in caricamento ...

US INFLATION: ATTENTI AL LUPO!

Scritto il alle 08:30 da icebergfinanza

Pur in presenza di prezzi al consumo invariati, é bastato un rialzo del dato core legato all’inflazione in America per agitare i soliti fantasmi …

I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono rimasti invariati in gennaio, ma sono cresciuti nell’ultimo anno al passo più veloce da ottobre 2014, segno che l’inflazione potrebbe rimanere stabile nonostante il dollaro forte e il continuo ribasso dei prezzi dell’energia. Sono aspetti che saranno tenuti in considerazione dalla Federal Reserve nel determinare la propria strategia monetaria.Secondo quanto reso noto dal dipartimento del Lavoro americano, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto fermo, dopo il calo dello 0,1% di dicembre (invariato rispetto alla prima stima). Gli analisti attendevano un ribasso dello 0,1%. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,3%, l’incremento mensile maggiore da agosto 2011, mentre gli analisti attendevano un rialzo dello 0,2%. America 24

View image on Twitter

In sintesi non è successo nulla o quasi come potete vedere qui sotto…

[Chart]

Come abbiamo evidenziato tempo fa in mezzo ad un solido trend deflattivo non è raro che ogni tanto si ripresentino le solite illusioni inflative.

Come scrivono gli analisti di Goldman Sachs…

Negli ultimi anni, le previsioni economiche sono stati troppo ottimiste sulla crescita del PIL, ma troppo pessimistiche circa l’occupazione in molte economie avanzate. Per capire meglio questo puzzle, abbiamo costruiamo un nuovo modello dal lato dell’offerta per gli Stati Uniti, la zona euro, Giappone e Regno Unito. I nostri risultati hanno due possibili implicazioni per i mercati obbligazionari. In primo luogo, con la produzione e l’occupazione già vicino al potenziale negli Stati Uniti e nel Regno Unito, l’inflazione è destinata ad aumentare più di quanto i mercati obbligazionari attualmente scontino. In secondo luogo, supponendo che il colpo potenziale è veramente una tantum, la crescita potenziale dovrebbe salire modestamente nei prossimi anni, e quindi sfidare la visione del mercato preannunciando che siamo entrati in un’era di stagnazione secolare e tassi di interesse reali in modo permanente depressi.

Lascio a Voi il compito di capire quale delle due visioni preferiamo nel lungo termine.

Comunque sia come più volte ricordate si tratta sempre di nuove ed irripetibili occasioni.

Affascinante notare che nonostante il dato di ieri siamo ancora ad una probabilità di aumento dei tassi nel mese di marzo di appena il 2 % ….

Stando ai future sui Fed-fund – usati dagli investitori per fare scommesse sulle mosse di politica monetaria della Federal Reserve – sono cresciute al 43% le probabilità di un rialzo dei tassi entro fine anno.La percentuale era al 32% prima della diffusione dell’indice odierno dei prezzi al consumo di gennaio. (…) T-Bond: andamenti a due velocità, le pressioni inflative iniziano ad accelerare.

Dopo avere toccato i massimi intraday successivamente alla diffusione dell’indice odierno dei prezzi al consumo di gennaio, i rendimenti dei Treasury mostrano andamenti a due velocità.

Sono i titoli di stato a breve scadenza – quelli più sensibili a un cambio delle attese sulle mosse della Federal Reserve – ad essere maggiormente sotto pressione.(…) La Fed ha dunque un motivo in più per mantenere le sue intenzioni di alzare i tassi a meno che le prospettive economiche peggiorino. D’altra parte il petrolio continua a calare, facendo calare le aspettive sull’inflazione (che restano sotto il tasso di crescita annuale del 2%).

Il decennale vede i rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – in calo all’1,7587% dall’1,762% di ieri ma la settimana scorsa si era spinto fino all’1,53%. Il titolo a tre mesi viaggia allo 0,295%.

Questo l’andamento delle altre scadenze:

Titoli a 2 anni, rendimenti in rialzo allo 0,75%.

