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GUERRA TOTALE! L’ACCORDO “PHASE ONE” E’ MORTO!
Ooooplà! Bastava solo aver pazienza che gli americani digerissero il tacchino, che spendessero tutti i soldi che avevano preso in prestito, che Trump, finisce in santa pace la sua partitella di golf con Navarro etvoilà, tutto all’improvviso cambia, giusto in tempo per un Natale davvero interessante, come le premesse di un OUTLOOK 2020, davvero emozionante, visto che la “PROFEZIA” si sta autoavverando.
L’antipasto lo aveva fornito, firmando la legge a favore delle manifestazioni di libertà ad Hong Kong…
Tornano a crescere le tensioni tra i due Paesi dopo la firma della legge pro manifestanti da parte della Casa Bianca. Irruzione di polizia e vigili del fuoco nel campus occupato.https://t.co/sE7WEejhwc
— La Stampa (@LaStampa) November 28, 2019
Poi, ieri mattina sul più bello, quando qualche ingenuo gestore riversava liquidità sui fondi sperando che arrivassero belle notizie dall’economia europea, Donald, finita la partitella di golf ha mandato il solito messaggino, questa volta nei confronti dell’America Latina…
Trump minaccia dazi contro i Paesi dell'America Latina! https://t.co/5Wpyq1fG6X
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 2, 2019
Il Brasile e l’Argentina hanno provveduto a una massiccia svalutazione delle loro valute. che non va bene per i nostri agricoltori. Pertanto, con effetto immediato, ripristinerò le tariffe su tutto l’acciaio e l’alluminio che viene spedito negli Stati Uniti da quei paesi.
E poi ha proseguito con la solita lagna sul dollaro, il dollaro qua, il dollaro la, La Fed deve ridurre i tassi, la Fed deve svalutare il dollaro.
Abbiamo spiegato più volte che non esiste alcuna possibilità che il dollaro possa essere svalutato, dalla Fed, troppo complesse sono le dinamiche finanziarie e commerciali in atto, finiamola con questa storiella della svalutazione del dollaro, il dollaro continuerà a rafforzarsi.
Ora leggetevi bene questi tweet, sono tre in un solo giorno e tutti e tre nella stessa DISPERATA direzione, tagliami questi tassi Jay, svalutami questo dollaro…
…..Reserve should likewise act so that countries, of which there are many, no longer take advantage of our strong dollar by further devaluing their currencies. This makes it very hard for our manufactures & farmers to fairly export their goods. Lower Rates & Loosen – Fed!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 2, 2019
Lower Rates & Loosen – Fed!
Tassi bassi e liquidità per tutti, ancora di più DISPERATAMENTE!
Tutto bene, fa parte della strategia, ma due o tre volte in un solo giorno non si era mai visto, passa qualche oretta mentre i mercati collassano e arrivano pessime notizie dall’indice manifatturiero americano sempre più in rosso…
Qualche problemino… https://t.co/M4e12vQRIA
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 2, 2019
Manufacturers are being held back by the strong Dollar, which is being propped up by the ridiculous policies of the Federal Reserve – Which has called interest rates and quantitative tightening wrong from the first days of Jay Powell!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 2, 2019
… e giù a dire che le politiche della Federal Reserve sono ridicole, che la colpa di tutto questo è di Powell, dei tassi e via dicendo…
The Fed should lower rates (there is almost no inflation) and loosen, making us competitive with other nations, and manufacturing will SOAR! Dollar is very strong relative to others.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 2, 2019
Per concludere alla fine della giornata la solita lagna sul dollaro forte…
Ora fermatevi a riflettere! Ma davvero qualche fesso o ingenuo crede ancora che ci sarà qualche accordo nelle prossime settimane, questo è disperato, vede l’economia che va a rotoli a differenza della Fed, rischia di non essere rieletto se gli arriva in faccia una recessione e per ben tre volte chiama una riduzione dei tassi.
Ho il sospetto che la Federal Reserve faccia a finta di vedere un’economia in forma, per non abbassare più i tassi e così facendo eliminare Trump il prossimo anno, una strategia che va al di la delle emergenze come è accaduto a settembre.
