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DISOCCUPAZIONE AMERICA: TUTTO INASPETTATAMENTE IMPREVEDIBILE!

Scritto il alle 08:31 da icebergfinanza

No c’è nulla di più affascinante e misterioso del mondo della finanza e dell’economia, un mondo popolato qutidianamente da gatti e volpi che assistono innocenti ingenui che si affidano ancora al campo dei miracoli per seppellirvi la loro fiducia e la loro speranza.

Ormai sono oltre cinque anni che seguiamo la tempesta perfetta e regolarmente la speranza viene sostituita dall’inaspettatamente imprevedibile di un gruppo di giornalisti, analisti ed economisti che formula aspettative ottimistiche o pessimistiche regolarmente spazzate via dalla realtà. Eppure basterebbe leggere i dati o comprendere le dinamiche di fondo, ma la maggior parte di questi illuminati è circondata da conflitti di interesse che a seconda di dove tira il vento fanno uscire pensieri ed analisi che confondono il buon senso, gatti e volpi che troveranno sempre qualche burattino ad ascoltarli.

In America. la leggenda metropolitana del decoupling ovvero la possibilità dell’economia americana di estraniarsi da quello che sta accadendo in Europa tirando l’economia mondiale fuori dal baratro, venerdi mattina mentre i figli dell’inaspettatamente imprevedibile si aspettava chissà quale meravigia, mettendo in guardia dalle aspettative positive scrissi che …Oggi l’America conoscerà revisioni negative per quanto riguarda la crescita del mercato del lavoro dei mesi precedenti.

Non ci voleva poi molto per comprendere che era la solita illusione statistica, UNA RONDINE NON FA’ PRIMAVERA e ancora E’ TUTTA UNA SORPRESA

L’allarme occupazione torna negli Stati Uniti. Il mercato del lavoro americano ha frenato bruscamente in maggio creando soltanto 69 mila nuovi occupati, meno della metà dei 155mila attesi e il dato più debole in un anno. Il tasso di disoccupazione è contemporaneamente aumentato a sorpresa, all’8,2% dall’8,1%, e ancor peggio ha fatto il tasso di disoccupati, sottoccupati e lavoratori marginali, balzato al 14,8% dal 14,5 per cento. Lo shock occupazionale – nel primo trimestre l’economia era riuscita a creare in media 226mila posti di lavoro al mese – ha allungato dense ombre sulla salute dell’intera ripresa statunitense e ha scosso le piazze finanziarie (…) La brutta primavera dell’economia americana, hanno ammonito gli analisti, è frutto di più ostacoli, non solo domestici. Il contagio della bufera europea si allarga: dai 17 Paesi della moneta unica è giunto ieri un pessimo dato sulla disoccupazione, salita in aprile al record dell’11 per cento. (…)  Il governo ha ridimensionato anche i posti di lavoro creati in aprile, 77mila anziché 115mila. Marco Valsania – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/13L1D0

Negli ultimi due mesi le revisioni hanno visto sottrarre altri 50.000 posti di lavoro a questa illusione americana e le revisioni sono fondamentali soprattutto se sino ad oggi erano positive. Seguitele potrebbero evidenziare un clamoroso cambiamento di tendenza e cancellare  molti posti di lavoro prodotti dalla fantasia nei mesi scorsi.

Se si contano i lavoratori disoccupati scoraggiati, coloro che lavorano a tempo determinato a part-time per ragioni indipensdenti dalla loro volontà ( in America si è considerati occupati anche per una sola ora di lavoro al giorno …) quelli che dopo quattro settimane che non cercano più lavoro e spariscono nel nulla  la disoccupazione salirebbe ben oltre il 15 % e quella ufficiale sarebbe ben oltre il 12 %, ma i numeri sono fantasia nell’economia americana.

Ma certo questa battuta di arresto shock è tutta colpa dell’uomo nero, l’Europa, tutto così inaspettatamente imprevedibile al punto tale che anche un bambino avrebbe compreso che ormai l’intrconessione delle economie è tale che non c’è scampo!

L’altro uomo nero, Obama si è messo a strillare che è tutta colpa dell’ Europa ma dimentica che questo inferno l’hanno scatenato loro e che le loro banche d’affari e gli hedge fund stanno divertendosi ad accendere cerini nella santabarbara europea, JPMorgan docet!

Ovviamente poic’è sempre qualche noioso e ripetitivo professore all’americana, figlio della scuola di Chicago, come Zingales che si affretta a ricordare come…

(…) condividere il peso del debito tra i Paesi che ne hanno di più (come il nostro) e quelli che ne hanno meno (principalmente la Germania).
Se qualcun altro paga i nostri debiti, perché no? Si può discutere sulla probabilità che Monti riesca a convincere i tedeschi a questa soluzione (per me pressoché nulla), ma non si può discutere sul fatto che i tedeschi, se anche dovessero accettare, chiederebbero pesanti contropartite. L’illusione italica che l’aiuto straniero venga senza alcun costo veniva già stigmatizzata da Manzoni nell’Adelchi: «E il premio sperato sarebbe a quei forti, sarebbe, o delusi, rivolger le sorti di un volgo straniero por fine al dolor?» In questa contingenza l’Italia deve trovare una soluzione da sola. Se poi l’aiuto straniero viene, ben venga, ma almeno lo possiamo trattare da un punto di forza e non di debolezza.

Il nostro principale problema è un debito difficilmente sostenibile. È inutile che cerchiamo di scaricare la colpa sulla speculazione malvagia, il nostro è un problema reale. di Luigi Zingales – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/3MqYQ

A parte il fatto che il debito della Germania in termini assoluti è il più alto d’Europa oltre 2200 miliardi e quello compessivo ovvero, Stato, Famiglie, Banche e Imprese non molto lontano da nostro, quelli di Chicago non ci arrivano proprio a comprendere che non si tratta di speculazione buona o cattiva, ma di quattro idioti che giocano con i soldi di altri, aggravando una situazione già al limite dell’insostenibile, distruggendo paesi come la Grecia o imprese come i private equity o i vulture funds. Ma non c’è nulla da fare, il loro fallimento ideologico se lo trascineranno sino alla tomba. Più è evidente e più loro lo negheranno!

Siamo in una debt deflation, siamo in una depressione umana purtroppo la dinamica del lavoro mondiale e soprattutto occidentale è strutturalmente cambiata e non rimane che la via della redistribuzione anche se vi urleranno nelle orecchie che bisogna crescere, crescere e ancora crescere.

Peccato che promettere ciò che non è possibile ottenere oggi significa anche mentire!

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