Titoli a 5 anni, rendimenti in aumento all’1,2359%.

Titolo a 30 anni, rendimenti in ribasso al 2,6148%.

America 24

In settimana si attendono oltre a nuovi dati negativi in arrivo dal mercato immobiliare americano,anche la revisione negativa del pil USA dell’ultimo trimestre dello scorso anno vista in riduzione dal 0,7 % al 0,4 %.

L’antipasto della settimana non è certo dei migliori con il sentiment degli affari in Cina visto in deciso peggioramento e l’indice manifatturiero giapponese che di avvicina velocemente alla soglia della contrazione.

MNI China Business Sentiment Indicator

Japan Manufacturing PMI

Attesi in gornata gli indici manifatturieri di Francia e Germania e l’andamento dell’inflazione in Italia.

Nulla di nuovo quindi mentre i future sono positivi in attesa dell’ultima zampata dell’orso.

26 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 09:48

Ormai i commenti sull’inflazione sono di una noia stucchevole e sono pure altamente disinformativi. E’ un paniere costruito secondo un certo schema, differente da paese a paese, che viene rivisto di tanto in tanto, offuscando la possibilità di confronti tra paese e paese e tra epoche diverse. I metodi statistici sono stati raffinati nel tempo, il dato odierno è più attendibile (statisticamente parlando) di quello di 20 anni fa, il dato prodotto in un paese OCSE è molto più affidabile di quello di un paese emergente o già emerso come la Cina. A volte commentatori producono grafici con l’inflazione (o il PIL) degli ultimi 200 anni senza scrivere che i metodi statistici per la loro misura sono stati introdotti in USA solo negli anni 30 e in Europa solo negli anni 50. Anche oggi il dato generale dell’inflazione è puro non senso sul quale anche gli analisti più intelligenti consumano in modo insano il loro tempo abusando di quello dei loro lettori. Ogni persona ha la sua inflazione, dipende da ciò che acquista; il paniere di spesa può naturalmente essere raggruppato in modo utile per categorie o gruppi sociali ma richiede più tempo, l’analista è pigro perché i suoi potenziali lettori lo sono molto di più e non hanno alcuna intenzione di spendere più di 10 secondi a rifletter. Si scoprirebbe che negli ultimi due anni in USA l’inflazione è andata al galoppo per chi ha elevate spese sanitarie mentre è andata pesantemente sotto zero per i commessi viaggiatori (purché in ottima salute !!!) … solo come esempio (il più banale che mi viene in mente). Ma anche ammettendo che il dato generale sia effettivamente così utile da perderci tutto questo tempo, andrebbe sempre affiancato il dato sul potere di acquisto, almeno sui nuovi entranti: se l’inflazione è -1% e le nuove retribuzioni sono -5% che cosa informa il dato sull’inflazione da solo ? E così via, sono tutte ovvietà, ma oggi è il regno dell’ovvio, del trito e ritrito, della convenzione, del parlare a ripetizione sullo stesso tema senza dire nulla che non sia stranoto a chi ci ha riflettuto il minimo ma ignoto e senza speranza alle decine di milioni dal cervello condizionato irrimediabilmente. E’ un epoca vuota, priva di immaginazione, dove si consuma il tempo su dati troppo riassuntivi per rappresentare qualcosa di utile, dove si preferisce annegare nella semplificazione per non pensare alla complessità che ci avvolge e travolge senza che nessuno abbia una straccio di consapevolezza su dove il problema realmente stia, preferendo auto consolarsi con terapie senza sbocco, sogni che non costano nulla, un delirio onirico che spiega meglio di ogni altra cosa la cupezza dei tempi.

phitio
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 09:59

john_ludd@finanza,

Giusto per essere chiari, John, andrebbe aggiunto che anche la vagheggiata “pallottola d’argento” (dare denaro alla gente per farglielo spendere a forza, pena la perdita di valorei del denaro) proposta dal capitano e’ anche essa ascrivibile alle terapie senza sbocco.
Il problema sta alla base, e’ fatto di materia ed energia, non di pezzi di carta stampata che girano piu’ o meno velocemente.

