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PAYROLL: CIRCO BIDEN VA IN VACANZA!

Scritto il alle 08:01 da icebergfinanza

Circus World - All You Need to Know BEFORE You Go (with Photos)

Venerdì all’ improvviso, i dati sull’occupazione americana hanno avuto sui mercati dei bond, lo stesso effetto di due elefanti caduti dal piedistallo, in mezzo ad una cristalleria.

Per una volta il circo Biden, se ne è andato in vacanza o forse al BLS hanno deciso di raccontare la triste verità dell’economia americana, un’economia sostenuta da dati semplicemente inventati.

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Non importa quale è stato l’ultimo dato, verrà rivisto sensibilmente in negativo i prossimi mesi.

in ben otto degli ultimi nove mesi, il BLS ha rivisto negativamente le sue fantasie elettorali a sostegno dell’amministrazione Biden.

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Oltre 100.000 posti di lavoro sono spariti negli ultimi 2 mesi, mentre qualche ingenuo si godeva i ruggenti anni venti.

Se ve lo siete dimenticati nel 2008, nelle revisioni realtive al 2007, sono spariti in un solo colpo nell’ultimo trimestre oltre 500.000 posti di lavoro.

Ma che ve lo racconto a fare, oggi teroccare i dati con le illusioni statistiche e gli aggiustamenti stagionali va di moda.

Ad inizio anno, degli oltre 894.000 posti creati, ben 810.000 sono revisioni annuali.

Il giochino è sporco, perchè se non fosse sporco da tempo il BLS avrebbe già aggiornato una metodologia obsoleta a dir poco.

Ma a loro va bene così.

Prima di entrare nei dettagli, vorrei mandare un saluto sincero a tutti coloro che in questi mesi hanno messo in dubbio la mia parola, le mie analisi, tempestando blog e mail di messaggi carini.

Un consiglio, mai metter in dubbio la mia professionalità, chissà che non trovi il tempo di dare mandato a qualche avvocato.

Il rapporto di venerdì, stranamente è pieno e zeppo di segnali negativi per l’economia americana.

Non solo, si sono inventati anche un nuovo modello di nascita/morte delle imprese che molto probabilmente ha sovrastimato anche la crescita dell’occupazione, aggiungendo oltre 400.000 posti di lavoro, uno dei più spettacolari incrementi della storia.

In sintesi, ottobre era molto più brutto di quello che il BLS ha provato a raccontare, ma non c’è fretta, la verità uscirà il prossimo anno.

Servirà una guerra mondiale all’amministrazione Biden per nascondere le revisioni che verranno. In mezzo ad una guerra nessuno se ne accorge.

Il circo Biden, qualcosa ha fatto per tenere in piedi la baracca.

Va così bene, che la settimana lavorativa media è scesa a 34,3 ore, raggiungendo il livello più basso da aprile 2020.

Qulche scusa ce l’hanno sempre, gli scioperi che dovevano far volare l’inflazione hanno prodotto 30.000 licenziamenti su 35.000 nel settore manifatturiero.

La barzelletta è che il settore edilizio continua ad assumere, una vera e propria barzelletta in mezzo ad una depressione immobiliare, altri 11.000 posti inventati.

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Ma lasciamoli pure questa.

Solo un idiot a questo punto, e non un ingenuo, non si accorge che questa è propaganda politica, con un solo scopo di favorire la rielezione di Biden, anche se alcuni segnali non lasciano presagire nulla di buono per i democratici.

Riusciranno i nostri eroi a taroccare anche le prossime elezioni?

Se avranno un minimo di pudore, le revisioni continueranno in maniera massiccia, mentre la disoccupazione arrivata al 3,9% sta per sfondare la soglia del 4 %, che annuncia l’inizio posticipato di una recessione.

Ma sedetevi sul divano prima di aver finito di leggere questo post, perchè il sondaggio delle famiglie, (household survey) è letteralmente collassato con una perdita di posti di lavoro di 348.000 unità, la più spettacolare caduta dai tempi della pandemia.

Si tratta di sondaggi che possono essere facilmente “aggiustati” la divergenza tra l’indagine delle imprese e quella delle famiglie è incredibile, mai successo nella storia.

Abbiamo già visto, grazie ad un articolo del New York Times, che le imprese hanno tutto l’interesse a nascondere i licenziamenti o le mancate assunzioni, per non mostrare la reale debolezza.

Nel frattempo, il tasso di sottoccupazione, U-6, è salito al 7,2%, il più alto da febbraio 2022. Si tratta di una misura più ampia della disoccupazione che tiene traccia dei disoccupati, così come di coloro che sono marginalmente attaccati alla forza lavoro e del part-time per motivi economici.

Il mercato obbligazionario con un rally venerdì, non ha festeggiato solo il crollo dell’occupazione ma anche una minore pressione sui salari rispetto alle attese, con una crescita annuale del 4,1% rispetto al precedente 4,3%

In sintesi, mentre attendiamo le prossime revisioni negative, la crescita di 150.000 posti di ottobre è dovuta per un terzo a lavori pubblici e per il resto a servizi educativi e sanitari.

La crescita dei salari rallenterà ulteriormente nei prossimi giorni, con tanti saluti ai cultori dell’inflazione da domanda, la più spettacolare barzelletta dell’ultimo secolo.

