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GIU’ LE MANI DA ALCIDE DE GASPERI!
” Fa gola l’eredità di Alcide De Gasperi. Soprattutto quando le elezioni sono ad un passo e diviene ineludibile l’esigenza di trovare un mastice, un ombrello simbolico sotto il quale trovare un riparo. Più che il De Gasperi politico qui è in gioco la suggestione del personaggio, il richiamo ad un tempo storico in cui l’uomo delle istituzioni era in sintonia con il sentire popolare, lungimirate nella visione nazionale ed estera, a suo modo persona di cultura.“ Corriere del Trentino Simone Casalini.
Una volta Alcide scrisse che ” sono molti che nella politica fanno solo una piccola escursione, come dilettanti, ed altri che la considerano e tale è per loro, come un accessorio di secondarissima importanza. Ma per me, fin da ragazzo, era la mia carriera, la mia missione.”
Nell’ottobre del 1947, al Congresso della Cooperazione di Roma disse che se non si hanno amici, persone adatte a dirigere una cooperativa di consumo, di lavoro è meglio non farla.
“ Per esperienza passata, io vi dico, andate adagio. Se non avete disponibilità di uomini, aspettate, e quando avrete uomini onesti e capaci, uomini solidi, uomini diritti, lasciateli un po’ fare. Lo sforzo principale, e lo avete già presente, è la formazione di uomini adatti; e la formazione deve essere più che tecnica, morale perché più che la formazione tecnica deve valere la formazione morale. Bisognerebbe essere sicuri di uomini che prendono in mano la cosa pubblica, altrimenti mille cooperative che vanno male non ne valgono una o dieci che vanno bene.
E questo vale per qualunque gestione del bene comune, per la gestione della Democrazia. Oggi l’ Europa e non solo l’Italia, al di la delle questioni tecniche o macroeconomiche di sostenibilità di questa pseudo comunità europea, dicevo oggi ci sarebbe estremo bisogno di uno statista, di una visione lungimirante.
Abbiamo bisogno di una nuova stagione politica, di una nuova classe politica, di una nuova formazione politica.
Sono parole sue, proprio di Alcide De Gasperi: “la differenza tra un politico e uno statista sta nel fatto che il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni”.
Sabato alle 18 a Pieve Tesino presso le scuole elementari, la fondazione proporrà una lectio magistralis sulla politica economica degasperiana affidata a Stefano e Vera Zamagni. http://www.degasperitn.it/it/progetti/lectio/1492
Ma qui veniamo al punto, ovvero giù le mani da Alcide De Gasperi…
… nella lista degli invitati non sarebbe stato inserito Gianfranco Fini. Presidente della Camera dei deputati e alleato di Casini nell’ormai defunto Terzo Polo. Sembra che il leader di Futuro e Libertà si sia risentito. E così, per poter partecipare all’evento ma allo stesso tempo evitare la brutta figura dell’ospite non gradito, avrebbe trovato un furbo escamotage. Fini sarà in Trentino per commemorare De Gasperi, ma non domenica. Piuttosto un giorno prima. Il presidente di Montecitorio parteciperà sabato pomeriggio alla lectio magistralis organizzata dalla Fondazione De Gasperi a Pieve Tesino (città di nascita del primo presidente del Consiglio della storia Repubblicana). Il Corriere del Trentino svela i dettagli dell’operazione. «Fini ha fatto chiamare la Provincia annunciando la sua presenza alla vigilia (…) Il presidente della Camera parlerà dieci minuti, imitato (la cosa non era prevista) dal governatore Dellai». Il dubbio è lecito. Andare in Valsugana sarà sufficiente per farsi aprire le porte del grande listone dei moderati a cui sta lavorando Casini? LINKIESTA
Come direbbero i fiorentini, cosa c’entra il culo con le quarant’ore… Per chi non lo sa, l´origine di questo modo di dire fiorentino è attribuita ad un incidente avvenuto in una chiesa fiorentina, durante l´esposizione solenne del Santissimo Sacramento, pratica conosciuta col nome di “Quarant’ore”. Nella chiesa gremita di fedeli sembra che una donna, avvenente e formosa, si sentisse toccare affettuosamente da uno che le stava dietro. Alle sue rimostranze, il colpevole cercò di spiegarle più con i gesti che con le parole che l´aveva fatto senza malizia, a causa del pigia-pigia: “Sono le Quarant’ore!”, bisbigliò candidamente.L´onesta popolana ribattè indignata ed a voce concitata: “Cosa c´entra il culo con le Quarant’ore”. E dal suo punto di vista, non aveva torto!
Non credo serva aggiungere altro ma per concludere una sintesi! Se vogliamo uscire da questo inferno, prima che sia troppo tardi come dice il buon Taleb… A coloro che guidavano uno scuolabus bendati (e l’hanno sfasciato) non dovrebbe essere mai più permesso di guidare un altro scuolabus. L’establishment economico (università, autorità di regolamentazione, funzionari governativi, economisti al servizio di varie organizzazioni) ha perso la propria legittimità a seguito del fallimento del sistema. Sarebbe imprudente e insensato da parte nostra se ci affidassimo alle capacità di questi esperti per uscire da questo caos. Al contrario, bisogna individuare le persone intelligenti e con le mani pulite.