gnutim
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 10:03

azz john,

buongiorno eh?

kry
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 11:57

kry@​finanza,

Dimenticavo non ditelo a Platero e Barisoni andrebbero a intervistare per chiedere conferma a Monti.

john_ludd
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 12:44

phi­tio@fi­nan­za,

l’ignoranza in termini di economia e finanza è estremamente diffusa e pervasiva ma i danni che provoca sono di gran lunga inferiori all’ignoranza ancora più diffusa e pervasiva nella fisica e nella chimica. In un pianeta dove le risorse vengono consumate a un ritmo di gran lunga superiore alla capacità di rimpiazzo (come ampiamente documentato e stranoto a fisici, chimici, geologi e agronomi) qualunque proposta di aumento dei consumi è come minimo lunatica. C’è tuttavia una strada, che è quella del cambiamento della tipologia di consumi, ma siccome richiede uno stravolgimento dell’attuale assetto socio/economico nessuno ha uno straccio di idea su come portarla avanti anche perché egli stesso ne sarebbe affetto. In un mondo dove il proprio lavoro dipende in modo più o meno diretto dal sistema finanziario la cui sopravvivenza dipende dal consumo crescente (o almeno non decrescente) di prodotti finiti, nessuno (di quelli che pesano) avrà l’ardire di fare il primo passo. Noi siamo già stati qui, dove siamo ora, molte volte in passato ed è sempre finita nello stesso modo. L’unica differenza sta nel non trascurabile fatto che mentre in passato il collasso della civiltà maya o di quella romana non ha avuto alcun effetto al di fuori dell’area di influenza (minima rispetto le dimensioni del pianeta), oggi il sistema è UNO e indivisibile. Non è che arda dalla voglia di vedere che cosa accade dopo, al contrario spero di sfangarla per abbastanza tempo tempo ancora da diventare sufficientemente vecchio da poter tra me e me medesimo affermare “vabbè mi è andata strabene, poi sarà quel che sarà” che è poi quello che pensa ognuno di noi a meno sia un santo o un cretino.

phitio
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 13:41

john_ludd@finanza,

mah, io non sono un santo ne’ un cretino ( o almeno spero) ma per mie convinaioni personali, so che quello che capita e’ sempre la cosa migliore che possa capitare (da un punti di vista che potrei definire “eterno”). CI sono stati tante altri collassi in passato, il nostro ha solo la caratteristica addizionale, come di essere un sistema quasi globale. E allora? Se deve accaderne uno globale, ci deve pur essere un primo sistema globale che collassa prima o poi nella storia, ti pare?
Che poi si finisca col morire, caro John, mi sembra un evento che ha gia il 100% di affidabilita’, e non mi pongo particolari affanni su questo. Accadra’ quando deve accadere, non prima e non dopo.

Noi siamo pero’ chiamati a fare il meglio che possiamo, al meglio delle nostre capacita’, perche’ sarebbe esattamente quello, il motivo per cui siamo venuti in questo mondo.

john_ludd
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 14:40

phi­tio@fi­nan­za,

ESATTO, ma il meglio lo si riesce a fare solo se ci concentra su un breve raggio. Puntare largo è un inconsapevole modo per non ottenere niente, e in seguito al pessimo risultato ottenuto, auto assolversi. Ci si deve concentrare laddove l’intervento può produrre il miglior risultato. Nessuno può cambiare il mondo o meglio quasi nessuno ma quei pochi, lo hanno di solito fatto in peggio, non è la strada da seguire, di folli idealisti che hanno insanguinato il pianeta sono pieni i libri di storia. Ma intorno a noi si può fare molto e ottenere molto, lasciando quell’angolo di mondo migliore di come era prima. Non ho idea della ragione per cui sono venuto al mondo e quindi non la cerco, ma aiutare qualcuno secondo le proprie possibilità non è un sacrificio, dà gusto e piacere nel farlo, non serve la promessa di un premio da riscuotere nell’aldilà. In medio stat virtus.

gnutim
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 14:54

qua il livello sta salendo, alla facciazza…. siamo partiti parlando di inflazione e arriviamo qui.

