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DRAGHI: GROWTH GROWTH GROWTH!
In attesa della solita conferenza stampa di Draghi condita dei soliti giri di parole che serviranno a prendere tempo mentre Angela Merkel è intenta a sistemare le sue faccende domestiche, tassi negativi o acquisto di titoli ABS non importa, noi andiamo a dare un’occhiata ad un interessante articolo apparso su ProfessionalConsumer dal titolo DRAGHI E FOLLETTI SCALPITANO che svela una delle più colossali leggende metropolitane fatte girare ad uso e consumo di un popolo di fessi, come da anni vi racconto nel blog…
“La politica monetaria non può generare crescita economica reale”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso di un’audizione all’Assemblea nazionale francese. “Se la crescita è in stallo – ha aggiunto Draghi – è perché l’economia non produce abbastanza o perché le imprese hanno perso competitività, e questo va oltre le possibilità di intervenire della Banca centrale”.
Tralascio per rispetto al lettore la solita fesseria della competitività ma questa è la chicca…
perché l’economia non produce abbastanza
perché l’economia non produce abbastanza
Balla che puntualmente viene smontata dall’autore dell’articolo ben 14 volte …
– vi è in giro più prodotto pubblicitario di quanto l’attenzione ne possa intercettare;
– ogni anno 30 milioni di autovetture restano invendute a fronte di 90 milioni di unità prodotte nel mondo;
– le Utility dell’energia, in Europa, hanno un 30% di sovraccapacità;
– le Poste italiane hanno il 20% di sportelli di troppo;
– le banche Ue chiudono le troppe filiali;
– 540.000.000 di tonnellate annue, il sovrappiù dell’industria siderurgica mondiale; solo in Europa + 80.000.000 rispetto alla domanda;
– chi può ragionevolmente credere che tutti i libri contenuti in una singola libreria possano essere venduti?
– negli Usa si raccontano ventiquattro mesi di eccesso di capacità nelle imprese edili: due anni senza costruire per smaltire 8 milioni di abitazioni invendute;
– l’ad di Research In Motion dice: «Troppi e troppo potenti i nuovi dispositivi wireless presenti sul mercato, si rischia l’intasamento totale delle reti senza fili»;
– i saldi, due volte l’anno, si fanno per smerciare merci invendute;
– gli outlet sono i luoghi dove si tenta di smaltire l’invenduto;
– la moda, il modo dell’usa-e-getta, sta lì per vendere l’eccesso;
– ogni giorno, in ogni rivendita di pane di Milano, sei chili di quel pane restano invenduti;
– il surplus delle risorse naturali impiegate per produrre merci altera la capacità riproduttiva della natura;
Da anni parlo di redistribuzione, da anni vi racconto che il minimo denominatore comune di tutte le grandi crisi è l’iniqua distribuzione della ricchezza e l’eccesso di debito che viene creato per nascondere l’iniquità.
Mentre giustamente il settore privato sta deleveraggiando uniformemente, ovvero rientrando dal debito, dalla leva, la finanza continua a levereggiare, ad utilizzare il debito per speculare e gli Stati si indebitano per chiudere le voragini con le banche intorno, per poi ovviamente a loro volta rientrare dal debito, per diversamente il mercato punisce il loro eccesso, prodotto per salvare il leggendario libero mercato, il privato dal fallimento!
Affascinante no, mi raccomando continuate ad ascoltare la voce del padrone, market, market, growth, growth, debt, debt e via tutto ciò che puzza di welfare, è solo un problema di crescita e competitività …
perché l’economia non produce abbastanza
perché l’economia non produce abbastanza
perché l’economia non produce abbastanza
perché l’economia non produce abbastanza
Buona Consapevolezza a Voi tutti!
Nel frattempo Machiavelli …punto mio libera tutti, ha elaborato tutto quello che è accaduto in questi ultimi mesi raggiungendo tutti coloro che sostengono e vorranno liberamente sostenere Icebergfinanza e il nostro viaggio.
