in caricamento ...
OLANDA E FRANCIA BELLE ADDORMENTATE NEL BOSCO IMMOBILIARE!
Mentre in Italia si continua a discutere del sesso degli angeli immobiliari, prospettando chissà quale catastrofe immobiliare io provo a ricordarvi le mine vaganti che attendono il mercato immobiliare mondiale.
Torno a ripetere per l’ennesima volta che il nostro Paese non vivrà in nessun caso una depressione immobiliare come quella accaduta a Stati Uniti, Irlanda e Spagna o come quella che vedrà la luce il prossimo anno in alcuni paesi.
Le motivazioni le ho condivise più volte in questi anni e non credo sia il caso di ripeterle!
E’ da sottolineare che nonostante il credit crunch e l’ondata di panico che ha travolto il nostro Paese, recessione e le manovre del governo nonostante tutto i prezzi si sgonfiano ma non collassano.
Certo che se si pensa che in Olanda le rate del mutuo sono interamente deducibili dalla spesa fiscale e invece in Italia il governo vuole penalizzare anche chi detiene un mutuo un’eventuale ripresa non avverrà tra cinque o sei anni ma tra secoli!
Se qualcuno di Voi preferisce comprarsi un rifugio antiatomico per attendere un’esplosione nucleare nell’immobiliare in Italia di accomodi, l’unica certezza è che oggi investire nell’immobiliare in alcune parti d’Italia, parte rare eccezioni è semplicemente un suicidio!
Angelina ci suggerische quale Paese farà il botto!
Se non basta date un’occhiata qui sotto all’esposizione delle famiglie olandesi…
Ricordate il crollo del settore immobiliare in Spagna, nel 2008? Si sta ripetendo ora nella virtuosa e rigorista Olanda. Il Koninklijke Bam Groep, principale costruttore olandese, si aspetta un calo dei prezzi delle case del 25-30 per cento fra 2012 e 2013. «Sarà un tonfo che ci porterà molto vicino al fondo» ha sintetizzato l’amministratore delegato del Bam, Nico de Vries, che si attende una ripresa «non prima del 2015».
Ma certo in un paio di anni tutto di riprenderà come in America che ce ne sono voluti ben sei per stabilizzarsi! Di luci in fondo al tunnel immobiliare ne abbiamo viste tante in questi anni vero ragazzi!
Il valore degli immobili è già sceso del 15 per cento rispetto al 2008, ma con una flessione lenta e graduale. Al momento i Paesi Bassi hanno il debito privato pro capite più alto dell’eurozona e i mutui per la casa olandesi valgono il 105 per cento del pil. Un immobile su quattro è «sott’acqua», cioè è sceso a un valore molto più basso di quello che il proprietario, con il suo mutuo, sta pagando. (…) «La situazione dei Paesi Bassi dimostra che la stabilità richiede molto più dei conti fiscali in ordine» dice a Panorama Domenico Lombardi, economista della Brookings Institution di Washington. «I trattati e i meccanismi di sorveglianza europei si concentrano quasi solo sulla finanza pubblica e rischiano di cogliere in ritardo l’aggravarsi delle situazioni vulnerabili nel settore privato. È già successo in Irlanda, uno dei paesi più virtuosi dell’eurozona, che è stato portato sull’orlo della bancarotta dal suo settore finanziario». La paura del contagio, dice Lombardi, non parla più solo greco: «La crisi olandese dei mutui può aumentare la pressione su Germania e Italia, rendendo la crisi nell’eurozona una crisi dell’eurozona».Panorama
Di Canada e Australia sapete già tutto vero, quindi andiamo a dare un’occhiata alla Francia!
