SILENZIO, E' IN ONDA L'OTTIMISMO!

Scritto il alle 01:50 da icebergfinanza

 

La Bank of England ha pubblicato ieri il suo FINANCIAL_STABILITY_REPORT un insieme di considerazioni che pur nel loro ottimismo di fondo segnalano il potenziale sistemico di questa crisi, crisi che non è affatto finita, segnalano che il sistema deve ritrovare la fiducia e che senza di essa la crisi non si risolverà.

Troppo enfasi nel rischio di controparte, secondo la BOE, troppa mancanza di fiducia nello stesso sistema bancario, nessuno si fida più dell’altro, patrimoni in via di estinzione sostituiti dal credo assoluto nel conto economico, un’eposizione totale per il Regno Unito non dichiarata che si avvicina ai 100 miliardi di sterline, un " significativo aumento" del rischio di un collasso di una grande banca o la riluttanza a concedere prestiti al sistema possono turbare il sistema finanziario.

Potenziali grandi rischi non ancora dichiarati!

Il congelamento del mercato, la mancanza di un prezzo,  ha falsato e sovrastimato le perdite dei prodotti strutturati, perdite che non potranno mai raggiungere i livelli impliciti sanciti dai mercati a meno di un deterioramento dei fondamentali, stimando un minor computo delle perdite subprime da 400 a 200 miliardi di dollari una volta che il mercato tornasse alla normalita, potrebbe, dovrebbe, chissà!

Sappiamo tutti che tra due, tre, cinque  anni la situazione migliorerà, nel fondamentale mercato immobiliare, ma questa crisi lascerà il segno, nei fondamentali dell’industria finanziaria, ha spazzato via profitti futuri, estinto il concetto di cartolarizzazione e altre ingegnerie, ma le regole vanno applicate anche nelle perdite e non solo quando fa comodo, quando si sale all’infinito presunto.

Secondo la BOE vi è il rischio che il premio al rischio, il suo alto costo, persisterà in alcuni mercati, un circolo vizioso che nasce dalla contrazione del credito, la relazione dimostra l’esistenza di una stretta non solo al sistema finanziario ma direttamente nel tessuto economico e muore laddove il mercato immobiliare raggiungerà il suo bottom!

Il mercato delle ABS e di altre categorie di mutui è collassato da 700 miliardi di dollari della metà del 2007 ai soli 100 miliardi del primo trimestre e non conosciamo ancora quanto accadrà nel Regno Unito.

Ed ora alcune piccole considerazioni in relazione all’indice ISM manifatturiero rimasto invariato nella forma ma non nella sostanza, si tratta pur sempre di contrazione:

Manufacturers are in a situation where both new orders and production are slowly declining, but prices continue to rise at highly inflationary rates. Bright spots this month are the growth in the Backlog of Orders Index after six consecutive months of decline, continued strength in new export orders and a reduction in customers’ inventories."

Quanto durerà la favola del decoupling, quanto la favola di un’inflazione in lenta e costante riduzione…..

Aggiungetevi pure la notizia che le vendite di auto hanno riscontrato un nuovo crollo del 16 % per GM del 12 % per Ford e del 29 % per Chrysler e abbiamo un aprile dal pessimo presagio.

MANUFACTURING AT A GLANCE
APRIL 2008

Index

Series
Index
April
Series
Index
March
Percentage
Point
Change

Direction

Rate
of
Change
Trend*
(Months)
PMI 48.6 48.6 0.0 Contracting Same 3
New Orders 46.5 46.5 0.0 Contracting Same 5
Production 49.1 48.7 +0.4 Contracting Slower 2
Employment 45.4 49.2 -3.8 Contracting Faster 6
Supplier Deliveries 54.0 53.6 +0.4 Slowing Faster 10
Inventories 48.1 44.9 +3.2 Contracting Slower 24
Customers’ Inventories 45.0 51.0 -6.0 Too Low From Too High 1
Prices 84.5 83.5 +1.0 Increasing Faster 16
Backlog of Orders 51.5 47.5 +4.0 Growing From Contracting 1
Exports 57.5 56.5 +1.0 Growing Faster 65
Imports 48.0 45.0 +3.0 Contracting Slower 3
             
OVERALL ECONOMY Growing Same 78
Manufacturing Sector Contracting Same 3

*Number of months moving in current direction.

Occupazione in sensibile contrazione, meno 3,8 a 45,4 pesante, aria di tempesta per il dato odierno!

In fondo è sempre la solita tempesta, in un bicchier d’acqua, come pensate che possa reagire il mercato ad una probabile perdita di 100.000 posti di lavoro ed a sensibili revisioni dei precedenti dati?

Ieri sono aumentati sensibilmente i sussidi di disoccupazione, 35.000 in più sino a 380.000 il doppio delle previsioni, previsioni che vedono per oggi un 5,2 % nel tasso di disoccupazione e una perdita di 70.000 posti di lavoro, il quarto mese consecutivo di perdita.