Chissà forse è veramente giunto il momento che il cambiamento provenga dal basso dalla società civile, basta mummie politiche o riciclati dell’ultima ora, basta fessi che alimentano il potere dei furbi…
L’Italia di cui Prezzolini parlava sessanta anni fa e rimasta la stessa. un paese dove “l’intelligente è un fesso anche lui”; dove “il furbo non usa mai parole chiare, e comanda non per la sua capacità ma per l’abilità di fingersi capace”; dove “i fessi hanno dei principi, i furbi soltanto dei fini”; dove “in generale il fesso è stupido, perché se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo”; dove “ci sono i fessi intelligenti e colti che vorrebbero mandare via i furbi, ma non possono: primo, perché sono fessi; secondo, perché gli altri fessi sono stupidi e non li capiscono”; dove ” per andare avanti ci sono soltanto due sistemi: il primo è leccare i furbi; il secondo – che riesce meglio – consiste nel far loro paura; infatti, non c’è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere, e non c’è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e l’associazione con altri briganti alla guerra contro questi “.
Si potrebbe citare a lungo questa diagnosi, che resiste al tempo, alla moda, ai trasformismi. Ma il lettore ha capito e saprà continuare da solo, e aggiornare queste parole con volti e con fatti, con situazioni e vicende, che perpetuano – sessant’anni dopo – l’Italia di sessanta anni fa. Ciò che interessa, qui, è precisare che la generazione di Prezzolini sbagliò tutto: vedendo la soluzione nel fascismo, cioè nell’uso fatto dai furbi della disperazione che nasce nell’animo dei fessi quando si combattono tra di loro.
Mentre dobbiamo chiederci, adesso, quale sia la via d’uscita per impedire ai furbi di portarci nuove Caporetto, e per impedire ai fessi di regalare ai furbi nuove Vittorio Veneto.
Questo è il tempo della Consapevolezza … la verità è figlia del tempo! Avremo tempo e modo di parlarne in autunno alle conferenze di Icebergfinanza e chissà forse qualche sorpresa sarà possibile!
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http://www.bloomberg.com/news/2012-05-23/merkel-should-know-her-country-has-been-bailed-out-too.html
E infine c’è arrivata anche Bloomberg! Ma tutto questo Giannino non lo sa…..
Era giugno 2011 quando uno sconosciuto Icebergfinanza postava per la prima volta in Italia l’esposizione delle banche europee ai PIIGS via Banca dei Regolamenti Internazionali raccontando cosa in realtà accade nell’orgia subprime europea … Ma si serve Bloomberg un anno dopo per accorgersene… chissà forse e’ meglio lasciare il palcoscenico! Bloomberg – Nei milioni di parole scritte sulla crisi del debito in Europa, la Germania è in genere presentata come l’adulto responsabile e la Grecia come il figliol prodigo. La prudente Germania, dice la storia, è riluttante a salvare la Grecia scroccona, che ha preso in prestito più di quanto poteva permettersi e ora deve subire le conseguenze.
Vi sorprenderebbe sapere che in Europa i contribuenti hanno fornito alla Germania lo stesso sostegno finanziario offerto alla Grecia? Lo suggerisce un esame dei flussi monetari Europei e dei bilanci delle banche centrali.
Cominciamo con l’osservazione che non possono esistere dei debitori irresponsabili senza finanziatori irresponsabili. Le banche Tedesche hanno incoraggiato i Greci. Grazie anche ad una regolamentazione lassista, negli anni precedenti la crisi le banche Tedesche hanno accumulato delle esposizioni rischiose verso i paesi periferici dell’Europa. Al dicembre 2009, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, le banche Tedesche avevano accumulato crediti per 704 miliardi dollari verso Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna, molto di più rispetto al capitale complessivo delle banche Tedesche. In altre parole, hanno prestato più di quanto potessero permettersi.
Quando l’Unione Europea e la Banca Centrale Europea sono intervenute per salvare i paesi in crisi, hanno permesso alle banche Tedesche di portare i loro soldi a casa. Il risultato è che hanno salvato sia le banche che i contribuenti Tedeschi, i quali altrimenti, se i prestiti non fossero stati rimborsati, avrebbero dovuto sostenere le banche. A differenza di gran parte degli aiuti forniti alla Grecia, il sostegno alle banche Tedesche si è verificato automaticamente, in funzione della struttura dell’unione monetaria.
Come funziona
Ecco come funziona. Quando le banche Tedesche hanno ritirato i soldi dalla Grecia, le altre banche centrali nazionali dell’area dell’euro hanno collettivamente compensato il deflusso con prestiti alla banca centrale Greca. Questi prestiti apparivano sul bilancio della Bundesbank, la banca centrale della Germania, come crediti verso il resto dell’area dell’euro. Questo meccanismo, progettato per tenere in equilibrio la contabilità dell’area valutaria, ha reso più facile per le banche Tedesche uscire dalle loro esposizioni.
