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ITALIA VENT’ANNI DOPO L’INVASIONE TEDESCA CONTINUA!
Inutile ricordare quanto accadde negli anni che seguirono il famigerato 1992, anno dell’attacco alla lira alla quale seguirono una svalutazione del 200 %, iperinflazione, cariole di banconote e proiettili che giravano…
Ovviamente scherzo questi sono gli argomenti dell’uomo nero, quelli che quotidianamente vi raccontano le percentuali bulgare alle quali andiamo incontro in caso di uscita dall’ euro, ma vi sono delle analogie da non trascurare…
Oltre il 40% degli stranieri che comprano una seconda casa in Italia è tedesco. Prevista una crescita a due cifre anche nel 2013 In Italia esiste un piccolo boom e riguarda la vendita di seconde case agli stranieri, specie in località di pregio storico-artistico e ad alta intensità turistica. Secondo un monitoraggio effettuato da Scenari Immobiliari sin dal 2005, dal 2009 ad oggi il numero delle compravendite sarebbe aumentato del 25%, quando parallelamente si è registrato un tonfo per gli acquisti interni (italiani-italiani). InvestireOggi
Non solo …
Nel 2012 gli arrivi in terra tedesca hanno segnato il record da 17 anni a questa parte, soprattutto dai Paesi meridionali dell’Eurozona schiacciati dalla crisi. Dal Belpaese sono partite il 40 per cento delle persone in più rispetto al 2011. I nuovi tedeschi sono 10 anni più giovani della media nazionale e hanno la laurea dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI BERLINO – Vola a record storici l’immigrazione nella ricca e forte Germania dal resto dell’Unione europea, e in percentuale l’aumento del numero dei migranti dall’Europa mediterranea schiacciata da crisi e austerità supera di molto il tasso di crescita delle partenze dai paesi dell’Europa centrale e orientale. Lo dicono i dati ufficiali resi noti stamane da Destatis, l’istituto federale di statistica, fornendo una drammatica conferma della crisi e della disperazione dei disoccupati sudeuropei, soprattutto giovani laureati. In particolare, l’aumento del flusso di italiani, in grande maggioranza giovani, verso la Germania, è cresciuto del 40 per cento. Repubblica
E per concludere tanto per rinfrescare la memoria visto che ne abbiamo già parlato in più occasioni …
FINMECCANICA: OUTLET ITALIA!icebergfinanza | icebergfinanza
OUTLET ITALY…SEASONAL SALES!icebergfinanza | icebergfinanza
OUTLET ITALIA … GRAN CORSA ALLE AZIENDE … – Icebergfinanza
È quella che la Reuters ha definito la una lenta e incruenta invasione tedesca dell’Europa, una strategia nemmeno troppo nascosta che potrebbe essere prodromica alla nascita di una nuova Ue, un assetto completamente diverso. Non solo l’export sta tenendo in vita e anzi facendo prosperare le piccole e medie aziende tedesche, ma le riforme del mercato del lavoro cui le nazioni sotto salvataggio sono state costrette dai diktat della troika, stanno creando un modello tedesco in tutta Europa, rendendo positivo e anzi conveniente per le pmi germaniche fare shopping tra i cosiddetti periferici. Non è un caso che la nazione che sta subendo meno questa invasione sia la Francia, certamente non in salute (56% del Pil in spesa pubblica) ma assolutamente ferrea nel non farsi colonizzare, a costo di nazionalizzazioni mascherate e vincoli anti-concorrenza che l’Ue sembra non vedere (fino ai magheggi sul collaterale con il programma Step per finanziare le sue banche). Insomma, per le Pmi tedesche sane e piene di soldi liquidi, la crisi si sta tramutando in un’opportunità, basti vedere le acquisizioni senza freni che stanno compiendo in Spagna in questi mesi.