La ADP pronostica 10.000 nuovi posti di lavoro aggiunti dal settore privato, ma in fondo lo scorso mese erano più 8.000, rivisti a 3000 contro i meno 80.000 del BLS.

Non importa cosa uscirà, se meno 70.000 o meno 100.000, non importa se le scorse recessioni segnalavano perdite di oltre 200.000 unità al mese, non importa se un domani il BLS procederà a pesanti revisioni che renderanno più realistiche le perdite di lavoro e molto più pesanti i numeri, non importa quanti posti di lavoro virtuali aggiungerà il CES/NET BIRTH/DEATH model ma state pur certi che nessuno potrà mai nascondere gli effetti di una strisciante ed inesorabile  disoccupazione sui consumi.

Ieri non ho letto i giornali ma credo che nessuno abbia fatto alcun riferimento alla reale recessione in cui si trova l’ America, il PIL cresce, lunga vita al PIL, nessuna recessione all’orizzonte, tutto procede bene, la crisi volge al termine e nessuno vi racconterà mai la realtà, spesso non è conveniente, il sistema non lo ammette.

E’ cosa buona e giusta che sia così, prima non vi era alcun pericolo di contagio, economia e sistema finanziario solidi, crescita infinita, qualche squilibrio qui e là, ma niente di cui preoccuparsi, la vita continua, nulla cambia, tutto è per sempre uguale.

Vi lascio con alcune considerazioni da parte di Dennis J Snower President of Kiel Institute for World Economics and CEPR Research Fellow, quattro grandi iceberg, liberi di navigare nell’oceano finanziario.

FOUR_MEGA_DANGERS_INTERNATIONAL_FINANCIAL_MARKET_FACES!

Four dangers

The first danger we have witnessed since August 2007: The subprime mortgage crisis gave rise to a liquidity crisis in the international banking system, due to uncertainty about who holds the losses. This is leading to reduced lending to firms and households. But that is not the end of the story, because the reduced lending will lead to reduced consumption and investment. With a lag, reduced sales of goods and services will reduce stock market valuations. And, with another lag, the lower stock market prices will – in the absence of any favourable fortuitous events – intensify the banks’ liquidity crisis.

The second danger lies in the dynamics of U.S. house prices. As more and more U.S. households find themselves unable to repay their mortgages, foreclosures are on the rise, more houses are put on the market, the price of houses falls further – with further lags – this leads to more foreclosures and declines in housing wealth. This dynamic process plays itself out only gradually, as households face progressively more stringent credit conditions and house sales gradually lead to lower house prices.

The third danger results from the interaction between wealth, spending and employment. As U.S. households’ wealth – in the housing market and the stock market – falls, their consumption is beginning to fall and will continue to do so, again with a lag. This decline in consumption is leading to a decline in profits, of which more is on the way, which in turn will lead to a decline in investment. The combined decline in consumption and investment spending will eventually lead to a decline in employment, as firms begin to recognise that their labour is insufficiently utilised. The decline in employment, in turn, means a drop in labour income, which, with a lag, leads to a further drop in consumption.

And that leaves the fourth (and possibly the nastiest) of the dangers, one that concerns the latitude for monetary policy intervention. As the Fed reduces interest rates to combat the crisis, the dollar is falling. This is leading to higher import prices and oil prices in the United States, putting upward pressure on inflation. The greater this inflationary pressure – which is currently in excess of 4 percent – the more difficult it will be for the Fed to reduce interest rates in the future, without running a serious risk of inflaming inflationary expectations and starting a wage-price spiral. U.S. firms and households will gradually recognise this dilemma and the bleak prospect of little future interest rate relief will further dampen consumption and investment spending.

Eventually, of course, the decline in spending will lead to a decline in inflation, but this will only happen with a lag. The longer the lag turns out to be, the longer the period over which the U.S. economy will endure stagflation, that is, a cruel combination of rising prices and falling aggregate demand. Much hinges on how persistent U.S. inflation is. More persistent inflation will inevitably give rise to higher inflationary expectations, leading gradually to higher inflation, and so on. It took central banks over a decade, in the 1980s and early 1990s, to get inflationary expectations under control, and the fruits of this battle are now in danger of being lost.

……….In the longer run, the prospects for the world economy look much brighter. Eventually U.S. house prices will stabilise, rising exports will help the U.S. economy recover, the fall in world demand for goods and services will reduce the price of raw materials, U.S. households will learn the importance of saving, and global imbalances will correct themselves.

Si nel lungo termine si risolve tutto, si correggono gli squilibri e gli americani impareranno a risparmiare, nel frattempo chissà!

44 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 03:12

Cordiali saluti illustre Andrea.

Una piccola curiosità in più:

http://acheson.wordpress.com/2008/05/01/this-is-not-business-as-usual/

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 03:13

Pardon, mi sono dimenticato la “firma”

Mau

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 09:03

Loro possono stampare tutti i soldi che vogliono …. ma forse la crisi è finita ? fed & Co. ce l’ hanno fatta ?
Ma forse si …..
Ci si aspettava ben peggio …. invece nessuna banca è saltata … nessun pericolo alla fine ….
Ormai sto cominciando a pensarlo …

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 09:35

L’andamento del grafico indicato a Mau è impressionante, ma le cifre assolute non sono poi così alte, meno di 100 billions $. Tutto sotto controllo….

