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AMERICA …MISS QUANTITATIVE EASING!

Scritto il alle 15:00 da icebergfinanza

 

Mentre rimando tutti coloro che stanno attendendo la fine o meglio l’annuncio della fine del programma di allentamento quantitativo, detto anche inondazione di liquidità per gli amici al leggendario concorso di bellezza di Keynes, in un concorso di bellezza non conta la bellezza delle partecipanti ma come voterà la giuria e noi sappiamo già come voterà perchè sappiamo chi è a favore di un contino allentamento quantitativo… 

AMERICA: FALCHI COME DUE DI PICCHE!icebergfinanza 

….    andiamo ad ascoltare cosa ha da raccondarci il governatore della Federal Reserve, ex uomo Goldman Sachs, sfegatato sostenitore dei vari QE  William Dudley: Lessons at the Zero Bound: The Japanese and U.S. Experience. via Calculatedriskblog … 

Nei termini previsti dal nostro programma di acquisto di asset, credo che dovremmo essere pronti a modificare l’importo totale degli acquisti nel limite necessario a fornire un sostanziale miglioramento delle prospettive del mercato del lavoro in un contesto di stabilità dei prezzi.

Il mercato del lavoro migliora apparentemente visto il record storico di lavoratori a part-time e scoraggiati per non parlare di quelli che hanno abbandonato la forza lavoro che fanno ridurre artificialmente il tasso di disoccupazione e questo loro lo sanno!

Nel fare questo, si potrebbe regolare il ritmo degli acquisti verso l’alto o verso il basso, come il mercato del lavoro e l’inflazione Outlook modifica in modo materiale. Per me, la previsione di base non è l’unica considerazione, se crediamo che tale risultato è importante.

Poiché le prospettive sono incerte, non posso essere sicuro se la prossima modifica della politica monetaria sarà al rialzo o al ribasso. Ma a un certo punto, mi aspetto di vedere una prova sufficiente per rendermi più fiducioso circa la prospettiva di un sostanziale miglioramento delle prospettive del mercato del lavoro.

Aspetta e spera! 

In quel momento, a mio avviso, sarà opportuno ridurre il ritmo di acquisti di asset nel mercato immobiliare. Nel corso dei prossimi mesi, sarà importante verificare la reazione dell’economia al significativo drenaggio fiscale attualmente in vigore, un aspetto importante per giungere ad ulteriori scelte. 

In parole povere come abbiamo visto ieri è matematico l’influsso negativo di maggiori tasse e minore spesa pubblica sull’economia, basta ricordare cosa ha prodotto in Italia la mirabolante cura dei geni del governo tecnico Monti.

E parlando della strategia di uscita finale: 

Stiamo anche imparando il modo migliore per prepararci ad un’eventuale normalizzazione della politica monetaria. Per esempio, potremmo aver bisogno di aggiornare il nostro modo di pensare rispetto ai cosiddetti principi di uscita che abbiamo pubblicato nel giugno 2011, al fine di aggiornarli con gli sviluppi attuali, e assicurarsi che non mettano limiti alla nostra capacità di condurre la politica nel modo più efficace oggi.

Intendeva dire alla loro incapacità di condurre la politica monetaria,probabilmente c’è un errore di traduzione  ,-)  in fondo Galbraith e Friedman non avevano dubbi sui danni che le banche centrali hanno prodotto nel tempo.

Il resto lo lascio leggere a Voi tanto per le strategie di uscita da questa crisi c’è ancora molto più tempo di quello che qualcuno è disponibile ad accettare, i decennio perduti si susseguiranno, uno dopo l’altro Japan docet…

Those exit principles stated that we would first stop reinvesting, then raise short-term interest rates, and finally sell agency mortgage backed securities over a three-to-five year periodThis seems stale in several respects. In particular, how does one time the end of reinvestment given that we now have economic thresholds that govern the timing of liftoff? Also, the thresholds are thresholds, not triggers. Thus it is hard to link the timing of the end of reinvestment to the unknown liftoff date for short-term rates.