Trump ha un’altra arma a suo vantaggio, può scatenare guerre commerciali ovunque e quindi costringere la Fed ad uscire dalla trincea e sparare liquidità …
OOOOPLA! Trump administration proposes slapping new tariffs on $2.4 billion worth of French goods to retaliate against big tech tax – https://t.co/c3QlI0p0Hq
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 3, 2019
ROMA – I Paesi che metteranno la digital tax sarano colpiti da dazi fino al 100 per 100. La minaccia di Donald Trump lanciata a poche ore dal summit della Nato a Londra colpisce in primo luogo la Francia che ha già una legge che fa pagare le tasse ai giganti americani del web – da Google a Facebook passando per Amazon – e che secondo il presidente Usa verrà colpita a partire da gennaio con dazi fino al 100% su beni per un valore di 2,4 miliardi di dollari. Non solo: da Washington fanno sapere che la rappresaglia potrebbe riguardare anche altre capitali che dovessero seguire la strada di Parigi, tra cui Roma.
Le buone notizie continuano…
Finito il tacchino incominciano le belle notizie…
https://t.co/YU6rO4p5EY #FoxBusiness
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 2, 2019
… davvero un brutto dato questo sulle costruzioni, uno dei peggiori degli ultimi mesi!
Chiudiamo infine con le due notizie che riguardano la Cina, nella sostanza la fine di ogni possibile accordo anche se proveranno a farlo risuscitare…
Un consiglio! Mettete al sicuro quel poco che vi resta e tanti auguri!
Trump said ready to slap more tariffs on China without trade deal https://t.co/Vzk0LFzJ5w— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 2, 2019
Fonti di Pechino hanno informato il Global Times che la Cina insiste sul fatto che i dazi devono essere ritirati come parte dell'accordo commerciale fase 1. Un impegno americano a ritirare le tariffe previste per il 15 dicembre non può sostituire il ritiro complessivo dei dazi. https://t.co/XGOuYpbE2Q
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 2, 2019
Fonti di Pechino hanno informato il Global Times che la Cina insiste sul fatto che i dazi devono essere ritirati come parte dell’accordo commerciale fase 1. Un impegno americano a ritirare le tariffe previste per il 15 dicembre non può sostituire il ritiro complessivo dei dazi.
Nulla di nuovo, noi continuiamo per la nostra strada, la profezia sta per avverarsi!
U.S. Markets are up as much as 21% since the announcement of Tariffs on 3/1/2018 – and the U.S. is taking in massive amounts of money (and giving some to our farmers, who have been targeted by China)!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 2, 2019
E certo, deve vantarsi che i suoi amici hanno fatto salire il mercato del 21 % mentre l’America sta per avviarsi alla recessione, dai che mettiamo i dazi anche su AIRBUS già che ci siamo, una guerra totale in grande stile quella scatenata ieri, resta solo la Germania da colpire ora, la fortuna dei tedeschi è che è amico degli italiani…
U.S. may increase tariffs after WTO rejects EU claims over Airbus https://t.co/ziPsBQFjQO
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 3, 2019
Chissà forse riusciranno i nostri eroi a farvi vivere un sereno Natale o forse chissà, la settimana più profiqua per le corporate americane è già passata, cyber monday, black friday e amenità varie, tacchini compresi.
A proposito di MES, solo due parole, ormai non serve dire più nulla, l’ennesima truffa ai danni degli italiani per fortuna al momento, sottolineo al momento è stata fermata.
Per fortuna fare casino serve, abbiamo scoperto ieri che il Parlamento torna sovrano, che tutto può tornare in discussione, anche se il placido Gualtieri, suggeriva che non si può più fare nulla, come tutto il Partito Democratico e Italia Viva del resto che come sempre consigliano di firmare tutto senza fiatare.
A proposito di Italia Viva, sembra che l’amico di Matteo Renzi, Davide Serra era molto largo di maniche, nessuna novità per carità, ma certe morali che fa in giro per i social, se le risparmi e continui a fare il semplice speculatore.
In particolare, le verifiche si concentrano su una dazione giunta dal finanziere Davide Serra e utilizzata da Renzi, assieme ad altre somme, per saldare quel debito… OOOPS https://t.co/gcVjo4JbAc
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) December 2, 2019
Io intanto sto lavorando al prossimo manoscritto, OUTLOOK 2020 “La profezia” un omaggio a tutti coloro che sostengono generosamente o vorranno liberamente sostenere il nostro viaggio, “Profezia” l’arte di vendere la propria credibilità impegnandosi a consegnarla a domicilio a tempo opportuno!
