ITALIA…L’ULTIMA GRANDE OCCASIONE!

Scritto il alle 11:23 da icebergfinanza

Nelle ultime settimane ho spesso ricevuto richieste di delucidazioni da parte di nuovi lettori che mi chiedevano di spiegare il significato dell’ …“ultima grande occasione”

Si tratta di una metafora che i sostenitori del nostro viaggio ben conoscono una metafora lanciata nel luglio dello scorso anno quando nel bel mezzo di un oceano di pessimismo e catastrofismo alimentato da analisti, economisti e blogger, scegliendo un sano pragmatismo suggerii di non lasciarsi prendere nuovamente dal panico che la liquidità delle banche centrali e le promesse della BCE avrebbero risollevato temporaneamente le sorti del nostro Paese.

Più volte negli ultimi anni e mesi Icebergfinanza ultimamente attraverso l’aiuto di un esperto della politica come Machiavelli ha raccontato la dimensione macroeconomica e fondamentale del nostro Paese, cercando di esulare la triste realtà quotidiana, sociale ed economica da quella finanziaria che raccontano i mercati, intrisi di liquidità alla ricerca disperata di un rendimento.

Questo è quanto è accaduto al rendimento del nostro decennale con il raggiungimento della percentuale magica … 3,75 %  

 

Questo ha comportato guadagni minimi in conto capitale che vanno da un minimo del 10 % sino ad un massimo del 30 % in meno di un anno.

La recente uscita del BTP trentennale rastrellata ad un tasso del 5 % dai fondi per il 50 % nostrani e poi soprattutto inglesi e tedeschi … A sottoscrivere il nuovo Btp trentennale collocato ieri dal Tesoro sono stati oltre 170 investitori, per una domanda complessiva pari a circa 12,7 miliardi di euro. Lo comunica il Tesoro, precisando che quasi il 40% dell’emissione e’ andato a investitori di lungo periodo (fondi pensione e assicurazioni), la quota sottoscritta da fund manager e’ stata poco meno del 39%. Le banche si sono aggiudicate il 13%, gli hedge fund circa il 4%, mentre banche centrali e istituzioni governative l’1,6%. (Ansa) 

Nel frattempo i becchini alemanni continuano a fare il loro lavoro …La Bce non deve piu’ comprare titoli di stato italiani fin quando non verra’ risolto il problema del debito pubblico. Lo sostiene uno stretto collaboratore della cancelliera tedesca Angel Merkel, il vice capogruppo cristiano democratico al Bundestag, Michael Meister. In un’intervista al Neue Osnabrucker Zeitung Meister sostiene che ”la credibilita’ della Bce le impone di chiedere all’Italia di rispettare i propri obblighi” e ”se non lo fara’, non saranno rispettati i requisiti del programma della Bce per l’acquisto dei titoli”. ( L’Indipendenza ) 

Suggerisco al buon Meister di rivolgere lo stesso invito alla Bundesbank che smetta di monetizzare i bund che nessuno più compra da tempo a tassi reali negativi e soprattutto suggerisco di rivolgere lo stesso appello ai fondi assicurativi e pensione tedeschi che sono molto attivi alla disperata ricerca di rendimento nel sottoscrivere i nostri titoli di Stato.

Affascinante decisamente affascinante ed estremamente semplice smontare le tesi di questi becchini portavoce tedeschi!

Per intanto consiglio a gufi e corvi neri di rassegnarsi e consolarsi con le ultime aste periferiche su irlanda, Spagna, Portogallo e Italia che hanno visto una sensibile contrazione dei rendimenti e alti flussi da investimento esteri soprattutto asiatici.

Addirittura al banchetto sta partecipando anche la Grecia alla quale alzano i rating addirittura amettendo che ora non corre più il rischio di uscire dall’Europa (sic! dopo averla disintegrata ) con una performance di oltre il 360 % in poco più di un anno.

L’oro si prepara ad un lungo letargo e il franco svizzero abdica alla sua funzione di moneta rifugio, il solito governatore della Federal Reserve sostiene che la bomba di liquidità finirà in estate mentre fioccano dati estremamente negativi sul cielo dell’economia americana, con manifatturiero e immobiliare in sensibile contrazione e la favola dei sussidi di disoccupazione all’inizio di una nuova tragedia.