La “parola con la b” non è mai usata a cuor leggero. Evoca il rischio di un tracollo dei mercati; ed è difficile da definire. Il Centre d’analyse stratégique (Cas), (…) non ha però avuto paura: ha detto, chiaramente, che in Francia c’è una bolla sulle case. L’analisi è semplice. Le quotazioni immobiliari si sono sganciate dagli affitti: negli ultimi quindici anni le famiglie in locazione hanno pagato una quota stabile del reddito disponibile, mentre i proprietari hanno invece visto i prezzi di acquisto, sempre in rapporto al reddito, raddoppiare. Poche cose, tra i “fondamentali”, giustificano questo andamento: «In Francia – spiegano gli analisti – il ribasso dei tassi, la stabilizzazione delle aspettative di inflazione, e certe politiche come l’estensione dei prestiti a tassi zero o la la deducibilità degli interessi hanno potuto accelerare l’evoluzione dei prezzi rispetto agli affitti». di Riccardo Sorrentino – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/erEex
Chissà perchè dopo Dexia che aveva le mani in pasta anche nell’immobiliare
… Il governo francese ha dovuto accettare di avviare una procedura d’emergenza nel corso di questo weekend. Obiettivo della manovra: accordare una garanzia di Stato a Credit Immobilier de France, istituto di credito specializzato nel comparto real-estate, che da tempo versa in condizioni di difficoltà. Una crisi di liquidità considerata quasi irreparabile da Moody’s, e che è precipitata negli ultimi giorni.
CIF costituisce una piccola rete bancaria, con circa 300 agenzie e 30 miliardi di euro di prestiti accordati. Il ministero dell’Economia di Parigi ha accordato una prima garanzia pari a 4,7 miliardi di euro, anche se nel prossimo futuro il supporto pubblico – ha precisato lo stesso governo transalpino – sarà ben più alta. Valori
Per quanto riguarda l’Inghilterra invece sembra che … «Londra è la città nella quale gli italiani hanno superato i russi per transazioni e sono i primi investitori stranieri (…) . I prezzi sono oggi molto alti, ma la domanda non cala, mentre il resto del Paese è in crisi».
Chissà perchè gli italiani amano acquistare casina nella nebbia di Londra, ah si …perchè pagano le tasse direttamente all ‘Inland revenue di zia Albione, l’agenzia delle entrate inglese…
Chart Fonte: GlobalPropertyGuide.com
UK housing prices have nearly quadrupled from the mid-1990s to 2008, briefly fell 20% in 2009 and have since rebounded enough to keep property prices firmly in the stratosphere. UK property prices are very overvalued, currently valued at 128% of their historic price-to-income ratio and 140% of their historic price-to-rent ratio. [1] In a pattern similar to France, the UK housing bubble (since 2008) has been primarily driven by price gains in the capital city of London. Prime London housing prices rose a hearty 11.4% in the 12 months to October 2011 [2], up 40% from their post-credit crunch low [3], while most other investment markets fell in a very volatile year.
Like Paris, the city of London has such a strong level of international “brand recognition” and a perceived safe-haven status that wealthy foreign investors are clamoring to buy property in prime areas such as central London. “London property is the ‘Swiss bank account’ of the 21st century,” says Robin Hardy, an analyst at London investment firm Peel Hunt. TheBubblebubble
Per concludere non dimentichiamoci che al Nord non tutto è oro ciò che lucica nell’immaginazione degli investitori!
Fattori di rischio Ma è tutto oro quel che luccica? Come dicevamo all’inizio, secondo alcuni analisti, no. Perché questi Paesi devono fronteggiare futuri rischi di uno scoppio di una bolla immobiliare. I prezzi delle case, infatti, sono letteralmente decollati negli ultimi anni, favoriti da tassi ai minimi storici. Qualche dato? In Svezia, il Fondo monetario internazionale ha già lanciato l’allarme a giugno: «I prezzi delle case sono sopravvalutati e un loro calo prolungato è probabile» dopo che il loro valore è triplicato negli ultimi 15 anni. Forse è un caso, forse no. Ma nell’ultimo trimestre i prezzi delle case in Svezia sono scesi del 2%.
