AMERICA … SOFT LANDING!

Scritto il alle 09:30 da icebergfinanza

Un rapido riassunto dei principali dati macroeconomici che hanno interessato l’economia americana e mondiale nei primi giorni della settimana, mettendo in evidenza le principali novità alcune delle quali trattate nell’ultimo manoscritto.

Partiamo da un’importante dichiarazione degli analisti della banca americana JPMorgan i quali hanno dichiarato che secondo loro l’indice PMI survey è molto più affidabile rispetto all’indice ISM survey, sia per quanto riguarda l’industria manifatturiera, che per quanto riguarda il settore dei servizi.

Se prendiamo ad esempio l’ultimo PMI manifatturiero MARKIT possiamo notare che in realtà il rimbalzo ipotizzato come vedremo dall’indice ISM è un’illusione ottica, visto che come abbiamo più volte sottolineato in questi mesi la recessione della manifattura americana è palese sia nella produzione che negli ordinativi, passando per l’occupazione.

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[Chart]

Thanks to Econoday

Nulla di nuovo neanche in Cina al momento…

ImmagineCalma piatta a livello globale ormai da anni e anni …

ImmagineTra l’altro basterebbe osservare come anche uno dei pochi motori che sino a poco tempo fa funzionavano, il settore delle costruzioni stia nuovamente perdendo colpi…

[Chart]

Thanks to Econoday

Sino a prova contraria una piccola inversione è in atto anche nelle vendite di auto…

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Thanks to Econoday

Prima di proseguire vorrei fare notare che a sorpresa la Banca centrale australiana dopoun periodo di stabilità ha nuovamente abbassato i tassi al 1,75 %, il che conferma il nostro scenario condiviso nell’autunno del 2014 uno scenario deflativo che non risparmierà neppure l’Australia e la Nuova Zelanda…

Australia Interest Rate

Thanks to TRADINGECONOMICS.COM

E veniamo quindi ai dati di ieri, giornata davvero ricca di sorprese…

Partiamo dall’occupazione del settore privato ADP …

Secondo il rapporto mensile redatto da Macroeconomics Advisers e dall’agenzia che si occupa di preparare le buste paga Automatic Data Processing, il mese scorso sono stati creati 156.000 posti di lavoro, mentre le stime erano per un rialzo di 196.000. (America 24)

40.000 posti in meno rispetto alle aspettative non sono uno scherzo soprattutto se si pensa che il settore dei servizi è passato dai 189.000 posti di marzo ai 166.000 di aprile, l’occupazione nel settore costruzioni si è ridotta di 4.000 unità e quella relativa all’industria manifatturiera ha perso ulteriori 13.000 posti oltre ai 3.000 del mese precedente. Lo sviluppo dell’occupazione sembra notevolmente rallentato con debolezza diffusa in tutti i settori.

In attesa del dato “istituzionale” di domani la sintesi è che tutti gli indicatori sia privati che isituzionali segnano una chiara battuta di arresto per l’occupazione americana, a meno che non si siano inventati altri migliaia di occupati come barman o camerieri.

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Thanks to Econoday

Buone notizie sembrano arrivare dagli ordinativi all’industria peccato che la dinamica delle scorte influirà in maniera negativa sulle prospettive del secondo trimestre …

Ordini a fabbriche Usa +1,1% a marzo, oltre le stime

Gli ordini alle fabbriche americane sono tornati a salire di buon passo dopo essersi attestati in calo in sette dei precedenti otto mesi. Il dato segnala un miglioramento del comparto manifatturiero. Secondo quanto reso noto dal Dipartimento del Commercio, il dato è salito dell’1,1%, mentre gli analisti attendevano una crescita dello 0,8%. In febbraio il dato era sceso dell’1,9% (rivisto al ribasso dal -1,7% della prima stima). Nel primo trimestre gli ordini sono scesi del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le scorte sono cresciute dello 0,2% (America 24)

Verrebbe da dire, di revisione in revisione verso la recessione, ma lasciamo perdere, noi non abbiamo alcuna fretta. Se fai uno 0,3 % meglio delle attese ti esalti, dimenticando che il mese precedente hai dovuto rivedere i dati al ribasso dello 0,2 %, ma questo come sappiamo fa parte del gioco.

Questa è la realtà visiva il resto chiacchiere …

United States Factory Orders

Thanks to TRADINGECONOMICS.COM

Interessante anche la dinamica della bilancia commerciale con le importazioni in continua contrazione, segno che i consumi continuano a diminuire…

In marzo le esportazioni sono scese dello 0,9%, mentre le importazioni sono diminuite del 3,6%. In marzo le importazioni di beni e servizi si sono attestate al minimo da febbraio 2011, con quelle di petrolio al minimo da settembre 2002. L’export di cibi e bevande si è attestato al punto più basso da settembre 2010, quello di forniture industriali al minimo da febbraio 2010 e quello di beni di consumo al minimo da marzo 2013. Nei primi tre mesi dell’anno l’import americano è sceso del 4,5% e l’export del 5,4%. (America 24)

Il commercio internazionale 2016/05/04

Thanks to Econoday

Fattore positivo per la revisione del pil che potrebbe salire a 0,9% dal 0,5 % della prima lettura ma come potete vedere qui sotto dalle revisione del GDPNOW nulla di importante…GDPNow 2016/05/04

Calo delle produttività, aumento delle pressioni sul costo del lavoro, miglioramento di entrambi gli indici PMI e ISM dei servizi completano la batteria di dati di questo inizio settimana, che come potete vedere è nato all’insegna di quanto vi avevamo preannunciato con Machiavelli ribasso dei mercati e del petrolio.

