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DRAGHI: DEFLAZIONE MIA NON TI CONOSCO!
Chi non ricorda il detto popolare molto antico secondo il quale … “d’agosto moglie mia non ti conosco”, deflazione piena di desiderio in agosto e banchieri centrali fiacchi, con poco desiderio.
Scherzi a parte dopo aver più volte rinnegato il rischio della deflazione in ogni istante dall’estate in poi, la ciliegina sulla torta è arrivata in autunno…
Bce, scenario stress test non contempla deflazione …
FRANCOFORTE, 26 ottobre (Reuters) – L’esame della Banca centrale europea sullo stato di salute delle 130 principali banche della zona euro non prende in considerazione l’eventualità della deflazione, secondo quanto spiegato dal vice presidente della Bce, Vitor Constancio. “Lo scenario della deflazione non viene considerato (negli stress test) perché non riteniamo che possa manifestarsi la deflazione”, ha detto Constancio ai giornalisti.
Sin qui nulla di nuovo se non che, per giustificare a qualunque costo l’inutile ultima mossa della disperazione, il quantitative easing, ad inizio anno…
“Il rischio di deflazione in Europa “non è escluso ma è limitato”. Così il presiente della Bce Mario Draghi al quotidiano Handelsblatt, sottolineando che il rischio che l’Eurotower non possa adempiere “al suo mandato di assicurare la stabilità dei prezzi oggi è più alto sei mesi fa”.
In una qualunque azienda, un simile manager sarebbe stato mandato via nel giro di qualche mese. Nella politica e nella finanza invece ci dovrebbe imparare, insegna, dei falliti amministrano il nostro fallimento.
Ma perchè il QE è inutile Andrea, sai il professore Monacelli della Bocconi ti ha scritto su twitter, chiedendoti di dimostrare attraverso analisi econometriche il perchè delle tue affermazioni.
Ho passato gli ultimi cinque anni a spiegarVi nei dettagli per quale motivo il quantitative easing è inefficace in una debt deflation, aiutandomi con l’analisi empirica, la velocità di circolazione della moneta, quanto è successo in Giappone, condividendo centinaia di articoli e grafici.
Se ve lo dicono loro, quelli della Bocconi, allora chissà, forse è vero che funziona.
Qui un manipolo di gufi sul Financial Times esprime perplessità sull’efficacia del QE Economists sceptical QE can revive eurozone, ma soprattutto un insospettabile, vice governatore della BCE si proprio quello che negava la possibilità di assistere alla deflazione nel 2012 scrisse…
Non non esiste alcuna teoria accettabile…
Qui è la fonte principale Challenges to monetary policy in 2012
Buona Consapevolezza, il quantitative easing sarà un fallimento, perchè loro o non hanno capito o fanno finta di non capire il vero problema!
A proposito lo sapevate che la Federal Reserve ha concluso il suo programma di quantitative easing, sta riducendo la sua base monetaria?
Ma certo finito il QE3, sembra che in segreto sia già cominciato il numero 4… Stay tuned!
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Be’ io la penso sempre alla stessa maniera: viviamo nella finzione, e’ tutto fallito, il sistema deve essere resettato, le banche campano con lo shadow banking, cieo’ ripuliscono i bilanci con il sistema bancario ombra, prestano i debiti pagando un premio a queste societa’ fittizie, ed i controllori, fed e bce, chiudono tutti e 2 gli occhi, salvo che con noi, le nostre banche non utilizzano questi sistemi, mi risulta….. Inoltre c’e’ l’ormai palese scontro geopolitico tra i 2 blocchi che si sono formati. In questo senso proprio ora notavo sul sole, l’ulteriore crollo del brent, cui si contrappone la crescita, anche se minore dell’oro. Come se il petrolio fosse lo strumento di attacco degli Usa e l’oro del blocco brics. Mie fantasie? Bo’, comunque per come e’ cominciato il 2015, sembra un anno (purtroppo) interessante..
hei, magari troverai interessante pure questa roba.
IL 2015 SARA’ UN ANNO CRUCIALE PER LA FINE DEL DOLLARO ? MAGARI!!!!!!!!
Le organizzazioni governative e paragovernative americane, così come l’insieme degli analisti economici di tutto il mondo, concordano su un punto e ne temono le conseguenze: la fine del dollaro americano. Un simile evento, che avrebbe ripercussioni assai rilevanti, è paragonabile alla fine dell’Impero Britannico di un tempo. La CIA e la FED, incaricate rispettivamente di proteggere la nazione americana e di proteggere il dollaro, si trovano ad affrontare un problema comune, dato che la CIA deve ora proteggere gli USA dai rischi legati al dollaro.