Ora la parte più scabrosa: diversamente dai crediti delle banche private, i crediti della Bundesbank sono solo in parte responsabilità della Germania. Se la Grecia ripudia il suo debito, le perdite sarebbero condivise tra tutti i paesi dell’area dell’euro, in base alla loro partecipazione nella BCE. La partecipazione della Germania sarebbe di circa il 28 per cento. In breve, negli ultimi due anni, gran parte del rischio insito nei bilanci delle banche Tedesche è stato spostato sui contribuenti di tutta l’Unione monetaria.
E’ difficile quantificare esattamente quanto beneficio la Germania abbia tratto dal suo piano di salvataggio Europeo. Un indicatore potrebbe essere l’importo che le banche Tedesche hanno ritirato dagli altri paesi dell’area dell’euro dall’inizio della crisi. Secondo la BRI, hanno ritirato 353 miliardi dollari dal dicembre 2009 fino alla fine del 2011 (secondo gli ultimi dati disponibili). Un altro sarebbe l’aumento dei crediti della Bundesbank verso le altre banche centrali dell’area dell’euro. Che equivale a 466 miliardi di euro ($ 590 miliardi di dollari) da dicembre 2009 ad aprile 2012, anche se questi dati riflettono anche i depositanti stranieri che hanno spostato i loro soldi nelle banche Tedesche.
In confronto, la Grecia ha ricevuto un totale di circa 340 miliardi di euro di prestiti ufficiali per ricapitalizzare le sue banche, rimpiazzare i capitali in fuga, ristrutturare i suoi debiti e aiutare il suo governo a sbarcare il lunario. Solo circa 15 miliardi di euro di questi presititi vengono direttamente dalla Germania. Il resto è tutto da parte della BCE, l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale.
Meglio preparati
Il cambiamento nell’esposizione finanziaria della Germania ha importanti implicazioni sul suo ruolo di leader nella risposta Europea alla crisi. Prima che le banche Tedesche riuscissero a ritirare i loro fondi, rischiavano di perdere un sacco di soldi se la Grecia fosse uscita dall’euro. Ora eventuali perdite saranno condivise con i contribuenti di tutta l’area dell’euro – in particolare la Francia, le cui banche sono ancora molto esposte verso la Grecia. Forse questo è quello che intendono certi funzionari Tedeschi quando dicono che l’area dell’euro è più pronta ad un’uscita della Grecia.
In definitiva, però, il costo di lasciar uscire la Grecia potrebbe ritorcersi sulla Germania. Se la corsa agli sportelli e le turbolenze del mercato costringessero anche Portogallo, Spagna, Italia e altri paesi a uscire dall’area dell’euro, le perdite potrebbero spazzare via gran parte del capitale delle banche Tedesche. Per non parlare del danno a lungo termine di una rottura dell’euro sulle esportazioni che guidano l’economia della Germania, e la possibile fine di un progetto Europeo volto ad evitare il ripetersi degli orrori di due guerre mondiali.
Per evitare un tale esito, con o senza la Grecia, la Germania dovrà accettare tutto ciò che ha finora rifiutato, e altro ancora. Compreso il consentire alla BCE il finanziamento dei debiti sovrani. L’area dell’euro ha anche bisogno di un meccanismo che trasferisca automaticamente il denaro verso i paesi in difficoltà, così come il sistema di pagamento che ha salvato la Germania – un elemento che gli economisti da tempo hanno indicato come cruciale per rendere l’area dell’euro un’unione monetaria praticabile. Come abbiamo sostenuto, un fondo comune per la disoccupazione potrebbe essere un primo passo verso una tale unione fiscale.
Quando il Cancelliere Tedesco Angela Merkel valuterà il prossimo passo da compiere nella crisi dell’euro – che potrebbe aiutare il ritorno alla crescita o, in alternativa, mettere a rischio la sopravvivenza dell’intera unione monetaria – dovrebbe tenere a mente che il suo paese è in debito con il sistema dell’euro tanto quanto la Grecia.
hei capitano. del tuo caro de gasperi ne parla oggi casini. un buono a nulla un totale incompetente. paragona più o meno de gasperi col servo monti. roba da vomito. leggi qui. http://www.asca.it/news-Governo__Casini__idee_Monti_e_De_Gasperi_in_prossima_legislatura-1187961-POL.html
ma come si fa a votare sta gente? bisogna essere psicopatici o totali imbecilli.
ora ci sarà meeting di comunione e liberazione. si….da che? figurati che questo mangia particole non ci sarà. a dir montagne di cazzate. sarà invitato anche il servo dei banchieri, mortimer.
nessuno gli tira uova marce in faccia? siamo veramente ridotti male.
by DORF
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abbiamo bisogno assoluto di uomini onesti come de gasperi. dove sono? per ora vi dò 3-4 nomi, più avanti altri.
1) nino galloni
2) andrea mazzalai
3) come mitico esempio: giacinto auriti
4) come antico esempio: manio curio dentato
by DORF