More broadly, it may be desirable to update our thinking around the path and composition of the balance sheet over time, in light of our capacity to shape this path in a way that mitigates potential costs and risks. For example, the agency MBS portfolio is substantially larger today than it was when the original exit principles were devised. To the extent that the Committee wants to reduce the risk of disrupting market functioning during normalization, it could decide to indicate that it will avoid selling the MBS portfolio during the early stages of the normalization process. Moreover, to the extent that the Committee wants to mitigate the risk of a sharp increase in long-term rates, it could judge that it would prefer not to commit to agency MBS sales. Expectations about future MBS sales or actual sales have the potential to generate or amplify such an upward spike in long-term rates. If the Committee believes that it could be costly in terms of credibility to incur a period of no remittances to Treasury—a notion I am personally somewhat skeptical about—avoiding MBS sales would also reduce this risk. Indeed, the Committee might conclude that it was better on all three counts to allow the agency MBS securities to run off passively over time.

Nulla cambia, tutto è per sempre uguale, gli ultimi dati sul mercato del lavoro manifatturiero e la nuova frenata del mercato immobiliare suggeriscono cautela, ancora un giorno e poi via all’ultima grande accelerazione…

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20 commenti Commenta
gnutim
Scritto il 22 Maggio 2013 at 16:26

oggi lo S&P ha accellerato durante la sessione europea, mente di solito il rallyno lo fa nelle ultime 2 ore (europa chiusa), che sia l’ultima grande accelerazione per tirare dentro i polli europei?

guidone
Scritto il 22 Maggio 2013 at 16:52

E ultima grande accelerazione fu’. Andrea quanto potrebbe durare??

john_ludd
Scritto il 22 Maggio 2013 at 17:11

non credo affatto che siamo diretti verso decenni alla giapponese, quella era una situazione possibile perché riguardava il solo Giappone che tuttavia e lo si tenga bene a mente durante tutti questi “anni perduti” ha sempre goduto di piena occupazione dato che mai è salita oltre il 5,5%, molto meno dell’obiettivo FED, meno della metà che in Italia, meno di 1/4 che in Spagna etc…

gli apprendisti stregoni che siedono nei board delle banche centrali non comprendono la natura del feedback, da mediocri economisti quali sono… vediamo uno…

il più grosso di tutti: gli USA hanno necessità assoluta di un dollaro debolissimo se vogliono riportare occupazione a casa. Ma la politica della FED, gonfiando le quotazioni degli asset made in USA sta forzando flussi di denaro caldo straniero verso Wall Street e il mercato immobiliare una cui parte è in modesta ripresa a causa di acquisti da parte della finanza e non delle famiglie. Gli acquisti di mutui hanno determinato la progressiva rivalutazione di quelli in pancia a Fanny e Freddie che hanno appena liquidato al tesoro 90 miliardi (una tantum) che tuttavia nel breve agiscono come ulteriore leva a favore del dollaro dato che riducono il deficit federale. In sintesi: gli USA non risolveranno mai i propri problemi strutturali e il rafforzamento del dollaro che ha fatto calare l’inflazione contiene il suo futuro prossimo deprezzamento e il ritorno dell’inflazione. Per inflazione intendo poca cosa in assoluto, ma avere il 3% con redditi mediani in calo è come avere il 10% con redditi che aumentano del 6%.

un secondo grande feedback: la versione europea della non soluzione a problemi strutturali. Il tentativo di germanizzare anche i paesi del sud ha già determinato un netto miglioramento degli avanzi grazie al crollo delle importazioni di… energia e materie prime rafforzando ulteriormente l’avanzo commerciale dell’eurozona e rafforzando l’euro rispetto le monete EM e prossimamente anche del dollaro. In particolare stiamo assistendo al ritorno del franco svizzero verso 1,30 dove si fermerà per poi tornare verso 1,1 e anche sotto quando il bubbone salterà. Chi sa, saprà saltare sul caro giusto per tempo e lasciare che gli altri affoghino.

il terzo grande feedback: lo yen che si sgretola sta mettendo in crisi le economie del sud est asiatico ancora molto gracili. Rispetto gli anni della grande crisi hanno oggi ampie riserve in dollari ma alcuni paesi le stanno consumando a ritmi allarmanti come l’India.

