un altro articolo testimone della realtà di ogni giorno, di coloro che devono fare i conti con i prezzi aumentati e i loro stipendi stabili loro troverete al seguente indirizzo:” Rising.food.prices take a bigger paycheck bite”.

E che dire dell’Europa, della vecchia Italia dove ormai all’inflazione hanno staccato la spina, si viaggia ormai intorno all’1,5% e la BCE non passa giorno che minacci una nuovo aumento di tasso, che ricordi la sua politica accomodante, la sua persistente attenzione alle prospettive dell’inflazione!

In ogni parte del mondo le spinte inflative sono irrimediabilmente in azione, dai paesi emergenti alle “vecchie” economie tranne nella terra del Sol Levante che ormai da tempo immemorabile, per inefficienza conosce una deflazione strutturale.

Paese quello giapponese che fa sembrare uno scherzo le vecchie svalutazioni della lira e al tempo stesso un gioco da ragazzi il guinzaglio a cui è sottoposto lo yen. Ormai siamo al raddoppio in meno di sette anni dell’euro nei confronti dello yen con differenziali sui tassi che non richiamano le realtà economiche ma che ricordano a tutti che questo è il “Paese dei Balocchi” dove chiunque voglia può indebitarsi per partecipare al “carrytrade game”.

Inflazione che tanto per non andare lontani dal Giappone, ha costretto la banca centrale neozelandese ad aumentare i tassi sino all’8 % ricordando a tutti coloro che vivono di coma artificiale indotto, che le aspettative di inflazione portano con se il ricordo degli anni ’70 dell’inflazione dalle mille vite, vitale e inesorabile che determinò un periodo di crescita travagliata.

Ma questa ormai è una sensazione di stato comatoso artificiale che pervade tutti  i paesi del mondo, dove ormai l’erosione del potere di acquisto è strutturale, dove l’indebitamento assume carattere virtuoso e dove le spinte e le rivendicazioni salariali vengono tenute a bada con la minaccia di aumenti di tasso che servono principalmente non ha combattere l’inflazione anemica dichiarata, ma il mare di liquidità dove navigano indisturbati i principali attori dei mercati finanziari.

Per chiunque fosse interessato a conoscere un po di storia, storia dell’inflazione e della deflazione in America consiglio questi due post a firma Jordan_Roy_Byrne  dal titolo “  “_THE_AMERICAN_INFLATION_”.

Inoltre per cercare di comprendere i vari interrogativi che l’inflazione e le sue variabili portano con se, troverete alcune risposte in questo post riassuntivo dal titolo CONFUSED_ABOUT_INFLATION?

In un precedente post Vi ricordai come La tachicardia secondo la medicina consiste in una aritmia cardiaca determinata dalla stimolazione anomala  di un centro particolare che genera impulsi ed improvvisamente assume il comando del ritmo cardiaco per un tempo più o meno lungo.
 
Si dice che l’inizio della tachicardia non è mai improvviso, ma se non deriva da condizioni patologiche od assunzione di sostanze stupefacenti occorre prendere in considerazione che essa sia dovuta ad uno stato ansiogeno.

Accadde spesso in chi soffre di attacchi di panico, spaventando la persona, che la interpreta come un imminente attacco cardiaco, con conseguente attivazione del sistema ansiogeno.

Bene, quale migliore rappresentazione della realtà attuale dei mercati poteva essere applicata per descrivere un rituale che si compie ogni volta che il mercato è in attesa della diffusione dei dati relativi all’inflazione ed in maniera particolare a quella cosiddetta “core” ed ogni qualvolta i governatori delle banche centrali fanno qualche accenno alle prospettive inflazionistiche.

Oggi e domani in rapida successione verranno comunicati ai mercati i dati relativi ai prezzi alla produzione PPI e quelli al consumo CPI ovviamente con il tanto caro e amato “core”.

Vediamo se le spinte alimentari ed energetiche non si stanno trasferendo lentamente al resto dell’economia americana.

