E si anche loro se la stanno ridendo, ormai non ci crede più nessuno al rialzo dei tassi in America, anzi supplicano di farlo il più presto possibile, fuori il dente e fuori il dolore.
Affascinante davvero! Mentre ieri gli HFT di tutto il mondo si esaltavano per le promesse inutili di un primo ministro qualunque sul taglio delle tasse alle imprese, (… tanto il debito pubblico è solo al 230 % del pil ) facendo volare indici ovunque, ieri a Wall Street hanno seriamente ripreso la strada della consapevolezza che porta direttamente, tra alti e molti bassi all’appuntamento con ottobre rosso.
Wall Street ignora rally globale e chiude in calo, Dow -1,45%
Ancora panico per il “non” rialzo dei tassi che verrà o hanno bisogno di simulare una tragedia per far cambiare idea a nonna Yellen e ai sui fratelli ?
La Banca mondiale, come il Fondo monetario internazionale, sconsiglia alla Federal Reserve di alzare il costo del denaro alla riunione del 16 e 17 settembre, perché rischierebbe di scatenare “panico e turbolenze” sui mercati emergenti. Come ha spiegato Kaushik Basu, capo economista della Banca mondiale, in un’intervista al Financial Times, data la crescente incertezza sulla crecita cinese e il conseguente impatto sull’economia globale, ci sarebbero “conseguenze negative” se la Fed alzasse il costo del denaro la settimana prossima. Leggi l’articolo sulla Banca mondiale.
Eppure I banchieri centrali di tutto il mondo stanno dicendo ai loro omologhi americani che sono pronti per un rialzo dei tassi di interesse e preferirebbero che la Federal Reserve faccia la mossa senza ulteriori indugi.
E qui ti viene il dubbio, non è che sono già tutti d’accordo e questa è la scintilla che porta ad ottobre rosso. Ma di questo ne parleremo nel fine settimana con Machiavelli che torna in America.
Ma come c’è qualche problema in Cina, addirittura si invita la volpe a dare lezioni in un pollaio?
New York, 9 set. (askanews) – A fine agosto la Cina ha invitato Larry Fink, l’amministratore delegato di BlackRock, per discutere della crisi dei mercati finanziari della nazione. E lui ha accettato. Lo riferisce Cnbc citando fonti secondo cui Fink si è recato nella seconda economia al mondo per incontrare funzionari del governo.
Ragazzi dopo 8 anni di crisi non è cambiato nulla, anzì uno spettacolo nello spettacolo!
E ora gustatevi questa notizia, la fornisce un cuoco che conosce come le sue tasche ogni angolo della cucina della Federal Reserve …
WASHINGTON (MarketWatch) – Federal Reserve officials aren’t near an agreement to begin raising interest rates as they head into a week of private talks before their Sept. 16-17 meeting, according to Jon Hilsenrath in the Wall Street Journal. Recent remarks in interviews and elsewhere showed divisions and uncertainty about whether to move as soon as next week though officials appear to remain on track to raise rates this year, the report said.
Insomma hanno qualche problemino nell’andare d’accordo. Uno dice una cosa, l’altro un’altra, loro non sanno cosa fare e quando non sanno cosa fare ci scappa sempre l’incidente.
Fmi: Fed ha flessibilità di lasciare bassi i tassi
A proposito com’era quella che si prepara la fine del dollaro e che mezzo mondo si sta disfando dei treasuries americani?
T-Bond virano in positivo, solida domanda all’asta di titoli a 10 anni
Agli acquirenti indiretti, associati alla domanda dall’estero, è andato il 57,5% dell’asta, in linea con la media recente. A quelli diretti, riflesso della domanda interna, è andato il 14%. Il risultato contrasta con le recenti preoccupazioni che gli acquirenti dall’estero sarebbero rimasti alla finestra… America 24
A proposito di dollaro cosa sta succedendo in Grecia?
Loro si sono già portati avanti con il lavoro …
MILANO (MF-DJ)–“Abbiamo trovato un accordo sul programma di riforme e ci piacerebbe che venisse rispettato da tutti i futuri Governi greci. Se questa volta le regole non saranno rispettate, la reazione dell’Unione Europea e dell’Eurozona sara’ differente”.
Lo ha affermato, secondo quanto riporta kathimerini, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, puntualizzando che “per noi era assolutamente importante riconoscere e affermare che la Grexit non era un’opzione. Se non lo avessimo detto forte e chiaro, sarebbe potuta accadere”.
“L’Unione europea e’ lieta di avere la Grecia come un Paese membro”, ha concluso Juncker.
Tornando alla Cina… MILANO (MF-DJ)–“Non vogliamo svalutare lo yuan per rafforzare le esportazioni”, la Cina ha sventato con successo i potenziali rischi finanziari dopo le turbolenze sul mercato azionario di giugno e luglio. Cina: premier, non vogliamo guerra valutaria
In effetti le notizie che arriva dall’Asia sono tutte buone…
Giappone: -3,6% m/m ordini macchinari settore privato core luglio
I prezzi alla produzione in Cina sono scesi più di quanto ci si aspettasse il mese scorso,
Secondo il National Bureau of Statistics of China il valore per PPI cinese é sceso a un tasso annuale di -5,9%, da -5,4% nel mese precedente.
La Nuova Zelanda a tagliato i tassi dal 3 % al 2,75 % sostenendo che una significativa svalutazione dello yen sarebbe fonte di grande preoccupazione e che è pronta per ulteriori ribassi.
Direi che migliore titolo per l’outlook del 2015 non potevamo trovare, nel fine settimana torniamo in America con Machiavelli per cercare di fare una sintesi guardando al futuro, sempre e soprattutto attraverso analisi empirica e consapevolezza.
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Ottima stoccata a quei buffoni che predicano il collasso del dollaro ogni santo giorno da lustri in modo tutt’altro che disinterassato. Citerei tra gli altri rischio scaccolato e compari associati che imperversano con il loro terrorismo mediatico urlato che tanto piace ai social cazzari della finanza.
E giu mandrie di austriaci all’amatriciana che vedono il gold standard affermarsi domani mattina insieme all’Armagheddon che spazzerà via gli empi, gli immigrati e gli impiegati statali.
Ps
Non ho niente contro oro, argento, etc che reputo delle ottime assicurazioni
Solo mi da fastidio chi ne fa una religione per arrichirsi alle spalle dei gonzi, alimentando contestualmente razzismo e odio sociale.