Come suggerisce Machiavelli il migliore dei mondi possibili non durerà in eterno e il segnale  lo si avrà a livello politico e geopolitico il prossimo mese.

L’     è pronta ma questo lo vedremo nelle prossime settimane!

Nel frattempo l’ultima grande occasione continua, dopo l’uscita del …” pilota automatico di Machiavelli”  guardate cosa è accaduto…

E ora tutto pronto per … ” l’ultima grande accelerazione” ? Ai posteri l’ardua sentenza! 

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18 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 17 Maggio 2013 at 12:08

Credo tu sia tra i migliori analisti italiani, non per piaggeria ma per l’evidenza del track record. Penso pure che tu lo sia perché colleghi elementi di natura economica ad altri di natura sociale, storica e psicologica, con un buon successo sinora. Tuttavia credo che da ora in poi sia prudente astenersi da qualunque previsione, siamo definitivamente entrati in “terra incognita”, non esistono precedenti storici che realmente assomiglino alla situazione odierna, ci sono elementi che ricordano il 1913, altri il 1973 ma temo sia impossibile avere una situazione storica passata di riferimento. Questo accade raramente, ma chi ha studiato la storia nel lungo periodo sa che è così che procede la traiettoria umana, e non solo umana, ma del sistema naturale nel quale siamo collocati: attraverso discontinuità, passaggi di stato, radicali cambiamenti irreversibili che in breve periodo portano in una situazione completamente differente. Il secondo principio della termodinamica regola la nostra vita e non le pseudo leggi dell’economia che hanno validità limitata nel tempo e nello spazio.

icebergfinanza
Scritto il 17 Maggio 2013 at 12:37

john_ludd@finanza,

Onorato… In effetti nei prossimi mesi entreremo nella cosiddetta ” No Man’s Land” dove forse scopriremo le conseguenze del più spettacolare esperimento della storia della politica monetaria, sconfinato oltre il limite della realtà… l’importante è esserne consapevoli ma probabilmente c’è ancora un pò di tempo!

Rimembrando una vecchia favola…

Il Bruco rivolgendosi ad Alice nel Paese delle Meraviglie le chiese: Chi sei, bambina?

In questo momento non lo so, signore. Se potessi lo farei, ma purtroppo sono confusa, ho cambiato dimensioni dieci, cento, mille volte e questa è una cosa che sconcerta!

Devo dirti una cosa importante, bambina! Ricordati di non perdere mai la calma, qualunque cosa accada!

john_ludd
Scritto il 17 Maggio 2013 at 13:35

icebergfinanza,

Non mi aspetto catastrofi nel breve periodo, seppure esistano diversi acceleratori possibili come la situazione esplosiva in medio oriente e centro Asia.

Per breve periodo intendo 3 – 5 anni, è la cultura del tutto subito di oggi che confonde il termine “breve” con “ora”. Ed è questo il problema intrattabile che abbiamo di fronte. A fronte di problemi mai vissuti prima, e quindi di esperienza passata cui attingere, tutto è incentrato su “adesso”, “ora”.

Questi sono i veri problemi che abbiamo di fronte, tra loro collegati, e che richiederebbero uno sforzo coordinato e massivo a livello internazionale: 1) drastico aumento del rapporto tra chi non lavora e chi lavora in occidente a causa sia dell’invecchiamento della popolazione che della minore disponibilità di lavoro per effetto dell’automazione e della globalizzazione 2) drastico calo nei prossimi 20 anni della disponibilità di energia a basso costo e palese sotto valutazione dell’impatto che avrà a causa del relativamente lento dispiegarsi degli effetti 3) aumento degli effetti di “disordine climatico” determinato da una maggiore energia presente nell’atmosfera, che andrebbe affrontato a prescindere che sia o meno di origine antropica (ma il 99,9999% degli scienziati sa che è colpa nostra); l’effetto principale è l’aumento di crisi idriche o per prolungate siccità o per eccessive alluvioni e anche e soprattutto per la riduzione delle faglie idriche 4) aumento della popolazione nelle regioni che meno se lo possono permettere, Africa e Pakistan soprattutto.