Un tempo il debito permetteva di aumentare il PIL .Negli anni ’50 e ’60 un dollaro di debito faceva schizzare il PIL di 2.41 dollari. Oggi un dollaro di debito produce 0,03 dollari di PIL. Una miseria! Oggi gli Stati Uniti si trovano nella stessa situazione di recessione nella quale erano fra 1870 e 1900, all’epoca della «Lunga Depressione», o fra 1929 e 1940, all’epoca della «Grande Depressione».
Piccola digressione a margine: un grazie alla Seconda Guerra Mondiale, che non tutte le nazioni hanno perso, con il suo Piano Marshall e i suoi debiti della Germania e del Giappone verso l’America, con l’occupazione dei loro territori, che tutt’oggi perdura accompagnata dal loro asservimento. Senza parlare delle considerevoli spese per gli armamenti e degli enormi benefici connessi.
Allo stesso tempo, i progressi della Germania nazista, con le ricerche di Von Braun sui missili e la conquista dello spazio, e i progressi dell’Inghilterra, con i calcolatori di Bletchley Park e del genio Alan Turing, subito finiti all’IBM, hanno ben giovato agli statunitensi. Rendo omaggio ad Alan Turing, uno dei miei eroi che ammiro senza riserve, il quale con il suo genio informatico e matematico ha permesso di salvare centinaia di migliaia di vite umane. Anziché ringraziarlo, dopo la Liberazione è stato spinto al suicidio perché omosessuale. Una grande ingiustizia della storia che vi invito ad approfondireUn grosso grazie agli Americani che hanno perso poco meno di 450.000 soldati, eroi nell’avventura, e un immenso grazie alla Russia che ha perso 27 milioni di anime nella difesa della nostra sopravvivenza e della nostra libertà. Gli idioti che attaccano la Russia di oggi farebbero bene ad informarsi. Si, perché è stata la Russia a salvarci dal nazismo di Hitler, piaccia o meno agli ignoranti.
Con un tasso di disoccupazione reale del 23%, con oltre 50 milioni di americani che si sfamano alle mense caritatevoli, e con 96 milioni di americani fuori dal mercato del lavoro, gli USA stanno molto male e la fine del dollaro li espone a un crack di 100.000 miliardi di dollari. Per fare un paragone, il PIL francese è di 2000 miliardi. La Fed può stampare tutto il denaro che vuole, ma se quel denaro non circola e non viene speso non servirà a nulla. Oggi la velocità con cui circola il denaro è inferiore a quella dei tempi della Grande Depressione.
56 miliardi di dollari della Fed sostengono 4300 miliardi di debito in bilancio! Nel 2008 la leva era di 23, oggi è di 77. Per chi non se ne intende questo è arabo, ma per tutti gli altri è un segnale del coma irreversibile. La capitalizzazione del mercato azionario riportato al PIL era pari all’83% ai tempi della Grande Depressione. Oggi è pari al 203%. Certo, il mercato è sopravalutato almeno della metà e solo i tassi a interesse zero lo lasciano temporaneamente aperto, ma è come nel gioco delle sedie musicali: sapete quel gioco nel quale quando la musica finisce si rischia di trovarsi con il sedere a terra, dopo aver perso tutto salvo l’onore. Il valore dei derivati è oggi di oltre 700.000 miliardi di dollari, vale a dire 10 volte il PIL mondiale. È assurdo pensare che possa andare tutto bene. Quelli che non se ne preoccupano tornino pure alle loro incombenze preferite e continuino pure a nascondere la testa sotto la sabbia come struzzi. Il crack mondiale arriverà anche senza di loro, e pagheranno molto caro le conseguenze.
La macchina è partita. I «cospiratori» hanno condannato gli USA e il dollaro, a tutto profitto dei SDR [Special Drawing Rights, una riserva monetaria creata dal FMI nel 1969 per sopperire alle riserve delle singole nazioni, N.d.T.], primo passo verso una moneta mondiale e, dunque, verso un governo mondiale. Dal canto loro i BRICS hanno deciso di giocare la carta della SCO [Shangai Cooperation Organisation, organismo economico, politico e militare fondato nel 2001 fra paesi dell’area eurasiatica, N.d.T.], sulla quale non smetterò mai di sollecitarvi a prendere informazioni. La SCO è una delle due organizzazioni che ci salveranno, per quel poco che metteremo anche del nostro con le nostre battaglie su Internet o per le strade.