La tempesta perfetta è in arrivo su tutti gli schermi. Trigger più probabile: aumento dell’inflazione da aumento dei costi energetici oppure shock esterno (non c’è che da scegliere, di polveriere è pieno il mondo). Non oltre il 2015.

ferrariferrari
Scritto il 22 Maggio 2013 at 17:12

ma sarà ancora un anno double-face?

silvio66
Scritto il 22 Maggio 2013 at 17:28

Magari potessimo continuare così, magari. Preferirei un clima di preoccupazione al posto di questo ottimismo, ma tant’è, questo è il sentiment.

kry
Scritto il 22 Maggio 2013 at 17:53

…… i decenni perduti si susseguiranno, uno dopo l’altro Japan docet…oppure il blocco comunista dell’est. “Nulla cambia, tutto è per sempre uguale……” pur di mantenere le proprie posizioni privilegiate, eppur con un economia che arranca qualcosa si muove si vedono miglioramenti che vanno a sbattere contro uno dei pilastri del consumismo, lo spreco.

dorf001
Scritto il 22 Maggio 2013 at 19:02

kry@finanza,

hai kry. il problema è molto semplice. roba da bambini. ecco qui.

la truffa delle banche spiegata da una bambina di 12 anni. vedi qui: http://www.youtube.com/watch?v=EI8blKptAJ0

dorf001
Scritto il 22 Maggio 2013 at 19:03

kry@finanza,

e ancora. Il signoraggio bancario entra nelle istituzioni italiane

qui il video : http://www.youtube.com/watch?v=6kPzQBU2uOI&feature=youtu.be

john_ludd
Scritto il 22 Maggio 2013 at 19:54

Ho decisamente seri dubbi che dovremo aspettare molto…

Abenomics Synopsis

– year on year the Yen is down 21.82% vs. the US Dollar
– Japanese consumer prices are still falling
– Imports jumped 9.4%, up for a sixth straight month
– Exports up 3.8%
– Trade balance negative for 10 straight months
– Largest April trade deficit since 1979

http://globaleconomicanalysis.blogspot.it/2013/05/abenomics-in-review-yen-inflation.html

vorrei rifletteste un attimo sul dato export/import e sul perchè: so che sono noioso ma il Giappone importa il 100% della propria energia e avendo spento le proprie centrali nucleari consuma gas liquido che costa una fortuna… il Giappone racconta cosa succederà anche a noi (in senso ampio, non solo l’italica gente) o meglio cosa sta già accadendo.

dorf001
Scritto il 22 Maggio 2013 at 20:23

sentite cosa dice luigi da verona. ha fatto delle domande e affermazioni al gironalista del sole 24 ore. che se lè fatta sotto. poareti. venduti. ascoltate bene. qui : https://www.youtube.com/watch?v=0OP6OCtmhaA&feature=player_embedded

ormai il re è nudo.

kry
Scritto il 22 Maggio 2013 at 20:56

dorf001@finanza,

I video li devo ancora visionare anche se quello della bambina mi sembra che sia canadese spopolava 6/7 mesi fa. Non credo sia solo un problema di banche anche se quest’anno il 23 dicembre ” festeggeremo ” il centenario della FED e guarda caso l’anno coincide con l’inizio dei problemi professato da un “ordine religioso”. Adesso vado un pò a ruota libera e se vuoi aiutarmi fai pure. I problemi sono cominciati negli anni ’60 sul finire del miracolo economico con una classe politica che non ha voluto risolvere i problemi che ora ci stanno attanagliando e ulteriormente aggravando. Si è voluto puntare tutto sul lavoro forse perchè è scritto nel 1° articolo della costituzione, ma si è fatto l’errore di non valutare il lavoro inteso qualcosa di produttivo per il futuro. Non si ha avuto il coraggio di investire in qualcosa di utile che portasse a dei risparmi futuri per farsi ingabbiare dal numeratore che corrisponde al pil , per paura che se cala il lavoro che cosa faccio fare alle persone poi avrebbero troppo tempo per pensare. Poi nei primi anni ’70 la Fed si è inventata il gold standar con seguente crisi petrolifera mentre in italia crescevano i moti del ’68 e di seguito quelli terroristici e adesso chi è stato sostenitore attivo si appresta ad andare in pensione con il pensiero di voglio pretendo senza fare nulla e guai a toccarmi i diritti acquisiti. Sempre in italia siamo tuttora vittime di un sindacato che sopravvive grazie all’essersi riciclato nello studiare tutte le leggi a tutela degli immigrati d’altronde di lavoratori da tutelare non ce ne sono.. Il massimo lo abbiamo raggiunto nel 2001 con l’attentato alle torri gemelle, avevo intuito che non era opera dei mediorientali quando si è preferito conservare gli interessi delle multinazionali petrolifere, secondo me quello era il momento di dire cari arabi tenetevi il vostro petrolio che noi tanto abbiamo un alternativa. Ma vogliamo credere davvero che non c’è alternativa al petrolio con un sole che è enorme e ci bombarda di elettricità 24 al giorno.Come vedi le banche centrali e la politica sono unite come in un matrimonio si sostengono a vicenda e adesso tentano di combattere il potere crescente delle multinazionali ricche di liquidità. Mi scuso se sono stato prolisso e non lineare, quando andavo a scuola prendere 6- in italiano era un successo per cui mi è diventato impossibile continuare per semplicemente diplomarmi. Ciao.