Sul punto (2) un tema che seguo con attenzione vale la pena sottolineare come siamo in presenza di un montante effetto distorsivo creato dalla combinazione di mercati finanziari speculativi concentrati sull’oggi e della fallimentare politica di pianificazione da parte dei governi. Con il rallentamento dell’economia in atto, sta accadendo che momentaneamente il costo dei combustibili fossili è in calo (e questa è la ragione principale della modesta inflazione attuale) e questo sta frenando gli investimenti in forme di energia differenti a causa dei meccanismi di mercato che vengono facilmente cavalcati dagli interessi costituiti. Persino l’interesse dei cittadini è in calo come dimostrato da recenti sondaggi in Nord America che probabilmente darebbero esiti analoghi anche da noi.

Questa collisione tra interessi di brevissimo respiro, tesi a mantenere uno status quo che a diversi livelli tutti pretendono, è incompatibile non solo con una ripresa economica e un rinnovato benessere sociale, ma con la sopravvivenza di una civiltà avanzata e duratura.

Se proprio vogliamo cimentarci in un esercizio previsionale di breve periodo eccone uno: anche a causa dell’attuale relativo basso prezzo, il costo dell’energia aumenterà bruscamente entro 2 – 3 anni. Ridotti investimenti e soprattutto aumento della richiesta nei paesi emergenti ne saranno la causa. Questo evento accadrà in un contesto ove la totalità è ormai convinta di vivere in una situazione di nuova normalità dove bassa inflazione e immensa quantità di denaro caldo possono coesistere senza effetti collaterali. E sarà allora, quando tutti sono disarmati che accadrà ciò che ovvio: l’inflazione tornerà perché la produzione (di carburanti) non riuscirà a tenere il passo con la richiesta portandosi dietro alimentari e produzione industriale, e gli stessi mercati finanziari che oggi collaborano a mantenerla bassa rischieranno di portarla fuori controllo, inevitabile punizione per un sistema che si è affidato ai mercati speculativi e non regolamentati per programmare il futuro nostro e di chi ci seguirà.

mannoz
Scritto il 17 Maggio 2013 at 17:01

Ludd scusa ma stai dipingendo uno scenario di stagflazione più che d’inflazione o sbaglio?

e cq lo shale gas degli Us e le previsioni di crescita anche per i bituminosi canadesi non influiranno?

silvio66
Scritto il 17 Maggio 2013 at 19:11

mi sembra che concordiamo tutti sul fatto che non cambi nulla per i prossimi anni. gli anni però sono fatti di mesi dove le mode possono cambiare le cose, anche molto. Personalmente spero che vivremo ancora un pò di questa euforia drogata che pervade i mercati.

glare
Scritto il 17 Maggio 2013 at 19:42

mannoz@finanza,

interessati sui bituminosi Venezuelani..Chavez è morto e questa nazione ha un quantitativo immenso di scisti..diventerà il primo mercato americano

john_ludd
Scritto il 17 Maggio 2013 at 21:18

mannoz@finanza,

ti riferisci al miracolo dell’autosufficienza energetica USA che la propaganda soffia con la forza di un uragano ? Questi sono i dati (M/g = milioni di barili al giorno):
1) consumi (petrolio e altri combustibili equivalenti) = 19 M/g
2) produzione locale prima della scoperta di nuovi giacimenti di olio denso = 4 M/g
3) produzione attuale = 8 M/g
4) produzione di picco prevista dagli ottimisti = 11 M/g
5) produzione di picco prevista dai realisti = 9 M/g
6) picco previsto tra 2017 e 2020, poi rapido calo
Di gas naturale in questo momento gli USA ne hanno abbastanza ma non è un sostituto del petrolio, la liquefazione consuma il 25% del combustibile stesso, le riserve al ritmo di consumo attuale potrebbero essere tra i 20 e i 30 anni, ma le lobbie locali spingono il governo a liberalizzare la vendita all’estero (via liquefazione e perdita del 25%) con conseguente calo delle riserve ma fortissimi guadagni x le multinazionali (tieni presente che in USA il gas costa 1/3 che in EU e Asia)