La verità è figlia del tempo a presto…
Non per contraddirti su nulla Capitano, ma per completare il quadro, farei un cenno anche su Tewoo Group, gigante statale in default, il primo da 20 ani a questa parte e con un’intera provincia che sembra prossima a saltare. Dall’articolo di Business Insider Italia del solito ottimo Bottarelli (ottimo su mercati e macroeconomia se non c’e’ il tema UE di mezzo, visto che ha recentemente affermato che il MES andrebbe firmato ad occhi chiusi per eliminare il Doom Loop nazionale ed in tema di Brexit che Carney non sarebbe certo un remainer…) si scopre che la provincia di Tianjin, quella del povero (si fa per dire) Tewoo Group, viaggia ad un deficit del 20% rispetto alla sua crescita di un misero 4% (per la Cina numeri da recessione piena). Se Trump piange il povero (si fa per dire) Xi non ride certo
mi correggo, 24%, almeno se ho capito bene. Mi farebbe piacere essere corretto se ho sbagliato la lettura del dato che cito testualmente: La provincia di Tainjin, infatti, a fronte di un tasso di crescita precipitato recentemente e ora stagnante sotto la soglia psicologica del 4%, deve fare i conti con una ratio fra liabilities aggregate (leggi debito) ed entrate fiscali superiore al 600%, la più alta di tutta la Cina.
giacomocambiaso78@finanza,
Siamo in tema profezie? Allora te ne do una per il prossimo decennio, fornitami fresca fersca dalle mie fonti non convenzionali.
“il potere economico e commerciale della Cina ha raggiunto il suo picco”.
Mica pizza e fichi. In base a questo semplice statement, potete buttare nella compostiera tutti gli scenari che prevedono una quanche specie di crescita da quelle parti.
COme aggiunta questo secondo statement (prementto che e’ valdio per il decennio 2020-2029):
“non ci sara’ un cambiamento materiale nella forza relativa economica e di status tra le nazioni maggiori mondiali, tuttavia ci saranno aggiustamenti in ciascun gruppo che si possa scegliere di esaminare. IL TREND GENERALE, PER TUTTI QUELLI COINVOLTI, SARA’ DI DECLINO”
Ebbene, avremo un bel decennio di luuuuuuuungo declino progressivo. MA avremo, a quanto pare, MENO GUERRE! Direi che questo posso farmelo bastare, come lato positivo di lungo periodo
😀 😀
Il “declino” che prevedono è legato agli aspetti fine della strada della degenerazione sistemica, non alle potenzialità reali dello sviluppo delle forze produttive e sociali.
Anche l’ideologia e la pratica reazionaria che viene prodotta ne è un effetto insieme alla decomposizione sociale.
E’ normale che quando una realtà geoeconomica ricostruisca e/o riconverta il suo sistema produttivo raggiunga prima o poi un punto di picco, partendo da quasi zero sia sugli impianti che sulle tecnologie che sull’organizzazione del lavoro, non hai il problema dell’obsoleto da convertire e puoi utilizzare in un’economia politicamente semipianificata i metodi più sofisticati e attuali per la produttività del lavoro umano ma il picco arriva nel suo confronto globale e agganciandosi al ciclo capitalistico globale. Non stanno fuori dal capitalismo, è impossibile.
Sui rischi di guerre non mi farei troppe illusioni nonostante i tentaivi in corso fatti dal “ragazzo”, regolarmente depotenziato dagli avversari, di bloccarne le potenziali dinamiche, non hanno cambiato idea sui tentativi di profittevoli destabilizzazioni varie anche quando fanno una faccia diversa.
Anche se sistemicamente inesatto c’è una profonda verità nel vecchio detto: “All war are bankers’ wars” .
Quella di bloccarle al di là delle visioni diverse, quando non diventano strumentali, è una battaglia comune, con tutta probabilità sarebbe l’ultima guerra e non per retorica. Le “piccole” guerre prima o poi hanno il difetto di agganciarsi ad una guerra più grande e totale. Dovrebbe essere l’unica strada obbligata da seguire.