Beh Andrea tu sei un fautore di un mondo uovo e possibile, è bello leggere che il traguardo è comune a molti mozzi

aorlansky60
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 15:50

@ Kry wrote :

“Secondo me il vero al lupo sono le banche centrali che raccontano di voler l’inflazione.
Ma quando mai…

con le loro politiche monetarie (QE) le banche centrali affermano di volere alzare l’inflazione;

di fatto, ottengono l’effetto opposto (deflazione), e non solo :

come prima conseguenza, la loro azione ha portato il costo del denaro a zero e il rendimento della maggiorparte degli assets obbligazionari a zero.

Questa situazione gli permette di acquistare [in GROSSI volumi] obbligazioni statali a costo zero, finanziando al contempo i debiti pubbl degli Stati di competenza.

Ergo : loro dicono di essere preoccupati dall’ inflazione [troppo] bassa, ma in realtà [a vedere il loro comportamento] quello che preoccupa maggiormente loro sembra essere il livello [troppo alto] di debito pubbl che possono combattere e calmierare grazie alla loro azione continua di QE.

In pratica questo è il quadro che ci leggo, anche se in teoria loro affermano un concetto diverso. Ma non gli dispiace affatto che la pratica smentisca la loro teoria, anche se loro continuano a dire alle folle, per convincerle di essere nel giusto: “lo stiamo facendo per alzare il livello di inflazione”.

In pratica stanno prendendo per i fondelli tutti quanti (ossia la maggiorparte di coloro che vedono “credibili” i boards della varie banche centrali e anche i meno sprovveduti e più smaliziati, che devono stare al gioco dato che hanno interessi in gioco) anche perchè le banche centrali non possono fare altro : non hanno altre armi [tra quelle lecite da poter scegliere] a loro disposizione.

una cosa almeno sembra chiara : se il mondo si arresta (nella crescita di pil, ed in questo intendo sopratutto gli emergenti, prima tra tutti Cina e India), le banche centrali non possono permettersi rialzo dei tassi; dovranno continuare loro malgrado a rifornire di liquidità gli Stati, continuando ad acquistare e riacquistare titoli di debito emessi dai primi in una sorta di spirale senza fine, almeno finchè non ci possa essere una forte ripresa a livello mondiale (se mai ci sarà).

altrimenti avere il coraggio di affermare : well folks, game over : siamo tutti sommersi dai debiti, in misura tale che non saremo mai in grado di onorare. Occorre quindi riconoscere che siamo quasi tutti falliti e ripartire da zero. Cosa che non faranno mai.

Di conseguenza, siamo condannati per molti e molti anni futuri allo scenario attuale. A meno che non accada qualcosa di imprevisto e spiacevole : un conflitto armato di quelli antichi come la storia ricorda, per via che uno degli Stati coinvolti nella globalizzazione attuale avrà perso la pazienza, e in questo non penso al Venezuela che stà saltando in aria per le conseguenze del costo del greggio a 30$, ma ad uno Stato dal peso molto più importante nell’intero scenario mondiale -militarmente parlando- al quale dà altrettanto fastidio [per i suoi bilanci] il costo del greggio sceso a livelli così bassi e imprevisti fino a pochi anni fà.

aorlansky60
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 16:53

i russi hanno 250 milioni di esseri umani, relativamente pochi per un territorio immenso (quanti fusi orari?) dal quale poter estrarre tutto il conosciuto a livello di minerali oli e gas necessari all’industria, e un apparato militare -tra uomini e mezzi- che i francesi definiscono “redoutable” (assolutamente notevole).

i cinesi hanno 1,5 miliardi di esseri umani, un territorio abbastanza vasto -che però non gli basta a soddisfare la propria domanda di minerali oli e gas(tant’è vero che hanno rivolto la loro attenzione all’africa), e un apparato militare tutto sommato all’altezza.