Gianni

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 09:48

x mau.
GRAFICO:
La solita mezza verita, una cosa vera deformata per darle un significato diverso.
Forse si dovrebbe mettere il grafico deflazionato.
Calcolando all’incirca una inflazione dal 1984 del 600%, il picco di oggi, per essere come nel 87 segnrebbe 60 billions, siamo a 100, non cosi grave come vogliono farcela a bere,
A almeno cosi lo interpreto io.
ZERO.

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 09:49

per andrea.
Ma dove le trovi le stupende foto che metti nel blog?
Zero.

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 09:50

Ciao Andrea, sono tornato dalla City,

messaggio per tutti coloro che cercano risposte, sullo stato di salute dell’economia nelle borse :

continuate pure a cercare le risposte li dentro…………

messaggio per tutti coloro che cercano la verita’ :

cercatela al supermercato e alla stazione di servizio
…………………………………….
sono stato all’estero per oltre due mesi, fortunatamente spesato, non ho dovuto fare ne la spesa perche’ mangiavo al ristorante e non facevo benzina perche’ viaggiavo in taxi e metropolitana.
a distanza di cosi’ poco tempo torno e mi ritrovo prezzi da brivido.
un paio di considerazioni terra terra, i governanti vivendo a ristoranti viaggando in taxi, probabilmente non hanno veramente la cognizione di causa di quello che sta succedendo, la produzione di carta moneta, probabilmente funzionera’ ancora per un po di tempo non molto, poi vedremo come va a finire.
Mariano

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 11:41

p.s.
bisogna solo dare tempo al tempo, perche’ il gioco dell’inflazione funziona molto bene bene nei primi mesi, le masse mal rinunciano ai consumi, quindi subiscono prezzi crescenti, che fanno salire gli utili aziendali, ma poi ci viene incontro la matamatica e la fisica,in quant per mantere il tenore di vita le masse hanno tre strade spendere i risparmi, indebitarsi o fare pressioni salariali,qaulunque sia la scelta, (diciamo che i gov. vorrebbero che la gente si indebitasse, per sviluppare all’infitito lo schema Ponzi) il risultato sara’ che :
quella che doveva essere una pesante recessione nel 2008 diventera’ una grossa depressione nel 2009, e se riusciruanno a trovare nuove persone disposte ad indebitarsi ci spingeremo ancora in la di qualche anno, ma piu’ si gonfia la bolla piu’ forte esplodera’.
cio’ che dicevamo alcuni mesi fa’ si sta gia’ avverando, i Gov. hanno fatto tutto cio’ che era possibile per non avere recessione nell’anno delle elezioni e ci sono riusciti, si diceva che per gli Usa e’ meglio l’inflazione che colpisce solo i poveri che la recessione che colpisce anche i ricchi e ci sono riusciti, ormai fino a novembre dovrebbe esserci la calma, ma tranquilli che poi si scatenera’ l’inferno.

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 11:55

p.s. 2
che non sta diminitivo della not console giochi,ma per dire che sono ancora sfasato dai viaggi e dal uso della lingua italiana,
quello che accadra nel 2009 dicono in giro per il mondo, che sara’ molto pesante,ma la colpa ricadra’ non su banche e banchieri,ma cadra’ sulla guerra in medioriente (bada bene non (solo)in iran, in medioriente) e sul possibile svilupo del conflito in modo non convezionale.
e’ molto piu’ disposto il popolo bovino ad accettare di stringere la cinghia se c’e’ una guerra piuttosto che accettare di essere i……o dalle banche.

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 12:30

Dal New York times:

Big Retailers Scaling Back Expansion Plans and Shutting Stores

By MICHAEL BARBARO
Published: May 2, 2008

After a decade of breakneck expansion, big retail chains are slamming on the brakes — hard.

Home Depot, the nation’s largest home improvement chain, said on Thursday that it would abandon plans to open 50 new stores and would close 15 poorly performing locations. As part of the belt-tightening, the company will permanently scale back plans for expansion after 2008, when it will open new stores at the slowest rate in its 30-year history.

Home Depot has been hit especially hard by the housing slowdown, but it is not alone in rethinking its expansion plans. Over the last six months, chains like Starbucks, Pacific Sunwear and Ann Taylor have vowed to close a combined 1,000 stores, which is expected to remake hundreds of shopping centers around the country.

Bill Dreher, a retail analyst at Deutsche Bank Securities, said chains made overly ambitious plans for new stores “during a period when consumer spending was unusually robust.”

“But it’s increasingly clear that those expectations were inflated,” he said.

So like their customers, the stores are slashing their budgets during the economic downturn. Foot Locker will close 140 stores over the next year, Ann Taylor will start to shutter 117, and the jeweler Zales will close 100.