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Inoltre Vi aspettiamo tutti per la nuova avventura su METEOECONOMY per condividere insieme nuove informazioni e analisi non solo economico/finanziarie attraverso la tempesta perfetta.
Capitano, sono completamente d’accordo con te, la competitività ci sta distruggendo. Equilibrio è la parola magica, ma nessuno sembra sapere cos’è, eppure è su di esso che esiste l’universo. L’avidità umana trionfa senza ostacoli, fortemente sostenuta e alimentata dalla stupidità, semplicemente ci distruggerà, ma che ci si può fare? La questione è semplice,” l’uomo è fatto cosi (male) e perciò destinato all’autodistruzione?” Ai posteri, se ci saranno, l’ardua sentenza. 🙂
Io se fossi Dio
non sarei mica stato a risparmiare
avrei fatto un uomo migliore.
Sì, vabbe’, lo ammetto
non mi è venuto tanto bene
ed è per questo, per predicare il giusto
che io ogni tanto mando giù qualcuno
ma poi alla gente piace interpretare
e fa ancora più casino.
Io se fossi Dio
non avrei fatto gli errori di mio figlio
e sull’amore e sulla carità
mi sarei spiegato un po’ meglio.
G.G.
Dev’essere nell’aria…. giusto ieri mi riascoltavo “un’idiozia conquistata a fatica”, spettacolo di Gaber di 15 (QUINDICI!!!) anni fa!
Alcune attualissime perle:
Tu sei un ingenuo.
Tu credi che se un uomo ha un’idea nuova, geniale, abbia anche il dovere di divulgarla. Tu sei un ingenuo. Prima di tutto perché credi ancora alle idee geniali. Ma quel che è peggio è che credi all’effetto benefico dell’espansione della cultura.
No, al momento ogni uomo dovrebbe avere un suo luogo del pensiero protetto e silenzioso. La cultura deve essere segreta. Non esiste una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi.
Tu mi dirai che la divulgazione è un dovere civile e che evolve il livello culturale della gente. Non riesci proprio a distaccarti da un residuo populista e anche un po’ patetico. Purtroppo, oggi, appena un’idea esce da una stanza è subito merce, merce di scambio, roba da supermercato. La gente se la trova lì, senza fatica, e se la spalma sul pane, come la Nutella.
No, la cultura è delicata, e anche permalosa. Ci resta male se non si sente amata… o se le viene il sospetto di non essere un bisogno vero.
La cultura è come una luce che quando si espande troppo perde la sua luminosità. Il frastuono della cattiva divulgazione la affievolisce. Soltanto il silenzio ne salva l’intensità.
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Elogio della schiavitù di Gaber – Luporini
1997 © P. A. MONOLOGO
In uno dei miei rari momenti di lucidità ho avuto un’illuminazione così folgorante che lì per lì mi ha spaventato: la libertà mi fa male, anzi malissimo.
Come mi piaceva la mia mamma quando mi diceva: “Guai a te!”. Stupenda. E la maestra quando mi bacchettava le mani STOK! STOK!… certe nocche!
Eh, purtroppo quelle maestre lì non ci sono più e i bambini crescono con le mani belle lisce… ma deficienti!
Purtroppo anch’io, ormai da tempo, non ho nessuno che mi dica cosa “devo” fare. Posso fare quello che voglio. Sono rovinato. Perché è solo nella costrizione che si aguzza l’ingegno.
Mi spiego meglio. Un uomo in catene sa benissimo quello che vuole: vuole togliersi le catene. E allora lotta, ringhia, si dibatte, tende i suoi nervi, tira fuori tutta la sua energia e… SPRAAACK! Libero! “Sono libero, sono libero, sono libero!… sono libero!…” Oddio, come sono libero. E pian piano i muscoli della sua faccia si rilassano, si afflosciano, lasciando intravedere i chiari sintomi di una tristezza progressiva e infinita. Dopo un po’… ingrassa, anche.
Ma è chiaro: è la lotta per la libertà che fa bene. La libertà fa malissimo. A tutti.
