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ECONOMIST: EURO ESPERIENZA MISERABILE!

Scritto il alle 15:00 da icebergfinanza

Nel fine settimana mi è caduto l’occhio su un articolo dell’Economist dal titolo The Italian job

Economist: “euro in Italia, esperienza miserabile”“Se l’Eurozona vuole tenere l’Italia a bordo, avrà bisogno di diventare un po’ meno austera e un po’ più italiana”

Italy’s experience within the euro zone has been miserable…

Per carità nulla di nuovo, peccato che i menestrelli del sogno europeo non sappiano mai rispondere a qualche semplice domanda, invece che prefigurare la fine del mondo fuori dall’euro… Tre domande agli ottimisti

Domanda (1): se l’euro e le politiche che esso implica non sono un problema, e anzi funzionano, perché gli imprenditori, sponsor di Renzi, insistono nel chiedere di ridurre le imposte, insistono ad investire poco, e continuano a lamentarsi della scarsità di credito? Il rigore dei conti (che sarebbe messo in immediato pericolo da un taglio delle imposte con effetti sullo spread e la tenuta dei conti esteri dell’Italia) non è obiettivo a loro caro? Se l’economia è ora in ripresa grazie alla austerità virtuosa, non sarebbe il momento di fare massicci investimenti sfruttando i tassi più bassi nella storia economica contemporanea? Perché non investire nell’euro? Se il credito è in aumento, e si sa che aumenterà ancora in una economia risanata, perché si lamentano che scarseggia?

Domanda (2): se l’Italia ha finito i compiti a casa rendendosi virtuosa e atta a crescere, perché Renzi vorrebbe negoziare un budget europeo per generare domanda pubblica? A che serve rendersi “lean and mean” (in forma e competitivi) se poi hai bisogno del sostegno di mamma Europa per crescere?

Domanda (3): se le aggregazioni bancarie sono la soluzione al problema del sistema bancario italiano perché non sono state fatte prima? Perché aggregarsi adesso, visto che la bad bank dà risposta al problema delle sofferenze? Non è meglio purgare il marcio prima, usando questo preziosissimo ed efficacissimo strumento, invece di creare carrozzoni sempre più grandi che possono generare ulteriore inefficienza e corruzione? Se il problema del credito è risolto e c’è il bail-in per garantire la sana concorrenza nell’euro, perché le banche meno sane non dovrebbero fallire, visto che il prezzo non lo pagherà lo stato ma quegli incauti, o incapaci, o avidi dei loro investitori privati?

Risposte convincenti a queste domande contribuirebbero a rinsaldare nell’opinione pubblica italiana, sempre più dubbiosa, una adesione convinta al progetto della moneta unica. Restiamo in fiduciosa attesa.

A proposito ho qui un piccolo capolavoro di sintesi che sicuramente non mancherà di mettere in difficoltà dotti, medici e sapienti dell’euro…

Collegamento permanente dell'immagine integrata

Come mai il pil della Svezia finita la crisi si è ripreso molto meglio di quello della Finlandia che ha un asso nella manica da sempre ovvero l’euro?

Ricordo a tutti che la Svezia, come il Regno Unito, fa parte dell’Unione Europea (EU) ma per il momento non ha adottato l’euro come moneta unica.

E non tiratemi fuori la storiella delle riforme perchè ve la smonto pezzo per pezzo!

Ricordo a tutti che la Finlandia tuttora è davanti alla Svezia nella classifica della competitività, corruzione e opportunità di business.

Quindi se proprio volete inventatevi un’altra scusa oppure trasferitevi al bar sport dell’euro!

Buona consapevolezza come sempre, anche se non ci piace vincere facile!