Charming Shoppes, which owns the women’s clothing retailers Lane Bryant and Fashion Bug, is closing at least 150 stores. Wilsons the Leather Experts will close 158. Pacific Sunwear is shutting a 153-store chain called Demo.

Even Starbucks is struggling and plans to close 100 stores.

The International Council of Shopping Centers, a trade group, predicts 5,770 store closings in 2008, an increase of 25 percent from 2007.

Many retailers not shutting stores are scaling back plans for new ones. J. C. Penney, Kohl’s and Wal-Mart are slowing their expansion or delaying store openings.

Penney’s said it would open 36 stores this year, not 50 as planned. Kohl’s, which had aimed to open 100 stores a year, will build just 75 in 2008.

The store closings and delayed openings are expected to ripple through the economy, depriving many communities of sales tax revenue and eliminating work for commercial construction companies.

Home Depot said that its new plans amounted to a major shift in its business model, one that emphasized improving sales within existing stores, rather than achieving growth by rapidly opening new ones.

In 2007, Home Depot’s sales-floor space grew by 4.9 percent. In 2008, that figure will fall to 2.5 percent. After that, it will drop to just 1.5 percent, regardless of the health of the economy, the company said.

The moves will save Home Depot $1 billion in store construction over the next three years, cost the chain more than $500 million in write-downs and could result in hundreds of job losses. Wall Street analysts applauded the new strategy, which gave a lift to Home Depot’s stock. It rose 4 percent, to $29.87, on Thursday.

David A. Schick, an analyst at Stifel Nicolaus, said investors were pleading with companies like Home Depot, Wal-Mart and Starbucks to focus on the stores they already have.

“The ’80s and ’90s was growth, growth, growth,” he said. “But the stock market wants these stores to slow down.”

Home Depot said that even though the downturn in the housing market had hurt its business, the new strategy was not a short-term response to the state of the economy. It will still open the 55 stores it planned for 2008. But Home Depot will not build 50 stores it has had in the works for up to 10 years.

Store closings will take place in cities ranging from Saddle Brook, N.J., to East Fort Wayne, Ind. The closing stores make up less than 1 percent of its 2,200 locations.

“Closing a store is always a difficult decision because it affects both our people and our communities,” said the chief executive of Home Depot, Frank Blake. “But, as with our decision to slow future store growth, this is the right decision.”

Home Depot’s less ambitious plans for growth follow Wal-Mart’s decision last year to begin slowing its expansion after years of blanketing the country with its cavernous stores.

The new strategies are an admission that some parts of the country are saturated with so-called big-box stores like Wal-Mart and Home Depot, the nation’s two biggest retailers.

“It’s no secret that America is over-stored,” said Mr. Dreher, the analyst.

Mau

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 13:42

Visto il dato sull’occupazione USA, beh Andrea, stavolta hai proprio toppato!!!

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 14:11

bha ……. ho sprecato solo tempo qui dentro …

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 15:05

11 e 12 …addio!!!
Grazie Andrea continua sempre cosi,meglio una scomada verità che le cavolate in salsa americana
*R*

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 15:59

Silenzio…Andrea!

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 16:02

come ci si difende da questa crisi?
ora vedo ancora i centri commerciali super affollati, le autostrade super congestionate, gente vestita molto bene e accessoriata di tutto, tutti hanno tv lcd hd etc etc…
e pensare che l’italia è il paese dove si sta peggio, mi immagino negli usa.
i numeri sono relativi…per ora.
speriamo bene

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 16:06

A dire il vero ieri sono stato in costiera amalfitana, ma…non ci sono arrivato, migliaia di macchine in coda, 3 ore nel traffico, e poi retrofront, di mare manco una goccia, forse di sudore…ALLA FACCIA DELLA CRISI E DEL COSTO DELLA BENZINA…TUTTI IN MACCHINA! E i ristoranti? Beh, prova a immaginare. Prenotati fino all’orlo e già da 2 gionri. MA sta crisi dov’è?

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 16:24

E’ incredibile come ci sia chi frequenta queste pagine con l’ansia di “verificare” secondo per secondo “quello che dice Andrea”, senza apprezzarne l’enorme lavoro di analisi.
In ogni caso il sistema dei dati relativi al lavoro è assolutamente fallace, come è stato ampiamente spiegato proprio da Andrea.
Comunque da questi commenti si impara che ciascuno vuole vedere le cose che preferisce vedere….
Un suggerimento per chi reputa di aver sprecato tempo. Mi raccomando: ora comprate a mani basse in borsa, i prezzi non sono mai stati così convenienti e tutti commentatori concordano nel ritenere che il punto peggiore della crisi sia ormai alle spalle. Ci rivediamo tra qualche tempo….
Daniele

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 16:30

Cosa vi fa pensare che le cose andranno peggio ….se l’ occupazione ha tenuto e se il dollaro pare abbia invertito rotta e quindi si rifletterà sull’ inflazione ?