In Norvegia i prezzi della case sono raddoppiati dal 2001 al 2010. E nel 2011 sono cresciuti di un ulteriore 8,5% secondo quanto ha dichiarato il 2 gennaio la Norvegia Real estate brokers association. Il tutto in uno scenario in cui l’indebitamento delle famiglie è in crescita e oggi si attesta nella proporzione del 204% del reddito disponibile.
Secondo Robert Shiller, il co-creatore dell’indice immobiliare statunitense S&P/Case-Shiller, i due Paesi nordici sono nella morsa di bolle speculative che potrebbero danneggiare le loro economie. Mentre in Danimarca, dove una bolla immobiliare è scoppiata nel 2007, i prezzi delle case hanno ancora margini di discesa, ha spiegato Shiller. «I responsabili politici dovrebbero iniziare a preoccuparsi ora, perché quando i prezzi delle case raggiungono livelli così alti è un problema» ha avvertito Shiller, in un’intervista rilasciata a Stoccolma il 13 gennaio.
Oltre al rischio di una bolla immobiliare resta il fatto che si tratta, dal punto di vista finanziario, di mercati scarsamente liquidi e quindi soggetti a potenziali fattori destabilizzanti. In media gli scambi giornalieri sulla corona norvegese sono pari ai 50 miliardi di dollari, l’1,3% degli scambi valutari globali (secondo dati della Banca dei regolamenti internazionali). Mentre le corone svedesi occupano una fetta globale del 2,2% (scambi medi giornalieri per 83,5 miliardi di dollari. Liquidità limitata anche sul mercato obbligazionario dei titoli di Stato. Mercato da 550 miliardi di corone in Norvegia e da 200 miliardi in Svezia. «È un mercato piccolo – spiega l’analista Deddouche – che rende il gioco pericoloso». di Vito Lops – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/8xhyZ
Per quanto riguarda l’America come ho più volte detto si tratta semplicemente di stabilizzazione con qualche bolla qua e la rialimentata dalla politica monetaria della Federal Reserve.
Semplici illusioni per credere basta chiedere al Maestro Robert J.Shiller massimo esperto mondiale di dinamiche immobiliari Shiller Data Questions Housing Revival Power: Cutting … – Bloomberg
Chi ha orecchie per intendere in …tenda, gli altri tutti ad investire nel mattone!
Ah dimenticavo! Come segnalato la scorsa settimana, noi abbiamo abbandonato da tempo la riva del fiume. E’ ora di afferrare l’ultima grande occasione nascosta nel nostro debito pubblico, con tanti saluti ai soliti catastrofisti da strapazzo che hanno fatto perdere occasioni indimenticabili ai risparmiatori italiani. Il prossimo anno molto cambierà
ma per questo c’è ancora tempo ne parleremo alla prossima occasione!
Mi raccomando non dimenticate l’operazione ” Onda d’urto” condividere la nostra avventura con i pulsanti Facebook e Twitter e nei forum dei giornali on line!
State sintonizzati perchè ho da raccontarVi qualcosa di incredibile e come potete vedere qui sotto vi aspetto tutti a Castelnuovo Scrivia e in altre città italiane, non mancate saranno fuochi artificiali!
Mi hanno segnalato che un povero blogger nostrano dopo avere letto l’articolo di questa mattina sull’immobiliare si è precipitato a scrivere il suo solito articoletto commerciale per invogliare qualche fesso a comprare una casetta in Canada non importa se si tratta di Germania …o Italia, uno che parla di conflitti di chissà quale interesse mentre passa il tempo a fare il Caronte tragettando anime nell’immobiliare tedesco.
Roba da matti ragazzi …ma lasciatelo sfogare non gli è ancora bastata la figura pellegrina fatta suggerendo di stare lontani o vendere addirittura in perdita i nostri titoli di Stato.
Portate pazienza cosi va il mondo!
