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CINA E GERMANIA: DEBT DEFLATION!

Scritto il alle 09:37 da icebergfinanza

 

Abbiamo visto come è affascinante osservare la storia che ama fare la rima…

 

Come sempre le banche tedesche in primo piano, non solo sono piene di immobili tedeschi che perdono valore alla velocità della luce, ma dovevano andare in America a raccogliere spazzatura.

E pure speravano che con il MES, noi italiani come per la Grecia, tirassimo fuori i soldini per salvare capra e cavoli.

Ma partiamo dalla Cina che è meglio, perchè a parlare di Germania mi viene la depressione, anzi la depressione di Weimar.

Deflazione da debiti, la Cina la sta esportando a piene mani in tutto il mondo, affascinante.

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Lo fa semplicemente tagliando i prezzi delle merci che esporta, e taglia, taglia e ancora taglia.

WOW, ora anche il Financial Times, dice quello che vi raccontiamo da un anno.

Ovvero che la Cina, non potrà fare altro che esportare deflazione come fece il Giappone negli anni ’90, dopo essere stato disintegrato da una bolla immob9iliare spettacolare.

E la Cina, segue lo stesso percorso, ma ora arriva Trump, se non taroccano le elezioni e arriva una nuova guerra commerciale, ancora più interessante.

Tutti a parlare di deflazione…

L’indice dei prezzi al consumo cinese è sceso dello 0,8%, con i prezzi che hanno subito il calo più grande dalla recessione globale del 2009.

Chiaro? Mai visto dal 2009, non dal 2020!

Quarto calo mensile consecutivo dell’indice dei prezzi al consumo cinese.

Prezzi di molti prodotti alimentari in calo con percentuali a due cifre.

Il prezzo della carne di maiale è crollato del 17% e i prezzi delle verdure sono scesi di quasi il 12%.

E qualche ingenuo, pensa che non si rifletterà sull’economia mondiale.

Oggi, l’istituto luce americano, il BLS, revisionerà i dati dell’inflazione degli ultimi 5 anni.

Indici destagionalizzati, ricalcolati, insieme ai fattori di destagionalizzazione per il periodo che va da gennaio 2019 a dicembre 2023.

Dai che ci divertiamo a parlare del sesso degli angeli.

Il tutto mentre ieri, chi conta davvero, si è lanciato in acquisti sfrenati nell’asta trentennale dei titoli di Stato americani, cancellando tutto le fesserie che da mesi circolano sul rischio che prima o poi le aste vadano deserte.

Asta spettacolare, stellare, ipersonica, 25 miliardi spariti in un attimo, con richieste dall’estero record.

Ovviamente, mentre le aziende annunciano licenziamenti su licenziamenti, i sussidi di disoccupazione calano, perchè gli americani, da buoni patrioti, non vogliono pesare sullo zio Sam, preferiscono aspettare che passino le elezioni.

Tifano tutti per nonno Biden, a loro piacciono le comiche!

Escludendo Cina, Germania e Francia, tre Paesi qualsiasi, non c’è alcuna recessione in giro.

A proposito di Germania, ma è mai possibile che le loro banche siano amministrate da perfetti incapaci, dagli idioti di Dusseldorf come gli chiamavano gli americani durante la crisi subprime?

L’ultima vittima di questa bolla è stata la tedesca Deutsche Pfandbriefbank AG, che ha visto crollare le sue obbligazioni a causa dei timori sulla sua esposizione al settore. Mercoledì 7 febbraio ha rilasciato una dichiarazione ufficiale non prevista in cui affermava di aver aumentato gli accantonamenti a causa della “persistente debolezza dei mercati immobiliari”.

La prossima turbolenza finanziaria passa da qui, dal terremoto immobiliare commerciale Usa? Intanto, i segnali dalla Germania non sono rincuoranti per l’Europa.

Tra sistemi fondamentalmente solidi, problemi circoscritti e tempeste in un bicchiere d’acqua, mentre la Yellen dice che le cose stanno prendendo una brutta piega, ma che non è preoccupata, diamo un’occhiata alla dimensione del problema soprattutto in America.

Le banche regionali sono il vero problema.

Ma questo lo sapevamo, non è una novità, lo abbiamo analizzato lo scorso anno.

Sappiamo che il modello di business delle grandi banche è cambiato, loro non fanno più prestiti, loro giocano con i soldi, manipolazione, frode e via dicendo.