Comunque vada sarà un successo!

Concludo con il riferimento ad un articolo apparso su Economist’s View, un blog accademico che in sostanza riprende quello che è un mio cavallo di battaglia, ovvero il pericolo che riconduce all’inflazione che proviene dal mare di liquidità che sommerge i mercati globali, il pericolo che riconduce all’allegra gestione dei derivati e alla creazione di strumenti finanziari al limite della pazzia umana, al pericolo che un giorno all’improvviso questa dispersione del rischio si concentri nella consapevolezza che nulla è per sempre, che nessuno conosce le cause di una concentrazione del rischio, della liquidità e che ogni utilizzo esponenziale di una risorsa porta con sé l’inevitabile esaurimento.

Come dice l’articolo_in_questione , in passato le grandi crisi come il LTCM, l’ENRON o in ultima istanza l’hedge fund AMARANT portano delle ondulazioni macroeconomiche che sono la prova di come le innovazioni finanziarie si propagano attraverso il sistema. Tuttavia e qui arriviamo al mio cavallo di battaglia, la conclusione è che quando tutti gli occhi degli operatori sono rivolti alle quotazioni, alle borse in genere, allora i futuri sviluppi macroeconomici determineranno improvvise ondate di contrazioni economiche che porteranno inevitabilmente alla recessione.

In sintesi non sarà più un crollo della borsa, come avvenne nella Grande Depressione ha determinare un cambiamento nell’economia, ma l’economia stessa e le sue variabili macroeconomiche determineranno il futuro dei mercati.

 

“ Una politica monetaria accomodante e una congiuntura storica che non sembra produrre inflazione, condurranno ad un’inflazione dei prezzi dei beni e al deterioramento della qualità del credito. Ad un certo punto, la Banca Centrale dovrà passare uno straccio sulla liquidità o stare a guardare l’inflazione che svolge il lavoro”

psicocafe.blogosfere.it/2007/03/onde-cerebral…

 

2 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 17 Luglio 2007 at 11:41

l’indice zew in Germania è crollato, l’indice che misura il sentiment dell’economia è sceso circa del 50%, i mercati si sono spazzolati la forfora dalle spalle e rimangono in attesa di N.Y. e del favoloso D.J., cosa ci riserveranno le prossime trimestrali della corporate usa, e quali stratosferici utili riserverà agli investitori il ramo finanziario di queste aziende. Spazzolando il valore di mercato di alcune società così da incrementare il loro peso nell’indice riusciranno a raggiungere 17.000, grazie all’intervento misurato di Bernanke che spianerà l’inflazione. La BCE non nasconde la sua paura per un’inflazione latente e fortissima ma i mercati seguiranno i consigli di Ben.ciao PA.

utente anonimo
Scritto il 17 Luglio 2007 at 15:10

Lo so che non c’ entra tantissimo ma vi posto un bell ‘ articolo (in un inglese non troppo difficile ) su un problema un pò di tutti :

How to Earn $1 Million by Not Watching TV
Thursday July 12, 12:42 pm ET
ByJeffrey Strain, Special to TheStreet.com

(Editor’s note: To access some of the links in this story, registration or a subscription may be required. Please check the individual links for the site’s policy.)

A recent study found that it would take $1 million for someone to be willing to give up TV for the rest of their lives.

ADVERTISEMENT
Guess what? If you decided to give up TV and invested the money you saved, you would get that $1 million — and probably a lot more.

People rarely consider the cost of watching TV, and when they do, they usually focus on the cost of their monthly cable bill. The truth is that there are a wide variety of costs associated directly and indirectly with having a TV.

Here are some areas where your TV drains your finances:

TV: The cost of your TV can range anywhere from a few hundred dollars to several thousand if you decide to go for the newer plasma flat screen TVs. Take this cost and multiply it by several times, since you will likely own far more than one TV during your lifetime.