john_ludd
Scritto il 22 Maggio 2013 at 21:22

kry@finanza,

“Ma vogliamo credere davvero che non c’è alternativa al petrolio con un sole che è enorme e ci bombarda di elettricità 24 al giorno”

puoi credere alle favole se vuoi perché NON c’è alternativa al petrolio per i trasporti. Per la generazione elettrica il petrolio non lo utilizza nessuno da anni, le alternative fossili e non fossili non mancano, questione di prezzo e non di disponibilità. Ma per i trasporti è diverso e le auto elettriche non sono qualcosa che vedrai in massa prima di 15 – 20 anni mentre non vedrai mai aerei elettrici, navi elettriche (tranne le porta aerei che usano un reattore nucleare) mentre vedrai autocarri a gas naturale liquido che è un combustibile fossile di cui viene utilizzato il 25% del potere energetico per la sola compressione, a dimostrazione che siamo ormai entrati in una spirale negativa di EROEI calante (energy returned on energy invested). Morale: in futuro utilizzeremo meno energia e non di più con tutto ciò che ne consegue in termini di attività economica lorda, che gli economisti lo vogliano oppure no. Quando si comprenderà che le leggi della fisica dominano le nostre vite e non quelle dell’economia forse anche Krugmann la pianterà con le sue michiate sull’otuput gap ma non ci conto.

kry
Scritto il 22 Maggio 2013 at 21:53

john_ludd@finanza,

Morale:….. L’avevo intuito e credo che questo lo si sapesse anche 40 anni fa ma si è preferito fare diversamente e oggi cominciamo e ripeto cominciamo con pagarne il conto. Perdona la mia ignoranza ma i trasporti non si possono fare su rotaia e lungo la ferrovia mettere pannelli fotovoltaici ( magari al posto delle bariere antirumore) visti gli utili che dichiarano le FS o è troppo fantasiosa da realizzare o ci troveremo gli ambientalisti che denunciano l’impatto ambientale. Penso che in futuro ci saranno sempre meno trasporti aerei commerciali, il mondo si sta livellando e prodotti che costano poco per la mano d’opera non converrà più trasportarli visti gli aumenti del petrolio che tu stesso sostieni che entro un paio d’anni aumenterà notevolmente. Posso comprendere le banane, ma non le fragole o gli asparagi di cui abbiamo le nostre eccellenze. Grazie per i tuoi chiarimenti e riprendendo il tuo commento delle 19,54 volevo dirti che ti sbagli perchè sei troppo troppo poco noioso. Ciao.

davyd
Scritto il 22 Maggio 2013 at 21:59

Ciao John, dicevi che i paesi orientali che hanno riserve di dollari come l’india le stanno consumando rapidamente. Ma mi sfugge il motivo per cui questo si collegherebbe al fatto che lo yen si sta svalutando o meglio provo a buttare lì una spiegazione che mi son dato: perchè le loro esportazioni stanno calando mentre le importazioni aumentano e di conseguenza vanno in deficit?
Grazie in anticipo per la risposta che mi vorrai dare. 🙂

john_ludd
Scritto il 22 Maggio 2013 at 22:57

kry@finanza,

i trasporti su rotaia ci sono già e si svilupperanno tantissimo. Vedremo nei prossimi anni dorsali tra Europa e Asia svilupparsi tantissimo. Non x nulla il mega miliardario Warren Buffet ha investito anni fa una ventina di miliardi nel settore. Inoltre i treni utilizzano motori elettrici, quelli diesel sono desueti. I pannelli non servono allo scopo, hanno una capacità energetica limitata e non producono con continuità. Il settore del solare sta già esplodendo e non si può fermare ma non basterà. L’energia nucleare non solo non verrà abbandonata ma crescerà notevolmente, cinesi, indiani e russi (che sono i fornitori maggiori) realizzeranno decine di centrali nei prossimi anni. Gli ambientalisti non hanno grande successo da quelle parti. Ma i treni hanno un utilizzo limitato, non sostituiscono i trasporti via mare nè quelli leggeri via terra ma limiteranno quelli aerei. Di petrolio ce ne sarà meno e soprattutto costerà troppo estrarlo e quindi se ne farà meno uso. Non implica la fine della civiltà ma il ridimensionamento di questo modello demenziale che pretende crescita esponenziale. Chi si oppone purtroppo è chi ha maggiormente da rimetterci: banche, finanza, gran parte dei monopoli energetici ovvero azionisti, possessori di obbligazioni e tutta la classe di potenti che questo sistema presiede e domina. Le banche centrali altro non sono che i custodi di questo sistema, gli ultimi difensori e tutto quello che stanno facendo e faranno va in quella direzione. Very hard work.