Le banche piccole, come quelle regionali invece, detengono quasi il 70% delle loro attività in prestiti, con il mercato immobiliare commerciale che rappresenta la quota maggiore, di gran lunga.

Attenzione a minimizzare questa dinamica dice Eric.

Non si tratta solo di fallimenti bancari.

Le piccole banche concedono quasi tutti i prestiti nello spazio delle banche commerciali.

Quali saranno le dinamiche future dei prestiti nel settore?

Rileggetevi cosa è una deflazione da debiti.

DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE.

 

1. la liquidazione dei debiti attraverso la svendita dei beni patrimoniali: i proprietari sono costretti a svendere la loro abitazione in quanto non riescono più a racimolare il denaro per pagare la rata del mutuo. Nel frattempo, il valore della loro abitazione scende sotto il valore del mutuo residuo. Le banche vedono pertanto crollare il valore dei loro attivi in seguito alle svalutazioni dei beni immobiliari. Gli speculatori debbono a loro volta rientrare immediatamente dai loro debiti svendendo le case o i titoli acquistati;

2. tutti si affrettano a liberarsi delle proprie case, amplificando la caduta della velocità di circolazione della moneta, ovvero la frequenza media con la quale un’unità di moneta è spesa in uno specifico periodo di tempo;

3. questo provoca un crollo generalizzato del livello dei prezzi e un aumento dell’onere del debito espresso in termini reali (ciò che ieri valeva 100 oggi vale 90, ma il mio debito resta nominalmente 100). Il crollo dei prezzi innesca a sua volta reazioni dannose per l’economia, sia per quanto riguarda il valore delle garanzie, che automaticamente scendono (la mia casa vale 90 mentre l’ipoteca resta 100), sia per quanto riguarda la riduzione della ricchezza (o la sensazione della sua riduzione), che provoca una riduzione dei consumi;

4. la riduzione del valore dei patrimoni, unita a quella delle garanzie, provoca quindi il circolo vizioso dei fallimenti privati e aziendali;

5. e il crollo dei profitti delle aziende;

6. ne consegue l’ulteriore crollo degli investimenti, dei redditi, dei salari, delle pensioni e dell’occupazione che porta a una contrazione ulteriore dei consumi;

7. e a un peggioramento del livello di fiducia nel sistema;

 

Semplice no, ma ovviamente ci pensa la Fed, tutti state guadagnano con i record di borsa e i cieli sono azzurri e infiniti.

Buon fine settimana. Andrea

 

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SEMPLICEMENTE GRAZIE!

15 commenti Commenta
gnutim
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 11:33

vorrei farvi notare che nel silenzio assoluto e coi mkt ai massimi, alcuni elefanti di cristallo si stanno muovendo in modo un pò pericoloso. Andate a vedere i grafici di BNP, ABN Amro, SG, Commerzbank, Credit Agricole e ING giusto per dare qlc nome.
Mi viene i mente quella tabella che qualche anno fa aveva postato Andrea sulle banche con la leva maggiore e che erano ricomprese tra i maggiori rischi sistemici.
Una di queste è già saltata (Credit Suisse)
Invece mi fa piacere non vedere nessuna banca italiana in difficoltà… apparentemente dai numeri è così

aorlansky60
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 11:42

Il paradosso dei tempi attuali spiegati dall’andamento del settore industriale nel 2023 in Germania (il Paese manifatturiero #1 in Europa per prodotti ad alto valore aggiunto) :

-3% su base annua (il che equivale a dire: crisi economica e recessione accertati)

nello specifico per settore:

Industria chimica -7,6%,
industria ad alto consumo energetico -5,8%,
costruzioni edili -4,6%,
manifattura di gomma e plastica -4,4%,
computer e prodotti elettronici -2,2%
tessile e abbigliamento -1,4%.

<Mentre al contempo il DAX festeggia i suoi massimi di sempre.

quando si dice: FINANZA che non ‘viaggia’ più correlata ai dati delle soc. quotate (come accadeva prima del 2000), ma in rally costante per conto proprio (opportunamente drogato da Fed e Bce) almeno da un decennio…

E attenzione che se la CINA stà già esportando DEFLAZIONE in EU, gli USA potrebbero [ben presto] esportare in Europa i loro guai relativi al REAL ESTATE locale, in considerazione dell’alto livello di esposizione delle banche europee (specie gli istituti tedeschi e francesi, sempre loro guarda caso) verso quel settore.

