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SHOCK ECONOMY!

Scritto il alle 10:35 da icebergfinanza

Neoliberismo e shock economy - Sociologicamente.it

Senza pace, anni senza pace, dopo la crisi dei mutui americani, una crisi dietro l’altra.

Il fallimento della Grecia, la crisi italiana, la crisi dell’euro, quella cinese, poi quella bancaria italiana e europea, la Brexit, la guerra commerciale, il mercato monetario americano, la pandemia e ora la guerra, la strategia della tensione, come non ricordare la shock economy, il nucleo di questa perenne crisi…

«In uno dei suoi saggi più influenti, Friedman formulò la panacea tattica che costituisce il nucleo del capitalismo contemporaneo, e che io definisco “dottrina dello shock”. Osservava che “soltanto una crisi – reale o percepita – produce vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalleidee che circolano. Questa, io credo, è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile diventa il politicamente inevitabile”. Alcune persone accumulano cibo in scatola e acqua in previsione di grandi disastri; i friedmaniani accumulano idee per il libero mercato. E quando la crisi colpisce – ne era convinto il professore dell’università di Chicago – è fondamentale agire in fretta, imporre un mutamento rapido e irreversibile prima che la società tormentata dalla  crisi torni a rifugiarsi nella tirannia dello status quo» ().

 

Negli ultimi giorni in molti mi hanno chiesto cosa ne penso a proposito dell’inflazione, proprio io che negli ultimi anni ho basato la mia strategia sulla deflazione da debiti, ora che l’inflazione è fuori controllo per la guerra.

Suggerisco di osservare attentamente cosa accadde durante la seconda guerra mondiale ma lo vedremo insieme nel prossimo manoscritto.

Provo a sintetizzare il più brevemente possibile.

a) Non c’è alcuna spirale inflazionistica, soprattutto nei salari in circolazione, senza quella la tendenza secolare di fondo resta la deflazione da debiti. Con il livello di debito in circolazione, i tassi non possono salire, non lo suggerisco io, lo suggerisce la storia!

Come ho scritto in…

DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE.

… siamo ormai vicini alla fase 4…

 

4. la riduzione del valore dei patrimoni, unita a quella delle garanzie, provoca quindi il circolo vizioso dei fallimenti privati e aziendali;

5. e il crollo dei profitti delle aziende;

6. ne consegue l’ulteriore crollo degli investimenti, dei redditi, dei salari, delle pensioni e dell’occupazione che porta a una contrazione ulteriore dei consumi;

7. e a un peggioramento del livello di fiducia nel sistema;

8. che invita, a questo punto, al «tesoreggiamento» (accumulo di liquidità infruttifera, ristagno, parcheggio di liquidità che non rende nulla, in attesa di un ulteriore calo dei prezzi degli immobili) oppure alla «tesaurizzazione» (acquisto di oro), con la conseguente ulteriore diminuzione della velocità di circolazione della moneta;

b) Inflazione è quando tutti corrono a comprare un bene per paura che il prezzo salga, si lo so è una semplificazione, ma è la realtà. Li fuori non c’è nessuno che corre a comprare un’auto o una casa per paura che un domani i prezzi salgano, attendono tutti gli incentivi.

c) Questa è inflazione da asset, nessuna inflazione da domanda, la domanda crollerà a breve.

Nessuno sa come si evolverà nei prossimi mesi la guerra in Ucraina, ma il sistema senza supporto monetario, ovvero QE e tassi bassi non può reggere a una pandemia e a una guerra, una guerra in futuro commerciale e valutaria.

Nuovi dazi ci attendono, la globalizzazione è morta e sepolta.

Tralascio i macrotrend che come la demografia e la tecnologia, altamente deflattivi, I banchieri centrali sanno che oltre un certo limitie non possono andare e quel limite lo hanno già superato, il mercato a questi prezzi sconta ben sette rialzi dei tassi.

A questo proposito interessante quanto ha scoperto Mike Shedlock…

Il grafico sopra ha attirato la mia attenzione mentre stavo mappando i tassi dei mutui.

