USA: BABBO NATALE A RATE!
Torniamo ad occuparci anche solo per un attimo della favolosa ripresa in atto in America, mentre ancora oggi c’è qualche ingenuo che si chiede come abbiamo fatto Trump a vincere contro la Clinton…
NEW YORK – La generosità può essere contagiosa, soprattutto sotto Natale. Ma quest’anno sembra che lo sia anche più del solito: da una costa all’altra degli Stati Uniti si è verificata un’ondata di altruismo senza precedenti. E riguarda una tradizione tutta americana: il “layaway”, cioè il pagamento a rate. È tradizione che le famiglie meno abbienti mettano da parte varie settimane in anticipo nei grandi magazzini i regali che vogliono fare a Natale, e li vadano pagando poco per volta, in genere saldando i conti quando ricevono il bonus natalizio, la “tredicesima”. Il layaway però prevede che se una settimana prima di Natale non si siano saldati i conti, la merce torni negli scaffali.
Ebbene, quest’anno migliaia e migliaia di conti sono stati saldati in anticipo da benefattori anonimi. Mamme e papà che temevano di non poter finire di pagare i regali messi da parte si sono sentiti dire che invece tutto era stato pagato.
Una ripresa favolosa tutta a rate, rate dell’auto, rate della scuola o università del figlio, rate delle vancanze, rate della casa, rate pure dei regali di Natale.
A rate arrivano anche i dati sui redditi personali e sulla spesa dei consumatori, visto che siamo nella stagione principe dei consumi e novembre non è un mese qualunque
Personal Income and Outlays – Bureau of Economic Analysis
Reddito personale rimasto invariato, spesa del consumatore debole, debole, con salari e stipendi in diminuzione.
Tradotto in italiano, le balle evaporano come nebbia al sole e le immaginarie pressioni inflazionistiche le seguono. Il tasso di inflazione core Pce è sceso di due punti a 1,6 % con tanti saluti all’obiettivo della FED del 2 %. Negli ultimi due mesi del quarto trimestre quello più importante per i consumi, la spesa dei consumatori è in esecuzione al ritmo del 2 % ben sotto il levello del 3 % del precedente trimestre.
La sintesi? BYE BYE INFLATION
L’accelerazione del PIL reale nel terzo trimestre appena pubblicata riflette principalmente una ripresa degli investimenti in scorte private, un’accelerazione delle esportazioni ( che si dissolverà nel nulla vista la recente forza del dollaro) una flessione più contenuta della spesa statale e locale, una ripresa della spesa del governo federale, e una flessione degli investimenti residenziali, in parte compensata da un minore aumento della spesa dei consumatori PCE e un’accelerazione delle importazioni.
Quindi se la spesa dei consumatori era già debole nel terzo trimestre, figuriamoci nell’ultimo!
Comunque sia è Natale, lasciate che gli americani di godano l’ultimo Natale senza recessione e l’illusione dell’inflazione, il 2017 è dietro l’angolo e una nuova strepitosa occasione ci attende.
Ah… dimenticavo in Cina Babbo Natale avverte tutti che mancherà i suoi obiettivi di crescita sotto il 6,5%
Ma questi benefattori sono persone vicine a Trump? Spero che non si sia arrivati a questo…
No No era Babbo Natale Padoan che aveva nei sacco un po’ di nuovo debito ed era in vena di fare regali.
noldor@finanza,
Devi essere connesso per inviare un commento.
Mazzalai ancora una volta pare, per quanto leggo in rete, essere ancora una volta l’unico ad andare contro corrente. E temo che ancora una volta risulterà aver visto giusto.
Trump avrà fatto guadagnare a tutti noi solo qualche mese o qualche semestre ad essere ottinisti.
L’uso del tempo che verrà fatto dipenderà dal singolo.
Una gran bella analisi sul fenomeno Trump ed il suo programma economico é a mio avviso questa;
http://comedonchisciotte.org/il-dollaro-e-larma-piu-efficace-donald-trump-allattacco-delleuropa/
Speranze tante, certezze di riuscita ben poche.se xhiude il suo articolo con le sguenti frasi:
>> Un aumento lento e non eccessivo del dollaro ridurrebbe la competitività dell’industria americana.
Un rialzo molto forte nuocerebbe pesantemente e irreversibilmente all’industria. Questa è l’incoerenza del programma economico di Trump. <<
e prevede che Trump la cambierà. Lo do per scontato.