ITALIA : LA PARABOLA DEI FESSI E DEI FURBI
Giovanni Prezzolini, giornalista scrittore ed editore italiano di vecchia memoria scrisse nel 1921 nel suo ” Codice della vita italiana ” che …” L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono.”
Certo sino a ieri era cosi ma oggi i furbi dovrebbero incominciare a preoccuparsi!
Rileggetevi con attenzione questi passi senza dimenticare che oggi la parabole dei fessi e dei furbi non vale solo per il nostro Paese ma in maniera più soffisticata è nascosta nel Destino Manifesto che riguarda il mondo intero, del quale parleremo al momento opportuno.
Gli sciacalli e gli avvoltoi che stanno divorando il nostro Paese, politici e amministratori, corrotti e collusi, a destra e a sinistra al centro sotto e sopra, sono solo lo specchio di un Paese che purtroppo appare quotidianamente nella sua devastazione antropologica, nel crepuscolo di un impero che non è solo locale ma mondiale.
Poi attraverso i media e la rete la parobola dei furbi che aiutano i fessi si amplifica nel conflitto di interesse di chi scrive, utilizzando la menzogna e la paura
Questi sono solo fessi che ci credono furbi ma che in realtà sono solo avidi burattini plasmati da un destino manifesto, fragili fessi ai quali l’ambiente ha distrutto quel poco di materia cerebrale che riescono a contenere.
L’Italia è in guerra e Prezzolini si arruola volontario. Svolge l’incarico di istruttore delle truppe. Dopo la disfatta di Caporetto fa domanda per andare al fronte. Nel 1918 è con gli arditi sul monte Grappa e sul Piave.
Francesco Cavallari giornalista e scrittore italiano scrisse che … Infatti, mentre incombeva la più grande tragedia del risorgimento nazionale, mentre tutto crollava e mentre tutti scappavano, Prezzolini ebbe il coraggio di lanciare una teoria e di formulare una previsione.
L’Italia, disse, è un paese fondamentalmente costituito da furbi e da fessi. I furbi comandano, arricchiscono, sbagliano, perdono, mandano allo sbaraglio i fessi. I fessi
combattono, lavorano, accettano, lottano, sono persino capaci di morire per la patria.
Pertanto, siccome i furbi hanno prodotto Caporetto, e siccome resta sempre una immensa riserva di fessi, è facile prevedere che i fessi verranno mandati al fronte, che accetteranno ancora una volta di combattere, che si faranno uccidere, e che alla fine riusciranno a vincere.
Né Prezzolini aveva torto. La sua teoria funzionò, e con essa la previsione. Passate poche
settimane, cessò la Caporetto dei furbi. Puntualmente si verificò l’immancabile Vittorio Veneto dei fessi.
Il lettore avrà già capito che tra tutte le storie del Natale ’79 si deve scegliere l’ultima, che riassume le altre. Infatti, il teorema di Prezzolini è sempre valido, comprese le sue famose enunciazioni.
L’Italia di cui Prezzolini parlava sessanta anni fa e rimasta la stessa. un paese dove “l’intelligente è un fesso anche lui”; dove “il furbo non usa mai parole chiare, e comanda non per la sua capacità ma per l’abilità di fingersi capace”; dove “i fessi hanno dei principi, i furbi soltanto dei fini”; dove “in generale il fesso è stupido, perché se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo”; dove “ci sono i fessi intelligenti e colti che vorrebbero mandare via i furbi, ma non possono: primo, perché sono fessi; secondo, perché gli altri fessi sono stupidi e non li capiscono”; dove ” per andare avanti ci sono soltanto due sistemi: il primo è leccare i furbi; il secondo – che riesce meglio – consiste nel far loro paura; infatti, non c’è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere, e non c’è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e l’associazione con altri briganti alla guerra contro questi “.
Si potrebbe citare a lungo questa diagnosi, che resiste al tempo, alla moda, ai trasformismi. Ma il lettore ha capito e saprà continuare da solo, e aggiornare queste parole con volti e con fatti, con situazioni e vicende, che perpetuano – sessant’anni dopo – l’Italia di sessanta anni fa. Ciò che interessa, qui, è precisare che la generazione di Prezzolini sbagliò tutto: vedendo la soluzione nel fascismo, cioè nell’uso fatto dai furbi della disperazione che nasce nell’animo dei fessi quando si combattono tra di loro.
Mentre dobbiamo chiederci, adesso, quale sia la via d’uscita per impedire ai furbi di portarci nuove Caporetto, e per impedire ai fessi di regalare ai furbi nuove Vittorio Veneto.