Ma i danni maggiori si riscontrano e risultano più evidenti negli spiriti creativi, negli artisti, nei liberi pensatori.
Alt! Qui ci vuole la censura. Sì, un bel censore o addirittura, non mi vergogno a dirlo, un dittatore. Qualcuno che ci dica cosa dobbiamo fare e cosa non dobbiamo fare.
Sì, ma chi?
La mia maestra. La mia maestra, va lì da uno e… STOK! STOK! sulle dita. “Basta, sei un negato, non devi più scrivere”. “Ma come non devo più scrivere, che libertà é questa? Io vado in America!” Bene. E così ci liberiamo di qualche cretino.
Siamo talmente preoccupati per il sopruso fatto su un singolo individuo che non ci preoccupiamo affatto per il sopruso che subiscono tutti gli altri individui costretti a sorbirsi una valanga di cazzate.
Se qualcuno mi domandasse se sia meglio una società repressiva dove un genio venga isolato e considerato un imbecille pericoloso, o una società libera dove qualsiasi imbecille pericoloso possa diventare un genio… non avrei dubbi, sceglierei sicuramente la seconda.
Ma con un po’ di preoccupazione. Perché se abbiamo già sperimentato quanto faccia male una dittatura militare, non sappiamo ancora quanto possa far male la dittatura della stupidità.
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Tu sei un ingenuo.
Tu sei un ingenuo perché credi che la politica possa risolvere i problemi.
Cercare oggi di cambiare le condizioni di vita del Paese con qualsiasi tipo di politica, è come fare un po’ di pulizie a bordo del Titanic che sta affondando.
Tu sei un ingenuo, anche quando credi che un po’ di misticismo di seconda mano ti possa salvare.
E allora tu mi dirai: “Non c’è speranza”.
No, questo non si può dire. Le risorse dell’uomo sono imprevedibili.
Si potrebbe forse cominciare a pensare o anche a operare nel senso di un cambiamento sostanziale dell’animale uomo.
Una specie di… mutazione antropologica.
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Una nuova coscienza di Gaber – Luporini
1996 © P. A.
Io come uomo
io vedo il mondo
come un deserto di antiche rovine.
Io vedo un uomo
che tocca il fondo
ma forse al peggio non c’è mai una fine.
Nel frattempo la vita non si arrende
e la gente si dà un gran da fare
tanti impegni tante storie
con l’inutile idea di colmare
la mancanza
di una nuova coscienza
di una vera coscienza.
[parlato] È come se dovessimo riempire un vuoto profondo. E allora ci mettiamo dentro: rimasugli di cattolicesimo, pezzetti di sociale, brandelli di antichi ideali, un po’ di antirazzismo, e qualche alberello qua e là.
La decadenza
che viviamo
è un malessere
che ci prende pian piano.
È una specie di assenza
che prevede una sosta obbligata
è la vita che medita
ma si è come assopita.
Siamo vivi
malgrado la nostra apparenza
come uomini al minimo storico di coscienza.
[parlato] È come se la vecchia morale non ci bastasse più. In compenso se ne sta diffondendo una nuova che consiste nel prendere in considerazione più che altro i doveri degli altri… verso di noi. Sembrerà strano ma sta diventando fortemente morale tutto ciò che ci conviene.
Praticamente un affare.
La decadenza
che subiamo
è uno scivolo
che va giù piano piano.
È una nuova esperienza
che ti toglie qualsiasi entusiasmo
e alla lunga modifica il tuo metabolismo.
Siam lì fermi malgrado la grave emergenza
come uomini al minimo storico di coscienza.
[parlato] E pensare che basterebbe pochissimo. Basterebbe spostare a stacco la nostra angolazione visiva. Guardare le cose come fosse la prima volta. Lasciare fuori campo tutto il conformismo di cui è permeata la nostra esistenza. Dubitare delle risposte già pronte. Dubitare dei nostri pensieri fermi, sicuri, inamovibili. Dubitare delle nostre convinzioni presuntuose e saccenti. Basterebbe smettere di sentirsi sempre delle brave persone. Smettere di sentirsi vittime delle madri, dei padri, dei figli. Smascherare, smascherare tutto: smascherare l’amore, il riso, il pianto, il cuore, il cervello. Smascherare la nostra falsa coscienza individuale.