Si compra tutto, non solo aziende concorrenti profittevoli ma fiaccate dalla crisi ma anche clienti e fornitori, il tutto a prezzo di sconto, visto il livello di difficoltà di finanziamento che le Pmi stanno affrontando nel Sud Europa. Non lo dice il sottoscritto, che qualcuno dipinge come un anti-tedesco viscerale solo perché non si beve i diktat della Bundesbank come fossero il Vangelo, ma Christoph Himmelskamp, consulente dell’agenzia Roedl&Partner che cura gli interessi di Pmi tedesche negli accordi con controparti spagnole: «Per le aziende tedesche finanziariamente forti, la crisi sta tramutandosi in una grande opportunità, sono infatti sempre più attive a livello di acquisizioni in Spagna». Lo stesso Himmelskamp dichiara che ha potuto notare un aumento del 30-40% delle acquisizioni tedesche di aziende spagnole dal 2009 a oggi, cioè da quando la crisi greca mandò sinistri scricchiolii: «Lo stato d’animo è stato un po’ raffreddato soltanto dalle voci, circolate per un po’, di una possibile uscita della Spagna dall’euro, a quel punto infatti alcuni nostri clienti tirarono il freno sugli affari. Una volta chiusa la discussione, gli investimenti sono ritornati».
La AZ Group, un’azienda tedesca, lo scorso anno ha acquisito il competitor italiano Fiber, attivo nella produzione di prodotti elettronici ed elettromeccanici (tra cui motori, temporizzatori, contatori e simili), alle soglie dell’insolvenza, mentre sempre lo scorso anno il produttore di materiali SGL Carbon ha acquistato l’azienda portoghese leader nel campo delle fibre, Fisipe. E ancora, la Happich, che si occupa di allestimento di interni di bus e pullman, ha acquisito il rivale spagnola Auto Carrocerias Riu, sempre nel 2012. In questi giorni, l’azienda di Himmelskamp sta chiudendo un affare, i nomi dei protagonisti del quale devono restare segreti per riservatezza, tra un compratore tedesco e un rivale spagnolo in via di acquisizione. Una cosa solo si fa sfuggire il consulente, pur non citando ovviamente la cifra esatta: l’accordo starebbe per essere chiuso nella curva più bassa di un prezzo a doppia cifra in milioni di euro. Come dire, un affarone.
J’ACCUSE/ Così la Germania sta uccidendo le imprese italiane – Ilsussidiario.net
E noi siamo qui a parlare del sesso degli angeli, di togliere l’ IMU o riempire le prime pagine delle vicende giudiziarie di un frodatore ed evasore fiscale uno dei tanti che popolano questo paese, che vuole diventare padre costituente.
Un paese di fessi dominato dai furbi, non serve aggiungere altro!
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PAESE DI FESSI devoti a Sanremo, cultori seduti dello sport, spie dal buco della serratura (grande fratello-isola famosi) e credulosi di fiction/programmi strappalacrime. La storia parla chiaro: dominati da spagnoli, francesi, arabi ed austro ungarici. Chiare le idee politiche: nello stesso periodo simpatizzanti della sx nelle aministrative e poi di dx nelle politiche. PRATICAMENTE UN POPOLO BUE!
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PAESE DI FESSI devoti a Sanremo, cultori seduti dello sport, spie dal buco della serratura (grande fratello-isola famosi) e credulosi di fiction/programmi strappalacrime. La storia parla chiaro: dominati da spagnoli, francesi, arabi ed austro ungarici. Chiare le idee politiche: nello stesso periodo simpatizzanti della sx nelle aministrative e poi di dx nelle politiche. PRATICAMENTE UN POPOLO BUE!
Mi permetto di aggiungere un detto popolare, nato tra il 1500 ed il 1600, che la dice lunga sul nerbo Italico: FRANZA O SPAGNA, BASTA CHE SE MAGNA. 8)
Dopo Caporetto venne Vittorio Veneto. capito vero ?