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17 commenti Commenta
giobbe8871
Scritto il 1 Febbraio 2016 at 15:58

Capitan Mazzalai,

ci sono, ho scoperto la Virtù’ della Svezia.

sono gli IMMIGRATI, i profughi SIRIANI. Che fanno tanti figli e aiutano ad incrementare i consumi – PIL…

Sai Andrea, la popolazione europea indigena invecchia….

giobbe8871
Scritto il 1 Febbraio 2016 at 16:01

giornali e tv non vanno più seguiti , pena una brutta fine

giobbe8871
Scritto il 1 Febbraio 2016 at 16:08

meglio leggere e seguire ANDREA MAZZALAI

giobbe8871
Scritto il 1 Febbraio 2016 at 16:12

…e sostenere questo Blog

madmax
Scritto il 1 Febbraio 2016 at 18:42

Capitano accetto la sfida, ma non mi dire che adesso ritieni la Pravda Economist disinteressata a gettare mer**a sempre e solo sull’Italia quando omettono che gli UK hanno un deficit stabile al -5% del PIL, vedi link:

(Grazie a Kry(

Domanda 1: perché chiedono tasse più basse e non investono? Ma perché da quando ho imparato a leggere, diciamo 40 anni fa, non ho visto altra domanda degli imprenditori, che ancora hanno in mente gli anni 70 dove le tasse non si pagavano! Perché non investono? Perché la domanda non esiste, ormai tutti sono pieni di carabattole e di debiti, l’ultima cosa che pensano di fare e’ consumare. Però qualcuno i soldi li ha altrimenti non si spiega la raccolta positiva dei fondi per oltre 140 miliardi nel 2015.

Domanda 2, generare domanda pubblica a livello EU, vorrei ricordare che in Italia siamo intrappolati, il Sud scarseggia di infrastrutture ma va detto che se le costruisci poi restano li a marcire, non è razzismo ma quanti ospedali o altro vediamo spesso nei reportage finiti e mai messi in funzione?

Domanda 3 siamo realisti, quando mai un governo fa pulizia nelle proprie banche? Non lo fa la Germania, non lo fanno gli US troppo rischioso è controproducente per cui meglio aggregare fare diventare tutti enormi e a qual punto li devi salvare tutti, salvando pure tutti gli amministratori che hanno regalato tramite le banche soldi ai partiti (destra e sinistra e lega senza distinzioni).

Dal mio punto di vista l’Euro seppur comodo nelle transazioni commerciali con i suoi bassi tassi di interesse ha contribuito alla sbornia di debito per cui tutti, imprese e cittadini si sono buttati a fare debiti senza pensare al futuro, il consumismo non considera il futuro!

Poi vogliamo parlare dei prezzi e della speculazione? I prezzi con l’Euro sono esplosi, vero sopratutto per beni di consumo e servizi, ma visto che nel bel paese le tasse non si pagano nulla ha contribuito alla crescita del PIL, per cui la pizza è passata da 3900 lire a 4 Euro ma siccome il pizzaiolo lavora in nero nulla di tutto ciò è entrato a far salire il PIL!

Un ultimo commento, la mia paura è’ che se torniamo alla lira la pizza di prima al posto di 4 euro ma la faranno pagare 10.000 lire perché con il capital consumismo a pagare è sempre e solo Pantalone!

giobbe8871
Scritto il 1 Febbraio 2016 at 20:31

madmax,

quanto sei piccolo Madmax. Max ? questo nome non ti si addice.
e sai il perchè ? hai fatto il solito es. che le prof. didir. tributario fanno spesso, anche i politici cialtroni lo fanno pure; quando si parla di inflazione e/o evasione.

Pensaci un poco.

Ho avuto e mio fratello ha ancora una pizzeria.
Nel 1993-94 la mia pizza Margherita costava 4500 £ OGGI 2015-16 costa € 4,50

come la mettiamo MAD ( senza MAX ) con l’inflazione e l’evasione?

se tu fossi un po’ intelligente ( e pien de schei) avresti fatto come es. il prezzo delle case, case case…

ave nobis
giobbe8871

giobbe8871
Scritto il 1 Febbraio 2016 at 20:37

madmax,

le pizzerie che mettono la pizza Margherita a € 9,00 sono solo le pizzeria alla moda, di tendenza. Che nel 1993-94 NON esistevano; Allora c’erano le discoteche e locali serali con musica e club , tanti club…

madmax
Scritto il 1 Febbraio 2016 at 21:00

giobbe8871@finanza,

Giobbe 8871,
Ti ho già perdonato, non me la prendo!