Le ultime due recessioni sono iniziate quando lo spread tra il tasso ipotecario a 30 anni e il rendimento del tesoro a 10 anni ha superato i due punti percentuali.

Oggi il tasso a 30 anni è al 4,75% i rendimenti del tesoro a 10 anni al 2,51%

“È un modello a lungo termine?” Mi chiedevo. Ed ecco la risposta.

Tasso ipotecario a 30 anni meno rendimento del Tesoro a 10 anni 

Tasso ipotecario a 30 anni meno rendimento del Tesoro a 10 anni tramite St. Louis Fed, grafico di Mish

Lo spread normale tra il tasso ipotecario a 30 anni e il rendimento del tesoro a 10 anni è di uno o due punti percentuali.

Non sono del tutto sicuro di cosa pensare di questa relazione se non notare che sei delle ultime sette recessioni sono iniziate poco dopo che lo spread ha superato i due punti.

Vendite di case esistenti e nuove abitazioni, crollate, vediamo quanto dura.

Ma cambiamo argomento, non passa giorno senza che qualche signore, non provi a fare luce con un cerino in mezzo a una camera a gas, non passa giorno che uno statista come Di Maio non riempia le giornate degli italiani con le sue sagge parole, mentre racconta l’attività diplomatica del governo italiano…

Sembra che il ministro stia preparando una telefonata tra il banchiere e Putin, un altro che non scherza con le scatole di cerini…

Io me lo immagino il banchiere che parla con il macellaio…

Non c’è alcun bisogno di riconoscere che a Putin questa guerra è sfuggita di mano, ma suggerirei ai leoni da tastiera o Parlamento che vogliono inviare armi in Ucraina, di portarle personalmente, magari combattendo al loro fianco.

Immagino Twitter che chiude un occhio mentre il quotidiano la Stampa twitta che, ammazzare il tiranno, è l’unica via di uscita da questa guerra.

Uccidere Putin", l'articolo della Stampa fa infuriare ambasciatore russo. Quirico: "Cambi traduttore, mia analisi travisata" - Pupia.tv

Solidarietà piena a uno integerrimo come Giannini, puro e immacolato sino al midollo, loro si che fanno informazione senza manipolare la realtà.

Fin qui nulla di nuovo in fondo si tratta di ragazzate, che si tratti di un banchiere o un bibitaro che vogliono farsi notare, ma nel fine settimane, qualcuno ha passato ogni limite, al punto da aver già provocato lo scoppio di qualche bomba nucleare tattica.

Passi che il figlio del presidente americano in Ucraina giocava con il gas o forse anche con qualche batterio, ma che il padre, continui a parlare a braccio sino a essere richiamato costantemente dal suo entourage o dal Pentagono, incomincia a destare preoccupazione ovunque.

Ma è lo stesso Biden che nel 1999 oltre a ricordare che è rischioso mettere missili nei Paesi Baltici, in questo video ammette che aveva suggerito lui di bombardare Belgrado per qualche mesetto?

Espressioni come macellaio, assassino, criminale in una guerra ci stanno, in fondo si scherza con il fuoco e la guerra deve durare il più a lungo possibile, non scherziamo.

Draghi che va a braccetto con Erdogan dopo averlo chiamato dittatore, Biden che chiama fratello, il nazionalista, populista il presidente della Polonia, Duda, Andrzej, in fondo funziona così, loro possono tutto e il contrario di tutto.

Ora tutti arrabbiati con nonno Biden, Macron, Renzi che fa il verso a Manu e persino Calenda.

“Mi pare che anche i più filo atlantici (come me) debbano ammettere che il modo in cui Biden parla della Russia è pericoloso e irresponsabile. Passa da una gaffe all’altra senza soluzione di continuità da prima dell’inizio del conflitto in Ucraina”, ha scritto sempre su Twitter Calenda.

Suvvia, è quello che pensano tutti, tutti vogliono che questa guerra non finisca troppo presto.