gli arabi sauditi hanno un territorio ridicolo(in quanto a superficie), solo 30 milioni di esseri umani, ma i più vasti giacimenti conosciuti della materia prima necessaria al mondo; non posseggono un apparato militare all’altezza a difesa dei propri interessi, quello se lo sono comprato -è proprio vero che con i soldi, TANTI SOLDI, si può fare tutto, PROPRIO TUTTO, non solo comprare cose materiali- dal protettorato guerra fondaio più potente del mondo (da 80anni a questa parte, vedi più sotto)

Gli USA hanno 300 milioni di esseri umani (320 mln se si somma anche il Canada che come dote è meglio in termini di territorio sfruttabile rispetto alla popolazione) un territorio piuttosto vasto -3 fusi orari- in lungo e in largo dal quale estrarre, e l’apparato militare in uomini e mezzi più potente del mondo.

Per dote naturale [materie dal sottosuolo] l’africa potrebbe essere il continente “number one” al mondo, salvo per il dettaglio non trascurabile di aver perso l’autobus con la storia -e ancora continua a perderlo, nel senso che CONTINUERANNO A FARGLIELO PERDERE PER SEMPRE, per ovvi motivi.

Alla fine ci siamo noi Europei, divisi su tutto, sostanzialmente privi di materie prime importanti da estrarre, con 500 milioni di esseri umani da mettere d’accordo.

Dovessi scegliere, quest’ultimo sarebbe l’ultimo continente sul quale scommettere per la futura rappresentazione mondiale : “the next hegemony”.

john_ludd
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 17:58

aor­lan­sky60,

i russi sono 144 milioni non 250, molto pochi ed è un grande problema;
i cinesi sono 1357 milioni, troppi da qualunque punto di vista;
gli americani sono 318 milioni + 35 milioni di canadesi, pochi se si guarda il territorio, assurdamente troppi se si guarda il consumo energetico pro capite che è quasi due volte quello dei tedeschi e quattro volte quello dei cinesi. I canadesi consumano ancora di più. Se fossero poche anime nessun problema, ma questo livello di consumi è totalmente fuori asse con la possibilità di mantenerlo ancora a lungo dato lo stato di risorse effettivamente disponibile comprese quelle che potrebbero ancora rubare agli altri. Con le rinnovabili tra 40 anni copriranno al massimo 1/3 di quanto prodotto complessivamente oggi. Dato che tra attività economica e consumo energetico non c’è correlazione ma un rapporto di causa / effetto, questo la dice lunga di dove sarà il PIL nord americano tra qualche lustro. Purtroppo la dice lunga anche di dove sarà il PIL di Cina e Germania e ovviamente anche il nostro. Perché poi a Trinidad e Tobago i consumi energetici pro capite siano oltre due volte che in USA è un’informazione che non conoscevo e mi incuriosisce assai. E’ un mondo bizzarro, non tanto per Trinidad e Tobago ma per l’esistenza di così tanti illusi che credono che le leggi dell’uomo sovrastino quelle di natura. Cartesio ha preso davvero una cantonata dopo l’altra.

PORTELLO
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 18:37

Ciao John, e tutti
molte volte apro google map e guardando il mondo penso a dove un giorno potrebbe esserci un alternativa…mi spaventa molto pensare alle conseguenze del cambiamento climatico (penso a quante persone potrebbero arrivare dal continente nero..penso a come potrebbero cambiare le nostre citta’, i nostri sistemi, le nostre sicurezze e liberta’…a proposito avete mai sentito parlare di un certo Gustavo Rol, un famoso sensitivo che anni fa ha predetto che nel 2020 il 60% della popolazione europea sara’ di colore), alle conseguenze di un’ altra grande crisi finanziaria, alle conseguenze di cio’ che l’ inquinamento sta causando alle nostre terre e ai nostri mari…

probabilmente tutto e’ e sara’ collegato e non esiste un’ isola felice…ma se ci fosse…secondo voi quale sarebbe?