Entertainment cabinet system: Most people don’t consider this cost when purchasing a TV, but you need a stand or entertainment cabinet on which to display your TV and other components of your entertainment system. This will cost anywhere from a few hundred dollars on up, depending on how fancy you decide to go. You can also assume that you will replace this at least once during your lifetime.

Cable: Once they have a TV, most people aren’t satisfied watching only the free basic channels. Most will subscribe to a cable or satellite package that will cost them anywhere from $20 a month for bare-bones cable channels to well over $100 a month.

Pay-per-view: There are an increasing number of special pay-per-view sporting and entertainment events now found on TV. You might spend nothing to over $100 a month on these, depending on your viewing habits.

Movies: In addition to cable, most people are going to want to watch movies. That means either purchasing the DVDs or renting them from a service such as NetFlix and paying a monthly fee.

DVD/DVR: In order to watch the movies that you rent, you are going to need a decent DVD player. This will cost at least a few hundred dollars. And again, you’ll likely replace this a minimum of several times over your lifetime as technologies change and better quality devices are created. You also may buy recording devices or DVRs like Tivo and related accessories to catch all of your favorite shows.

Gaming system: If you are into video games, you will purchase a gaming system to use. These can cost anywhere from a couple hundred dollars on up. You will also likely buy a number of these over your lifetime as the systems improve.

Games: If you purchase a gaming system, you will also need to purchase or rent games to play on that system. This can get quite costly, as most people want a variety of different games to play. It can easily run more than $100 a month if you purchase multiple games.

Energy: You will need to pay for the electricity to run the TV and other related electronics. This will vary greatly, depending on the type of TV you have and how much energy costs where you live, but it will likely be a minimum of $10 a month and possibly much more.

Commercials: A huge hidden cost of TV that people never consider are all the commercials they watch. The commercials are there to get you to buy products — and they are effective. Economist Juliet Schor estimated that for every hour of TV a person watches each week, he or she will increase his or her annual spending by about $200, according to a 1999 article in the Spokane, Wash., Spokesman-Review. In 2005, Nielsen Media Research reported that the average person watched approximately 4.5 hours of TV a day, or 31.5 hours a week. At $200 in extra spending for each hour watched, that means that the average person spends an extra $6,300 a year due to TV commercials that they wouldn’t have spent if they didn’t watch TV.

Opportunity costs: Another cost often overlooked when considering the price of watching TV is the opportunities forfeited when you choose viewing over something else. You could start a business, take on a part-time job or take care of your garden so you don’t have to pay someone else to do it. Assuming that your time is worth at least the minimum wage of $5.85 per hour, your opportunity cost is $737 a month if you view the average amount of TV.

So what does this all add up to? Say you’re 25 years old and you initially spend $2,000 for your TV, DVD player, entertainment cabinet and gaming system after getting your first job. Add in monthly costs of $100 for cable, $10 for electricity use, $20 for renting movies, $25 for buying games and $20 for an occasional pay-per-view event, and you’re looking at $175 a month. Add in another $525 a month extra you spend due to the influence of commercials if you are the average person, and you are costing yourself $700 a month watching TV.

If you instead invested this money and received a return of 8% compounded annually over 45 years until you’re 70 years old, you would have more than $3.7 million in your account.

That is actually a conservative number, as additional upgrades in equipment were not included. Not to mention potential repair costs. It’s also more than likely that many of the services will rise in price over time and new TV-related services will be introduced. And the calculation does not even take into account the potential additional opportunity cost, which could be a significant amount of money.

Your actual lifetime TV costs will vary from the above assumptions depending on how you watch TV and what services you use. You can make an estimate of your total costs for watching TV by plugging the relevant numbers into a basic compounding calculator.

While it’s probably unrealistic that you will give up your TV entirely, the above numbers should make you consider how much money your TV-watching habits are costing you. Even some small changes could have a huge benefit on your overall finances.

By Fabio

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