Subito. Qui e ora.
Sì, basterebbe pochissimo. Non è poi così difficile. Basterebbe smettere di piagnucolare, criticare, fare il tifo e leggere i giornali. Essere certi solo di ciò che noi viviamo direttamente. Rendersi conto che anche l’uomo più mediocre può diventare geniale se guarda il mondo con i suoi occhi. Basterebbe smascherare qualsiasi falsa partecipazione. Smettere di credere che l’unico obiettivo sia il miglioramento delle nostre condizioni economiche perché la vera posta in gioco… è la nostra vita. Basterebbe smettere di sentirsi vittime del denaro, del lavoro, del destino e persino del potere, perché anche i cattivi governi sono la conseguenza naturale della stupidità degli uomini. Basterebbe rifiutare, rifiutare la libertà di calpestare gli altri, ma anche la finta uguaglianza. Smascherare la nostra bontà isterica. Smascherare la nostra falsa coscienza sociale.
Subito. Qui e ora.
Basterebbe pochissimo. Basterebbe capire che un uomo non può essere veramente vitale se non si sente parte di qualcosa. Basterebbe abbandonare il nostro smisurato bisogno di affermazione, abbandonare anche il nostro appassionato pessimismo e trovare finalmente l’audacia di frequentare il futuro con gioia.
Perché la spinta utopistica non è mai accorata o piangente. La spinta utopistica non ha memoria e non si cura di dolorose attese.
La spinta utopistica è subito. Qui e ora.
Io come uomo
io vedo il mondo
come un deserto di antiche rovine.
Io vedo un uomo
che tocca il fondo
ma forse al peggio non c’è mai una fine.
Perché non c’è nessuno che dia un senso
alle cose più semplici e vere
alla vita di ogni giorno
all’urgenza di un uomo migliore.
Io vedo un uomo
solo e smarrito
come accecato da false paure.
Ma la vita non muore
per le bombe
per la plastica o le acque del mare
e le ansie un po’ inventate
son pretesti per non affrontare
la mancanza di una vera coscienza
che è la sola ragione
della fine di qualsiasi civiltà.
Gaber è un genio, non v’è dubbio…
Sono invece un po’ perplesso sul tuo orizzonte temporale ed in generale su quello della maggior parte di coloro che scrivono qui e altrove.
15 anni sono una piccola frazione di un batter di ciglia… chissà da dove nasce l’idea che nel breve arco della nostra vita sulla faccia del mondo si possano vedere cambiamenti da un punto di vista antropologico?
Il problema di base come ha ben capito mister G è quello esistenziale.
Finchè siamo intrappolati dal bisogno pensiamo che lo scopo della nostra esistenza sia qualla di soddisfare il bisogno e riuscire a non esserne più schiavo.
Se riesci a superare questo stadio cominci a domandarti per quale motivo esisti , e chiaramente non sai darti alcuna risposta.
E allora diventi creativo….tanto se non c’è uno scopo, un fine ultimo, tutto può essere lecito.
Verità assoluta.
Parole da scolpire sulla pietra ! 😉
Complimenti.
OSS 😀
Mmmhh….
Di risposte ne ho cercate in molte direzioni, e devo dire che una che mi appaga c’è: è la fede in Gesù Cristo.
Ma ci sono arrivato dopo molti fallimenti, e non per merito mio.
Non sarà molto originale, visto che è una risposta/proposta che circola da migliaia di anni, ma adesso non farei più cambio con nient’altro.
Quanto al “tutto può essere lecito”, è anche vero che non tutto giova.
E di “creativi” che han partorito mostri e fatto danni ne abbiamo numerosi esempi in tutte le epoche.
