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POWELL BREXIT… COUNTDOWN!
Iniziamo dalla Teresa, si, la vispa Teresa che sospira tra l’erbetta della Brexit, le ultime novità fanno davvero sorridere, tre opzioni, conoscendo gli inglesi punto su una, ma non vi dico quale…
Brexit verso il rinvio, ecco i tre scenari entro il 14 marzo https://t.co/p4CjmHtxnN pic.twitter.com/pDeclgreXV
— IlSole24ORE (@sole24ore) February 26, 2019
Il 12 marzo: ennesimo test sul patto di Theresa May
Il voto che si terrà «entro 12 marzo» è, forse, quello più prevedibile. Theresa May chiederà ai parlamentari di esprimersi sui contenuti dell’accordo siglato con i partner europei lo scorso 25 novembre e, da allora, rinegoziato a più riprese dopo vari flop alla Camera dei Comuni. May è tornata a Bruxelles per ottenere qualche apertura sul tema del backstop, la «polizza» che dovrebbe garantire che il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord resti invisibile. La premier sostiene di aver registrato «passi avanti» nelle trattative, ma i partner europei hanno chiarito in più occasioni che non sono disposti a modifiche sostanziali del testo.(…)Il 13 marzo: deal o no-deal, questo è il dilemma
Il 13 marzo, May vuole vagliare il parere del Parlamento sull’ormai celebre ipotesi no-deal: una rottura dalla Ue senza accordi diplomatici, equivalente a una cesura totale dei vari legami giuridici, commerciali e politici fra i due blocchi. May ha ribadito che una Brexit «hard» sarebbe la soluzione più sfavorevole in assoluto e, almeno su questo, il Parlamento sembra dalla sua.(…)Il 14 marzo: sì o no all’estensione dell’articolo 50, con l’incognita europea
Senza un accordo, ma volendo evitare al tempo stesso il no-deal, resta un’unica soluzione: il rinvio dell’inizio della Brexit, fissato al 29 marzo 2019. May ne ha parlato come una ultima spiaggia, anche se l’ipotesi ha preso quota a Bruxelles e nello stesso parlamento britannico. «Se la Camera respinge l’accordo e respinge l’uscita no-deal – ha detto May – il governo presenterà il 14 marzo una mozione per chiedere al parlamento se vuole una estensione breve e limitata dell’articolo 50 (la procedura di uscita dalla Ue, ndr)». Se la Camera dei Comuni darà il suo ok, l’esecutivo cercherà di concordare un rinvio con l’Europa, aggiornando la data con una scadenza compatibile. May ha precisato comunque di «non voler vedere» un ritardo del divorzio, continuando a concentrarsi sul rispetto della scadenza originaria del 29 marzo. Anche perché il rinvio, per quanto «breve» possa essere, rischia di portare le trattative oltre la data del voto alle Europee. «Un’estensione oltre giugno significa che il Regno Unito dovrebbe partecipare alle europee – fa notare May – Che messaggio daremmo ai 17 milioni di cittadini che hanno votato per lasciare la Ue?». Il rinvio potrebbe attenuare i rischi di uno strappo diplomatico, anche se non si può escludere del tutto l’incognita del no-deal: «Un’estensione non può escludere l’ipotesi del no-deal – ha detto – L’unica via sarebbe di revocare l’articolo 50, cosa che non farà, o accordare un patto».
Nel frattempo la sterlina vola a 0.8567 non lontana da quello che era l’obiettivo minimo di Machiavelli per il 2019, ricordo che si partiva da 0,89…ma andiamo per step, la strada è lunga e tra le tre ipotesi riportate qui sopra non escludo nulla.
Ma veniamo ai dati macroeconomici USA prima di occuparci dell’audizione di Powell di ieri.
US housing starts plummeted 11.2 percent in December. https://t.co/1eBqoK5l90 #realestate pic.twitter.com/xdrHJT6St5
— Boston.com (@BostonDotCom) February 27, 2019
Peggior crollo da otto anni!
Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio americano, l’indice che misura l’avvio di nuovi cantieri ha registrato una flessione dell’11,2% a dicembre su novembre al tasso annualizzato pari a 1,078 milioni di unità. Il dato è peggiore delle previsioni degli analisti, che attendevano un decremento dell’1,3%.
A dicembre i nuovi cantieri di case mono-famigliari sono calati del 6,7% e quelle di immobili con più di due unità famigliari sono scese del 20,4%. I permessi a dicembre per le case singole sono scesi del 2,2% e quelli per condomini sono saliti del 4,9%.(America24)
Chiaro il concetto, o meglio chiaro il motivo per cui ieri Powell ha smentito tutto l’ottimismo di maniera di questi mesi della Federal Reserve?
Ovviamente non poteva che dire “… da economia “segnali contrastanti” ma gode di buona salute.”, il paziente sta per ammalarsi ma è in ottima salute!
Wall Street contrastata. Pesano le parole di Powell https://t.co/ni0Z7p2kt4 pic.twitter.com/eN0fqrUbtW
— MilanoFinanza (@MilanoFinanza) February 26, 2019
Non voglio tediarvi con le altre amenità raccontate nell’audizione, per noi la credibilità a livello previsionale di una banca centrale e quasi a zero, vi lascio con una perla, per coloro che hanno ancora qualche dubbio sui nostri tesorucci…
Fed, Powell: impensabile che Usa non onorino impegni con creditoriIl governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, esclude che gli Stati Uniti arrivino a un punto in cui non onorino i propri impegni con i creditori. “L’idea che gli Usa non onorino i propri obblighi non può nemmeno essere presa in considerazione”, ha detto Powell nel corso della sua testimonianza alla commissione Bancaria al Senato. “Abbiamo un ottimo rating. Il mondo crede nella nostra tenuta creditizia”, ha continuato il successore di Janet Yellen dicendo che da parte del governo Usa “sarebbe una cosa grave non pagare i conti quando bisogna farlo”.
Le parole di Powell sono giunte in vista della scadenza del tetto al debito, il limite oltre il quale Washington non può emettere nuovo debito per finanziare le proprie attività. La data cruciale è l’1 marzo, quando la sospensione a quel tetto scadrà e un nuovo scontro tra democratici e repubblicani al Congresso potrebbe iniziare. “Non alzare il tetto al debito crea incertezza e distrazione da un’economia altrimenti buona”, ha detto Powell. Va detto che gli Stati Uniti sono lontanissimi da un default immediato. Il dipartimento del Tesoro infatti può ricorrere a “misure straordinarie” per onorare i propri impegni con i creditori per vari mesi. Ieri Chuck Grassley, presidente della commissione Finanza del Senato, ha sostenuto che probabilmente il Congresso non alzerà il tetto al debito fino almeno alla prossima estate o non prima dell’1 ottobre prossimo. (Borsa Italiana )
#Recession Signal Getting Louder: 5-Year Yield Inverts With 3-Month Yield
The #yieldcurve is inverted in 11 different spots. The latest is 5-year to 3-month inversion.https://t.co/47QNLIRZK8
Also, please see my chart on spreads. Something's Happening. pic.twitter.com/BlZqReH9ss
— Mike "Mish" Shedlock (@MishGEA) February 26, 2019
Come dice Mike, ormai la recessione è all’orizzonte, la curva dei tassi si è invertita in undici punti, ma non c’è fretta abbiamo ancora molti ospiti da far salire sulla nostra arca di Noè…
Appuntamento a tutti coloro che credono nel nostro viaggio al prossimo manoscritto di Machiavelli tra due settimane, “La grande strambata.”
Stati Uniti Contratti pendenti di vendita di Abitazioni (Mensile) (Gen) atteso + 0,8 attuale + 4,6 % accidenti l’economia va alla grande quindi di che cosa ci si preoccupa ? Aria fritta eppure questi dia ria fritta ci campano e fanno per formare gli indici azionari .