john_ludd
Scritto il 22 Maggio 2013 at 23:11

kry@finanza,

la ragione fisica dell’unicità del petrolio sta nella sua stabilità e grande densità energetica. Questa pagina dell’enciclopedia globale ti può spiegare tutto quanto serve:

http://en.wikipedia.org/wiki/Energy_density

a proposito… Wikipedia contiene una bella porzione dello scibile umano, mentre la parte socio/politica è esposta a soggettività la parte tecnico/scientifica non lo è ed è disponibile a chiunque gratis, primo, secondo, terzo o quarto mondo. Questo è reale progresso. Chi ne sa di più alla fine vincerà.

PORTELLO
Scritto il 22 Maggio 2013 at 23:41

Non ho capito se le aziende energetiche guadagneranno o perderanno valore, si potrebbe dire che ne guadagneranno perche’ il prodotto che trattano sara’ sempre piu’ prezioso..e ne perderanno perche’ ne venderanno sempre di meno e il mercato diminuira’…

dorf001
Scritto il 23 Maggio 2013 at 00:07

kry@finanza,

“La fusione fredda italiana funziona”.
Nuovo test indipendente per E-Cat
Primi risultati sul dispositivo prodotto dall’ingegnere italiano Andrea Rossi sembrano verificarne il funzionamento escludendo reazioni termochimiche. Il giornale finanziario Forbes si sbilancia: “Il mondo potrebbe cambiare”, ma l’ambiente scientifico è cauto: mancano i dati sulla produzione di rame e sul catalizzatore. E soprattutto la peer review

LA FUSIONE FREDDA attraverso il sistema E-Cat, un modo di produrre energia usando l’atomo in modo inedito, inizia a ricevere approvazioni esterne all’ambiente di sviluppo. L’idea è di Andrea Rossi, ingegnere italiano: L’E-Cat è una macchina che produce calore attraverso un processo nucleare a bassa energia, detto “volgarmente” fusione fredda. Una tecnica che genera energia a temperature molto più basse da quelle di fusione nucleare, allo stesso tempo in maniera più semplice e sicura. L’idea della fusione fredda viene dal lavoro di Martin Fleischmann: le sue tecniche sono state oggetto di esperimenti in tutto il mondo, sempre discussi. Il lavoro di Rossi è uno di quelli che ora pare appartenere alla seconda categoria. E potrebbe essere l’uovo di colombo per la ricerca attuale.

link : http://www.repubblica.it/scienze/2013/05/22/news/forbes_la_fusione_fredda_italiana_funziona_da_test_indipendenti_ok_all_e-cat-59379551/

ilcuculo
Scritto il 23 Maggio 2013 at 10:20

john_ludd@finanza,

Il trasporto via nave resterà sempre competitivo, ma sicuramente dovremo cambiare, e non necessariamente sarà un male , il modello mercantile per cui un’area del mondo produce per tutto il pianeta e poi si trasportano merci in tutto il mondo solo perchè il lavoro ed il trasporto costano poco.

In un mondo in cui il lavoro viene correttamente remunerato ed il costo di trasporto cresce la produzione “vicina” ritorna appealing e questo a noi occidentali potrebbe far bene.

E’ chiaro che questo si porterà dietro una minor disponibilità di prodotti a basso costo e quindi si dovrà sprecare meno , ridurre l’usa e getta e ricominciare a progettare prodotti con un ciclo di vita più lungo che magari si possono riparare e che a fine vita permettano di recuperare i materiali.

gnutim
Scritto il 23 Maggio 2013 at 10:55

gnutim@finanza,

SCUSATE L’ANTICIPO PERFETTO… 🙂

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