Il tetto massimo di produzione previsto dai canadesi stessi è attorno a 4,5 M/g, i consumi mondiali odierni sono attorno a 80 M/g, quelli richiesti nel 2030 e compatibili con una crescita mondiale del 3% è almeno 115 M/g, CHE NON CI SONO E NON CI SARANNO MAI

kry
Scritto il 17 Maggio 2013 at 21:34

john_ludd@finanza,

Scusa John 3%= 115M/g è proporzionale ( 1%=35M/g). Io penso che da qui al 2030 ci si possa accontentare di una crescita globale al 2% proggresso tecnologico,risparmio energetico, fotovoltaico, eolico, recessione in buona parte dei paesi occidentali. Quei dati inglobano tutti quei progressi da qui al 2030 tenuto conto che il mondo comunque non può andare avanti così come è andato fino adesso.

mannoz
Scritto il 17 Maggio 2013 at 21:35

john_ludd@finanza,

si, ma mi riferivo ad articoli letti recentemente sul sole, cq visto he mi sembri ferrato sull’argomento, pensi che un mix di nucleare e alternative possa sopperire o cq è necessaro una diminzione erisparmio procapite?

capitan_harlok
Scritto il 17 Maggio 2013 at 21:45

SIETE proprio sicuri che nei prossimi 4- 5 anni non succederà nulla specialmente hai mercati finanziari ? ma io ne dubito fortemente secondo me ne vedremo delle belle perche prima o poi tutta questa liquidità che ce iniettata nel sistema chiedera il conto e allora capiremo che non si può solo fare una politica di espanzione monetaria ma ci va ben altro……..

glare
Scritto il 18 Maggio 2013 at 00:50

Tutti guardiamo l’oro nero come riferimento globale ed è vero, però in tempi di crisi sarebbe opportuno spostare l’attenzione sul Mais e sul Grano questi sono i reali marker dell’andamento della malattia.

Aspettiamo a breve la soglia 100 $, cosa si inventeranno ora per evitare la stagnazione ?; intanto
con tutti sti Q.E nel mondo, già trepidiamo per lo scoppio della prossima bolla valutaria.
Mi ricordo però un grafico di ben 13 anni fa in cui si prevedeva in ordine la caduta dell’euro, dollaro, sterlina e yen come in un domino globale.
Se dovesse andare come era riportato in quel grafico del lontano 2000 sarebbe davvero, diciamo, buffo perchè l’euro non era nemmeno stato introdotto ed era già stato studiato e previsto come prima moneta fallimentare guarda caso, proprio dalla fondazione Rockefeller.

giulio0808
Scritto il 18 Maggio 2013 at 15:54

@CAPITAN HARLOCK, non ti si può leggere, con tutto il rispetto, hai fatto più errori che righe scritte 😀

stanziale
Scritto il 18 Maggio 2013 at 17:37

A proposito della bundesbank che monetizza i bund, ho trovato questo in rete http://www.capiredavverolacrisi.com/debito-la-merkel-viola-le-regole-ma-tutti-tacciono-e-litalia-paga/ noi non lo possiamo fare per la riforma del 1981…e io pago……

silvio66
Scritto il 18 Maggio 2013 at 18:02

Non sappiamo cosa avverrà la settimana prossima, non entro 2/3 anni. Possiamo comunque osservare e dedurre. Concordo con Andrea sul fatto che l’inflazione abbia scarse possibilità di salire nei prossimi due anni e la conseguente tenuta di tutto il correlato. Anche la politica monetaria appare statica e poco fruiera di significative novità. Cosa dire, battiamo il ferro finchè è caldo signori e prepariamoci alle inevitabili conseguenti bolle.

dorf001
Scritto il 18 Maggio 2013 at 18:07

alcun cose da dire a quei coglioncelli degli economisti da salotto italiani. cioè giannino alesina giavazzi e la spazzatura chiamanta repubblica. ahh ditelo anche a saccomanni.

la grande america sta crollando. e giù con le bugie per non dirci la verità.

