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TERREMOTO FBI IN AMERICA!
Confesso che faccio davvero fatica oggi a scrivere in mezzo alle macerie del cuore del nostro Paese, di economia e finanza. Tanti carissimi amici vivono in quelle terre martoriate, in altre regioni che in questi lunghi anni passati insieme hanno vissuto momenti drammatici.
Difficile convivere con la paura, che rischia di tramutarsi in rassegnazione, ma le parole non servono, ora serve solo un abbraccio e dire loro che non sono soli, non resteranno soli, nonostante tutto. Dalle parole di un carissimo amico questa volta è stato davvero pazzesco. Un bombardamento non avrebbe fatto simili danni.
Venerdì è uscito il dato relativo alla crescita del terzo trimestre 2016, un altro sorprendente risultato, due virgola nove, nulla di particolare se si pensa che negli ultimi sei anni abbiamo visto anche i quattro, ma si sa per un’economia abituata a viaggiare intorno al 3,5 % annuale, trovare a galleggiare intorno a 1,5 % è un gran risultato.
Dolcetto o scherzetto il 2,9% comunicato dalla BEA? Dolcetto per le elezioni, scherzetto perchè una bufala!
L’aumento del terzo trimestre è il più sostenuto in due anni, ma ora bisognerà vedere se le due revisioni in calendario a novembre e dicembre confermeranno la crescita del dato preliminare. Nei tre trimestri precedenti l’economia americana era cresciuta meno del 2%, contro la media annuale del 2% circa tenuta dopo la recessione conclusa a metà del 2009 e il ritmo di espansione più debole dal 1949.(…) La Federal Reserve per il 2016 prevede un rialzo dell’1,8% (rivisto al ribasso dal +2% precedente durante la riunione del 20 e 21 settembre), dato che implica un’accelerata nella seconda parte dell’anno. America 24
Diamo ora un’occhiata alle singole voci che hanno influito sul dato per poi commentare il tutto nel suo insieme…
Per quanto riguarda le componenti del dato sul Pil, le spese per consumi, che generano due terzi dell’output, hanno rallentato il passo rispetto ai tre mesi precedenti, con un incremento del 2,1%, sotto il 4,3% del periodo aprile-giugno. (…) Le esportazioni, che incidono in modo positivo sul Pil, sono salite del 10%, il rialzo maggiore in quasi tre anni, mentre le importazioni, che viceversa pesano in negativo, sono salite del 2,3%. Complessivamente, gli scambi commerciali hanno contribuito per 0,83 punti percentuali alla crescita complessiva. America 24
Quindi i consumi hanno decisamente perso smalto dimezzandosi e senza il boom delle esportazioni la crescita sarebbe stata del 2 %.
Inoltre, la variazione delle scorte private, che nei precedenti cinque trimestri era stata un peso per l’economia, ha contribuito per 0,61 punti percentuali (un aumento delle scorte indica che le aziende hanno maggiore fiducia nel livello della domanda futura).
Togliamoci pure il livello delle scorte che di questi tempi in vista della stagione natalizia è sempre elevato e scendiamo al 1,4%
Nel terzo trimestre, gli investimenti fissi non residenziali, metro di misura delle spese aziendali, sono saliti dell’1,2%, contro l’1% dei tre mesi precedenti. Quelli fissi residenziali, che includono la costruzione di case, sono calati del 6,2%. Le spese federali sono salite dello 0,5%, ma a livello locale e statale è stato segnalato un ribasso. America 24
Investimenti residenziali in caduta libera e esport che dovrà fare i conti nell’ultimo trimestre con un dollaro tornato decisamente in forma.
A proposito attenzione al movimento in atto, un rimbalzo che profuma di gatto morto, come vedremo nel prossimo Machiavelli.
Il dato importantissimo che è passato davvero in sordina è il dato relativo all’inflazione ovvero la modestissima variazione del deflatore dei consumi personali, un 1,7% ben sotto il 2,1 % del primo trimestre e l’1,8 % del secondo.
La domanda è questa! Ma tutta questa inflazione che il mondo intero vede in America in realtà è presente solo nella fantasia dei mercati e non nella realtà dei dati. Se la Fed ha deciso di alzare i tassi lo farà indipendentemente dai dati perchè se ha visto gli ultimi, nessuna possibilità di rialzo a dicembre.
Inoltre l’indice dei costi dell’occupazione ha mostrato un modesto aumento del 2,3 %
Infine la domanda finale privata è scesa ai minimi di oltre tre anni, un dato che non è certo di buon auspicio come potete vedere qui sotto in attesa delle revisioni che verranno…
Difficile che con questi dati e con le elezioni alle porte la Fed mercoledì aumenti i tassi e difficilmente potrà dare un chiaro segnale per dicembre visti anche gli ultimi sviluppio della campagna elettorale presidenziale con le note vicende relative all’Fbi che sta nuovamente indagando su nuove email legate a Hillary Clinton per capire se contengono materiale top secret. La candidata democratica era stata oggetto di un’inchiesta, chiusa senza incriminazione, proprio sull’uso di email da lei ricevute e inviate quando era segretario di Stato e legate a un account personale (non del governo).
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Premesso che questa volta non ci sbilanciamo in inutili previsioni sulle elezioni americane, sembra che secondo un sondaggio del NYTimes fatto prima dell’ultimo colpo di scena, Trump fosse addirittura in vantaggio di 4 punti in Florida, Stato fondamentale per la corsa alla Casa Bianca, sondaggio confermato anche da Bloomberg però con soli due punti di vantaggio.
Non bisogna dimenticare che sino a ieri 21 milioni di americani avevano già votato. Nel 2012 122,8 milioni di americani erano andati alle urne, il che la dice lunga sulla partecipazione di un paese di oltre 319 milioni di abitanti.
Non solo, le ultime notizie in arrivo dall’Opec non prefigurano nulla di buono per la settimana che sta per partire con la riluttanza da parte dell’Iran e Iraq ad accettare la riduzione delle proprie estrazioni e a prendere per buoni i dati proposti dall’Opes sulle stesse quote…
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Nulla di particolare sia ben chiaro, la nostra Araba Fenice sembra ormai sulla rampa di lancio anche se non c’è nessuna fretta, meglio salire alla stazione successiva.
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Su questa storia dell FBI vi suggerisco caldamente di leggere questi due articoli, uno di agosto 2016 e uno di questi giorni.
Si dice che in USA si sta mettendo in atto la rivoluzione del deep state contro i vari centri studi Neocon e simili (american enterprise institute, project for american century, cfr, trilateral e tutti gli altri legati alle élite cosmopolite).
Il deep state è l’organismo burocratico statale il quale ovviamente, in una situazione in cui le classi dominanti internazionali vogliono distruggere sia lo stato che le nazioni, si vede minacciato e vede minacciati i valori su cui ha fondato il proprio modo di esistere e la professionalità ma anche l’orgoglio dei singoli membri del corpo dei funzionari.
http://oftwominds.bmobilized.com/?url=http%3A%2F%2Fwww.oftwominds.com%2Fblogaug16%2Fdeep-state-hillary8-16.html
http://katehon.com/article/hillary-and-fbi-deep-state-revolts