Sul mio orizzonte temporale invece hai pienamente ragione.
Lo misuro sulla mia pelle, peccando di visione limitata.
SOno tuttavia convinto che gli eventi importanti siano prossimi ad accelerare.
Parafrasando l’analisi tecnica, è come se fossimo prossimi a bucare una resistenza o più probabilmente un supporto. E allora dopo si corre….
Vedremo. La verità è figlia del tempo, no?
Certo non so quanto tempo ho. Ma di qualcosa si dovrà pur morire.
Ricordi il gabbiano Jonathan? (x chi non lo conosca, è un libro di Richard Bach).
Tendere alla perfezione… Esserci!
E’ una risposta che però per me è una non risposta , come dicono i francesi è un “trompe l’oeil”
ma qui entriamo nel campo delle visioni personali e tutto va bene.
In fondo abbracciare una dottrina è un modo per “non essere liberi”, visto che la libertà fa male.
Noto che in fondo tutti in tutte le epoche ambiscono a “vedere la fine del mondo” , “esserci”, per questo la fine del mondo è stata vaticinata così tante volte e … prima o poi arriva, e probabilmente sarà diversa da come ce la si aspettava.
ilcuculo@finanza:
aglio@finanza,In fondo abbracciare una dottrina è un modo per “non essere liberi”, visto che la libertà fa male.
Mi spiace che la pensi così.
La vera libertà ,e mi auguro la possa scoprire al più presto, non fa per niente male…..anzi fa benissimo !!! E’ la libertà di sapere che siamo i figli di Dio ed i fratelli di Gesu’ Cristo ,e lui stà facendo di tutto affinché non siamo strappati dalle Sue mani! Dio stesso ci ha affidati a LUI.
Dottrina? Ma quando mai………E’ qualcosa che và BEN oltre !Spero che tu possa conoscere dentro il tuo cuore AL PIU’ PRESTO la verità..NON SAI COSA TI STAI PERDENDO !!!:D 😀 😀 😀 😀 😀 😀
una persona che ha fede non è libera, pensa di essere libera, ma è schiava—anzi potremmo definirla una non persona ma bensì un automa…
è nel nome di qualcuno che non esiste che si sono compiuti e giustiifcati i più grandi orrori della storia e continuano oggigiorno.
gianni z.
Anche per me il cristianesimo era una dottrina. E’ così che l’ho conosciuto e vissuto da bambino e poi abbandonato da adolescente.
Poi capita che la vita ti faccia sbattere contro qualcosa…. o imbattere in qualcuno….
o che ti venga di pensare come cavolo fanno sei ragazzi di un paese sperduto della Bosnia a mentire coerentemente per tanti anni di fila – e pure stando separati tra loro – quando raccontano di vedere la Madre di Gesù….
– le prime apparizioni sono dell’81. Ma ti assicuro che i messaggi sono più attuali delle canzoni di Gaber! –
E allora se anche il cuore non reagisce bene, perchè è parecchio indurito, la ragione comincia a interrogarsi…e il buon Dio – che guarda da lontano se qualche figlio torna indietro – ti dà una mano, a ricordare cose che non avevi capito, ma sono ancora lì che possono di nuovo germogliare nell’animo…
Oh, non è che è tutto risolto!
Per guadagnare la terra promessa può darsi che mi occorrano più di 40 anni di deserto!
Ma il riferimento all “esserci” del gabbiano Jonathan, non riguarda la fine del mondo, bensì il “qui e adesso”.
So di essere in cammino e so dove porta questo cammino. E perciò voglio percorrerlo, anche se non so cosa incontrerò nel percorso.
Purtroppo per me, mi piacciono ancora troppo le vie larghe e comode, perciò finisce che sbaglio strada.
Ma dopo tutto anche i Re Magi ad un certo punto han dovuto chiedere a corte, perchè non scorgevano più la cometa. Ma alla fine sono arrivati alla grotta.
Bisogna imparare a fidarsi di Lui.
