MIA INTERVISTA SULLA TRUMPNOMICS!
Come vi avevo preannunciato in occasione del prossimo manoscritto di Machiavelli parleremo in maniera approfondita della ” Trump illusion” attraverso corsi e ricorsi della nostra amata storia, un’analisi storica ed economica di quelli che oggi sono i principi fondamentali della “trumpnomics” che non fanno altro che replicare le illusioni delle politiche economiche di Nixon e Reagan.
Nel frattempo condividiamo con Voi questa lunga intervista apparsa sul magazine Business Community del mio amico Claudio che consiglio di seguire in quanto fonte inesauribile di notizie, curiosità, analisi e interviste del mondo finanziario ed economico.
E’ anche grazie a queste persone coraggiose e visionarie che danno voce anche all’informazione indipendente, a differenza dei media mainstream, che il nostro lungo viaggio è stato reso possibile, un viaggio che nei prossimi giorni festeggerà il suo decennale.
Riforma fiscale, investimenti in infrastrutture, deregulation è questa in sintesi la “trumpeconomics” che potrebbe portare illusioni di breve e danni rilevanti nel medio e lungo termine
Cosa accadrà dopo il 20 gennaio? L’America ripartirà e creerà nuovi posti di lavoro? Per quanto siano molte le aspettative sulla nuova amministrazione repubblicana, è più che probabile che essa dovrà confrontarsi con una prossima recessione. Lo indica la storia. Ne abbiamo parlato con Andrea Mazzalai, consulente finanziario private e autore del blog Icebergfinanza
La prima domanda che una persona intelligente dovrebbe porsi è la seguente: per quale motivo Trump ha vinto le elezioni presidenziali americane,contro la maggior parte dei pronostici, grazie ai voti della middle class al di là delle polemiche sull’influenza degli hacker russi?
L’americano medio era stufo di sentirsi preso in giro con le favole obamiane. Una crescita media a mala pena superiore al 2% (per il 2016 è prevista inferiore) nonostante la più imponente dose di stimoli monetari e fiscali della storia, una disoccupazione ridotta solo grazie a 9,5 milioni su 10 di posti di lavoro precari, atipici, lavori a contratto e a progetto, lavori interinali o in appalto che durano lo spazio di un istante, oltre un milione di posti nell’industria manifatturiera sostituiti da più di un milione di barman e camerieri.
Per non parlare poi della dimensione dei salari e dei redditi della classe media, facendo finta di dimenticare oltre 43 milioni di americani che vivono con i food stamps, sussidi medi da 124 dollari al mese saliti dai 28 milioni del 2008. Partecipazione al lavoro ai minimi da decenni, i redditi della classe media ai minimi 1968, debito federale ai massimi di sempre, trilioni di debiti accollati agli studenti della classe media e così via. Se questo è il reale stato di salute dell’economia americana, allora prepariamoci alla prossima recessione.Alla luce di questi dati, qual è la tua opinione generale sul programma del nuovo Presidente?
Il resto della lunga intervista lo potrete trovare cliccando su …Business Community: Trump e la mission impossible …buona lettura Andrea
Carissimo Capitano, goccia dopo goccia stai formando un mare di consapevolezza e questa copertina è quanto di più meritato che ci sia. Sono orgoglioso e fortunato per averti letto dall’inizio perchè ho potuto vedere con i miei occhi cosa significa e dove possono portare l’onestà, la passione, lo studio e la costanza. Sei un esempio per me e per tutti noi e ti faccio i migliori auguri per un prosieguo del tuo (nostro) cammino che non mancherà ancora di darti soddisfazioni. Un caro saluto.
La priorità era evitare una guerra a Est e la continuazione di una geopolitica criminale.
Da un punto di vista economico, con tutto quello che è stato combinato finora ingrandendo il problema, è una “pezza” e un “rattoppo”.
La crisi sistemica resta intatta e non superata.
Il metodo “tradizionale” è quello descritto nelle ultime righe del link fornito, le politiche economico-finanziarie seguite finora hanno solo espanso il problema e hanno avuto come referenti reali i Big Boys della finanza globale e degli oligopoli globali.
Se la “pezza” diventerà un abito nuovo sarà da vedere e sperare, altrimenti sarà una tragedia, Trump o non Trump.
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complimenti Andrea!!! Mi viene ora in mente la strada che hai fatto e che ci hai fatto, da quella fredda mattina di febbraio 2008 ad oggi … Complimenti per tutto quanto ci stai donando!!!