Dopotutto, il meccanismo violenza – autoritarismo è sempre pronto a scattare facendo leva sulla stanchezza, sul terrorismo, sul timore del peggio; e impaurisce un “ordine” che viene proposto ai fessi attraverso” l’associazione dei furbi con altri briganti “.Che fare, allora, sessant’anni dopo? Che fare mentre il Natale 1979 riporta gli stessi problemi
del Natale 1919? Che fare mentre il paese rivive la sua permanente tragedia dei
furbi e dei fessi? Probabilmente, la risposta non è nel gioco degli schieramenti che si perpetua, nel sofisticato intrigo dei furbi che si consuma a Roma, nel bigliardo politico che si gioca usando vecchi tabù contro una classe lavoratrice sempre esclusa (per una ragione o per l’altra) dal governo del paese.
Probabilmente è nel capire che non va solo chiesto ai ” fessi ” di combattere a
Caporetto. Infatti, il prossimo Natale sarà forse troppo tardi. Potremmo
scoprire che non si torna indietro lungo la strada intrapresa, in un’Italia dove
il “sistema” sembra poggiare sui soliti “due sistemi” di Prezzolini.
Primo, essere cortigiani dei furbi. Secondo (come gli scandali dimostrano), fargli
soltanto paura per essere chiamati a dirigere e comandare in una associazione
perpetua di finti fessi e di furbi veri che si strizzano l’occhio. Diciamo pure: in un succedersi di disfatte – vittorie e di vittorie – disfatte che impediscono al ” paese reale ” di nascere, cioè di avere finalmente il proprio Natale. FrancescoCapalbo
Cosi scriveva appunto Francesco Cavallari nel 1979. Anni in cui l’Italia era allo sbando, la politica assente, anni disperati con una pressione fiscale impressionante e un’inflazione che viaggiava sui 20/22 percento di media. Erano gi anni del crack Ambrosiano di uno scandalo che travolse anche la Banca d’Italia, dove per ottenere un prestito si poteva arrivare sino a pagare interessi del 30/35 % mentrei furbi spopolavano aumentando i prezzi e evadendo le tasse.
Oggi la politica ma non solo è piena di furbi che si credono intelligenti! Fanno finta di portare avanti riforme elettorali o altre meraviglie politiche ma quando arriva il momento di rinunciare al saccheggio del Paese attraverso rimborsi elettorali già incassati attraverso cartolarizzazioni che addirittura arrivano a gonfiare le casse di partiti che non esistono più, i furbi giocano alle tre carte!
In cuor loro sanno che i fessi si indignano ma stanno a guardare!
Ve lo ricordate il principio di Peter che abbiamo già visto tempo fa dove i furbi o coloro che si ritengono tali utilizzano un manipolo di psicopatici per affascinare i fessi.
Qualcuno crede che solo la politica o la finanza siano in grado di alimentare il flusso dei furbi che amministra il fallimento della democrazia e della libertà ma in realtà sono le corporation e le oligarchie che fanno il lavoro migliore…
Magnifica caricatura del mondo delle aziende scritto da Laurence Peter e Raymond Hull ben 40 anni fa, quel piccolo capolavoro torna a essere di attualità esplosiva. Il teorema di base, detto appunto il principio di Peter, è questo:
“In una gerarchia, ognuno tende a salire fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza”.
Secondo Sutton serve a illustrare l’ascesa al potere della Superclasse che governa il capitalismo mondiale. “Avendo conquistato posizioni nelle quali sono destinati a fallire – sostiene Sutton – cominciano a usare un arsenale di tattiche per dissimulare la loro incompetenza.
Distraggono l’attenzione dai loro errori spostando sistematicamente la colpa su altri.
L’inganno diventa lo strumento per creare l’illusione di un progresso.
Oggi noi siamo sommersi da una marea di imposture, create da quel modo di pensare e di agire”.
Sono felici del disastro economico che sono riusciti a realizzare, con profitti enormi e con nuovi ruoli di consulenza nei governi su come prevenire tali disastri economici.
Si potrebbe proseguire ad oltranza ma prima serve maggiore Consapevolezza di quello che in realtà sta accadendo per evitare che i furbi usino i fessi per raggiungere sempre e comunque i loro obiettivi.
Senza dimenticare che ultimamente, l’antica arma della delegittimazione anche nei confronti di Icebergfinanza torna ad essere lo strumento preferito dei furbi!
Ah… dimenticavo! Questo è il tempo nel quale essere teneri come le colombe e astuti come i serpenti
Qualcuno sta svelando i veri obiettivi del governo dei cosiddetti tecnici…..
