JACKSON HOLE… NOIA!

Scritto il alle 10:14 da icebergfinanza

Jackson Hole may be virtual, but investor anxieties remain real | Financial Times

Sul fatto che alla fine la montagna di Jackson Hole avrebbe partorito un insignificante topolino non avevamo alcun dubbio, la sintesi di quello che è successo venerdì è tutta qui…

Forse non riusciranno a ridurre nemmeno gli stimoli in quanto i prossimi dati macroeconomici potrebbero dare la mazzata finale alle loro illusioni.

Nel frattempo le banche iniziano a ridurre le loro previsioni sul pil del terzo trimestre USA, in maniera sensibile.

Il bello però arriverà nel quarto e ultimo trimestre e nel primo del 2022, segnatevelo!

Il mercato immobiliare è tirato come una corda di violino se poi ci aggiungiamo che la Corte suprema ha bloccato la nuova moratoria sugli sfratti mettendo a rischio milioni di famiglie non la vedo bene la prossima tornata.

Noi che siamo pragmatici, sappiamo che Powell non può fare nulla contro una deflazione da debiti, a noi interessa solo che i tassi non potranno essere aumentati che l’inflazione resta transitoria.

Assenza finora di pressioni inflazionistiche su vasta scala la finestra di 12 mesi che utilizziamo per calcolare l’inflazione ora cattura il rimbalzo dei prezzi ma non il declino iniziale, aumentando temporaneamente l’inflazione dichiarata. Questi effetti, che aggiungono qualche decimo all’inflazione misurata, dovrebbero scomparire nel tempo.

Salari: se gli aumenti salariali dovessero muoversi materialmente e costantemente al di sopra dei livelli di aumento di produttività e inflazione, le aziende probabilmente trasferirebbero tali aumenti ai clienti, un processo che potrebbe diventare il tipo di “spirale salario-prezzo” visto a volte in passato . Oggi vediamo poche prove di aumenti salariali che potrebbero minacciare un’inflazione eccessiva. L’Atlanta Wage Growth Tracker mostra che i salari salgono a un ritmo che sembra coerente con il nostro obiettivo di inflazione a lungo termine. Continueremo a monitorarlo con attenzione.

La prevalenza delle forze disinflazionistiche globali nell’ultimo quarto di secolo:

Infine, vale la pena notare che, dagli anni ’90, l’inflazione in molte economie avanzate è leggermente inferiore al 2% anche in periodi favorevoli. Il modello di bassa inflazione probabilmente riflette forze disinflazionistiche sostenute, tra cui tecnologia, globalizzazione e forse fattori demografici, nonché un impegno più forte e di maggior successo da parte delle banche centrali per mantenere la stabilità dei prezzi.

Qui Powell si è dimenticato di aggiungere che la maggiore forza deflazionistica l’ hanno creata proprio loro è l’enorme massa di debito in circolazione e l’immensa disparità di distribuzione della ricchezza, ovvero la deflazione da debiti!

Anche il suggerimento che entro la fine dell’anno inizieranno a ridurre la liquidità in circolazione è banale, noioso e soprattutto ipocrita, la riduzione è già in atto attraverso i REVERSE REPO che hanno appena stabilito il nuovo record assoluto.

I manoscritti da inizio anno sono più che sufficienti per comprendere come coglierla, l’ultima grande occasione, la più colossale della storia, perché oggi sono tutti sul lato sbagliato di una barca che sta di nuovo per affondare.

Ricordo a tutti coloro che avessero bisogno, che ICEBERGFINANZA è anche consulenza a 360 gradi, in mezzo a questa tempesta perfetta.

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SEMPLICEMENTE GRAZIE!

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