BABBO NATALE E LA PUBLIC COMPANY!

Scritto il alle 10:40 da icebergfinanza

Mentre i signori del senno di poi si svegliano da un lungo letargo e declassano il buco privato con il paese intorno Olanda e alzano il rating della voragine Spagna che tanto bene sa truccare i bilanci, noi torniamo ad occuparci del nostro Paese, mentre all’orizzonte mi sembra di intavvedere una baguette…a si un’allucinazione!

In un Paese delle meraviglie come il nostro, nel quale radio scarpa trasmette quotidianamente  le mirabolanti lezioni dei professori made in usa e getta, dove il rendimento di un titolo di stato equivale al flusso di un dividendo, o meglio ancora dove più alto è il dividendo, più alto è il rischio di un’azione, qualcuno viene preso con le Manni nel Sacco…

Saccomanni: Bankitalia si trasformerà in public company
Il ministro ha spiegato che «Bankitalia si trasformerà in public company», parlando del provvedimento per la rivalutazione delle quote. Il tetto al 5% per la partecipazione, infatti, «lascia la porta aperta a investitori europei». Insomma sarà una struttura da public company «di cui nessuno avrà il controllo» (Sole24Ore)

State comodi perchè poi arriviamo alla rivalutazione delle quote Bankitalia altra meraviglia dell’ingegneria finanziaria, si quella che trasforma le zucchine in oro.

Ma cosa è in realtà una “public company”?

Secondo il leggendario Treccani…

Società per azioni caratterizzata da un azionariato diffuso, i cui soci posseggono ciascuno un numero ridotto di azioni.(…) mancano dunque soci di riferimento con quote di proprietà tali da poter esercitare un’influenza dominante. L’espressione è anche usata nel senso di società le cui azioni sono acquistabili dal pubblico (sinonimo di listed company).

Acquistabili dal pubblico….uauuu! Finalmente possiamo possedere azioni della banca d’Italia, direte Voi e invece…

Sarà una public company, ha annunciato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, richiamandosi a quel modello d’impresa a proprietà estremamente diffusa che è tipico della realtà anglosassone e che ha fatto la fortuna dei suoi mercati finanziari.

In realtà, il termine evocativo usato per la riforma della governance di Bankitalia serve soprattutto per spiegare che in futuro la proprietà della Banca centrale italiana non sarà più così concentrata com’è ora (il 64,5 per cento del suo capitale oggi fa capo a due istituti di credito, Banca Intesa San Paolo e Unicredit, per effetto del grande processo di concentrazione avvenuto nel mondo del credito italiano) e che nell’arco di 24 mesi le quote di Palazzo Koch saranno scambiabili in un mercato.

Quale mercato? Quello costituito da una platea di istituzioni finanziarie che è stata ampliata rispetto a quella identificata nel 1936: nella compagine degli enti abilitati, oltre a banche italiane e della Ue, imprese assicurative italiane ed europee, enti ed istituti di previdenza e di assicurazione esistenti in Italia e fondi pensione faranno il loro ingresso anche le fondazioni: tutti investitori istituzionali con un orizzonte di lungo periodo.

Il modello caratterizzato da una proprietà privata del capitale, del resto, c’era già e il governo ha ritenuto opportuno preservarlo, perché le cose che funzionano non si cambiano. Anche negli Stati Uniti la proprietà della banca centrale fa capo a istituti finanziari privati e lo stesso vale per la Bank of Japan. (Sole24Ore)

Ma allora sia chiama “public” o “private” company? Su Wikipedia sta scritto che ciò che rappresenta meglio una public company è un assetto proprietario molto aperto, senza vincoli legali e alla portata di chiunque abbia le disponibilità finanziarie per accedervi. In gergo si dice che è contendibile.

Ve l’immaginate Bankitalia contendibile, …leggende metropolitane!

Scriveva tre anni fa uno sconosciuto Icebergfinanza sul suo libro…

La composizione del capitale sociale della Banca d’Italia
rivela, inoltre, la presenza di numerosi soggetti privati,
banche e assicurazioni, a loro volta partecipati da capitale
privato: un conflitto di interessi lampante.

Eppure,
così recitava la legge numero 262 del 28 dicembre 2005,
«Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei
mercati finanziari»:

«Con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17 della
legge 23 agosto 1988, n. 400, è ridefinito l’assetto pro
prietario della Banca d’Italia, e sono disciplinate le modalità
di trasferimento, entro tre anni dalla data di entrata in
vigore della presente legge, delle quote di partecipazione
al capitale della Banca d’Italia in possesso di soggetti diversi
dallo Stato o da altri enti pubblici».
Scaduto il termine, il 28 dicembre 2008, la legge non è
mai stata applicata!

 

E quindi … Quale mercato? Quello costituito da una platea di istituzioni finanziarie che è stata ampliata rispetto a quella identificata nel 1936: nella compagine degli enti abilitati, oltre a banche italiane e della Ue, imprese assicurative italiane ed europee, enti ed istituti di previdenza e di assicurazione esistenti in Italia e fondi pensione faranno il loro ingresso anche le fondazioni: tutti investitori istituzionali con un orizzonte di lungo periodo.