Però la pizza nella pizzeria sotto casa mia nel Nord-Est costava 3700-3900, l’inflazione aggiungila finché vuoi ma 4 Euro sono parenti di 8000 lire e con l’inflazione non ci arrivi.

Mi spiace che ti senta offeso, ma le conversioni sono state una truffa sulla pelle di chi aveva lo stipendio fisso fatto da tutti pure dallo Stato quando ha alzato i prezzi dei valori bollati, multe ed altro, non cerchiamo di negarlo.
E ti spiego come hanno mantenuto bassa l’inflazione: con il cosiddetto effetto edonico sui prodotti tecnologici.

Come funziona? Te lo spiego: nel 2010 un telefono mobile costa 100 euro, nel 2011 il modello che lo sostituisce costa 115 Euro, il vecchio modello non lo trovi se lo vuoi paghi il 15% in più, ma qua sta il trucco, siccome lo schermo e’ leggermente più grande, maggiori le funzioni quello che hai e’ migliore e qualche genio calcola che un telefono con le stesse funzioni del 2010 oggi costerebbe solo 95, ovvero il -5% in prezzo è tale valore lo mettono nel paniere, per cui i prezzi non si alzano mai grazie allo sconto sui tecnologici, tutto qua.

Se poi mi vuoi dire che la Lira era meglio allora diciamo pure che nel 1974 un German Mark era 274 lire e nel 1995 valeva 970 lire il che vuol dire perdita di ricchezza. Il debito poi fino al 125% lo abbiamo fatto con la Lira o no?

aorlansky60
Scritto il 2 Febbraio 2016 at 08:42

MadMax

ma non mi dire che adesso ritieni la Pravda Economist disinteressata a gettare mer**a sempre e solo sull’Italia quando omettono che gli UK hanno un deficit stabile al -5% del PIL,

la miglior difesa è sempre l’attacco; in questo caso, fa loro [molto] comodo per sviare l’attenzione dai loro indiscutibili problemi(*), specie se lo fanno congiutamente FR UK DE da paesi “forti” quali sono (e per questo il loro messaggio diventa ancora più forte quando unito) puntare il dito verso quello che loro ritengono un elevato [quasi insostenibile] livello di debito pubblico come quello italiano, mentre come hai ricordato, gli inglesi (*) viaggiano al -5% di deficit e i francesi (*) al -4% (solo la DE è in linea con i parametri prestabiliti, potendo vantare addirittura un dato positivo di def, +0,7% – dati uff.li Eurostat)

facciamo un pò di statistica sul deficit fine 2014 dei paesi comunità eu a 29 – fonte dati Eurostat – prendendo i paesi principali :

DE +0,7% (fuori categoria)

UK -5,7%
Finlandia -3,2%
Belgio -3,2%
Portogallo -4,5%
Polonia -3,2%
Spagna -5,8%
Grecia -3,5%
Irlanda -4,1%
Italia -3,0%

tra questi (a parte la germania) l’italia è la più virtuosa; la smettessero di additarla sempre e pensassero invece un pò di più ai loro problemi, che nel caso della FR e UK (due economie importanti in area europea) significano rispettivamente :

2037 miliardi di deb pubbl associati al -4,0 % di deficit
2055 miliardi di deb pubbl associati al -5,7 % di deficit

ricordo che per la stessa data (fine 2014) l’italia aveva questi dati – sempre fonte Eurostat

2135 miliardi di deb pubbl associati al -3,0 % di deficit

…dopo la confutazione di questi dati, chi stà veramente peggio ???!!!

e non ho considerato un fattore importante anche se ufficioso :

gli inglesi privatamente sono ENORMEMENTE più INDEBITATI rispetto al privato italiano; francesi di meno a livello assoluto rispetto agli inglesi ma ancora significativamente più indebitati degli italiani, che sono in grado di vantare il risparmio privato più ALTO a livello europeo, forse è proprio questo che gli rode -a UK FR e DE- forse non vedono l’ora di poterci mettere le mani sopra(magari per ripiallare qualche loro inconfessabile problema…), e c’è da dire che noi italiani con le ns politiche “pro europa” e la nostra ubbidienza da cagnolino scodizzolante verso Bruxelles gli stiamo fornendo l’assist su un vassoio d’argento…

