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DEPRESSIONE IMMOBILIARE!

Scritto il alle 08:22 da icebergfinanza

Is the Capital Region vulnerable to a housing crash?

La sindrome generale di adattamento, formulata quasi cento anni fa Hans Selye è perfetta per descrivere la situazione attuale.

E’ la risposta automatica, inconsapevole e sistemica dell’ organismo a qualsiasi tipo di stress, anche a quelli che normalmente riteniamo utili e piacevoli.

Questa fase è caratterizzata, tra le altre cose, dalla liberazione di beta endorfine (migliaia di volte più affini ai recettori della morfina, della morfina stessa) che ci permettono di andare “fuori giri” senza che ce ne accorgiamo, provocando un danno enorme che si evidenzierà nella fase successiva, quella di “esaurimento”. I farmaci, in generale, contribuiscono a mantenere il più a lungo possibile questa seconda fase, nascondendo al cervello la reale situazione.

I governatori della Fed sono così intenti ad osservare un indicatore ritardato e inaffidabile sull’occupazione come quello del BLS che fanno finta di non accorgersi della depressione immobiliare.

Quelli di Morgan Stanley,  provano a raccontarla meglio…

Non so se lo fanno apposta, ma sono così stupidi da concentrarsi sul nulla, mentre uno dei principali motori dell’economia in genere è collassato. In fondo anche durante la crisi subprime dormivano o facevano finta di nulla.

Ieri, per la prima volta nella storia, situazione che non si era mai verificata nemmeno durante la feroce repressione immobiliare subprime.

L’indice di acquisto MBA è la misurazione settimanale della Mortgage Bankers Association delle domande di mutuo per la casa a livello nazionale sulla base di un campione di circa il 75% dell’attività ipotecaria in America.

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Il rimbalzino dovuto al rintracciamento dei tassi che tra l’altro ieri hanno raggiunto un nuovo massimo intorno al 7% è già abbortito.

Non si vedeva un numero simile addirittura dal 1995!

Non solo, come abbiamo già visto ieri, a partire da gennaio, le vendite di case unifamiliari esistenti sono crollate del 36,1% annuo, il peggior calo annuale dal maggio 1980

WOW, 28 anni e addirittura 43 nel caso delle unità famigliari, le più vendute in America, la sindrome di adattamento generale alla fine (esaurimento) presenta il conto, gli interessi sono altissimi ed il risultato può essere devastante.

Perchè qualcuno torni a comprare con questi tassi, serve un collasso del 50 % dei prezzi, immaginatevi cosa accadrebbe alle garanzie ipotecarie.

DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE.

4. la riduzione del valore dei patrimoni, unita a quella delle garanzie, provoca quindi il circolo vizioso dei fallimenti privati e aziendali;

5. e il crollo dei profitti delle aziende;

6. ne consegue l’ulteriore crollo degli investimenti, dei redditi, dei salari, delle pensioni e dell’occupazione che porta a una contrazione ulteriore dei consumi;

7. e a un peggioramento del livello di fiducia nel sistema;

8. che invita, a questo punto, al «tesoreggiamento» (accumulo di liquidità infruttifera, ristagno, parcheggio di liquidità che non rende nulla, in attesa di un ulteriore calo dei prezzi degli immobili) oppure alla «tesaurizzazione» (acquisto di oro), con la conseguente ulteriore diminuzione della velocità di circolazione della moneta;

9. che a sua volta provoca infine un’alterazione dei tassi di interesse (con una riduzione del tasso nominale e un aumento di quello reale).

Il crollo dei prezzi è solo all’inizio, possono truccare quello che vogliono, solo la Fed può salvare l’America da una depressione immobiliare comprando titoli ipotecari, altro che fine QE.

Il doppio decennio perduto giapponese.

Ieri ho scommesso con il mio amico Jean, immersi nella quiete del paradiso di Tamion che i tassi torneranno a zero, ZERO!

I molti rideranno, ma ride bene chi ride ultimo!

Ridevano tutti durante la crisi subprime, ridevano tutti durante la crisi europea.

WOW, ripeto WOW, non preoccupatevi questa volta è sempre diverso… ahhahhhhh !

Secondo Moody’s, circa il 9,3% dei prestiti auto concessi a persone con un punteggio di credito basso è in ritardo di almeno 30 giorni nei pagamenti, il più alto dal 2010.

Ieri il petrolio è tornato ai minimi da un anno, non passa settimana che le scorte sono sempre più alte e il gas ha fatto i nuovi minimi

“…LONDRA, 22 febbraio (Reuters) – I prezzi del gas negli Stati Uniti sono crollati vicino al loro livello più basso mai registrato, dopo essersi adeguati all’inflazione, mentre i commercianti rispondono ai segnali di un persistente surplus di produzione nel mercato interno. I futures del primo mese per il gas consegnato all’Henry Hub in Louisiana sono scesi a soli 2 dollari per milione di unità termiche britanniche, in calo rispetto agli oltre $ 9 alla fine di agosto 2022….”

L’inflazione si, l’inflazione energetica di mia nonna!

Torna la fiducia nelle imprese europee e ci mancherebbe, i prezzi energetici hanno azzerato tutti gli eccessi di una guerra ridicola.

Peccato invece che le imprese giapponesi stanno già suggerendo una recessione globale L’indice tankan giapponese (Reuters) è negativo da due mesi consecutivi, un segnale di recessione inequivocabile.

Ieri sono uscite le minute, i verbali dell’ultima riunione Fed, roba vecchia, da quella riunione i governatori hanno fatto a gara a simulare falchetti ovunque.

Alcuni si sono detti preoccupati, per il rischio di eccedere nei rialzi dei tassi.

Credetemi, al momento opportuno, scenderanno così in fretta che ci sarà da ridere.

La sintesi è che “pochi” governatori erano disponibili a un aumento dei tassi di 50 punti base solo 2 giapponesi sull’isola deserta, i soliti Bullard e Mester che non hanno votato e che recentemente hanno espresso il loro sostegno a continui aumenti.

Bullard il falco che quest’anno non voterà più, parlando alla CNBC, ha affermato che l’economia statunitense è più forte di quanto pensavano in precedenza.

Ma lui è fatto così, vive con il cervello in una biblioteca.

Come suggerisce Snider, accade tutto all’improvviso come nel 1980 o come sempre è successo.

Chi ci segue da sempre sa che è normale assistere a repentine inversione nel mercato del lavoro americano.

Concludiamo con la curva dei tassi.

In questi mesi, dotti, medici e sapienti ignoranti, si sono prodigati a raccontarvi che questa volta è diverso, sai bellezza, vedi che l’inversione dei tassi è giunta al termine!

Peccato che, come ci racconta Lance, la recessione inizia quando la curva reinverte.

Ogni volta che mi appresto a scrivere il prossimo Machiavelli, c’è sempre da divertirsi credetemi.

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Si lo so, la fine del dollaro, e come sempre andrà a 1,15 o 1,20.

Si certo, la sindrome di adattamento generale, voi continuate a investire in fondi. Auguri!

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1 commento Commenta
claudio70
Scritto il 23 Febbraio 2023 at 17:59

I miei 3 analisti preferiti, perlopiù concordi ora tracciano rotte opposte ,vedremo,in ordine Mazzalai,pippocamminadritto,Robin Brook

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