Solo e sempre istituzioni finanziarie ovviamente alle quali aggiungere fondazioni rigorosamente finanziarie figurarsi, guai a vedere l’ombra del pubblico o dello Stato in una banca centrale…sacrilegio!

Ma andiamo avanti e mentre Voi dormite e sognate le renne di Babbo Natale, leggendo giornali in arrivo dalla Lapponia o seguendo trasmissioni dove dolci e candidi fioccano levi come la neve, loro arrivano con pacchettini o pacchettoni pieni di soldini per le banche, ovviamente sempre e solo le stesse, mica quelle del territorio che hanno tenuto in piedi il Paese.

Vi stanno rifilando tanti di quei pacchi, pacchetti e contropacchettini che ci vorranno intere generazioni per smaltire queste sbornie finanziarie e pubbliche…

Via libera del Cdm al provvedimento che «rivaluta le quote di capitale di Bankitalia secondo il documento che Bankitalia ha reso pubblico nei giorni scorsi e che chiarisce la natura dell’operazione». Lo ha detto il ministro Fabrizio Saccomanni al termine del consiglio dei ministri precisando che «la misura che riguarda il capitale della Banca d’Italia serve essenzialmente a migliorare la patrimonializzazione delle banche».

Nessun collegamento diretto con copertura seconda rata Imu
«La norma – ha spiegato Saccomanni – consente infatti alle nuove quote rivalutate di essere incluse nel patrimonio di vigilanza delle banche ai valori rivalutati correnti. Si tratta quindi – ha sottolineato il ministro dell’Economia – di un provvedimento che le banche gradiscono perché accresce la loro patrimonializzazione in una fase in cui si approssimano gli stress test sull’adeguatezza del capitale delle banche e sulla capacità di affrontare rischi di perdite. (Sole24Ore)

Imu, Tuc, Trise, Iuc…TASI E PEDALA, un anno intero a cercare di cancellare il nulla, l’IMU o meglio a cercare di rifilarvela in altra salsa, qualche miliarduccio quando all’orizzonte il generale inverno “fiscal compact” sta preparando la campagna di Russia

Francesco Cavallari giornalista e scrittore italiano scrisse che … Infatti, mentre incombeva la più grande tragedia del risorgimento nazionale, mentre tutto crollava e mentre tutti scappavano, Prezzolini ebbe il coraggio di lanciare una teoria e di formulare una previsione.

L’Italia, disse, è un paese fondamentalmente costituito da furbi e da fessi. I furbi comandano, arricchiscono, sbagliano, perdono, mandano allo sbaraglio i fessi. I fessi
combattono, lavorano, accettano, lottano, sono persino capaci di morire per la patria.

Pertanto, siccome i furbi hanno prodotto Caporetto, e siccome resta sempre una immensa riserva di fessi, è facile prevedere che i fessi verranno mandati al fronte, che accetteranno ancora una volta di combattere, che si faranno uccidere, e che alla fine riusciranno a vincere.

Né Prezzolini aveva torto. La sua teoria funzionò, e con essa la previsione. Passate poche
settimane, cessò la Caporetto dei furbi. Puntualmente si verificò l’immancabile Vittorio Veneto dei fessi.

Il lettore avrà già capito che tra tutte le storie del Natale ’79 si deve scegliere l’ultima, che riassume le altre. Infatti, il teorema di Prezzolini è sempre valido, comprese le sue famose enunciazioni.
L’Italia di cui Prezzolini parlava sessanta anni fa e rimasta la stessa. un paese dove “l’intelligente è un fesso anche lui”; dove “il furbo non usa mai parole chiare, e comanda non per la sua capacità ma per l’abilità di fingersi capace”; dove “i fessi hanno dei principi, i furbi soltanto dei fini”; dove “in generale il fesso è stupido, perché se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo”; dove “ci sono i fessi intelligenti e colti che vorrebbero mandare via i furbi, ma non possono: primo, perché sono fessi; secondo, perché gli altri fessi sono stupidi e non li capiscono”; dove ” per andare avanti ci sono soltanto due sistemi: il primo è leccare i furbi; il secondo – che riesce meglio – consiste nel far loro paura; infatti, non c’è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere, e non c’è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e l’associazione con altri briganti alla guerra contro questi “.

Ne abbiamo già parlato in Rivalutazione quote bankitalia pura pedofilia finanziaria ma per una migliore consapevolezza aggiungetevi pure questo questo articolo

Ora, se c’è una “azienda” in Italia che deve essere in mano pubblica questa è la Banca d’Italia. L’attività della regolamentazione, vigilanza, politica monetaria e così via richiede la massima indipendenza della banca centrale rispetto ai soggetti regolati. L’azionariato pubblico non è condizione necessaria affinché ciò accada e nemmeno sufficiente; però, è sicuramente meglio di un azionariato privato, dove gli azionisti sono tra l’altro i soggetti controllati.