@ Charliebrown 3 dicembre 2019 at 10:34
“un autorevole (?) commentatore dire che bisogna sottoscriverlo in quanto la clausola della ristrutturazione del debito non è penalizzante per l’Italia perché “basta fare i compiti a casa” per non avere mai bisogno di ricorrere al MES e per quanto riguarda la Germania versa 27 miliardi (contro i 17 dell’Italia) ma assolutamente mai avrà bisogno di ricorrere al MES.”
caro Charlie,
andiamo da questo genio dell’economia [rimasto anonimo] per fargli notare che la Germania è riuscita a rimettere a posto i suoi conti pubblici (dopo un gigantesco esborso operato dallo Stato per coprire le falle di alcune sue banche private esposte verso i prodotti derivati, stagione 2008/2010, e conseguente forte deterioramento dei suoi conti) grazie AL FATTO CHE QUESTO PAESE DRENA RISORSE DA TUTTA LA PERIFERIA dell’UNIONE VERSO DI SE, DOVE PER RISORSE È DA INTENDERE €, UNA VALANGA CONTINUA DI €
Come ?
La DE è il paese maggiormente INDUSTRIALIZZATO d’Europa, 1mo produttore e 1mo esportatore di prodotti ad ALTO VALORE AGGIUNTO verso tutti i paesi europei (qui non si parla di olio o di vino, ma di manufatti meccanici ben noti, VERI BENI DUREVOLI come il settore AUTO, dai costi proporzionalmente elevati, sui quali il ricavo è cospicuo)
Grazie all’adozione dell’€ che ha abbattuto il valore del loro Marco, sono diventati più competitivi nella loro peculiarità principale, appunto quello di paese ESPORTATORE.
Non tragga in inganno il dato di fatto che la DE è il 1mo paese contributore ai conti UE (€ 20 miliardi/anno) in realtà i tedeschi sono ben contendi di versarne tanti per averne indietro solo una parte (€ 10 miliardi/anno, a proposito i dati del genio che citi in proposito sono errati, i miei provengono da statistica ufficiale 2017 EUROSTAT) se come controbilancia al fattore che indicavo prima, la Germania negli ultimi 10anni è riuscita a costruirsi un surplus commerciale GIGANTESCO con l’estero, appunto il ricavato del suo PODEROSO EXPORT. (che ovviamente si è guardata bene dal rimettere in circolo in Europa, neppure in una minima parte…)
L’Italia pur 2ndo paese Europeo per manifattura ed export, dal 2008 ha visto erodere la sua capacità industriale del 20% (in conseguenza della crisi economica globale), come può pensare di “rimettere a posto i suoi conti pubblici“(come le viene periodicamente richiesto) senza crescita di PIL (o con una crescita asfitica del +0,2% come ultimamente certificato da ISTAT per il 2019) ???
Qui va citata un opinione contraria a questa tesi, proferita da un altro autentico genio dell’economia ITA, che questa volta ha un nome, Pier carlo Padoan, che in ben due occasioni nel 2015 e nel 2016, affermò testuale che “L’Italia il prossimo anno riuscirà a diminuire il proprio DEBITO PUBBLICO anche senza crescita di PIL” (affermazioni documentate al tempo da Ag. varie come ANSA AdnKronos Reuters) il cui senso così imbarazzante e pazzesco nella sua erronea valutazione detto da uno incaricato della posizione di Min.d.Finanze ITA di un esecutivo di gov durato 5anni(legislatura 2013-2017) getta forti dubbi sulla persona e dovrebbe essere materia di riflessione per tutti gli Italiani, almeno di quella parte che votò pd nel 2013, del tipo “Ma chi avete votato? per degli incompetenti totali?…“… strana razza gli Italiani, troppe volte infarciti di propaganda di partito a senso unico, soprattutto quando questa proviene “da sinistra”…
A me invece il vero obiettivo sembra un altro: nonostante che molti esponenti politici EU ogni tanto rassicurano circa il livello di DEB PUBBL ITA “che non sarebbe preoccupante”, con l’introduzione del nuovo MES SE RATIFICATO secondo lo Statuto preparato e pronto per essere approvato, qualcuno a Bruxelles (ma più verosimilmente a Berlino) ha pianificato una “road map” per la ristrutturazione almeno parziale del nostro DEBITO PUBBL, con chiaro obiettivo a farvi partecipare RISORSE PRIVATE, ovvero una parte del risparmio privato degli ITALIANI, essendo questo UN TESORO tra i più cospicui al mondo, di conseguenza frutto di attenzioni particolari all’esterno dell’Italia.