………………………………………………………………………………………

tornando al tema principale del thread,
dall’art dell’Economist, si legge :


la via più semplice per il recupero della competitività passa attraverso la riduzione dei salari reali.
Il piano inconfessabile del Jobs Act sarebbe un’analoga svalutazione dei salari.

beh, sembra proprio che la strategia per i rinnovi dei contratti di lavoro nazionali passi per il pensiero sopra descritto;

federalimentare e federmeccanica stanno fortemente premendo in quella direzione, con l’appoggio di confindustria e governo.
Le loro proposte sono inequivocabili in quel senso :

1) svuotamento pressoché totale del contratto nazionale, che da ora in poi servirà solo a definire un ‘quadro’ di principi, comunque tutti derogabili a livello aziendale, e i minimi salariali;

2) niente aumenti salariali per il 2016, e dal 2017 in avanti aumenti salariali subordinati agli incrementi di produttività, alla redditività delle imprese, al tasso di inflazione, alla accettazione delle ‘flessibilità’, e riservati solo a una parte dei lavoratori;

3) fine di ogni forma di automatismo, e cancellazione degli scatti di anzianità;

4) totale flessibilità nell’impiego della forza-lavoro in fatto di orari e straordinari;

5) integrale subordinazione dei PAR (permessi retribuiti) alla ‘prestazione effettiva’ e possibilità di monetizzarli;

6) nessun ruolo delle RSU in materia di ‘flessibilità’ e applicazione del Job’s Act;

madmax
Scritto il 2 Febbraio 2016 at 10:12

aorlansky60,

Hai ragione da vendere, ma ti rispondo semplicemente con le parole tratte dall’Inno di Mameli:

Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi.

Quando qualche coglione comico italiano va in giro per l’Europa a dire che siam falliti non contribuisce certo a fare chiarezza. Purtroppo il taglio dei salari e’ un trend presente da 20-30 anni ma mai che taglino i salari dei manager 😉

madmax
Scritto il 2 Febbraio 2016 at 10:13

aorlansky60,

Hai ragione da vendere, ma ti rispondo semplicemente con le parole tratte dall’Inno di Mameli:

Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi.

Quando qualche coglione comico italiano va in giro per l’Europa a dire che siam falliti non contribuisce certo a fare chiarezza. Purtroppo il taglio dei salari e’ un trend presente da 20-30 anni ma mai che taglino i salari dei manager 😉

kry
Scritto il 2 Febbraio 2016 at 11:22

aorlansky60,

madmax,

La mia impressione è che in futuro guarderemo sempre più a

http://www.tradingeconomics.com/austria/unemployment-rate

questa volta è diverso

se Atene ancora non piange

l’Austria non ride.

( NB se non erro dovrebbe essere un record negativo. )

madmax
Scritto il 2 Febbraio 2016 at 12:10

kry@finanza,

Kry,
Se in US hanno la neve, da noi ci sono gli immigrati, per cui tali risultati le addebiteranno sicuramente a loro, non è’ possibile che vadano male 😉

ulisseaiace
Scritto il 2 Febbraio 2016 at 22:38

“Come mai il pil della Svezia finita la crisi si è ripreso molto meglio di quello della Finlandia che ha un asso nella manica da sempre ovvero l’euro?”

per quel che riguarda la finlandia : quanto incideva sul pil finlandese la nokia (con relativo indotto) ed il settore cartario?

non darei troppe colpe all’euro con tale superficialità…

kry
Scritto il 2 Febbraio 2016 at 22:44

ulisseaiace@finanza,

E le esportazioni verso la Russia ?

icebergfinanza
Scritto il 2 Febbraio 2016 at 23:48

ulisseaiace@finanza,

Eviterei di usare la parola superficialità quando non si sa di cosa si parla.

Nokia, Russia e industria cartiere sono solo dei piccoli puntini neri nella grande pagina bianca ovvero …

IL DEBITO NETTO ESTERO! Che comincia a salire ben prima dell’inizio della crisi…

http://vocidallestero.it/wp-content/uploads/Coppola-Finlandia-fig-1.jpg

Tutto il resto sono sfumature!

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