io ho pensato al Sudamerica e alla Nuova Zelanda…

voi?

john_ludd
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 19:41

POR­TEL­LO,

se ti trasferisci in sud america ti metti avanti con il lavoro, là il 60% della popolazione un pò colorata lo è già !

un famoso sensitivo ?

forse intendeva dire che nel 2020 il 60% della popolazione sarà incazzata NERA !

suvvia Portello, sei peggiorato in questi mesi …

stanziale
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 19:57

phitio@finanza,

Sul commento ore 9.59, mi permetterei di dissentire in parte. Occhio a non esagerare, si potrebbe fare il gioco dei padroni. Prima diamo i soldi alla gente, tramite banche centrali, inflazionando, e poi vediamo i risultati. Che si becchino un bel po’ ( parecchia…) di inflazione i trilioni di liquidita’ delle multinazionali -che pagano pochissime tasse e dei super ricchi….riequlibriamo un po’ il possesso della carta straccia, che si presenta a senso unico, ora come ora, grazie a quello che e’ successo negli ultimi 40 anni….almeno provare, poi vediamo con le risorse….il fatto e’ che i super ricchi non pagano le tasse come dovrebbe essere…

PORTELLO
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 20:58

Ahah puo’ essere
Comunque intendevo Cile e Uruguay
Comunque se hai tempo leggiti qualcosa su Rol
Nel frattempo son stato in India…Delhi Agra Udaipur…pazzesco..mi e’ entrato nel cervello quel paese…

john_ludd
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 21:00

stan­zia­le@fi­nan­za,

Dare i soldi alla gente con dei coupon di spesa non serve a nulla per diverse ragioni. La prima è che se è una una tantum ottieni una sottile increspatura sulla superficie del mare e stop. Se invece è una una semper allora potrebbe funzionare solo se il moto perpetuo esistesse. Si può tuttavia fare qualcosa, eccome se si può, e in grande stile !!! ma sovvenzionare i consumi NON FUNZIONA perché economicamente NON HA MAI FUNZIONATO. Se si vuole spendere si deve prima produrre, ovvero lavorare, quindi si deve finanziare un piano di investimenti tenendo conto che siamo nel 2016 e non nel 1935, due mondi totalmente differenti ma questi investimenti sarebbero produttivi ovvero ripagherebbero l’investimento nel senso che il nuovo debito sarebbe poca cosa di fronte all’incremento dell’attivo: 1) riassetto idro geologico nazionale 2) piano di ristrutturazione del patrimonio edilizio (costruire nuove case è antieconomico, produce perdite, ricondizionare le vecchie specie da un punto di visto energetico produce un utile e assorbe più mano d’opera che la costruzione del nuovo) 3) un piano dei trasporti, meno trasporto su gomma, più porti e una rete di canali dato che nessuna città italiana importante dista dal mare o dal fiume Po più di qualche decina di km, Italia paese fortunato se solo lo sapessero gli italiani !!!) 4) un piano energetico al passo con i tempi 5) scuola 6) sanità (abbiamo un deficit pauroso di infermieri) etc… notare che finanziare qualcuno per fare buchi e poi riempirli NON è nell’elenco !

Se sento ancora qualcuno scrivere e difendere la proposta di finanziare i consumi oppure (variazione sul tema) su quanto è che bello il reddito di cittadinanza … GIURO CHE smetto di frequentare questa palestra perché evidentemente non si riesce a capire che finanziare i consumi è solo un modo obliqui per aiutare i difensori dello status quo, così come tenere buono il gregge con il reddito di cittadinanza è contrario allo spirito della costituzione italiana, repubblica basata sul LAVORO, i consumi VENGONO DOPO… ma i punti di cui sopra vanno contro molti interessi, che stanno a casa nostra e non solo a Bruxelles o Berlino.

