Ieri sono usciti i dati relativi all’inflazione in America, prima di analizzarli, partiamo da qui, da quello che è oggi l’economia americana, un immenso fake, in attesa di revisione non appena sarà finita la saga delle elezioni.
Entriamo nel dettaglio dell’ultimo anno, ben 10 degli ultimi 11 mesi con occupazione rivista sensibilmente al ribasso.
Source Goldman Sachs
Thanks to Zero Hedge.
E ripeto, non è ancora la verità, perchè le vere revisioni annuali arriveranno nei prossimi mesi.
Facciamo un’altro passo, andiamo a vedere cosa accadde nel 2008. Ricordo che li sparirono nelle revisioni centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Se togliamo quando accadde nel settembre del 2008, con il fallimento di Lehman Brothers e il collasso in due mesi degli occupati, il 2023 è sulla buona strada per essere uno dei tre anni peggiori dal 1979 per quanto riguarda le revisioni al ribasso delle buste paga.
Ci sono state oltre 500.000 revisioni negative nei primi dieci mesi dell’anno, inferiore solo alla grande crisi subprime e alla pandemia.
Davvero volete raccontarci che l’economia americana è in grande spolvero?
Qui su Icebergfinanza, raccontiamo la realtà, non siamo pappagalli che diffondo informazione senza verificare le fonti.
Quindi, difficile commentare i dati sull’inflazione di ieri.
Non avevamo dubbi che qualcosa dovevano inventarsi per frenare l’entusiasmo per i tagli dei tassi, ma non ci sono riusciti.
Basta pensare che i prezzi delle auto e dei camion usati, stanno salendo secondo il BLS oltre ogni ragionevole dubbio, basta manovrare questa leva e si riesce a modificare il dato complessivo.
Bastava un dato negativo è l’intero indice CORE sarebbe sceso sotto le aspettative.
Siamo seri!
L’indice PRIVATO e non quello pilotato dal BLS qualche giorno prima segnala un calo dei prezzi delle auto usate e il BLS si inventa una salita?
L’indice delle auto usate è un indicatore chiave dell’IPC principale.
Basta “manovrare” quello e manovri i dati complessivi.
Qualcuno ve lo racconta oggi, la stampa finanziaria mainstream nostrana?
Quindi non commentiamo la fotografia rilasciata ieri dal BLS sull’inflazione, ma facciamo un passo oltre.
Quello che conta è che gli affitti che valgono oltre il 33% del dato per i prossimi mesi, stanno lentamente scendendo.
L’indice degli alloggi è aumentato del 6,2% nell’ultimo anno, rappresentando oltre i due terzi dell’aumento totale dell’indice di tutti gli articoli meno cibo ed energia.
Il resto sono chiacchiere da bar per analisti e giornalisti a libro paga.
Il tasso di inflazione ha subito un forte rallentamento negli ultimi mesi, con l’IPC complessivo in aumento solo dello 0,1% a novembre dopo essere rimasto piatto in ottobre. Negli ultimi tre mesi è aumentato solo ad un tasso annuo del 2,2%, in calo rispetto al tasso del 3,1% dell’ultimo anno.
I due indici degli affitti, l’affitto proprio e l’affitto equivalente ai proprietari, costituiscono una parte enorme del CPI (33,5% del CPI complessivo e 42,1% dell’indice core). Il forte aumento degli affitti durante la pandemia è stato un fattore importante che ha spinto l’inflazione. Nell’ultimo anno i due indici sono cresciuti rispettivamente del 6,9% e del 6,7%. Nell’ultimo anno hanno aggiunto 0,5 e 1,7 punti percentuali al tasso di inflazione.(Dean Baker)
Ma Santo Cielo è possibile essere così miopi o ignoranti e non vedere la realtà.
Certo l’inflazione reale è esplosa, grazie alla speculazione e alla pandemia, grazie alle guerre, ma non grazie alla domanda, chi lo scrive è solo un povero ignorante in cerca di visibilità.
Lo so che l’inflazione di ogni giorno è feroce, ma lo è da sempre, dalla nostte dei tempi.
Con l’euro ci hanno fregati mille volte di più.
Quando parlo di deflazione di debiti, mi riferisco alle dinamiche che riguardano gli investimenti e non alla spesa di ogni giorno.
Nel frattempo, nuovo record per il credito al consumo, cqarte di credito e altre diavolerie.
Ma soprattutto il tasso medio con cui il fesso consumatore americano rimborsa è quasi il 22%!
Ma di cosa volete parlare, se non di deflazione da debiti!
Ora, ci potrebbe essere un piccolo problema, il conflitto in Medio Oriente, il blocco di alcune rotte marittime, ma nulla al confronto di quello che è successo durante la pandemia.
Il riferimento migliore è a quanto successo quando una nave bloccò il Canale di Suez per settimane, e nulla di particolare è successo.
I grandi rivenditori USA parlano già di deflazione dei prezzi per il 2024, non riusciranno a trasferire ancora i rincari dei trasporti sui consumatori, perchè la recessione è globale, la Cina è in difficoltà e l’America è un immenso fake economico.
La verà inflazione è questa, statisticamente!
Lo aspettative stanno crollando, lasciate perdere chi guarda il puntino, questa è la grand pagina bianca.
Nel frattempo probabilmente il rimbalzo dei rendimenti è già finito, soprattutto per i nostri titoli di Stato.
Ma di questo parleremo nel fine settimana, con uno spettacolare OUTLOOK 2024 in uscita.
Ci sarà un’analisi importante sulle prospettive dell’euro, un’analisi rivista di un mio lavoro di ricerca per un’importante istituzione a livello mondiale.
Ho già scritto che non sarà per tutti, costanza e generosità del Vostro supporto sono fondamentali.
Buon fine settimana. Andrea
Noi nel frattempo, continuano a lavorare insieme a Machiavelli, per un Outlook spettacolare, un appuntamento da non perdere!
Buon anno a Voi tutti cari Compagni di viaggio, appuntamento al 13/14 gennaio con OUTLOOK 2024 ” Euro crisis 2.0″.
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Oltre ad OUTOLOOK 2023 avrete accesso ad un lavoro commissionatomi da un’importante istituzione mondiale alcuni anni fa come potete vedere qui sotto…
Abbiamo rivoluzionato e restaurato la nostra mailing list, probabilmente all’inizio ci sarà qualche problema.
Da lunedì 15 saremo a disposizione per reinviare manualmente i nostri manoscritti.
Prima di scriverci però, invito a leggere le nostre riflessioni qui sotto, che cambieranno la dinamica del nostro omaggio per il 2024
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Un dato di fatto oggettivo da citare è che Andrea MAZZALAI è stato il primo (già diversi mesi fà quando ricordo che ne aveva iniziato a parlare) ad ammonire “sulla CINA che esporta deflazione” quando nessun altro ne parlava… da alcuni giorni stò notando che tutti i media si sono svegliati e parlano di “CINA in deflazione” come fosse una notizia dell’ultima ora… buongiorno eh!…
La CINA ha diversi problemi interni di cui ovviamente nessuno parla: rapporto DEB/PIL al 300%, una crisi del settore EDILIZIO iniziata già alcuni anni fà che è ancora in corso legata alla propria finanza ‘ombra’ interna che ha generato un livello di DEBITI altrettanto impressionante, una crisi dei consumi interni (il miliardo e oltre di consumatori cinesi che si sono messi in stato di standby e non comprano più o comunque molto meno di prima)… insomma se Atene piange, Sparta non ride di certo in questo momento…