Ora, se c’è una “azienda” in Italia che deve essere in mano pubblica questa è la Banca d’Italia.Ora, se c’è una “azienda” in Italia che deve essere in mano pubblica questa è la Banca d’Italia. Ora, se c’è una “azienda” in Italia che deve essere in mano pubblica questa è la Banca d’Italia.

Si lo so, come ho scritto nel mio libro il Duca di St. Simon  ministro delle finanze ai tempi della crisi del Mississippi, osservò con estrema lucidità che una banca che emette moneta cartacea può essere tentata di farlo al di là delle sue riserve in metallo prezioso e questa tentazione era più probabile in una monarchia assoluta come quella francese, soggetta alle necessità di guerre mal condotte, ma visto lo scempio privato attuale da qualche parte bisogna pur dar via al cambiamento.

Lo so, lo so argomenti troppo complicati, in televisione danno tutt’altri programmi, il Paese dei Balocchi, quello delle Meraviglie, calcio, telenovelas e fiction, con programmi televisivi economici nei quali l’unico obiettivo è prevaricare l’ideologia altrui.

Per il resto mi raccomando non perdetevi il matrimonio del nostro Machiavelli con Madame Volatilitè… in preparazione per il prossimo anno un appuntamento da non perdere a cui preparativi assisteremo nel mese di dicembre.

Affascinante davvero … ora più che mai sulla riva del fiume, si il Mississippi !

Nel frattempo l’uovo di Colombo, l’ ennesima conferma che abbiamo scelto la rotta giusta è in viaggio, per tutti coloro che hanno sostenuto o vorranno sostenere liberamente il nostro viaggio.

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7 commenti Commenta
stanziale
Scritto il 29 Novembre 2013 at 12:04

Forse non saro’ tanto normale, ma quando incrocio casualmente uno che per sua sfortuna assomiglia fisicamente a Manni nel sacco , provo istintivamente un senso quasi di odio fisico, cosi’ come era per Monti. Non ho le stesse sensazioni per nessuno che assomigli ad un politico, boh…quindi il mio istinto mi dice che i 2 individui, nominati dai poteri forti, sono i peggiori ed i piu’ pericolosi di tutti . E…va be’, ho scoperto l’acqua calda.

guidone
Scritto il 29 Novembre 2013 at 14:49

Il possibile vero obbiettivo le 2400 tonnellate d’oro nei forzieri di BankItalia

http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/11/29/SPY-FINANZA-Le-manovre-sospette-sull-oro-degli-italiani/447927/

kurskit@yahoo.it
Scritto il 29 Novembre 2013 at 15:20

Io ribadisco che è una questione di rapporto rischio/benefici. Se chi sbaglia (dolosamente) pagasse, E MOLTO CARO i propri errori, otterremmo dei risultati Se chi DANNEGGIA (dolosamente) la società per il proprio interesse, un privato o dipendente pubblico che sia, fosse esposto pubblicamente alla gogna (come nel medioevo) oltre che spogliato di tutti i suoi beni, assisteremmo ad una fortissima riduzione di tutte le malversazioni. Ma finchè costoro rimangono praticamente impuniti, non cambierà niente. Ribadisco, per far andare adagio le automobili, basta far sapere che c’è un multanova, o una pattuglia della stradale, molto più efficace di milioni di pubblicità progresso.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 29 Novembre 2013 at 15:25

Ps. Il mio intervento precedente si riferisce a questo continuo , per me inutile, alterco tra “privato” e “di stato”. Entrambi i sistemi “di per se” non garantiscono ne l’onestà ne la disonestà.

dorf001
Scritto il 30 Novembre 2013 at 13:06

per kursit e portello.

UN COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE CONTRO LE EURO-TASSE

tohh leggi qua : http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12649

p.s. per portello. se leggessi ogni tanto i post, invece di dire cose doppie o ripetitive. cerchi gente che si batte x la salvezza? leggiti i post che ho mandato ieri o l’altro ieri.
sai o no del gruppo dei forconi alleati con i veneti? e non solo…

il giorno 8 dicembre vogliono ribaltare l’italia. http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/sciopero-9-dicembre-2013-movimento-dei-forconi-bloccheremo-italia-foto-1727039/

e pure qui : http://www.iconicon.it/blog/2013/11/9-dicembre-astenersi-caporali/

leggi però non fare domande inutili.

by DORF

dorf001
Scritto il 1 Dicembre 2013 at 18:34

c’è un video che dovete ripeto dovete assolutamente guardare questo video : http://www.youtube.com/watch?v=LIP2BqCHfxs&feature=c4-overview&list=UUvXqbTcERGF4JVFvT53QyIg

DORF

sd
Scritto il 1 Dicembre 2013 at 22:31

dorf001@finanza,

DORF ho visto il video di Barnard, molo intressantelo consiglio a tutti.

Probabilmente un giorno ci arriveremo a queste soluzioni economiche, il SISTEMA attuale non stà in piedi….è matematico oltre che evidentemente anti-democratico.

il problema è il QUANDO !!!!!

Buona fortuna a tutti.

SD

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