Il 2015 sarà un anno cruciale, con le decizioni del FMI sulle SDR, i progressi della SCO e la guerra contro la Russia. Ci sarà pane per i nostri denti. La fine del dollaro avrà ripercussioni gravissime sullo status degli USA come superpotenza. Gli stravolgimenti geopolitici che verranno, gravi ma auspicabili, ci spaventeranno. La crisi del 2008 è un simpatico scherzo in confronto a quello che ci aspetta. State per vivere un momento storico cruciale, la fine del dollaro e – per estensione – il principio della fine degli USA come paese di dominio mondiale. Esulto già in anticipo a immaginare come i vassalli dell’America cambieranno la loro casacca quando tutto questo accadrà.
Algarath
Fonte: http://www.oulala.info
sintetizzando ciò che dici, che è tutta una finzione allora guarda questo video di 3 minuti.
parla sempre il migliore, AURITI. e l’ha detto 15 anni fa.
vedi qui : https://www.youtube.com/watch?v=DBE6ayI8-BQ
perchè non mettono in galera i governatori???
Giacinto Auriti – Questo i magistrati non l’hanno capito, e se ne fottono
guarda uno con le palle, no quei pagliacci che abbiamo a roma. tutti. vedi qui : https://www.youtube.com/watch?v=lA52Hzvmb_E
“come i vassalli dell’America cambieranno la loro casacca quando tutto questo accadrà. ”
Noooo… ancora? l’avevano appena cambiata…buon per loro che la casacca rossa non l’hanno buttata, ce l’hanno in un cassetto….A parte gli scherzi, la fine del dollaro e degli usa significherebbe solo un ridimensionamento(auspicabile), cioe’ non piu’ l’unica superpotenza, ma e’ chiaro che gli usa resteranno tra quelli ai vertici( anch’esso buona cosa, penso).
stanziale@finanza:
dorf001@finanza,A parte gli scherzi, la fine del dollaro e degli usa significherebbe solo un ridimensionamento(auspicabile), cioe’ non piu’ l’unica superpotenza, ma e’ chiaro che gli usa resteranno tra quelli ai vertici( anch’esso buona cosa, penso).
Già. Per ora possiamo solo accodarci al materialismo occidentale, instupidito e ricavato da schiavi orientali.
Se tutto va bene, potremo anche diventare barbetti malpagati con la falce ed il martello o rimettere il nostro volere ad Allah su un’altare di greggio.
“Oggi gli Stati Uniti si trovano nella stessa situazione di recessione nella quale erano fra 1870 e 1900, all’epoca della «Lunga Depressione», o fra 1929 e 1940, all’epoca della «Grande Depressione». ” Ciao Dorf , giusto ieri girovagando …. I risultati furono spettacolari: dal 1820 al 1913 il prodotto interno lordo americano aumentò di quarantun volte (!), mentre nello stesso periodo il resto dell’economia mondiale crebbe di sole tre volte.
La popolazione crebbe in maniera altrettanto esponenziale: le tredici colonie avevano una
popolazione di 2,6 milioni di abitanti nel 1770; meno di un secolo dopo, nel
1860, gli americani erano diventati 32 milioni, e 92 milioni nel 1914. “I risultati furono spettacolari: dal 1820 al 1913 il prodotto interno lordo americano aumentò di quarantun volte (!), mentre nello stesso periodo il resto dell’economia mondiale crebbe di sole tre volte”
Il PIL aumentò di così tanto proprio perchè la popolazione aumentò moltissimo in quel periodo, cosa che non avvenne in Europa. Da wikipedia si vede che tra il 1800 e il 1900 la popolazione nel nordamerica è passata da 7 a 82 milioni; in europa da 203 milioni a 408. E’ ovvio che con un fattore di crescita di 12 (=82/7) della popolazione la crescita del PIL assume valori spaventosi e non lo si può paragonare col fattore di crescita di popolazione europeo (2=408/203).
Senza contare che il nordamerica era di fatto un territorio immenso ed incontaminato, pieno di risorse mai toccate prima (petrolio, foreste, fiumi, laghi, terre arabili,…), mentre l’Europa era sfruttata già da qualche millennio.