derivata seconda
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 12:09

E qualche ingenuo, pensa che non si rifletterà sull’economia mondiale.
Sono uno di quelli, vedo cieli azzurri anche se non infiniti. Pero’ vedo gente con l’ombrello aperto da anni. L’immobiliare ? Grossa grana da cui come singolo stare alla larga. Al momento attuale ne starei cosi’ alla larga che se non avessi gia’ l’iimobile/i pagati penso che l’affitto sarebbe la scelta migliore. Gli immobili commerciali finiranno senza colpo ferire nell’oblio dei cento anni senza l’uomo, che spreco! Il problema futuro e a breve ? I fondi pensione, ma finche’ la sterlina tiene….. Ma i cieli resteranno ancora zurri,zurri.

reragno
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 14:25

ed io oggi ho incrementato lo Oat 0,50% 2072 dopo le storno che ha fatto e si è mangiato il 50% dell’ultimo rialzo. Stiamo a vedere.

derivata seconda
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 14:34

reragno@finanzaonline,

Ti avevo gia’ detto che non ero affatto d’accordo sul primo acquisto. Nessuna presa per i fondelli solo un giudizio.Incomprensibile la reiterazione, ma sono soldi tuoi. Questi titoli oltre 5 anni in questo momento sono adatti solo a istituzioni,professionisti. Non mi importa cosa sara’ sono contrario.

ilbiffo
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 14:50

…cosa sarà…il problema è quando, perchè intanto non sono passati i giorni ma gli anni.
A proposito delle borse ,come giustamente detto, drogate dalle banche centrali,credete che alla luce delle bolle che si sono create,commetteranno lo stesso errore?

gnutim
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 15:01

ilbiffo,

le BC sono già pronte a inondare di liquidità i mkt, ma ormai siamo in un contesto del tutto diverso da 5 anni fa: debiti molto più alti, costo del debito molto più alto, bilanci pubblici molto più irrigiditi e commercio internazionale a rischio blocco da un momento all’altro a causa delle tensioni nelle vie del petrolio.
Quindi le BC non possono inondare senza guardare al possibile impatto su inflazione da offerta (non da consumi ovviamente). Inoltre forse si possono salvare 1/2 banche contemporaneamente ma la Francia ne ha 3/4 e la Germania pure di più che rischiano grosso.
Non ho idea di cosa possa succedere ma penso che l’asset migliore sia sempre lui: mister $!

reragno
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 16:43

mi permetto di dirti che non ho bisogno della tua approvazione
derivata seconda,

aorlansky60
Scritto il 9 Febbraio 2024 at 19:09

@ilbiffo
A proposito delle borse ,come giustamente detto, drogate dalle banche centrali, credete che alla luce delle bolle che si sono create, commetteranno lo stesso errore?

Le banche USA di ‘seconda e terza classe’ (quelle che definiscono “small banks”) si ritrovano in una situazione debitoria CATASTROFICA (di cui ovviamente nessuno parla, perchè NON CONVIENE PARLARNE! si sa mai che a parlarne il cittadino medio americano arrivasse alla verità nuda e cruda e prendesse una paura del diavolo…) si ritrovano tutte ben al di sotto della linea di galleggiamento NOW, per l’esposizione che hanno accumulato in LOANS concessi; non penso che rimanga altro da fare (per Powell e la Fed) di posticipare il termine del programma BTFP (attualmente previsto il 12 Marzo c.a.)… troppo pericoloso far mancare improvvisamente, e di colpo, “la droga” (in liquidità) a quelle banche che costituiscono la spina dorsale del sistema economico USA…

aorlansky60
Scritto il 10 Febbraio 2024 at 09:11

A proposito di “droga monetaria”, oltre 10anni fa ormai, un economista americano “fuori dal coro” (degli entusiasti del QE) ebbe a dire, a proposito della “moneta facile” concessa dalle BC :

una volta creato e messo a regime, grazie alla politica monetaria delle banche centrali (Fed in testa), il “mostro” non potrà più essere fermato; aumenterà progressivamente ed assumerà un volume sempre più GIGANTESCO tanto da richiedere misure sempre più ingenti per essere sostenuto, fino al punto di rottura, il momento in cui [banche centrali e governi politici dei rispettivi paesi di appartenenza] si renderanno conto che è impossibile continuare a sostenerlo, dato che richiede risorse irragionevoli fuori da ogni logica, ma allora sarà troppo tardi.