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 16:45

bravo daniele ci vediamo tra qualche tempo,sono sempre convinto che 13000 di

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 16:52

Le crisi economiche non colpiscono mai in maniera uguale tutte gli strati sociali!! Ecco perchè in autostrada c’è la fila così come per entrare al ristorante… Soprattuto in crisi accompagnate da forte inflazione la crisi colpisce solo chi percepisce un reddito fisso (es. dipendenti privati e pubblici,pensionati, ecc..) ma non chi può aggiornare il proprio listino prodotti o tariffario (professionisti in genere, piccoli imprenditori e soprattutto commercianti) e quindi mantenere intatto il suo REALE tenore di vita. Se aggiungiamo inoltre che i primi pagano le tasse fino all’ultimo centesimo mentre sui secondi ho qualche dubbio, ecco allora spiegato comemai in alcune città si vedono più Suv che Panda!!!
Grazie mille Andrea per il tuo lavoro! Continua così…

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 16:54

bravo daniele ci vediamo tra qualche tempo

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 17:04

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…..o peggior cieco di colui che non vuol vedere….ne riparleremo!

ULTRAVOX

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 17:30

Dimenticavo….questo rialzo (rimbalzo) non è accompagnato da volumi, serve solo alle istituzioni marce e corrotte per trovare capitali freschi sul mercato…vedi i numerosi aumenti di capitale in corso.
I Sacerdoti della Religione Fallita stanno giocando l’ultima carta…

ULTRAVOX

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 17:31

La pastura è stata gettata e i primi ami sono stati calati, ancora uno strappo (anche violento) di qualche giorno e poi si torna giu.
Vedo leggendo che tanti pesci sono pronti ad abboccare.
Si sa del resto che i pesci seguono il branco.

Mas

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 18:56

Ultravox e Mas, sono perfettamente d’accordo. Ben inteso, è assai triste constatare certe dinamiche, non è che faccia piacere, ma occorrerebbe non farsi farcire le circonvoluzioni cerebrali con il prosciutto delle sciocchezze che vengono propinate quotidianamente con spirito del tutto acritico e avulso da dati reali. Certo che serve a fare entrare i tonni nella tonnara… è tempo di mattanza e servono quattrini: tanti, maledetti e subito! Altrimenti come fanno le grandi banche a ricapitalizzare? Me lo dite come fanno a trovare fondi RBS, Citi, Lehman e gli altri (anche il nostro buon MPS, aiutato dagli amici americani di Goldman). Ricordatevi poi che il tempo stringe perchè entro 70/80 giorni occorre rispondere alle domande di quegli impertinenti degli europei (Draghi & c.).
Per chi si pasce giusto delle sciocchezze elargite a piene mani dai commentatori che si danno il cambio nella ronda governata dai timonieri di corte, per favore rifletta sulle seguenti perle:
a) vi ricordate delle dichiarazioni del CEO di Bear Sterns 72 ore prima di gettare la spugna? Mi pare che la parola “solido” spiccasse nelle dichiarazioni;
b) vi ricordate delle dichiarazioni di Paulson a luglio del 2007 circa lo stato dell’economia americana?
c) vi ricordate delle dichiarazioni rilasciate dalla BOE giusto a ridosso del mese di agosto relativamente al fatto che mai si sarebbe dovuti intervenire a livello centrale per ausiliare gli istituti di credito in difficoltà?
d) vi ricordate delle dichiarazioni americani sulla funzione filantropica degli Hedge e sulla loro notevole utilità e sulla dannosità di porre regole (scorsa estate)?
L’elenco potrebbe essere ulteriormente allungato ed anzi lo allungheremo insieme tra qualche mese in relazione alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni circa il fatto che la crisi sia alle spalle…
E’ tutto molto triste, questa continua messinscena mistificatrice a danno dei tonni che stanno entrando nella tonnara….
Daniele

p.s.: qualcuno mi sa dire quanto hanno drenato le banche in questi giorni abbererandosi alle fonti della TAF di Ben Helicopter?

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 21:08

Grazie Andrea per averci aperto gli occhi, grazie per continuare a farlo giorno dopo giorno incurante di quello che accade sui mercati e incurante di tanti tuoi denigratori. A me serviva questo, uno che desse notizie vere, pulite da ipocrisie e da falsità. Certo, si può anche guadagnare sui mercati azionari, ma l’importante è sapere come essi vengono gestiti, perchè vanno in un senso piuttosto che in un’altro. Aver capito quali rischi si corre standoci dentro, fagocitati da questa enorme slot machine che continua a mietere vittime (vedi il commentatore del numero 11 e 12), ecco questo è il vero insgnamento di Andrea.
Paolo

Scritto il 2 Maggio 2008 at 21:13

Ciao Mau, quando sostengo che questa è la madre di tutte le crisi finanziarie della storia, non è solo enfasi fine a se stessa, questi grafici sia le ” non borrowed Reserves of Depository Institutions ” e i ” borrowings ” totali in corso da parte della FED sono solo la testimonianza di una situazione inusuale a dir poco, ma lascerebbero il tempo che trovano se all’improvviso questa crisi dovesse trovare la sua luce in fondo al tunnel.