A chi fa “gola” e chi ambisce entrarne in possesso ?
A chi in questo momento si ritrova in casa GROSSI problemi economici e vorrebbe farne partecipe TUTTA EUROPA (uno Stato più a nord dell’Italia) che finora è riuscito a tamponarne la portata potenziale verso l’esterno, sia attraverso chiacchiere che mediante pressioni verso l’Europa, per es. tutte le volte che EBA ha condotto “stress test” sui vari istituti bancari europei, adottando il principio di criticità maggiormente penalizzante verso quelle che “FANNO BANCA” prestando liquidità ai clienti, piuttosto che verso quelle ormai SEPPELLITE DA UNA QUANTITÀ NON PIU’ MISURABILE DI CARTA SENZA ALCUN VALORE, DEFINITA “PRODOTTI DERIVATI”, ma non si possono raccontare frottole all’infinito creddendo che possano passare per “credibili” anche se provengono dallo Stato apparentemente “più solido” dell’unione europea.
Gli è già venuta bene nel 2012 con il primo fondo ESM (quello che servì in teoria a “tamponare” le finanze pubbliche di GRE e Spagna, in pratica a salvare le banche private DE e FR fortemente esposte verso questi due paesi per mezzo di prestiti a privati) ora sperano che gli venga ancora meglio il nuovo MES. E la cosa pazzesca da dire su questo tema, e che ci ritroviamo in casa in Italia i maggiori sostenitori della proposta (sinistra manco a dirlo), accecati non si sa bene come “dall’ideale europeo”, che non riescono a capire, loro che sostengono il motto “più europa, più europa!” che all’interno dell’unione europea stessa i MAGGIORI STATI SOVRANISTI sono FRANCIA e GERMANIA, IN QUANTI QUELLI CHE MAGGIORMENTE DIFENDONO I LORO INTERESSI tutte le volte che si tratta di farlo!
Esatto, perfetta descrizione, anche delle volontà sottostanti ma non sono propriamente “sovranisti”, stanno al servizio del sistema oligopolistico-finanziario, non dei loro popoli.
Non è una faccenda di nazionalità contro altre nazionalità, popolo contro altro popolo ma contro
un unico bersaglio, la radice reale dei poteri economico-finanziari che hanno creato questa specie di aborto che chiamano unione europea e dei loro tirapiedi politici a di apparati corrotti.
Quelli che: “le elezioni non servono”, le rappresentanze sono “superate”, “lo ha detto l’ONU”.
Da un punto di vista pratico per quanto riguarada la “riforma” e le “riforme” via fax e il “recepire”, esite una parola di due semplici lettere, altro che il trucco del “pacchetti”.
La parola è “NO” e poi si guarda anche il pregresso.
Ovviamente non andrà così.
@ Idleproc
“non sono propriamente “sovranisti”, stanno al servizio del sistema oligopolistico-finanziario, non dei loro popoli.”
ASSOLUTAMENTE VERO.
La prova è che in Francia non si placa la protesta dei “Gilets Jaunes” (cosa che i media italiani non raccontano) e che nel paese è provato – ultimi sondaggi- che oltre il 50% della popolazione si dichiara ormai apertamente CONTRO Macron e relativo governo.
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A proposito del MES.
Gli argomenti di Lega e Fratelli d’Italia mi sembrano talmente ragionevoli e forti che non so che cosa si possa obiettare alla loro affermazione che la faccenda è stata gestita da Conte in modo contrario alle indicazioni ricevute dal Parlamento.
Quanto al contenuto di questo nuovo MES ho sentito un autorevole (?) commentatore dire che bisogna sottoscriverlo in quanto la clausola della ristrutturazione del debito non è penalizzante per l’Italia perché “basta fare i compiti a casa” per non avere mai bisogno di ricorrere al MES e per quanto riguarda la Germania versa 27 miliardi (contro i 17 dell’Italia) ma assolutamente mai avrà bisogno di ricorrere al MES. Dunque per l’Italia basta poco per evitare di fare ricorso al MES e alla Germania non servirà mai assolutamente. A parte la discutibilità di queste due affermazioni, uno può chiedersi perché versare 17 e 27 miliardi per un fondo che i due paesi non utilizzeranno? Ribadisco la mia perplessità sull’autorevolezza di quel commentatore.