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INGHILTERRA … THAT’S TRIPLE-A OR DEPRESSION!

Scritto il alle 17:59 da icebergfinanza

E’ affascinante osservare come la leggenda metropolitane dell’austerità sta contaggiando anche gli inglesi…  

Le misure di austerità sono un male necessario. Il premier britannico David Cameron ribadisce così la propria strategia economica. Dopo lo schiaffo elettorale ricevuto la scorsa settimana nelle municipali, il primo ministro conservatore e il suo vice, il libdem Nick Clegg, hanno visitato assieme una fabbrica di trattori nell’est del Paese e hanno confermato di voler proseguire sulla strada intrapresa.

“Mi dispiace – da detto il premier parlando agli operai – ma non possiamo tornare sulla difficile decisione che abbiamo preso di tagliare la spesa pubblica per tenere sotto controllo deficit e debito. So che è dura, so che è difficile ma quando si ha un problema di debito l’unica cosa da non fare è continuare a ingrandire quel debito”. Euronews

Bisogna risalire almeno al marzo del 2011 per osservare il grido di allarme delle escort del senno di poi …

Secondo l’agenzia Moody’s il rating dell’Inghilterra corre seri rischi di essere declassato dall’attuale AAA. Moody’s in una nota odierna ha posto l’accento sui rischi che il rallentamento della crescita economica potrebbe generare sulle politiche governative per il contenimento del deficit di bilancio.

Secondo l’agenzia di rating “l”impegno del governo per ridurre il deficit è molto importante per il rating Aaa e l’outlook stabile”. (…) “Sebbene le prospettive di crescita economica più deboli nel 2011 e 2012 non mettano direttamente in dubbio il livello di rating della Gran Bretagna, riteniamo che un rallentamento della crescita unito ad un consolidamento di bilancio più debole delle attese potrebbe provocare un peggioramento dei parametri di debito, sino ad un livello che non sarebbe più compatibile con un rating Aaa”, ha concluso Moody’s.

Passa quasi un anno e qualcos’altro bisogna pur inventare, ora è la crisi europea che mette in crisi il Paese di carta per eccellenza…

 Londra è la base della speculazione che si muove a velocità telematica nel pianeta. Ma ora, ironia della sorte, rischia di essere travolta dagli stessi meccanismi che hanno aizzato le puntate di chi scommette sul fallimento degli Stati. Già, le società di rating Usa, che hanno assunto il ruolo di giudici ultimi della solidità finanziaria di società e di intere nazioni hanno messo un discussione il voto sul debito sovrano della Gran Bretagna. Nessun taglio alla «Tripla A» della regina Elisabetta ma solo l’accensione di un faro sul fatto che anche il paese d’Oltremanica non è immune dalla crisi del debito dell’eurozona. A sparare il primo colpo è stata ieri Moody’s nel rapporto annuale sul debito britannico, che non rappresenta un intervento sul rating del Paese, ma che spiega che l’aumento del debito, le deboli prospettive economiche e i rischi dell’eurozona mostrano che la Gran Bretagna «ha una ridotta capacità di assorbire ulteriori shock macroeconomici o fiscali senza effetti sul rating». Londra potrebbe così perdere il top dei voti come gli altri Paesi Ue. Certo il finanziamento più costoso del debito avrà un’incidenza sulle casse dello Stato inglese e potrà indebolire il corso della sterlina ancora più forte rispetto all’euro. Una circostanza che si tradurrà in inflazione importata per acquistare quei tanti beni che la Gran Bretagna non produce più. Sopportabile comunque. Resta il gesto, di lesa maestà, per un paese che oggi esporta gran parte dei servizi finanziari utilizzati nel mondo. Un taglio del rating non sarebbe gradito a chi gestisce uno degli snodi nevralgici del denaro nel mondo. E che continua a dispensare insegnamenti all’Ue. ( IlTempo )

Sino ad arrivare ai giorni nostri 

New York – Nel secondo trimestre l’economia britannica non ha registrato grossi miglioramenti, riportando una contrazione dello 0,2% e confermando che il paese attraversa il periodo piu’ buio degli ultimi 50 anni. E’ la terza flessione trimestrale consecutiva, che ufficializza il fatto che Londra sia entrata in una seconda fase di recessione, che insieme alla prima rende il momento piu’ prolungato di crescita sotto zero dal 1955, quando i dati sono stati raccolti per la prima volta. Probabilmente e’ la crisi economica piu’ grave dal Dopoguerra. L’ultima fase di duplice recessione si e’ vista negli Anni 70, quando l’economia doveva fare i conti con il caropetrolio e gli scioperi dei minatori. Tuttavia la fase no e’ durata solo due trimestri. Il paese e’ entrato in recessione tecnica nei primi tre mesi dell’anno, quando il Pil e’ calato -0,3%, dopo il -0,4% dell’ultimo trimestre 2011.

Chissà cosa avranno inventato per taroccare i conti delle olimpiadi!

All’improvviso … ecco il comunicato ufficiale di Moody’s…

Secondo l’agenzia Moody’s il rating dell’Inghilterra corre seri rischi di essere innalzato dall’attuale AAA all’inedito AAAA. Moody’s in una nota odierna ha posto l’accento sulle opportunità che il rallentamento della crescita economica potrebbe generare sulle politiche governative per il contenimento del deficit di bilancio e per il corrispettivo dei servizi offerti da parte della stessa agenzie di rating al governo britannico.

Se vi capita di incontrare ancora qualche oca giuliva che sui media o sui blog vi sussurra che Moody’s ha ragione da vendere, nessun problema è solo un pollo che si credeva un’aquila, travestito da oca del libero mercato!

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3 commenti Commenta
atomictonto
Scritto il 26 Luglio 2012 at 18:06

Ho letto su questi blog che dalla disperazione gli anglo-americani hanno messo in campo un nuovo soggetto di rating, tale Egan-Jones.
Più che in campo li hanno schierati al centro pista di fianco al domatore di elefanti ed al tizio con microfono, cappellone e giacca rossa con gli alamari. 8)

sturmer
Scritto il 26 Luglio 2012 at 22:41

I have a dream…

Perchè non facciamo a meno dei buffoni?

Premesso che ritengo almeno utile una agenzia di rating, tanto per avere una valutazione della solvibilità dei vari paesi…

… perchè non ne creiamo una open source?

Perchè non facciamo quello che si è fatto con linux o con openoffice???

Senza pressioni politiche, senza influenze da parte delle lobbies…

Una costruzione condivisa… partendo da una base contabile condivisa da operatori indipendenti nei vari paesi… così da definire in maniera univoca i confini da esaminare, il come esaminarli…

… e così glielo mettiamo nel ….. una volta per tutte…

PORTELLO
Scritto il 27 Luglio 2012 at 19:06

sturmer@finanza,

ottima idea…io ci starei a far parte del progetto

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