Io non darei troppo credito a questi grafici, ma mi concentrerei in particolare sulla realtà fondamentale e il virus dell’insicurezza e della mancanza di fiducia che questa crisi stà diffondendo all’interno dell’economia reale.

Per quanto riguarda il TAF caro Daniele dai un’occhiata a questo post…….

Federal Reserve Chairman Ben S. Bernanke may need to step up his effort to unfreeze bank funding markets as a surge in borrowing costs blunts the impact of the cash auctions the central bank introduced in December.

“There’s clearly a need for the Fed to do more,” said Charles Lieberman, a former New York Fed economist who’s now chief investment officer of Advisors Capital Management LLC in Paramus, New Jersey. “The underlying problem” is that banks and other investors are “still nervous” about lending to each other, he said.

Increases in Libor and other rates are “a pretty clear indication that liquidity remains an issue or that term liquidity remains scarce,” said Dean Maki, chief U.S. economist at Barclays in New York and a former Fed researcher. “The Fed’s made pretty clear they’re going to continue to attack those problems as needed.”

The Fed auctions 28-day loans through the TAF, helping banks borrow funds that they might not obtain from counterparts. The Fed created the tool because of rising rates on one- to three-month loans among banks, Fed Governor Frederic Mishkin said in a February speech. The auctions may have had “significant beneficial effects on financial markets,” he said at the time.

Another gauge of bank funding costs, the premium on Libor over the overnight indexed swap rate, a measure of what traders expect for the Fed’s benchmark rate, reached 87 basis points on April 21. That was the highest since the Fed announced the TAF on Dec. 12.

Bigger TAF operations would probably slow or reverse the increase in borrowing costs, said Lou Crandall, chief economist at Wrightson ICAP LLC in Jersey City, New Jersey. Originally $40 billion a month, the Fed raised the amount of the auctions to $60 billion in January and to $100 billion in March.

“Any substantial further increase would start moving the program to a level where” it is more than “just psychologically relevant,” Crandall said.

In fondo l’ennesimo fallimento di questi geni dell’economia, sarebbe opportuna un sorta di TAF per le esigenze di Main Street una finestra di rinegoziazione e sterilizzazione dei tassi su mutui bancari e nessuno fa nulla!

Caro Mariano ci sei mancato, bentornato a bordo, in fondo la loro scommessa la stanno vincendo l’inflazione divora la realtà, la recessione è come un tumore sulla superficie della pelle, che nascondono con l’inflazione monetaria, con artifici contabili assolutamente legittimi, un tumore che con il tempo si diffonderà nell’organismo.

Per il resto l’occupazione è come il ritorno di Alice nel Paese delle Meraviglie artificiali, assolutamente legittime ripeto ma scoprire che il CES/NET ha prodotto la bellezza di 267.000 posti virtuali, ben 120/130 mila accreditandoli al mercato edilizio al settore finanziario e forzando la mano ai Professional & Business Services è stata una perla di assoluto rispetto.

Si caro Anonimo ho toppato, toppato alla grande, sono mesi che toppo, la notte provoca brutti scherzi, strane allucinazioni, sogno il fantasma delle revisioni, si ho toppato, ma non sono un mago, non posso prevede le magie virtuali, seguo la realtà, diversamente non lontano da qui raccontano la favola del Gatto e la Volpe, di Pinocchio delle sue cinque monete d’oro e del campo dei miracoli, prego lo spettacolo continua, accomodatevi!

Cari compagni di Viaggio, il giorno che le mie analisi diventeranno farneticanti senza essere supportate dai dati oggettivi, vi supplico gettatemi in pasto ai pesci, la mia non è la rotta dei sicuri di riuscire, è la rotta di coloro che cercano di dare un senso alla realtà, di essere consapevoli, di dove stiamo andando.

Chi mi conosce, conosce sino in fondo il mio ottimismo nella vita, alle volte ingenuo, ma genuino, ma oggi non è il tempo, i fatti lo dimostrano.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 21:39

Perchè non credi che la fed sia riuscita nel suo intento ? … che le banche pian piano digeriranno le perdite ? …. se arriverà la verità ? da dove verrà, dalle monolines ? cosa ti aspetti vedendo la situazione -> dati strabuoni ?
perchè non credi che tutto stavolta sia stato evitato ?

Scritto il 2 Maggio 2008 at 22:07

Se hai anche solo una pallida idea della terrificante potenza di fuoco messa in atto dalle banche centrali e dalle istituzioni mondiali, se non riesci a comprendere come la mano invisibile keynesiana abbia sconvolto il mercato con presunti o reali interventi forse allora non ti chiederesti per quale motivo ancora oggi dopo aver dimostrato al mondo intero che nessuna delle grandi banche può fallire in nome del rischio sistemico, vi è ancora la BOE di turno che ci racconta del rischio di un evento sistemico dietro l’angolo o le banche centrali che congiuntamente annunciano un’espansione delle ‘proprie misure di liquidita’,

…….. In particolare, ‘il consiglio direttivo della Bce, in accordo con la Fed e nel contesto delle Taf (Term Auction Facility), aumentera’ la liquidita’ in dollari fornita alle controparti dall’Eurosistema, di 25 mld per ogni azione bisettimanale. La Fed, invece, aumentera’ da 50 a 75 mld l’ammontare delle Taf a partire dall’operazione del prossimo 5 maggio.

