Thanks to Zero Hedge.
Un indicatore della salute del settore manifatturiero nell’area di Chicago ha profondamento deluso, cosa che potrebbe segnalare un andamento altrettanto debole su scala nazionale. Il Chicago Pmi è sceso a 42,9 punti dai 48,7 di novembre. Si tratta dei minimi del 4 luglio del 2009. Le attese erano per un dato a quota 49,5. Una discesa sotto quota 50 – registrata sette volte su 12 quest’anno – indica una contrazione dell’attività economica. (America 24)
Nessuna paura, si tratta solo del crollo del più importante settore manifatturiero d’America e ogni qualvolta scende a questi livelli la recessione è certa al 101 %.
Francamente sono davvero preoccupato, soprattutto ora che in America sono mesi che non nevica, come faranno i nostri eroi ora a giustificare una simile performance dell’economia americana?
Anche l’indice più rappresentativo del sogno americano S&P500 è riuscito a concludere l’anno per la prima volta dal lontano 2011 in negativo dello 0,73 %, ovvero 12 mesi trascorsi nel nulla. Ma certo il nostro indice invece a fatto meraviglie, lasciamo perdere, parliamo d’altro!
Non solo, anche se non è una sorpresa, pure l’indice manifatturiero di Dallas è tornato a collassare insieme all’industria estrattiva…
Vediamo se le recenti vicende relative all’esplosione di nuove tensioni nell’area mediorientale tra l’Iran e l’Arabia Saudita, sono in grado di far risollevare il morale ai prezzi del petrolio.
Ovviamente si tratta solo del Texas, mentre in tutta l’America le cose procedono a meraviglia…
Oggi uscirà l’indice manifatturiero ISM si quello che esce sempre positivo, quando la somma dei singoli indici manifatturieri regionali sono negativi, miracoli della statistica americani.
Scherzi a parte, ma non più di tanto, loro si aspettano un dato in ripresa, vedremo cosa uscirà dalla lotteria americana. Questa è la settimana più interessante di inizio 2016, con l’uscita dei dati del settore ISM servizi, la spesa per le costruzioni, l’andamento dell’occupazione privata e pubblica.
L’anno che verrà, come abbiamo visto insieme a Machiavelli sarà un anno di grandi opportunità, ma solo al momento giusto.
La nostra principale bussola resta sempre il mercato obbligazionario e sua Maestà, mister Greenback, che come potete osservare qui sotto da tempo a sposato Miss Deflation…
Loro invece i grandi investitori, si quelli che all’inizio dell’anno vi dicono quello che NON faranno, si loro secondo il Sole24Ore… ” Le opinioni favorevoli, intuibili dall’andamento dei mercati negli ultimi mesi, confluiscono in gran parte sulle azioni europee (in particolare su quelle italiane), sulle azioni giapponesi e sulle obbligazioni societarie, con una predilezione per quelle statunitensi «high-yield», cioè ad alto rendimento.”
Non date retta a queste notizie
Ovviamente dopo aver previsto la fine del mercato obbligazionario soprattutto sovrano per ben sei volte negli ultimi sei anni, loro ci riprovano…
” Ma è la parte obbligazionaria dei portafogli a mettere a dura prova le abilità degli operatori e la tolleranza al rischio dei compratori finali. Quella obbligazionaria è una gestione difficile da tempo, da quando i tassi di interesse si sono abbassati a livelli tali da sfidare la convenienza, ma adesso i margini di guadagno sono davvero risicati e il rialzo dei tassi Usa lavora nella direzione della correzione dei prezzi.”
Quella obbligazionaria è una gestione difficile da tempo? Certo, certo…difficilissima 😉
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Francamente sono davvero preoccupato, soprattutto ora che in America sono mesi che non nevica, come faranno i nostri eroi ora a giustificare una simile performance dell’economia americana?
Beh ci sono state grosse inondazioni nel Missouri, i fiumi Mississippi, Meramec e Missouri sono esondati di brutto ed hanno messo sott’acqua grandi estensioni di territorio.
Una giustificazione c’é, magari tu non te la bevi ma Mario Platero di Radio24 sicuramente.