Il numero di persone che lavorano a tempo parziale per ragioni economiche è aumentato in ottobre a 4,28 milioni da 4,07 milioni a settembre.

Inoltre sono aumentati a 1,282 milioni i lavoratori che sono disoccupati da più di 26 settimane e desiderano ancora un lavoro, rispetto a 1,216 milioni del mese precedente.

Questo è superiore ai livelli pre-pandemia. Una buona notizia immagino.

Nel frattempo anche il settore dei servizi che vale oltre il 70 % della crescita economica e dell’occupazione è collassato.

Sono commosso di quanto è accaduto venerdì, due dati veritieri in un sola giornata mi commuovono!

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Con il servizi ormai alla soglia delle recessione, l’Europa in piena recessione e la Cina che esporta deflazione, ci sarà da divertirsi in questo lungo inverno.

C’è chi pensa che il recente rally dei bond sia dovuto al Tesoro americano che non solo ha annunciato aumenti inferiori alle attese per le aste del debito a lungo termine, ma ha anche suggerito di essere disposto a oltrepassare le linee guida informali riguardo all’entità dei titoli del Tesoro a breve termine da emettere.

In realtà si è trattato di una svolta insignificante, ininfluente, ridicola per giustificare uno dei rally più spettacolari degli ultimi tempi come abbiamo visto nell’ultimo Machiavelli uscito ieri.

Come vedremo le condizioni attuali sono favorevoli ad un prossimo rally del dollaro.

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3 commenti Commenta
aorlansky60
Scritto il 6 Novembre 2023 at 10:43

A stupire maggiormente è che in mezzo ad una serie di dati palesemente NEGATIVI dell’economia USA (quelli VERI, non ritoccati dall’amministrazione dem) l’Uff. Statistico USA ‘sbandiera’ per il IIIzo trim 2023 una “crescita” del +4,9%… è incredibile cosa può riuscire a fare la propaganda mediatica, lanciata in mezzo ad una massa di cittadini inermi che non riesce [o non vuol] capire…
l’avevo già scritto un paio di mesi fà: SAREBBE INTERESSANTE (per chi può e per chi ha tempo) fare un viaggio di reportage nelle più grandi metropoli nord americane, per documentare cosa si riesce a vedere coi propri occhi: ci sarebbe da rimanere stupiti (per gli sprovveduti che ancora credono nel ‘sogno’ americano e che quello è il Paese più ricco al mondo) della POVERTA’ della DISILLUSIONE e della SOFFERENZA che ‘circola’ per le strade, guardando le facce di molti cittadini americani con gli occhi persi nel vuoto…

claudio70
Scritto il 7 Novembre 2023 at 18:03

Ragazzi, capitano,che ne pensate del Giappone? Debito Monster quindi non si può alzare i tassi ergo valuta in caduta libera e per un Paese che importa quasi il 100% di cibo ed energia
Cul de sac?

aorlansky60
Scritto il 8 Novembre 2023 at 08:05

@Claudio70

Giappone?
Io prima di pensare a quello, mi preoccuperei della situazione economica di altri Paesi (alcuni dei quali (*) assai più vicini a noi del Giappone)…

Il Giappone è la seconda potenza economica dell’Asia e la terza al mondo per PIL nominale, dopo Cina e Stati Uniti; è quarta per PIL a parità di potere d’acquisto, sorpassata nel 2012 dall’India. L’industria è tra le più imponenti e avanzate al mondo: è dominata da due settori chiave, la produzione di automobili e l’elettronica di consumo [che esporta in buona parte del resto del mondo, ndr], seguite dai settori siderurgico, chimico, farmaceutico, gomma, petrolchimico, cantieristico, motociclistico, aerospaziale, microelettronico, videoludico, tessile. Nel Paese si trovano sia grandi multinazionali (Toyota, Honda, Sony, Panasonic Corporation, Yamaha Corporation, Hitachi, Toshiba, Sharp Corporation, Canon, Nikon Corporation, Nintendo, SEGA, Bridgestone, Japan Tobacco, Nippon Telegraph and Telephone, Nippon Steel & Sumitomo Metal, Nippon Oil), sia piccole e medie aziende. (Fonte: Wikipedia)

Il Giappone ha il problema di essere il Paese più vecchio al mondo demograficamente. Anche se al momento conta ancora più di 120 milioni di cittadini.
Al suo interno sono attivi 50 reattori nucleari disseminati in tutti i suoi distretti, e il piano nucleare del Paese prevede la costruzione di ulteriori reattori nei prossimi decenni.

Per il resto i suoi punti di forza sono delineati sopra, uniti al fatto che pur detenendo uno dei DEBITI PUBBL più ingenti al mondo, questo non preoccupa perchè è quasi tutto in mano della sua BANCA CENTRALE e dei suoi stessi cittadini. Già: un Paese ALTAMENTE TECNOLOGICO E INDUSTRIALIZZATO, che detiene LA SUA BC e LA SUA VALUTA… UN PAESE al cui confronto [un tempo] ‘nobili’ Paesi oggi decaduti, quali (*) UK FR DE IT, mi sembrano nani…

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