Di tutto l’Italia ha bisogno tranne che di più spesa pubblica. I consumi delle famiglie sono scesi del 6% in due anni (2012-13). Nel medesimo periodo la spesa delle amministrazioni pubbliche al netto degli interessi è salita dal 45% del Prodotto interno lordo al 45,8 (era il 41,4% dieci anni fa). L’Italia ha bisogno di meno tasse sul lavoro per far crescere l’occupazione, e meno tasse sui consumi per far ripartire la domanda. Aumentare la spesa pubblica significa che prima o poi le tasse dovranno crescere ancora di più.
Alesina e Giavazzi, ieri sul Corriere, L’insuperabile tabù italiano.
Dal Dizionario online del Corriere della Sera; Tabù:Tutto ciò che è oggetto di un divieto senza fondamento oggettivo o ciò di cui si preferisce non parlare*
Ma Gustavo Piga ha una risposta chiara per ogni fesseria quotidiana che il gatto e la volpe dell’economia nostrana raccontano, prospettando campi dei miracoli PRIVATI…
I consumi delle famiglie sono scesi a causa della spesa pubblica? No, sono scesi per la mancanza di reddito e di aspettative nerissime sul futuro.
La spesa pubblica al netto d’interessi su PIL è salita? Vediamo. Il totale delle spese correnti al netto degli interessi dal 2010 al 2012 (lasciamo stare le stime sul 2013, non le voglio nemmeno vedere, tanto qui tutti fanno le stime che gli fa comodo) è SCESO in euro da 670 miliardi a 666 miliardi, da 43,2 a 42,6% del PIL. E la spesa per investimenti pubblici? Scesa da 52 miliardi a 37 miliardi!! Il totale della spesa al netto degli interessi (fonte MEF) è scesa complessivamente dal 46,5 al 45,6% del PIL:
L’Italia ha bisogno di meno tasse sul lavoro e meno tasse sui consumi? Possibile, ma parlate con gli imprenditori: non se ne fanno nulla degli abbattimenti di costo sul lavoro giovanile, perché non vogliono assumere, perché non c’è domanda! E la domanda delle famiglie in questo clima non crescerà con una riduzione dell’1% dell’Irpef: famiglie con poco ottimismo risparmieranno, altro che consumare.
Crescerà con domanda pubblica, vera domanda pubblica di cui il sistema economico è avido. Non sprechi, che spesa pubblica non sono. Appalti, lavoro, PIL. Lì sì che ripartiranno consumi e investimenti privati.
Aumentare la spesa pubblica significa maggiori tasse? Per ora constatiamo che la spesa è scesa e le tasse sono aumentate, dal 46,6% al 48,1% del PIL dal 2010 al 2012. E perché? Perché l’equazione è stata l’inevitabile conclusione della lezione errata di A&G – fate meno spesa e fate equilibro dei conti pubblici – portata avanti sulla prima pagina del Corriere per anni. Meno spesa in recessione, meno PIL; meno PIL, meno entrate; meno entrate, più deficit; più deficit, meno spesa in maggiore recessione; ….. devo continuare?
E’ triste vedere i tabù di quegli economisti, che non hanno voglia di guardare i dati, ma sono solo capaci di reiterare formule ideologiche che hanno un impatto doloroso sulla vita di tante persone. E’ triste vedere che il Corriere si ostini a dargli spazio.
Ah dimenticavo! Dimenticate tutte le fesserie sino a qui raccontate, il minimo denominatore comune di tutte le grandi crisi della storia è soprattutto l’iniqua distribuzione della ricchezza e oggi siamo ai massimi storici, mai vista una simile disparità di ricchezza e di opportunità, MAI!
Tante sono le cose tristi che accadono in questa depressione italiana, ma questa purtroppo è una nemesi, si la leggenda di Nemesi, una dea venerata da tutti e temuta dai potenti e dai più fortunati.
Nemesi colpiva indistintamente la superbia umana come la prosperità più innocente e modesta, facendole precipitare nell’avversità, quasi che nessun essere umano potesse essere ammesso alla mensa degli dei, se non per esservi beffato.
I genitori di Nemesi furono l’ Oceano e la Notte, Oceano che rappresenta il perpetuo flusso e riflusso delle vicende umane e la Notte che rappresentava la provvidenza oscura.
La provvidenza Oscura … Ce la possiamo ancora fare, ma solo se uscite nelle piazze e urlate quello che sta accadendo, svegliate i vicini, la gente che dorme, risvegliate la Speranza, la Consapevolezza io stesso sento che giorno dopo giorno, perdo passione e Speranza ma non mi arrenderò facilmente, no lo devo ai miei figli alle future generazioni.
“Avrei desiderato che tutto ciò non fosse mai accaduto ai miei giorni”, esclamò Frodo.
“Anche io” annuì Gandalf ” come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è stato dato”
“Ma non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo una terra sana e pulita da coltivare. Ma il tempo che avranno non dipende da noi.
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“mai vista una simile disparità di ricchezza e di opportunità, MAI!”, purtroppo oggi, carissimo Andrea, i poveri sono più poveri di qualsiasi altro momento storico perchè sono poveri di opportunità, di attenzione verso di loro, etc etc e soprattutto fra le giovani generazioni sento e vedo (con molto digusto) la prevaricazione verso il più debole, chiaramente inculcata da chi li dovrebbe educare. Come sempre non faccio di tutta l’erba un fascio, ma sono così tanti i casi cui assisto, che i bei gesti da ricordare oramai si contano sulla punta delle dita.