Andrea
Nel 2013 forse i prezzi caleranno ancora(in italia poco o niente, c’e’ gia’ un risveglio di interesse secondo me) ma penso proprio che l’immobiliare ritornera’ di moda, eccome se ci ritornera’. Il giorno dopo la inevitabile tempesta perfetta, che portera’alla svalutazione contemporanea e massiccia di tutte le valute (meglio ovviamente se accompagnata dall’auspicato ritorno alla sovranita’ monetaria). il giorno dopo, dicevo, tutti quelli che ( pieni di soldi , e ce ne sono ancora tanti) prima tentennavano, cercheranno di comprare l’immobile gia’ visto, che il venditore non vorra’ piu’ vendere. Idem per l’oro ed altri beni reali. E con una sana inflazione, il peso dell’imu e quant’altro sara’ piu’ leggero(quest’ultima ovviamente e’ solo una speranza!). Immobili, terreni, oro argento contro la carta colorata filigranata di Ben e del Drago Mario: non c’e’ partita!
Stanziale
In parte concordo ma sull’immobiliare ci starei attento. Negli ultimi anni o decenni gli unici che ci guadagnano dall’immobiliare (a parte le banche con i mutui !!!!) sono quelli che:
1) Possedevano i terreni, su cui si è costruito.
2) Chi li ha costruiti….vendendoli in fretta e facendo le cose “per bene” e senza rivolgersi alle banche (gli altri sono quasi tutti falliti).
Vorrei ricordare che se la “carta colorata” che siamo obbligati ad accettare oggi-giorno svolge solamente la funzione di Misura del Valore, anche un abitazione non è altro che una vagonata di mattoni con in tetto sopra…niente di più e niente di meno !!!! (oltre a tutto una fonte di reddito, a mezzo tasse, da parte dei governi).
Riguardo ai terreni, mi raccomando che siano situati in una zona, che in un vicino futuro, diventi fabbricabile. Altrimenti poi ti tocchera anche coltivarla e farla fruttare.
Un saluto
SD
SD
sei del settore e quindi non sbagli, comunque anche chi , avendo una attività che negli anni ha generato incassi importanti (imprenditori, commercianti, ristoratori, professionisti) ha investito anno dopo anno in immobili (conosco persone che più o meno giocavano al monopoli acquistanto un immobile (appartamento, negozio, garage…) più o meno ogni anno, ha sicuramente protetto e accresciuto il suo patrimonio meglio di chi si è fatto abbindolare dalle gestioni finanziarie ed è passato attraverso la bolla internet, i bond argentini, pramalat ed altre mandrakate che abbiamo visto in questi anni.
Quello che mi indigna è che queste persone hanno lavorato duramente e adesso vengono ingiustamente tartassati di tasse sul loro investimento.
Non può esserci una svalutazione contemporanea di tutte le valute, ma è sufficiente una lima inflazionaria del 3% annuo per portar via il 35% del valore ai foglietti di carta in 10 anni .
Ma se non si recupera potere d’acquisto e di risparmio per le famiglie non ci sarà nessuna ripresa in nessun settore.
Devi essere connesso per inviare un commento.
Tutto chiaro , nessuna novità , ma vediamo due punti:
– Rapporto valore immobile/affitto
Questo dato è legato alla durata dei contratti di locazione che in Italia è di almeno 8 anni (poi vedete voi come è facile liberare un appartamento anche con l’inquilino moroso).
Quindi ci vuole tempo , molto tempo perchè il valore degli affitti si leghi al trend del valore degli immobili.
– In un sistema metastabile sovrasaturo di liquidità non circolante l’immobiliare potrebbe ritornare a rappresentare un asset robusto per cui , se da un lato la riduzione del risparmio, la difficoltà di accesso al credito e la tassazione eccessiva tendono a deprimere l’investimento immobiliare, nel medio termine le cose potrebbero cambiare in modo significativo.
Oggi, rispetto al valore teorico di mercato, il patrimonio immobiliare rende si e no 1% netto ma chi ha il valore nelle case non sta li a guardare il borsino due volte al giorno per vedere come va il suo patrimonio e decidere se può permettersi iPhone5 che il 4S è datato.