Quindi questo mirabolante fattore 41 di crescita del PIL di cui parli è per la maggior parte dovuto alla crescita della popolazione e alle grandi risorse disponibili, mica alle grandi potenzialità dell’ideale libertario. — per finire ….”I risultati furono spettacolari: dal 1820 al 1913 il prodotto interno lordo americano aumentò di quarantun volte”
Arco di tempo dove, tra l’altro, il paese non ebbe alcuna banca centrale. Poi venne la FED.**** Certo è che se tra il 1870 e il 1900 c’è stata la lunga depressione con almeno un raddoppio della popolazione significa che molto probabilmente anche allora si contava col sistema di Trilussa. Mi sa che qualcuno sta giocando sul detto ” Pollo eri , pollo sei , pollo resterai e se ancora non lo sei lo diventerai. ” … alla faccia di Trilussa.
Euro: vicini alla rottura? http://vocidallestero.it/2015/01/05/sapir-la-cancelliera-e-i-ciechi/
hei kry, dove hai preso quella roba? da wikipedia? allora AS al cubo.
ripsonderti sarebbe lungo. ci provo citandoti un ottimo libro. 460 pagine giusto x te.
La crisi della modernità di Harvey David
Geografo, sociologo e politologo inglese.
Si occupa di geografia politica e, dal 2001, è professore di Antropologia alla Graduate School della City University di New York.
Precedentemente è stato professore di Geografia presso le università di Oxford e Johns Hopkins.
L’“Independent” ha citato il suo libro La crisi della modernità come una delle cinquanta opere più importanti del secondo dopoguerra. Nel 1995 gli è stata conferita la Patron’s Medal della Royal Geographical Society e nel 2007 è stato eletto membro della American Academy of Arts and Sciences.
Tra i suoi libri tradotti in italiano: La crisi della modernità (il Saggiatore, 2002), La guerra perpetua (il Saggiatore, 2006), Breve storia del neoliberalismo (il Saggiatore, 2007), Neoliberismo e potere di classe (Allemandi, 2008), Il capitalismo contro il diritto alla città (Ombre corte, 2012), Città ribelli (il Saggiatore, 2013), Giustizia sociale e città (Feltrinelli, 1978), L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza (Feltrinelli 2011) e Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo (Feltrinelli, 2014).
sarebbe interessante per te, ma x tutti leggere da pag 316 a pag 324.
In questo libro Harvey offre una panoramica della crisi della modernità vista attraverso l’analisi degli anni Ottanta, del “rampantismo” diffuso. È una indagine serrata, che accosta e attraversa il dibattito culturale, la mutata esperienza dello spazio e del tempo, l’arte e l’architettura postmoderna, le trasformazioni del modello fordista, l’internalizzazione delle attività finanziarie e la nuova stratificazione sociale.
parla pure della depressione che si mosse dalla gran bretagna nel 1846-47 e che ben presto raggiunse tutto quanto allora rappresentava il mondo capitalistico può giustamente essere ricordata come la prima evidente crisi di sovraccumulazione capitalistica.
ma non si ferma li’, và ben oltre. in questa società iper tecnologica, che ci fà impazzire coi suoi tempi iper-veloci, la gente non ce la fa a stare al passo. ma la mente si rifuta. e allora si rifugia nella familgia, nella religione, nella propria casa, x sfuggire a questa immane distruzione che è insita nel capitalismo. fa parte di esso. quindi la gente fugge e si ricava un angolino di tranquillità e di intimità.
insomma è una guerra. tra l’individuo e il capitale che massifica tutto. lui ti vuole un robot, un ebetino che dice sempre di si, e compra tutte le cianfrusaglie che il capitale produce. e l’individuo, quelli che l’hanno capito, che cerca di fuggire da questo manicomio, d aquesto inferno.
tè capi’? leggi il libro se vuoi capire bene il tutto.
by DORF
ma non si ferma li’, và ben oltre. in questa società iper tecnologica, che ci fà impazzire coi suoi tempi iper-veloci, la gente non ce la fa a stare al passo. ma la mente si rifuta. e allora si rifugia nella familgia, nella religione, nella propria casa, x sfuggire a questa immane distruzione che è insita nel capitalismo. fa parte di esso. quindi la gente fugge e si ricava un angolino di tranquillità e di intimità.
insomma è una guerra. tra l’individuo e il capitale che massifica tutto. lui ti vuole un robot, un ebetino che dice sempre di si, e compra tutte le cianfrusaglie che il capitale produce. e l’individuo, quelli che l’hanno capito, che cerca di fuggire da questo manicomio, d aquesto inferno.
L’autore sembra scagliarsi contro il capitalismo, quando invece la “sorgente” viene dall’illuminismo, razionalismo ecc. ecc., che da un lato scoprono in modo più “scientifico” che nel passato molti aspetti dell’uomo, ma dall’altro proprio perché permettono di arrivare in profondità con la conoscenza delle meccaniche psicologiche e anche sociali, permette ai gruppi di potere di sfruttare queste conoscenze al fine di sottomettere “le masse”.