Restano sul tappeto molte questioni dalle monolines ai CDs, dal bottom dei prezzi immobiliari, all’inflazione, dalla recessione agli sviluppi futuri delle credit cards ad un’infinità di questioni che mi fanno semplicemente affermare che se questa crisi vedrà il suo epilogo a breve, senza provocare alcuna severa recessione, allora i fondamentali della stessa scienza economica andranno profondamente rivisti, mentre quelli della finanza rivivranno a breve una nuova primavera.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 22:52

Io sto a Catania, la recessione nei supermercati si vede, per strada no ma nei supermercati s’, e anche in America si incomincia a vedere.

stella

Scritto il 2 Maggio 2008 at 23:38

Hei, ciao, sono Bill, il tagliaunghie. Ma dov’è finito Roberto, deve recuperare con il lavoro dopo l’influenza o è ancora in convalescenza? Comunque auguri.
Sciagurati a bordo, vi sto seguendo da lontano e sono sempre dell’idea che, nonostante tutti gli interventi delle banche centrali e gli aumenti di capitale (quando si saranno serviti il mercato potrà scendere) non riusciranno ad arginare questo fiume in piena di default.
Facendo un conto terra-terra, anche se difficile per un uomo di mare…: quant’era il valore del mercato immobiliare americano quando era ai massimi? Sappiamo che è il più grande mercato del mondo ed una volta Andrea aveva scritto la cifra, che ora non ricordo. Poi sappiamo quanto ha già perso. Poi sappiamo quanto è la percentuale di possesso e quanto di indebitamento del cittadino americano rispetto alla casa ed ecco qua: abbiamo il valore del default attuale e di quello che verrà.
Sono dati che per Andrea sarà facile trovare. Ovviamente questo è solo il primo anello della catena: seguono tutti gli altri default legati alla casa, settore che è in grado di muovere tutti gli investimenti… e tutti i disinvestimenti.
Penso che le cifre siano di gran lunga superiori a quelle già messe in “cambusa”. Già sarebbe difficile così, ma considerato l’uso della leva che si è fatto negli ultimi anni, dato che le perdite sono reali (anche se non ancora contabilizzate) e la leva è virtuale, possiamo moltiplicare il reale per un “fattore di insolvenza” che diventa sempre più grande a mano a mano che ci approfondiamo nella crisi (quella reale, quella dei numeri che riporta Andrea, non quella dei numeri fasulli utili per portare a termine gli aumenti di capitale e le emissioni di obbligazioni o i collocamenti tipo Blackrock).
Come nell’uomo, se sopprimi il sintomo, pagherai più avanti un conto più salato, con interessi sempre più alti: ma è più comodo prendere un’Aspirina per il mal di testa, che capirne la causa: quando scoppia l’incendio in un grattacielo è più comodo spegnere l’allarme, odioso e fastidioso, che andare a cercare l’incendio.

Però, però, vedo una luce all’orizzonte, laggiù nella notte più buia. Non è una luce che riguarda la finanza, o la borsa o l’economia presente, ma quella futura.
E’ una piccola luce che può diventare un sole accecante, uno splendore per l’umanità, un’energia infinita e pulita, un’aria finalmente respirabile, un mondo nuovo. Eccolo è lì, davanti a tutti, l’abbiamo sempre saputo, l’abbiamo studiato al liceo, è l’uovo di Colombo, possibile?? Possibile ed anche facile. Prima lo provo io, poi ve ne farò partecipi. Per Andrea sarà un mio regalo.

Alla prossima, ciurma da strapazzo!!!
Vi tengo d’occhio. Spero di stupirvi con effetti speciali.
Sursum corda, quindi e… tagliatevi le unghie!!!!

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 23:45

Ciao Andrea,

condivido la tua risposta.

E il tuo #29.

Volevo solo spezzare una piccola lancia a favore di alcuni tuoi richiami all’attenzione.

Così come scritto anche nel trafiletto del link:

“When you hear someone say the credit crisis is almost over, check this chart and think again.”

Per quel che riguarda la realtà fondamentale, i suoi sviluppi, possibili ripercussioni e contorni.. anch’io direi che la questione sia diversa.

Dal profondo della mia ignoranza.

Mau

PS

X Bill:
Ti riferisci al solare?

Scritto il 2 Maggio 2008 at 23:49

Per carità, il solare è dispendioso ed inquinante e lo hanno lasciato sviluppare perché poco competitivo. No, no, sei molto lontano. Acqua, acqua….
Bill

utente anonimo
Scritto il 2 Maggio 2008 at 23:52

🙂

utente anonimo
Scritto il 3 Maggio 2008 at 00:02

ok, Bill, ho voglia di giocare..

pianta tropicale (ma non studiata al liceo) o la grande acca.