A proposito di Macron, come ho scritto su TELEGRAM , le cose non sembrano andare proprio bene, ma tranquilli troveranno il modo di farlo vincere comunque…

 

(ANSA) – PARIGI, 22 MAR – Per la seconda settimana consecutiva, Emmanuel Macron è in calo nei sondaggi in vista delle presidenziali, in programma fra 19 giorni Salgono le estreme, Marine Le Pen e Jean-Luc Melenchon, stabili o in calo gli altri. Questo il quadro del sondaggio settimanale Elabe per BFM TV.     Il presidente in carica ha perso 3,5 punti in una sola settimana, scendendo fino al 27,5% delle intenzioni di voto. Un calo vistoso, che si aggiunge al meno 3% della settimana scorsa: in due settimane, Macron ha perso quasi tutto l’8,% che aveva guadagnato al momento della sua dichiarazione di discesa in campo, con la guerra in Ucraina sullo sfondo. Marine Le Pen, sempre indicata come probabile duellante con Macron al ballottaggio, guadagna un punto e si insedia al 20%, Jean-Luc Mélenchon continua la sua scalata che lo ha portato dal 10% di un paio di mesi fa all’attuale 15%.

Suvvia, è quello che pensano tutti, tutti vogliono che questa guerra non finisca troppo presto.

A questo indirizzo il nostro PUNTOSELLA aggiornerà la sua personale rubrica mensile…

ANGOLO CINEMATICA PUNTOSELLA

I manoscritti da inizio anno sono più che sufficienti per comprendere come coglierla, l’ultima grande occasione, la più colossale della storia, perché oggi sono tutti sul lato sbagliato di una barca che sta di nuovo per affondare.

Ricordo a tutti coloro che avessero bisogno, che ICEBERGFINANZA è anche consulenza a 360 gradi, in mezzo a questa tempesta perfetta.

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SEMPLICEMENTE GRAZIE!

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4 commenti Commenta
ermanno
Scritto il 28 Marzo 2022 at 23:30

Ciao andrea, forse mi son perso Qualcosa… non capisco cosa intendi per “inflazione da asset”

icebergfinanza
Scritto il 29 Marzo 2022 at 07:25

L’ inflazione dei prezzi di asset come azioni e immobili, materie prime, ovvero inflazione delle attività finanziarie, che a sua volta foraggia l’inflazione sui prezzi al consumo. Siccome i tassi sono a zero ovunque si cerca rendimento speculando su asset che non hanno più alcun valore reale collegato ai fondamentali.

aorlansky60
Scritto il 29 Marzo 2022 at 08:35

Siccome i tassi sono a zero ovunque si cerca rendimento speculando su asset che non hanno più alcun valore reale collegato ai fondamentali.”

La ‘lezione’ del 2008 non è stata sufficiente per correggere quell’ aberrazione critica già evidente 15anni fà, ancora più marcata nel 2021 che vede il confronto FINANZA/ECONOMIA REALE ‘viaggiare‘ ad un rapporto di 3 a 1. E pur con questa evidenza, ci sono molti che ancora negano l’esistenza di una ‘bolla’ finanziaria, ed il guaio è che tutti questi occupano posizioni di rilievo nel sistema finanziario, anche istituzionale, e che la maggioranza del ‘parco buoi’ tende a dar loro ascolto (e ragione) nonostante tutto…

charliebrown
Scritto il 29 Marzo 2022 at 19:37

Spero in una soluzione diplomatica, che attenui le terribili sofferenze di chi è coinvolto nella guerra.
Pensando invece al mio orticello sono costretto a chiedermi se quanto sta accadendo, avendo un effetto inflattivo (moltiplicato senz’altro dalla speculazione), allontanerà ulteriormente l’arduo obiettivo di rendimento del trentennale USA all’1% entro il 2023, obiettivo presentato da Andrea nei mesi scorsi come possibile. Io temo di sì, visto che chi decide le politiche monetarie sembra non condividere l’idea che questo tipo di inflazione abbia poco a che fare coi tassi. I mercati, da parte loro, da una parte non irripidiscono violentemente la curva dei rendimenti ma dall’altra nemmeno rispettano la linea Maginot del trentennale al 2,50%.
In altre parole i mercati continuano a tenere sulla graticola i pochi che credono in un ribasso dei rendimenti.

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