stanziale
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 21:59

john_ludd@finanza,

Veramente io non sono per finanziare i consumi, ma per qualcosa di molto piu’ radicale…qualcuno lo aveva proposto ma solo provocatoriamente, ed io raccolsi…1 milione di euro a persona…ok, e’ troppo…facciamo almeno 100000 tanto per partire…e’ l’unica maniera per riequlibrare …si vede che in vecchiaia saro’ diventato socialista. Dopo 40 anni di liberismo/ultraliberismo, la classe media quasi non esiste piu’, ed i richi sono diventati ricchissimi, e questo e’ un dato di fatto. Ma mi convince molto anche le tue proposte di cui dal punto 1 al punto 6…un programma kejnesiano che condivido, e che permetterebbe anch’esso di superare molte difficolta’(ci vuole pero’ la moneta sovrana, ovvio), e che sarebbe sempre in direzione di invertire la tendenza (dare lavoro=dare soldi ai poveri, e quindi in un certo qual modo toglierli ai ricchi). In sostanza quello che e’ avvenuto mi fa schifo e qualcosa si potra’ pur fare.

stanziale
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 22:14

Ecco qua , manca la moneta http://scenarieconomici.it/flash-listat-accerta-il-calo-dellinflazione-manca-moneta-nelleconomia-reale/ , il problema e’ semplice. L’ha requisito il nord europa ed in particolare gli industriali tedeschi e lo stato germanico con i suoi giganteschi avanzi commerciali. Ci arrivo io, quindi ci possono arrivare tutti.

john_ludd
Scritto il 22 Febbraio 2016 at 23:07

stan­zia­le@fi­nan­za,

la definizione “ricchi” non mi piace, è banale e non coglie nel segno. Chiamiamoli estrattori di rendite. Non mi piace neppure il termine “keynesiano” perché oggi se ne fa un abuso. Tra finanziare una rete autostradale o le olimpiadi e finanziare una rete ferroviaria oppure porti e canali oppure il riassetto idro geologico la differenza nei risultati è fenomenale ma entrambe cadono nel termine “keynesiano”. Meglio così: ci sono cattivi investimenti e buoni investimenti. Quelli buoni hanno un effetto positivo su una larga maggioranza del paese, quelli cattivi solo su una esigua minoranza mentre sugli altri possono avere un effetto ancora peggiore che “nessun investimento”. Data la pessima storia del nostro paese nell’investire in cattedrali nel deserto il termine si è fuso nell’immaginario collettivo con “stato brutto e sprecone che genera debito pubblico attraverso spesa clientelare”. Gioco facile per i turbo liberisti. Inutile piangersi addosso, la trappola attuale ha origine antiche e molto sfaccettate. Guarderei a casa nostra piuttosto che a Berlino, quelli l’euro manco lo volevano ma una volta che c’era hanno fatto l’unica cosa ragionevole: ne hanno tratto il massimo vantaggio possibile.

aorlansky60
Scritto il 23 Febbraio 2016 at 09:01

@ Portello

“io ho pensato al xxxxxxxxxx e alla Nuova Zelanda…”

… … … … … … …

🙂 …bella quest’ultima! clima temperato ottimo [per i miei gusti]

superficie estesa quanto quella dell’italia, ma con soli 5 milioni di esseri umani, non per caso :

i neozelandesi hanno sempre protetto [tenacemente] la loro isola per evitare che la popolazione aumentasse dall’esterno; mi stupì apprendere già negli anni 80, che in Nuova Zelanda per ottenere la cittadinanza -qualcosa di più esteso e permanente rispetto al permesso di soggiorno limitato per lavoro o per turismo- il gov locale aveva alzato un imposta da versare per il richiedente, corrispondente a 200 milioni delle ns vecchie lire di allora… non male come deterrente. (penso che il provvedimento sia tutt’ora in atto, magari con la cifra riparametrata ai tempi attuali…)

Unica contro indicazione : essendo la posizione geograf dell’isola coincidente con “l’anello di fuoco” del Pacifico che transita sul suo territorio, la New Zealand è da considerare un paese ad elevato rischio sismico… come l’italia… a parte questo, se piacciono attività quali RUGBY (sport nazionale, anzi di più, autentica religione) e VELA e attività varie all’aria aperta (niente football però, italiani siete avvertiti), quel paese è l’ideale dove vivere.

aorlansky60
Scritto il 23 Febbraio 2016 at 09:11

forse intendeva dire che nel 2020 il 60% della popolazione sarà incazzata NERA !”