 

 

 

6 commenti Commenta
madmax
Scritto il 5 Maggio 2016 at 22:17

Inoltre dobbiamo ricordare che il 58% del debito US va in scadenza nei prossimi 3 anni! Ovvero miliaia di miliardi da rifinanziare. Se una cosa simile fosse presente in Italia tutti a gridare alla non sostenibilita’ per gli US nemmeno uno straccio di articolo!
Nessuno e’ piu’ cieco di chi non vuol vedere!

madmax
Scritto il 5 Maggio 2016 at 22:21

Dimenticavo, non me lo invento io, guardate al link: http://www.gao.gov/assets/680/673641.pdf
Pagina 18 🙂

aorlansky60
Scritto il 6 Maggio 2016 at 09:19

@ Madmax

il 58% del debito US va in scadenza nei prossimi 3 anni! Ovvero miliaia di miliardi da rifinanziare. Se una cosa simile fosse presente in Italia tutti a gridare alla non sostenibilita’ per gli US nemmeno uno straccio di articolo!

un dato impressionante se valutato come valore assoluto

(sapendo che il deb tot degli USA si attesta attualmente a 18mila miliardi di $),

assai di meno se si considera chi è il prestatore originario : gli USA.

I quali dispongono di una serie piuttosto SOLIDA di argomenti per essere considerati per quello che sono,

ovvero il paese sovrano numero 1 al mondo in assoluto, da qualsiasi parte lo si osservi, anche i lati peggiori purtroppo…

kry
Scritto il 6 Maggio 2016 at 10:22

aor­lan­sky60,

— ” ovvero il paese sovrano numero 1 al mondo in assoluto, da qualsiasi parte lo si osservi, anche i lati peggiori purtroppo… ” —

deficit pil ormai oltre il 105%
popolazione ancora ( in lieve aumento ) 323.500.000

opsss

cittatini che ricevono contributi ormai la metà — 161.600.000 — ( in aumento al doppio della velocita rispetto alla crescita totale della popolazione.

aorlansky60
Scritto il 6 Maggio 2016 at 11:20

@ Kry

se non fosse che il giappone detiene (quasi) interamente tutto il suo debito pubbl

quel 230% di rapp deb/pil che si porta sulle spalle sarebbe assai più preoccupante rispetto al 105% USA
(ridendo e scherzando, per i giapponesi quella percentuale sul loro pil significa 10mila miliardi di $ di DEBITO, da solo quasi quanto il debito totale di TUTTA l’€urozona messa assieme, solo che noi siamo in 500 milioni, i giapponesi solo 120 milioni, peraltro ormai quasi tutti rachitici e grinzosi vista l’età in progressivo avanzamento, non un particolare incoraggiante in prospettiva futura…)

a parte questo,

ci sono alcuni fattori significativi tali da farmi ritenere gli USA ancora al vertice, nella posizione che occupano,
soprattutto se considerata in ambito globale,

– la loro divisa ha reso e rende un buon servizio, garantendo allo zio sam di tenere “il mondo per le palle”(come si suol dire) : la maggiorparte dei paesi specie quelli EM sono indebitati IN DOLLARI; in pratica, il debito pubbl statunitense è sostenuto e pagato da terzi, non dal popolo americano (a differenza dei giapponesi…)

– del loro apparato “militare-difensivo” ho detto spesso, non occorre ricordarlo – la maggiorparte degli analisti ignora o sottovaluta questo settore, secondo me invece MOLTO rilevante quanto MOLTO PERSUASIVO (eventualmente verso terzi…)

– posseggono le riserve auree più elevate (> 8000 tonn) rispetto a chiunque altro stato sovrano al mondo (forse solo la China nel corso degli ultimi 2anni è arrivata a quel livello, ma il dato non è certo considerata l’ermeticità Cinese a voler fornire qualsiasi tipo di dato, a maggior ragione se sensibili e di pertinenza rilevante come questo settore)

– la loro economia è ancora la numero 1 al mondo, non so ancora per quanto -i segnali di inversione ci sono, a volerli leggere, come ci ricorda Andrea meticolosamente nei suoi report- ma al momento attuale, ancora tant’è.

A mio modo di vedere e valutare, il RE è ancora saldo sul trono.

kry
Scritto il 6 Maggio 2016 at 12:09

aor­lan­sky60,

– la loro economia è ancora la numero 1 al mondo
– il RE è ancora saldo sul trono
Di sicuro.
Infatti è questo che garantisce la non preoccupazione della scadenza del 53% del loro debito nei prossimi tre anni,
nonostante il vassallo
oltre al miglior rapporto deficit/pil
possa mostrar
http://it.tradingeconomics.com/euro-area/current-account-to-gdp
Ciao.

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