IL TRAMBUSTO POLITICO ED ECONOMICO PER IL FUTURO

DI STUART JEANNE BRAMHALL
dissidentvoice.org

Un nuovo studio dell’Università Farleigh Dickinson rivela che il 29 % dei cittadini degli USA crede che nei prossimi anni potrebbe essere necessaria una rivoluzione armata per “proteggere le libertà”. Condividevano questa visione il 18% dei democratici che hanno risposto, il 27% degli indipendenti e il 44% dei repubblicani.

Un decennio fa, era impensabile l’idea che qualcun altro al di fuori di pochi migliaia di estremisti avrebbe contemplato una rivoluzione violenta. Perlomeno questi risultati suggeriscono che una minoranza significativa degli americani è profondamente disillusa riguardo l’apparente indifferenza del governo per i loro bisogni e le loro aspettative.

LA FINE DELLA CRESCITA: UNA REALTÀ SCOMODA

Anche se il governo sostiene il contrario, la ripresa dalla spirale di deflazione che è iniziata nel 2008 (conosciuta anche come La Recessione) è stata elusiva. Nonostante le quotazioni continuino ad aumentare, la produttività, l’occupazione e le spese dei consumatori hanno ostinatamente rifiutato di tornare ai livelli precedenti al 2008. Alcuni economisti odierni (non di Wall street) credono che l’era della crescita economica sia finita – per sempre- a causa della crescita dei costi dei combustibili fossili. Secondo loro, il mondo è tornato a un regime stazionario di economia. Quasi tutte le culture umane hanno agito come regimi di economia stazionari prima dell’esplosione dell’uso di combustibili fossili nel tardo XIX secolo. Considerando il collegamento storico fra la crescita e l’occupazione “piena” (livelli di disoccupazione sotto al 10%), essi prevedono che il mondo industrializzato stia andando verso uno scenario nel quale circa la metà della popolazione adulta è disoccupata. Il lavoro pagato che rimane sarà sottopagato, part time, con contratti a termine, non protetti dai sindacati, da diritti dei lavoratori o da regolamenti per la salute e la sicurezza.

Per comprendere che la crescita economica americana è a un blocco, è essenziale guardare dati economici veri. Per esempio, quando Obama e la corporazione dei media hanno divulgato un tasso di disoccupazione al 7.5% per il mese di Aprile, hanno evitato di menzionare che questo valore riflette soltanto il numero di lavoratori recentemente rimasti disoccupati negli ultimi sei mesi (cioè il numero che sta ancora ricevendo i sussidi di disoccupazione basilari). Al contrario di altre nazioni, il dato ufficiale dei disoccupati americani non include i lavoratori i cui benefici sono esauriti. Uno sguardo da vicino ai dati del Ministero del Lavoro rivela che l’ U-6, che include i lavoratori che sono usciti dalla forza lavoro e i lavoratori part time che cercano un lavoro a tempo pieno, indica che la vera disoccupazione in verità è cresciuta dell’1% in Aprile, arrivando al 13.9%. L’amministrazione Obama ha anche omesso di riportare che su 296.000 nuovi posti di lavoro creati il mese scorso, 278.000 erano part time.
Secondo John Williams, fondatore di shadowstats.com, il governo ha anche manipolato le cifre della crescita economica per far sembrare che l’economia americana stia continuando a crescere, quando l’aumento annuale della crescita economica negli ultimi 5 anni è virtualmente nullo.

IL CROLLO ECONOMICO DEL 2008 ERA PREVEDIBILE ……

please, leggere tutto. qui : http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11855

DORF

veleno50
Scritto il 19 Maggio 2013 at 08:44

dorf001 cosa c’entra repubblica nei tuoi commenti ?

giobbe8871
Scritto il 19 Maggio 2013 at 17:33

stanziale@finanza,

ahn Stanziale, Nino, Beniamino Andreatta fu l’artifice del Golpe, divorzio tra Banca d’Italia e Stato !

giobbe8871
Scritto il 19 Maggio 2013 at 17:41

1978 che anno !!!

Moro

Paolo Baffi e Mario Sarcinelli….

Ciampi uhh….

e ancora i casini di Sindona e Calvi iniziano…..

e i Crucchi con Hans Werner Sinn….SME e ECU che facevano ?

e vai col 1979

e Andreatta ? molto più forte politicamente di Prodi….

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