Scritto il 3 Maggio 2008 at 00:21

Caro Bill……non saranno mica le ….. ” Lumache ” con…..ve!

Sorpresa, rovinata!?

Ciao Andrea

utente anonimo
Scritto il 3 Maggio 2008 at 08:43

Per capire quanto siano aleatorie ed interpretabili le statistiche sui payrolls, riporto qui una parte della technical note alla statistica sull’occupazione Usa in Aprile 2008 : “The number of persons working part time who prefer full-time employment rose by 306,000 in April to 5.2 million. Over the past 12 months, involuntary part-time employment has increased by
849,000.

Cioè, si fa festa per i solo 20.000 posti persi ma non si guarda alle 306.000 persone che, contro la loro volontà, hanno dovuto accettare il part time nell’ultimo mese… Notare che il tutto è ben nascosto nella Hausehold survey, mentre non se ne parla nella più seguita establishment survey…

Gianni

utente anonimo
Scritto il 3 Maggio 2008 at 08:45

Ciao Andrea,
è un po’ che leggo il tuo blog, e ti voglio fare i complimenti per l’impegno, la bravura ai richiami poetici filosofici e tante altre belle cose. Ma soprattutto per la competenza in materia. Sinceramente nel mio piccolo pensavo al DJ a meno di 11000 per giugno ma invece se ne sta bello “pimpante” a + di 13000, ho fatto dentro di me una previsione 99.9% sbagliata. Così pensavo di altri indici. In borsa purtroppo i tempi sono l’essenza x guadagnare o perdere. E a guardare dati taroccati pompate e magheggi vari, mi crea disorientamento, ed è tremendo, perchè rischi di vedere la luce dove non c’è.
Ancora complimenti per il lavorone che fai Ciao Marco R.

utente anonimo
Scritto il 3 Maggio 2008 at 09:21

Se mi è permesso dopo il riporto di Gianni aggiungerei anche quest’altro piccolo estratto:

The report provided little encouragement for most working Americans, however. Average hourly earnings increased by one penny to $17.88. But because working hours fell, average weekly earning slid $1.45 to $602.56. That was up 3.1% from a year earlier, less than most measures of inflation, which are running at 3.5% or higher.

“This is what a recession looks like to a working family — jobs being lost . . . weekly hours down and hourly wages growing more slowly and far less than the prices of things you buy,” said Lawrence Mishel, president of the Economic Policy Institute, a left-leaning Washington think tank.

Mau

Scritto il 3 Maggio 2008 at 12:42

L’ottimismo può far bene all’economia, non lo dimentichiamo!

utente anonimo
Scritto il 3 Maggio 2008 at 12:47

Caro Andrea, non ci potresti spiegare con quale altra magia sono riusciti a fare uscire un dato occupazionale così buono (rispetto alle attese)?. Solo tu puoi! Con stima

utente anonimo
Scritto il 3 Maggio 2008 at 15:16

Questo sarà l’anno della grande illusione:
tireranno su i mercati con tutte le loro forze, non solo per poter effettuare la distribuzione che da tempo vi ho prospettato, ma anche perché il mercato azionario rappresenta l’ultima (disperata) occasione che hanno per poter aumentare il potere d’acquisto ormai esangue e rilanciare i consumi.
Siamo di fronte alla più grande crisi degli ultimi decenni (non sono parole di Andrea o mie ma delle Banche Centrali) non vi siete chiesti perché i mercati non crollano?

Le risposte possibili possono essere solo due:

1) Pillola blu
Siamo in un libero mercato, quindi le borse anticipano tutto e dal momento che si stanno riprendendo il peggio è definitivamente alle spalle.
E’ stato fatto solo allarmismo i mercati possono solo sempre salire, chi afferma il contrario è un disfattista frustrato che vorrebbe vedere nei mercati la naturale proiezione della sua triste esistenza.

2) Pillola rossa
Non siamo per niente in un libero mercato, non faranno fallire nessuna grande Banca , faranno pagare il prezzo alla gente con l’inflazione, terranno su artificialmente le borse per quanto è loro possibile ,ad un certo punto i mercati crolleranno come un castello di carte è sarà un disastro.

Come la penso io già lo sapete, ma non vi voglio convincere,pensateci: la scelta spetta a voi !

Mas

Anonimo
Scritto il 5 Maggio 2008 at 07:19

No, Mau, niente piante tropicali.
No Andrea, niente lumache, siete lontani, molto lontani, acqua, acqua.
La soluzione è molto più semplice ed è lì, davanti ai vostri occhi, ai nostri occhi. Ma lasciatemi ancora qualche giorno (può anche essere un mese) e poi ve lo dirò con sicurezza 100%.
Bill

Anonimo
Scritto il 5 Maggio 2008 at 07:22

Ed è proprio vero:
l’essenziale è invisibile agli occhi, finché qulacuno te lo fa vedere e allora ancora quasi tutti non vedono o non credono…
Bill

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