Claudio Borghi e Alberto Bagnai sputtanano ( giustamente) l’euro ogni santo giorno
Domandatevi : se domani nascesse una Forza Politica anti Germanica , anti Casta, anti Oligarchici , che provasse odio verso costoro, una Forza molto molto Nazionalista….ecc… Voi che fareste ? Ricordatevi che SIAMO IN GUERRA !
L.I.A. LEGA IMPRENDITORIALE d’AZIONE
Seguo questo blog da tantissimo tempo e mi ha aperto gli occhi su moltissimi aspetti. Posso concordare su tutto. Però questa battaglia contro lo shopping da parte di aziende estere ad aziende italiane io in generale per il paese non la vedo negativa al 100%. Certo i prezzi di trasferimento possono essere più o meno giusti o corretti ma poi per la comunità, per il territorio ed in ultima analisi per il paese dipende da come si comportano dopo. Io sono di Firenze: dalle mie parti c’è il Nuovo Pignone un azienda che anche con il contributo del sindaco La Pira nazionalizzo credo negli anni 50 facendola rientrare (insieme a Mattei credo) nella galassia statale Eni (mi pare). Poi negli anni 80 o 90 non ricordo ci fù la vendita agli americani della GE. Loro si accaparrarono un concorrente nella tecnologia delle turbine (e mega turbine) e vi erano moltissimi contrari che ventilavano il rischio della dissoluzione del valore. A distanza di 20 anni possiamo dire che le cose non sono andate propriamente così (certamente non abbiamo la controprova di come sarebbe andata). Il Nuovo Pignone rappresenta nel territorio una realtà solida e di fatto l’unico quartier generale di GE fuori dagli USA. Lo stesso in larga parte posso dire anche del trasferimento di Gucci sotto il capello francese. Ha di fatto mantenuto la produzione qui, ha mantenuto tutto l’indotto anche facendo accordi stringenti di filiera (e entrando anche con il capitale in alcuni fornitori diretti) ora in questo macello ha deciso di entrare nella partita Richard Ginori provando a prelevarlo con un investimento comunque importante. In zona gli stipendi/contratti dei lavoratori di queste aziende non sono male e comunque generano lavoro anche per i terzisti (con stipendi/contratti comunque in linea con altre realtà in città). Bohh!! poi posso essere smentito in altri casi in Italia ma a me non interessa di chi è la proprietà ma come questa si comporta. Sono abbastanza sicuro che ci siano valanghe di imprenditori italiani che hanno fatto più danni al paese rispetto a queste proprietà.
Possibile anzi gli imprenditori italiani spesso e volentieri hanno fatto danni ma senza generalizzare dipende da chi acquista e come si rapporta con il territorio se da avvoltoio o altro…
Senza l’EBA MPS con tutti i casini che ha combinato oggi non sarebbe in queste condizioni.
http://it.finance.yahoo.com/notizie/mps-migliora-1-7-miliardi-092353647.html
Caro premier e ora di far notare queste PICCOLISSIME INCONGRUENZE, nel trattamento delle banche dei vari paesi dell’euro zona.
Ma il caro neo premier ne avrà la forza? sempre che non cada prima a causa dell’innominato
Che galantuomini, tutti uniti attorno al loro capitano ( o forse sarebbe meglio definirlo datore di lavoro ).
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e ricordiamoci di inquadrare la sempresiastramaledetta tobin-default-tax che, come già ampiamente dibattuto, lede i sistemi finanziari di mezza europa ma non quello tedesco che, traendone vantaggio, ci rimette come noi nelle mere transazioni ma approfitta della debolezza dei suoi vicini per acquisizioni mirate.
io personalmente sarei per l’incriminazione per alto tradimento e attentato all’integrità economica del paese per chi l’ha introdotta quando era stra-evidente che si trattava di una tassa a ricavo negativo (e questo l’ha dichiarato anche di recente la corte dei conti) e lesiva della parte più “nobile” dell’attività mobiliare: quella prodotta direttamente dai privati, piccoli e medi investitori…