Sì, certo, queste correnti sono nate con il compito di “liberare l’uomo”, di rendere “tutti uguali” ecc. ecc. ma i gruppi di potere hanno subito capito le “leve” che potevano guadagnare da queste correnti.
Infatti, non solo il capitalismo, ma anche il comunismo (ed il nazismo) hanno massificato a piene mani, hanno ridotto a “numero” (persino tatuato sul braccio), a “genitore 1 e genitore 2” intere generazioni.
Sono 200 anni che l’umanità è condannata. E nessuno lo sa.
beh tanto x ridere, direi che è meglio andare dal dottore. sentiamo cosa dice la sua prognosi.
Natalino Balasso medico https://www.youtube.com/watch?v=HLAYTvtH8tw
Beh, mentre il video è carino, non trovo l’allusione particolarmente simpatica.
in effetti può essere molto interessante una ricerca più o meno approfondita e argomentata sui precedenti storici, e magari sulle affinità culturali ed antropologiche che sicuramente esistono fra questa crisi e le precedenti; come può essere sicuramente affascinante confrontare le vie d’uscita, o i percorsi seguiti dalle varie società con risultati più o meno “vittoriosi”.
Fforse ma alla fine si scopre che è sempre tutto un gioco di parti, una sorta di grande “matriosca” dove ad ogni livello d’approfondimento scopri che il grado di complessità sale in maniera direttamente proporzionale all’incapacità di agire, fino ad arrivare al cuore delle varie società prese in esame e scopri che di fatto
scusate, riprendo, …. di fatto si sono autodistrutte per l’incapacità dei rispettivi “apparati burocratici” e dei centri di potere, a intraprendere soluzioni in apparenza banali quanto risolutive. Ovviamente l’analisi che si fa a posteri è sempre falsata rispetto a chi era realmente in gioco ma la sensazione che si ha quasi sempre è che l’azione di chi è (era) nel cuore del potere non sia mai stata intrapresa a reale beneficio della società in crisi, ma solo a salvaguardia degli interessi di una parte della società stessa, scelta che ovviamente porta all’immancabile crollo del sistema su cui la società si basa.
Un esempio banale può essere nella recente scelta di donare incredibili quantità di soldi dei vari stati nazionali a poche banche / società di affari senza scrupoli e senza nessun tipo di garanzia …. è come se Al Capone fosse arrivato alla FED o alla BCE … soldi dei contribuenti per tutti gli amici, gli altri hanno da schiattà ….
Nessun sistema può funzionare in questo modo … chi lo attua lo sa benissimo, peccato che chi lo dovrebbe fermare incassa la sua bella fetta e sta zitto finché dura … c’era bisogno di andare alla bocconi o di creare un grande apparato burocratico per giustificare una simile condotta politica-economica? Siamo in una situazione criminale e ridicola, solo che fa comodo a troppi. Tutte le precedenti forme di governo e di dominio che si sono succedute nella storia sono passate per questa “anomalia” poco prima di cadere più o meno fragorosamente.
francia r@finanza:
Nessun sistema può funzionare in questo modo … chi lo attua lo sa benissimo, peccato che chi lo dovrebbe fermare incassa la sua bella fetta e sta zitto finché dura … c’era bisogno di andare alla bocconi o di creare un grande apparato burocratico per giustificare una simile condotta politica-economica?
Chi non impara dai propri errori è condannato a ripeterli. Gli uomini non imparano mai.
hei dario, non ci siamo capiti. non no non era x te la battuta di balasso. le teste di cazzo, gli stronzi stanno tutti a roma dentro il parlamento.
per quanto riguarda il libro che ho citato. devo ancora finirlo, poi ti dirò. sono io che vado giù duro col capitalismo. ma hai ragione a dire che son tanti anni che ci fregano. l’autore del libro lo fà capire. ha studiato bene la storia. illuminismo, borghesia.
una cosa ha detto. per avere il potere, dominare, le elites devono avere in mano il tempo e lo spazio. allora puoi fare tutto quello che vuoi.
e anche se il popolo si ribella, ma gli manca la gestione del tempo e dello spazio, fallirà.
quindi, dico io, se chi vuole fare la rivoluzione, deve assolutamente studiare la storia. magari affidarsi o chiedere a personaggi come HARVEY.
ora hai capito?
by DORF
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È un rimbalzo tecnico: stampano per acquisto di sale per ghiaccio. E si che l’hai detto tu che là è inverno…