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MPS DRAGHI E ENRIA IMBARAZZO TUTTO ITALIANO!

Scritto il alle 09:32 da icebergfinanza

Leggo su LINKIESTA … Draghi  ed Enria, gli italiani europei in imbarazzo per Mps

Come mai in ambito europeo, nonostante gli stress test condotti dall’European  banking authority (Eba), non sono emerse le criticità esplose ora? La rete di  imbarazzi e silenzi per Mps varca i confini e arriva sulle scrivanie dei due  italiani di pesi nel sistema europeo: Mario Draghi e il presidente Eba Andrea  Enria. Le domande a cui dovrà rispondere la Banca d’Italia, ovvero  il sorvegliante bancario supremo in Italia, sono tante. Allo stesso tempo sono  diverse le questioni irrisolte in ambito europeo. Come avvenuto nel caso di  Dexia, la banca franco-belga finita a gambe all’aria nel 2011, e nel caso di  Bankia, l’istituto spagnolo saltato nel 2012, anche quello di Mps può essere  usato come esempio della gestione bancaria tipica degli Stati di appartenenza di  questi operatori. Per Dexia, l’uso smodato di derivati finanziari, fino ad avere  un leverage talmente grande da mettere a rischio la sopravvivenza della banca.  Per Bankia, la sovraesposizione al mercato immobiliare spagnolo. Per il Monte  dei Paschi di Siena, la correlazione fra inciuci politici e scandali  finanziari.

Negli  stress test di fine 2011 l’Eba disse che Mps aveva bisogno di nuovi  capitali per circa 3 miliardi di euro. E l’authority guidata da Andrea Enria  diede alle banche europee coinvolte nel processo di verifica fino al 30 giugno  dell’anno successivo, il 2012, per mettersi a posto e rafforzare il proprio  capitale. Nonostante tutto il tempo a disposizione, al 30 giugno 2012 a Mps  mancavano ancora 1,728 miliardi di euro. Numeri importanti. E dire che Enria  conosce bene il panorama della regolamentazione, sia italiana sia europea. Dal  1999 al 2004 si è occupato di supervisione bancaria alla Bce, fino a diventare  il capo della divisione specifica. E poi, dal luglio 2004 al luglio 2008, quindi  prima dello crollo di Lehman Brothers, è stato segretario generale del Committee  of european banking supervisors (Cebs). Infine, dall’agosto 2008 fino  all’incarico all’Eba, Enria è stato Servizio Normativa e politiche di vigilanza  della Banca d’Italia. E nel novembre 2010, proprio il futuro capo dei  sorveglianti europei tenne un’audizione presso la Camera dei deputati dal titolo “Lo stato del sistema bancario italiano e le prospettive per l’attività  normativa”. In questa audizione, ironia della sorte, Enria discuteva  dell’attuazione di due direttive europee, la CRD 3 (Capital Requirements  Directive) e la UCITS 4 (Undertakings for Collective Investment in Transferable  Securities). In particolare, diceva Enria, la CRD 3 riguardava, fra le altre  cose, «l’introduzione di un regime prudenziale più rigoroso per la detenzione di  titoli frutto di cartolarizzazione, regole rafforzate per i requisiti  patrimoniali a fronte dei rischi di mercato assunti dalle banche». Proprio ciò  su cui è caduta Rocca Salimbeni. E la nuova normativa è arrivata solo nel  2012. Leggi il resto: LINKIESTA

Ma facciamo un passo indietro ve lo ricordate SALVATE IL SOLDATO ENRIA… si il responsabile EBA si quella che imponeva alle banche di registrare a “mark to market” asset sovrani, titoli di stato al prezzo di mercato nei bilanci quando stavano collassando i prezzi e faceva finta di nulla “mark to fantasy” sui deivati e soci…

Roma, 11 gen – “La perdita di  valore c’e’ stata, rilevante, non solo per le banche  sottoposte a ricapitalizzazione perche’ e’ una perdita che  e’ legata molto alla questione sovrana”. Lo ha detto il  presidente dell’, Andrea Enria, rispondendo alle domande  dei deputati in un’audizione in commissione Finanze della  Camera, sottolineando di non entrare nel merito di “casi  specifici di banche italiane come Unicredit, del ruolo delle  fondazioni: credo esulerebbe dal mio ruolo”. CorrieredellaSera

Ma certo tutto colpa della questione sovrana, ma che mi racconta signor Enria del terzo livello contabile delle banche, che mi racconta di migliaia di prodotti strutturati derivati che non valgono quasi nulla, prodotti tossici spesso e volentieri soggettivamente valutati ancora oggi al costo storico… Ma questa gente rifletterà mai prima di parlare o ha solo il compito di servire fedelmente qualcuno al di la delle sue convinzioni!

Enria ha citato  “studi che mostrano con chiarezza come quasi la tutta  perdita nella capitalizzazione di borsa delle principali  banche europee sia spiegata dall’andamento dei cds spread,  quindi dall’aumento della rischiosita’ percepita delle  banche, e soprattutto dalla posizione in termini di  raccolta, cioe’ quanto funding devono fare nei prossimi  anni”.

Grande davvero c’è ancora qualche fesso che basa il valore di un’azione riferendosi al CDS, grande davvero Enria!

Questo è ciò che passa il convento oggi…ma a breve vedremo come anche la Banca d’Italia non sapeva…nulla!

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