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IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO E L’AUSTERITA’ AUTOLESIONISTA!

Scritto il alle 11:26 da icebergfinanza

I due prigionieri coopereranno per ridurre al minimo la condanna di entrambi o uno dei due tradirà l’altro per minimizzare la propria?

Proviamo ad applicare all’ Europa il dilemma del prigioniero!

Come scritto su Wikipedia il dilemma può essere descritto come segue, modificato per adattarlo allo scenario attuale.

“Due criminali vengono accusati di aver commesso un reato. Gli investigatori li arrestano entrambi Germania e Italia e li chiudono in due celle diverse, impedendo loro di comunicare. Ad ognuno di loro vengono date due scelte: confessare l’accaduto, oppure non confessare. Viene inoltre spiegato loro che: a) se solo uno dei due confessa, chi ha confessato evita la pena; l’altro viene però condannato a 7 anni di carcere.b) se entrambi confessano, vengono entrambi condannati a 6 anni.c)  se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a 1 anno, perché comunque già colpevoli di porto abusivo di armi.

Supponiamo ora che Germania e Italia si siano promessi di non confessare in caso di arresto. Sono ora rinchiusi in due celle diverse e si domandano se la promessa sarà mantenuta dall’altro; se un prigioniero non rispetta la promessa e l’altro sì, il primo è allora liberato. C’è dunque un dilemma: confessare o non confessare. La teoria dei giochi ci dice che c’è un solo equilibrio (confessa, confessa).

La Germania non ha rispettato e non sta rispettando la promessa e l’Italia è in trappola.

Non chiedetemi cosa avrebbe dovuto confessare perchè ne abbiamo parlato per mesi e mesi.

Come vedremo in realtà l’ironia della sorte è che l’Unione europea è stato istituita in parte per evitare appunto problemi del tipo ‘dilemma del prigioniero’ attraverso un coordinamento delle politiche economiche, mentre oggi è l’esatto contrario.  La politica attuale sembra tutto meno come un coordinamento ottimale e molto più simile a un patto suicida.

Qualche mese fa abbiamo visto come  Is austerity selfdefeating? Of course it is |  vox

In questo articolo si sosteneva che se qualcuno è disposto a credere che l’austerità fiscale e il rischio “sovrano” hanno un impatto di breve termine sull’economia , la politica ottimale per i paesi che necessitano di risanamento di bilancio è quindi di guidare l’economia tra la Scilla di un eccessiva contrazione fiscale a breve termine e la Cariddi di una perdita di fiducia nel debito pubblico, con effetti a catena sui premi al rischio per l’indebitamento del settore privato,  danneggiando quindi l’economia reale. Se presa seriamente dai responsabili politici questa teoria è dannosa per tre motivi. In primo luogo, non riesce a distinguere tra i paesi della zona euro e quelli che hanno la sovranità monetaria, per la quale questi compromessi,  semplicemente non si applicano. In secondo luogo, non riesce, per i primi, ad identificare correttamente la fonte del rischio sovrano rendendo quindi le politiche economiche inefficaci, se non dannose. E in terzo luogo, tratta i singoli paesi, come se si prendessero decisioni di politica economica indipendenti quando questa crisi è una crisi della zona euro e deve essere affrontata come tale.

Oggi su Voxeu Self-defeating austerity? | vox Dawn Holland, Jonathan Portes, ci ricordano che il famigerato ” paradosso della parsimonia ” tanto caro a Keynes è in pieno svolgimento, in quanto le nazioni UE continuano a comportarsi come piccole economie aperte, mentre in realtà sono una grande ed unica economia chiusa.

Gli autori propongono di utilizzare il modello econometrico del National Institute Global Econometric tenendo conto della congiuntura attuale e la principale

conclusione è che…  a) While in ‘normal times’, fiscal consolidation would lead to a fall in debt-to-GDP ratios, in current circumstances fiscal consolidation is indeed likely to be ‘self-defeating’ for the EU collectively. b) The fiscal consolidation plans currently in train will lead to higher – not lower – debt ratios in 2013 in the EU as a whole.c)This will also be true in almost all individual EU nations, including the UK d) Ireland is an exception (…e noi sappiamo perchè!)

Austerità coordinata in una depressione è davvero controproducente.

Tattica giusta, strategia sbagliata! E si torna nuovamente ai famigerati moltiplicatori fiscali che come abbiamo visto nel caso del FMI hanno dato i numeri.

In primo luogo, in circostanze normali, un inasprimento della politica fiscale dovrebbe essere accompagnata da un rilassamento della politica monetaria, cosa che abbiamo visto funziona solo per la Germania e Company, mentre per i paesi soggetti a ricatto fiscale lo spread amplifica il costo del denaro.

Poiché la politica monetaria si allenta, i tassi di interesse a lungo termine scendono, stimolando gli investimenti e parte compensano la contrazione fiscale. Tuttavia, con  tassi di interesse a livelli già eccezionalmente bassi, un ulteriore inasprimento della politica fiscale è improbabile che venga attenuato dalla compensazione della politica monetaria.

In secondo luogo, in caso di recessione, quando la disoccupazione è alta una maggiore percentuale di famiglie e imprese sono soggette ad una maggiore pressione sui redditi e una più alta propensione al risparmio, con riduzione dei consumi generalizzata sia a livello nazionale che europeo.

Ecco quindi che vengono proposti due scenari, il primo in condizioni “normali” con tassi di interesse flessibili TASSI DI INTERESSE FLESSIBILI FLESSIBILI FLESSIBILI (…chi ha orecchie per intendere intenda)  e nel secondo con condizioni più consone a quelle attuali …

Table 1 . Impact of consolidation programmes on GDP

Figure 1. Impact of consolidation on government debt ratio, 2013


Serve qualche altro graficuccio per comprendere meglio gli effetti perversi di questi moltiplicatori all’amatriciana conditi con il sugo dell’insistenza che il FMI sta portando avanti nei confronti della Grecia?

E ‘particolarmente significativo che questo non è vero solo in casi estremi come la Grecia; ma il risanamento dei conti pubblici in tutta l’UE ha l’effetto di aumentare piuttosto che ridurre il rapporto debito e PIL sia in Germania e che nel Regno Unito.

Naturalmente, un argomento spesso avanzato a sostegno dei programmi di risanamento di bilancio è che essi ridurranno il premio al rischio sul debito pubblico nei paesi con alto debito e deficit.  Ma queste simulazioni mostrano il contrario!

Le conclusioni le lascio a Voi che siete estremamente flessibili, flessibili e ancora flessibili come i cambi delle economie europee, nel comprendere le conseguenze di questo patto suicida, il dilemma del prigioniero fallito!

Chiedo scusa se l’ho fatta un pò lunga come ai bei tempi, ma in sintesi non abbiamo bisogno di una cura miracolosa ma di una migliore diagnosi, cosa difficile come insegna la storia soprattutto quando c’è il ballo l’orgoglio alemanno e le politiche economiche vengono intrise di ideologie calviniste nel bel mezzo della più grande depressione economica dai tempi di Adam Smith!

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