…come questi ???…

(senza parole) : http://www.occhidellaguerra.it/viaggio-nella-citta-piu-violenta-del-mondo/

…un posto decisamente ad elevato tasso di mortalità (non naturale)… 😆

…non so voi, a me il sud america [in genere] non ha mai entusiasmato…

aorlansky60
Scritto il 23 Febbraio 2016 at 09:23

@ JohnLudd

i russi sono 144 milioni non 250, molto pochi ed è un grande problema;
i cinesi sono 1357 milioni, troppi da qualunque punto di vista;

chissà ora dove schizzeranno [demograficamente] i cinesi, visto che recentemente le autorità governative hanno “aperto” al secondo figlio per nucleo familiare… pensandoci, i territori russi sono li vicino confinanti con i loro… se sono in sovrannumero e se chiedono gentilmente ai russi, magari quest’ultimi acconsentono a rinfoltire il territorio… magari in nome della vecchia tradizione comunista che li legava. In fondo, i tratti somatici delle popolazioni russe e cinesi dell’estremo est del continente asiatico non sono tutto sommato troppo dissimili, l’integrazione potrebbe non essere un problema…

PORTELLO
Scritto il 23 Febbraio 2016 at 10:57

Grazie per la risposta Aorlansky, devo dire anche che leggendo vari blog di Italiani che vivon in sudamerica, nuova zelanda, etc alla fine alla stragrande maggioranza manca l’ Italia…e non son tutte rose e fiori…noi abbiam veramente il migliore paese al mondo per clima, diversita’ di paesaggi, cibo, qualita’ di vita (fino a qualche tempo fa), etc
cmq la Nuova Zelanda mi sembra “un’ isola felice” a parte i terremoti e il vento…
se dovesse accadere qualcosa di estremo in europa penso che sarebbe una delle mie opzioni…almeno per un periodo…

kry
Scritto il 23 Febbraio 2016 at 11:21

aor­lan­sky60,

— ” …… pensandoci, i territori russi sono li vicino confinanti con i loro… ” —

La Mongolia è ancor più vicino , estremamente più interessante e meno problematica.

aorlansky60
Scritto il 23 Febbraio 2016 at 11:44

@ Portello

anche solo per il fatto che ti piace la New Zealand mi sei simpatico, quello è un posto dove andrei a vivere [conoscendomi],
e non penso che mi verrebbe [troppa] nostalgia dell’Italia – peraltro nemmeno sono italiano se non per soli genitori, visto che sono nato in Francia e questa mi ha dato la prima lingua e la prima educazione;

ritornando concreti,

Se ti trovi sui binari, ed è in arrivo il treno, puoi sempre scostarti dai binari per evitare l’impatto…

Ma nel mondo attuale globalizzato, in cui tutte le economie locali sono iper-intrecciate e legate fra loro,
finendo coll’essere dipendenti l’una dalle altre, nel bene e nella cattiva sorte,

da qualunque parte ti giri o decidi di andare, temo che sei (siamo) sempre sui binari, alla fine,
non so se mi spiego…

a questo punto, se qualcosa di tremendo deve accadere (economicamente parlando), visto che molto rapidamente potrebbe contagiare e propagarsi al mondo intero, tanto vale -molto meglio- essere e ritrovarsi in luoghi familiari e conosciuti,

almeno per quanto la penso io.

😉

CONSULENZA FINANZIARIA GENERICA
SOSTIENI ICEBERGFINANZA
SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO
IL NOSTRO LIBRO clicca qui
Segui IcebergFinanza su
http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/
CONTATORE