E finchè non mi ponevo questioni sulla sua esistenza, non potevo certo farlo.
Poi pian piano ho preso consapevolezza…. (consapevolezza… mi ricorda qualcosa… mi sono imbattuto in un blog che ne parlava spesso, anche se trattava argomenti un po’ diversi….)
Buon cammino Cuculo…. Buon vento marinai…
Grazie di essere a bordo, qui e adesso.
Buona sera
Non vale minimamente la pena commentare quello che ha detto Draghi………sono solo PAROLE….parole…parole…..aria fritta, è molto più importante difendersi dalle loro azioni che sicuramente possono rovinare la vita di milioni di persone.
Invece di fare tante manifestazioni e proteste a volte quasi inutili vorrei vedere se si incominciasse a chiede la “suggellazione” della TV e non pagare più il canone Rai; ed anzi andare in piazza, a migliaia (non serve a milioni…all’inizio) con la propria TV in mano e “romperla” a martellate.
Sarei proprio curioso di vedere in che modo il SISTEMA reagirà……quando si acccorgerà di non poter più controllare le opinioni delle masse !!!!!!!!!!! sarei proprio curioso e spero di esserci il giorno che accadrà.
Personalmente sono moltissimi anni che non guardo la TV e non leggo i giornali di massa e trovo che molti dei commenti che leggo su internet hanno qualcosa di “alieno” o “strano”………..credo proprio che ciò dipenda dai Media di massa !!!!!!! chissà forse mi sbaglio….forse dipende da me !!!!!
Il Cuculo, condivido in pieno. Viviamo in una economia dell’inutile siamo sommersi da un infinità di cose inutili.
Spero di esserci il giorno che questo modello economico crollerà sotto il peso del’illusione della crescita infinita e dell’economia basata su cose inutili per non dire dannose e distruttive.
SD
PS:
L’essere umano è quello che è, basta accettarlo, e non pretendere di voler plasmarlo ai nostri voleri e reconditi desideri.
Poi basta ever pazienza ed il TEMPO farà pulizia di tutto e di tutti……………compreso Draghi & C., Rockefeller e famiglia, Rothscild e famiglia….ecc. ecc.
Come vuoi che io parli di Lui?
Non posso esprimerlo a parole.
Devo viverlo e basta.
Vorrei gridarlo, vorrei sbatterlo in faccia a tutti.
Per la strada, nel metrò, l’indifferenze, il disprezzo, la collera che mi assale, vorrei distruggerli per sempre.
Se questo è il volto di Dio, io sono pagana.
Ma so che egli esiste nel mondo di uomini e donne che vivino semplivemente la vita
e sanno, nel sorriso e nello sguardo, di poter accendere una stella nel cuore di un bimbo, di un povero, di un vecchio.
Tutte queste stelle disperse, sparpagliate per il mondo, finiranno un giorno per abbracciare l’universo.
Nel fuoco di amore e di gioia brillerà il volto di Dio, per grazia di alcuni.
In loro io ho fiducia, voglio cercare di seguirli.
In loro io credo.
E il deserto fiorirà.
Anna, 18 anni
Sai Andrea
leggendo questi post mi ritorna in mente la splendida e grande Valentina !
Saluti
GEBS74 non la dimenticheremo mai la nostra Valentina…
Siamo sulla stessa linea di pensiero, non se ogni tanto hai letto qualche mio post in merito.
Ma io non sono convinto che siano cose inutili, la maggior parte degli oggetti che la tecnologia ha progettato e l’industria ha reso accessibili a moltissimi hanno effettivamente migliorato la nostra vita rendendola più facile, meno faticosa, più pulita , hanno favorito la comunicazione, gli spostamenti , la libertà individuale, la salute, la durata della vita, a volte la dignità di malati e disabili.
Io vivo nell’industria e amo la teconolgia.
E’ il modello di business che è bacato.