10anni dopo, quella profezia è risultata giusta a metà (il volume della BOLLA a livello mondiale è effettivamente aumentata a dismisura), ma è ormai assodato che le BC (Fed in testa) possono continuare ad alimentare “il mostro” (cioè la BOLLA MONETARIA e tutto ciò che ne consegue in fatto di “mercati finanziari drogati”) per tutto il tempo che vogliono, almeno finchè “la madre” di tutte le BC (la Fed americana) continuerà a ricevere consenso dal mondo intero in fatto di ‘credibilità reputazione e autorevolezza’, in qualità di Banca Centrale dello Stato sovrano #1 al mondo per importanza.

Nella giornata di ieri lo SP500 ha toccato il livello massimo storico di sempre.
Finchè c’è Fed c’è speranza.

Almeno finchè un qualche altro Stato sovrano sulla faccia della Terra riuscirà a scalfire [a livello di credibilità reputazione e autorevolezza] lo status riconosciuto di Stato #1 al mondo quale sono gli USA dal 1945 e continuano ad essere ancora oggi. Ma quel momento “di rottura” è ancora lontano da venire [secondo chi scrive].

ilbiffo
Scritto il 10 Febbraio 2024 at 10:22

aorlansky60,
Intervento di aorlansky60 che condivido in toto e gli chiedo ,per quello che può contare una previsione in un settore come quello degli investimenti,alla luce di quanto ha scritto, come vede i Treasuries?

aorlansky60
Scritto il 10 Febbraio 2024 at 18:28

@ilbiffo

è semplice: i TREASURIES continueranno a godere di ottima salute finchè gli USA faranno “gli USA”, per come essi si sono fatti conoscere dal Giugno 1942 (data della Battaglia aeronavale di Midway che ha costituito un TURNING POINT decisivo nelle sorti della Guerra in Pacifico contro il Giappone), cioè se continueranno ad essere lo Stato sovrano più POTENTE e TEMUTO sulla faccia della Terra. In quest’ultima valutazione costituisce un fattore IMPORTANTE -direi perfino DECISIVO- lo stato del loro APPARATO MILITARE e della continua RICERCA e SVILUPPO dedicata a quel settore (ultimamente, gli USA dedicano annualmente non meno di 900 miliardi di $ esclusivamente al loro SETTORE MILITARE; per dare un idea, si tratta del totale di spesa pubblica che un Paese come l’Italia deve sostenere annualmente per tutti i vari settori, pensioni-sanità-istruzione-esercito e forze dell’ordine).
Non ultima la loro vera forza: IL DOLLARO. Finchè gli USA riusciranno ad imporre al mondo intero (come lo fanno dalla fine della IInd WW) l’acquisto di MATERIE PRIME vitali (prima tra tutte: IL PETROLIO) SOLO ED ESCLUSIVAMENTE IN DOLLARI AMERICANI (in modo che per farlo, qualsiasi Stato debba fare GRANDE e COSTANTE scorta di VALUTA AMERICANA per acquistarle) per gli USA non ci saranno problemi e continueranno ad essere “la nuova Babilonia” del XXmo e XXImo secolo… Gli oppositori del “sistema occidentale” (Russia e Cina in testa) hanno capito che non si possono battere gli USA militarmente (non al momento almeno) ma si può cercare di insidiarne il dominio “lavorando” opportunamente a combattere IL DOLLARO quale VALUTA DI RISERVA MONDIALE (per questo motivo, la costituzione dei ‘BRICS’ e il loro tentativo di fixare l’ORO attraverso un proprio canale preferenziale alternativo al FIXING ufficiale di Londra, oltre che accordarsi, COME STANNO GIA’ FACENDO, sugli acquisti di PETROLIO tra di loro non necessariamente IN DOLLARI, caso tipico RUSSIA -> CINA in qualità di fornitore -> cliente di PETROLIO)

veleno50
Scritto il 11 Febbraio 2024 at 19:19

Con quello cha ha annunciato oggi Trump c’è da sperare che sia lui il prossimo presidente. Non c’è mai fine al peggio. Auguri

derivata seconda
Scritto il 12 Febbraio 2024 at 12:21

INFLAZIONE: KNOCKOUT! Sarebbe da abilitare,grazie.

reragno
Scritto il 12 Febbraio 2024 at 13:24

Come ben si può capire leggendo certi canali di informazione indipendenti degli States, se Trump fosse eletto, ha in mente di defilarsi definitivamente dalla Nato. Questo vorrebbe dire svuotare questa organizzazione criminale del suo più potente alleato. Speriamo tanto in una veloce fine della Nato. Tutti compresi gli Europei dovrebbero finalmente vivere una vera primavera di democrazia,

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