Riforma popolari risponde a esigenze da tempo segnalate, più aggregazione fra Bcc
Apprezzamento anche per la riforma delle banche popolari che «risponde a esigenze da tempo segnalate da noi, dal Fmi e dalla Commissione Ue e rese ora più pressanti dal passaggio al sistema della vigilanza unica». Non è mancata neanche una stoccata all’indirizzo del sistema della Banche di credito cooperativo, le cui «debolezze derivano dalla dimensione – in alcuni casi assai ridotta, con effetti sui costi e sulla capacità di innovazione – e dalla concentrazione, a volte eccessiva, dei rischi di credito. Visco in sostanza chiede una razionalizzazione del sistema che preveda fusioni e un maggior grado di integrazione che faciliti l’aumento dell’efficienza operativa.
Sì alla «bad bank», ma non sia un aiuto di Stato
Notazione conclusiva sull’ipotesi di creare una «bad bank» nel sistema finanziario italiano: « Lo smobilizzo dei crediti deteriorati è cruciale per consentire alle banche di reperire risorse da destinare al finanziamento dell’economia reale», ha affermato Visco. C’è dunque il sostanziale via libera di Bankitalia all’operazione, a patto però che avvenga «nell’ambito di uno schema che, nel rispetto della disciplina europea sulla concorrenza, preveda il pieno coinvolgimento delle banche nei costi dell’operazione e un’adeguata remunerazione del sostegno pubblico». L’intervento non deve in sostanza rappresentare un aiuto di Stato e per questo motivo deve prevedere una remunerazione per chi corre in aiuto delle banche. Sole24Ore
Non è mancata neanche una stoccata all’indirizzo del sistema della Banche di credito cooperativo, le cui «debolezze derivano dalla dimensione – in alcuni casi assai ridotta, con effetti sui costi e sulla capacità di innovazione – e dalla concentrazione, a volte eccessiva, dei rischi di credito. Visco in sostanza chiede una razionalizzazione del sistema che preveda fusioni e un maggior grado di integrazione che faciliti l’aumento dell’efficienza operativa.
Concentrazione alle volte eccessiva dei rischi di credito?
Ma certo facciamo come sempre di tutta l’erba un fascio!
Dove stava Bankitalia, mentre MPS e Carige, solo per fare qualche nome di moda oggi, disintegravano allegramente i bilanci o magari quando qualche altra banca senza fare nomi trastullava credito tra i Zaleski e i Ligresti, questa si senza concentrazione di credito immagino o magari quando il mitico Verdini utilizzava il Credito Fiorentino come salotto da bancarottiere e mi fermo qui per carità di patria!
L’integrazione e quindi fusioni tra BCC può aumentare l’efficienza di coloro che vogliono snaturare il mondo cooperativo e mi rifermo per l’ennesima volta qui.
Ma certo il problema in mezzo mondo sono le banche troppo grandi per fallire e noi che abbiamo dimostrato di avere un sistema di banche del territorio che hanno dimostrato di reggere bene o male meglio di chiunque altro alla crisi finanziaria, risolviamo il problema seguendo l’imposizione che arriva dal FMI e dalla Troika, creando altrettante banche che poi saranno troppo grandi per fallire magari usando i soldini dei contribuenti costruendo una bella “bad bank” solo ora mentre tutto ciò doveva essere fatto anni e anni fa come insegna l’eperienza nordica degli anni ’90.
Riassumendo dopo aver smantellato il tessuto industriale del Paese consegnandolo alle aziende estere, smantelliamo pure il sistema finanziario sul territorio, svendiamo popolari e banche di credito cooperativo e se avanza tempo liquidiamo pure ENI ed ENEl, mentre milioni di italiani assistono inebetiti al delirio di mister Bean.
Buon divertimento!
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@Icebergfinanza :
si, Andrea,
anche considerati alcuni miliardi (5? 6? 7?) di buco sommato tra MPS e Carige (la cui causa è più che nota…) che è comunque praticamente nulla rispetto al risanamento cui si sono dovuti far carico stati come UK Germania Francia CH per non parlare degli USA,
concordo sul fatto che hai sottolineato, cioè che il ns sistema bancario tutto sommato ha retto molto meglio di altri l’onda d’urto provocata dalla crisi, in particolare proprio le POPOLARI che, cifre alla mano, sono quelle che negli ultimi 3/4 anni meno hanno chiuso il rubinetto del credito sul territorio a famiglie e medie/piccole imprese, rispetto a grandi istituti quali Intesa e Unicredit (che piuttosto che concedere credito, primo compito che dovrebbe assolvere ogni banca, hanno preferito infarcirsi la pancia di debito pubblico nazionale e d’altronde come fare a non capirli, quando si vedevano prestare dalla BCE al tasso del 1% potendo poi usare questi fondi per acquistare btp decennali ita che negli anni topici 2011-12-13 davano il 8, 7, 6, 5% di interesse?? un affare per loro!!).
L’ha ribadito perfino Renzi in un intervista, quando ha affermato recentemente che “il tessuto bancario italiano è sano e solido” poi però aggiungendo “ma va cambiato per adeguarsi al modello europeo”… non vi sembrano un paradosso, queste parole??? 😆
… …
visto che si cita visco e padoan, quest’ultimo ha immediatamente reagito alle parole del suo pari grado Greco (che ha detto ieri “anche l’Italia è a rischio default come la Grecia”) affermando che il debito pubbl italiano è in realta “sostenibilissimo”… e come dare torto a padoan? oltre a lui tutti i contabili di Bruxelles lo sanno bene, che grazie agli italiani -che possono vantare ricchezza assai maggiore rispetto ai 10 milioni di greci- il livello di deb pubbl del ns paese passa in secondo piano, a confronto… quando accadrà, se dovesse accadere (no, no, non il “default”, ma “qualcos’altro”…) poi voglio vedere la faccia degli italiani, specie di quelli che votano in una direzione…