http://goofynomics.blogspot.it/2012/04/lo-scopo-inconfessato-della-riforma-del.html
Eh quanta preoccupazione in Bersani e Vendola per un 7.2% dato nei sondaggi a Grillo e il movimento 5 stelle, addirittura Vendola che gli da del Populista ahahahah roba da ridere da qui all’eternità. Il Sanitario Vendola. E ancora non hanno visto nulla, questi personaggi pensano di parlare per il popolo senza capire che sarà il popolo a parlare con loro, che verranno scacciati come il catrame dal mare in tempesta. Addirittura Bersani ha scomodato la polis greca per giustificare l’attuale impianto di finanziamento pubblico dei partiti bocciato già per via referendaria dagli italiani, da sempre ignorati dal palazzo, già come se Lusi fosse di un altro partito e lui non lo conoscesse, sui temi che riguardano il palazzo e i suoi costi andrebbe reso vincolante e non consultivo il parere referendario. Lo stesso Di Pietro sa bene che il parere referendario è solo consultivo e li si in uno slancio populista propone referendum piuttosto che proporre la restituzione dei soldi presi dal suo partito per i rimborsi elettorali. Lasciamo poi perdere pareri sulla Lega e Milano o Varese o Venezia Ladrona. Nel frattempo il Paese si ritrova sotto attacco dei soliti ignoti, ma a questi signori cosa importa?? Le loro tasche sono gonfie come quelle degli evasori che loro condannano ma con i quali alla fine condividono le responsabilità della situazione che tutti i cittadini onesti,e ormai stanchi ma pronti al cambiamento, sono costretti a subire.
Buon vento a tutta la Ciurma e al sempre grande Capitano.
Il Fringuello
Gran bel articolo Capitano Andrea.
Credo proprio che sia per i motivi da te descritti che ogni tanto mi sveglio alla notte in preda agli incubi che mi dicono……….stai attento che te lo stanno mettendo in quel posto !!!!! hehehehe.
Il Cuculo (http://icebergfinanza.finanza.com/2012/04/13/time-out/#comment-33238)
Il tuo commento è condivisibile ed in particolare questa parte:
Certo esistono cose e cose , inutilità di vario grado, ma quando a causa della crisi sento affiorare fondamentalismi essenzialisti, minimalisti, mi sento “pigliato dai turchi” .
E’ di un nuovo umanesimo che abbiamo bisogno di un rinascimento
Non di solo pane vive l’uomo, e chi è ridotto a vivere di solo pane non è più un uomo.
Ma non vorrei che a forza di giocare con le parole si perda l’orientamento.
Dal frutto del mio lavoro (guadagno) mi viene sottratto, fra tasse e imposte, minimo un 50-60%, su quello che rimane, se lo spendo, altre imposte mi sottraggono un altro 20-25%, se invece lo risparmio la “truffa monetaria” mi sottrae un altro 50% se và bene……………..per caso in nome del nuovo rinascimento devo chiedere l’elemosina per le strade per vivere decentemente ??????
CHissà…forse… se me lo chiedessero PER FAVORE potrei rinunciare anche al 100% del frutto del mio lavoro.
Un saluto
SD
direi che il principio di peter si applichi meravigliosamente a monti.
Gianni z.
Propongo il verbo DISERBARE…non andare a votare significa DISERBARE questa classe politica..
come fanno i giardinieri con le erbe infestanti.
saluti 😛
Io continuo ad essere molto scettico sul fatto che ci sia un “complotto” , credo che le leggi della fisica agiscano bene anche in economia.
In fisica esistono due tipi di sistemi:
Quelli che tendono naturalmente all’equilibrio e quelli che tendono naturalmente al disequilibrio creando i presupposti per un riaggiustamento repntino.
I primi sono sistemi a feedback negativo i secondi a feedback positivo.
nei sistemi economici la disuguaglianza degli attori tende a renderne alcuni più potenti di altri, la maggior potenza di questi soggetti economici tende ad aumentare ulteriormente la disuguaglianza in un feedback positivo che può essere periodicamente interrotto solo da eventi violenti.
Oggi , per qunato vi si tenti, il sistema economico è troppo complesso per essere governato, è come cercare di governare le tempeste, non si può, non c’è abbastanza energia a disposizione
To barrai mi ha publicato: be adesso ho avuto la risposta definitiva che cercavo,la tragicomica e’ che credo controlli sistematicamente i commenti del blog ,come che ha detto qualcuno: schizzofrenico………
saluti
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Sottopongo all’attenzione dei lettori di IcebergFinanza una intervista rilasciata recentemente dal professor Bruno Amoroso. Mi sembra un’analisi acuta, originale e in gran parte condivisibile. Da notare le micidiali stilettate con cui attacca Mario Draghi.
A proposito di Draghi, sarebbe interessante verificare quanto ci è costata, in termini di mancata strategia industriale e di prezzi da autentica svendita, la sua regia (nell’occasione coadiuvato, tra gli altri, da Giavazzi e Monti) delle privatizzazioni degli anni ’90. Io penso che manchino all’appello almeno 200 miliardi di euro (tenendo conto degl’interessi pagati negli anni successivi a causa della mancata riduzione del debito, la cifra può essere tranquillamente raddoppiata)
http://www.abruzzoweb.it/contenuti/il-professor-amoroso-leuro-unidea-folle–monti-rovina-litalia/470744-327/