Riguardo al credere o no, credo che sia tempo perso discuterne; ognuno ha le proprie convinzioni e basta non cercare di imporle agli altri, come purtroppo si è fatto per troppo tempo ed ancora si fa in molte parti del mondo; io non sono credente, però riconosco che il credere dia un senso alla vita, e non è poco; però non si può credere in qualcosa solo per trovare un senso: altri “senso” ci possono essere al di fuori delle religioni.
a parte questo Andrea, anch’io sono stato sempre convinto che alla base della crisi ci sia il problema della concentrazione della ricchezza/redditi; a questo punto però, non mi sembra che le misure prese da quando è scoppiata la crisi siano andate nel senso di una correzione di questi squilibri, anzi…( a parte alcune ma di piccolissimo impatto); se guardiamo anche dal punto di vista del nostro paese e prendiamo per es. l’annunciato anche se rimandato aumento dell’iva, mi sembra evidente che sia una misura ad effetto regressivo e non certo progressivo: quindi, non vedo come se ne possa uscire se ancora in mezzo mondo si fa affidamento sulla solita idiozia dell’intervento della mamma banca centrale.
Allora chiedo:c’è in giro qualche manovra ad effetto realmente positivo che venga presa almeno nei paesi più importanti dal punto di vista economico?
Gab
Concordo anche su questo ma per cose inutili intendo proprio quelle create ad uso e consumo del business.
Voglio spiegare meglio quello che intendo con un esempio, la lavatrice sicuramente è una cosa utilissima, le utime generazioni di lavatrici sono realmente utili ( a parte quelle che utilizzano tecnologie alternative) ???? !!!!!! in fondo cos’è una lavatrice? semplicemente un “cestello” che gira…un pò da una parte…ed un pò da l’altra in modo da agitare adeguatamente i panni ed il detersivo.
Anch’io amo la tecnologia e sono un tecnico del settore edile, nel mio settore nel corso degli ultimi decenni sono apparse un infinità di novità e prodotti altamente tecnologici………….completamente inutili…….. che praticamente non avevano il REALE scopo di migliorare le cose ma bensi quello di TENTARE di rendere gli utenti dipendenti dal produttore dello stesso.
Ma purtroppo per loro visto che il mio settore è estremamente localizzato e quindi economicamente conveniente solamente per le mini e micro imprese, per una MULTINAZIONALE è impossibile controllarlo ( a parte certi componenti particolari….che sono una minima parte dell’insime). Ci hanno provato, hanno FALLITO e ci hanno anche rimesso SOLDI……….peggio per loro….potevano SVEGLIARSI ed accontentarsi di controllare i settori di massa a loro più adatti.
Alla fine la realtà delle cose fà giustizia……vedremo se accadra anche in economia.
SD
Purtroppo a questo punto solo una e se qualcosa non cambia come insegna la storia non sarà incruenta!
Andrea, intendi una manovra patrimoniale o qualcosa del genere?
Comunque intendevo chiedere se finora una qualche manovra sostanziosa fosse stata già intrapresa, ma non mi pare; o no?
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perché l’economia non produce abbastanza
cose utili e produce gran copia di cose inutili , e a peggiorare le cose si spendono grandi energie per cercare di vendere le cose inutili , per cercare di aumentare la produttività e la competitività sulle cose inutili.
Inutili nel senso che le abbiamo già , che viviamo un mercato di sostituzione ma che il prodotto nuovo non ha un valore significativamente superiore al prodotto già disponibile tale da giustificarne l’acquisto.
Invece non produciamo abbastanza servizi, per le persone, per la cura ed il benessere, per la cultura la sua fruizione e la sua tutela, per l’ambiente e la cura e la tutela del territorio, e soprattuto per la produzione di energia rinnovabile.
Dovremmo avviarci ad una grande rotazione di produzione e consumo. Questo dovrebbe portarsi dietro un po’ di redistribuzione della ricchezza perchè la produzione di servizi genera lavoro distribuito e non concentrato.
E tutto questo porterà CRESCITA ECONOMICA FELICE, mentre continuare a produrre beni di cui il mercato è saturo produce DECRESCITA ECONOMICA INFELICE