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GRECIA: FURORE!
Chi non ricorda il film di John Steinbeck, il mitico Furore la storia della famiglia Joad, che costretta dalla siccità e dalla miseria, causata anche dalle manovre speculative delle banche, deve abbandonare l’Oklahoma per tentare la fortuna all’Ovest.(…) A compiere il viaggio sono tre generazioni delle quali la madre, che è la vera anima del gruppo familiare, cerca positivamente di diffondere su tutti la serenità e quando il figlio Al le chiede, all’inizio del viaggio: Wikipedia
«“Mamma non hai dei brutti presentimenti? Non ti fa paura, andare in un posto che non conosci?” Gli occhi della mamma si fecero pensosi ma dolci.”Paura? Un poco. Ma poco. Non voglio pensare, preferisco aspettare… Quel che ci sarà da fare lo farò…”[1] » |
Uno non ha un’anima per sé solo, ma un pezzetto d’una grande anima, che è la grande anima di tutta l’umanità. Quindi… Che cosa, Tommy?
Quindi non importa, perché io non potrò mai morire. Io sarò dovunque, dovunque ci sia un uomo. Dovunque ci sia un uomo che soffre e combatte per la vita, io sarò là. Dovunque ci sia un uomo che lavora per i suoi figli, io sarò là. Dovunque il genere umano si sforzi di elevarsi, coi ricchi e coi poveri, in questa comune aspirazione di continuo miglioramento, e dove una famiglia mangerà le frutta d’un nuovo frutteto, o andrà a occupare la casa nuova, là mi troverai.
La madre di Tom Joad nel film di Steinbach sussurra..Siamo vivi. Siamo il popolo, la gente, che sopravvive a tutto. Nessuno può distruggerci. Nessuno può fermarci. Noi andiamo sempre avanti.
La vita rende cattivi, mamma disse Tom alla madre!.
Vi confesso mi vengono i brividi soprattutto ascoltando le dichiarazioni di questo pensionato greco…
(TMNews) – “Le cose cambieranno. Faremo sacrifici ma sopravviveremo. Sopravviveremo, è sicuro. Siamo sopravvissuti per quasi 5.000 anni e sopravviveremo ancora”.Andreas è un pescivendolo in pensione. Il suo è uno dei tanti volti della nuova povertà in Grecia. Fa la fila insieme ad altri ex impiegati, commercianti, pensionati, davanti alle mense pubbliche per avere un piatto caldo.Andreas, che se la cava con l’inglese, racconta di non aver ricevuto la pensione per cinque mesi e ora non riesce più neanche a comprarsi da mangiare.”Questo cibo è buono e fresco, e aiuta molte persone povere, me incluso”.Molti però a differenza di Andreas si vergognano di essere in coda alla mensa dei poveri e non vogliono essere ripresi neanche con la telecamera. Come Alexander, un uomo di 72 anni, che accetta di parlare solo se non inquadrato. Dice che la sua famiglia era proprietaria di due negozi di abbigliamento ad Atene poi la crisi li ha portati via “La gente – dice – non può più permettersi abiti firmati”.All’estero tutti pensano che la crisi finanziaria greca sia un problema di debito pubblico, ma dall’interno la situazione sembra completamente diversa. In coda alle mense dei poveri oggi ci sono persone che appena un anno fa erano come tutti gli altri europei: avevano case di proprietà, un lavoro fisso, facevano spesa al supermercato. Poi di colpo il loro standard di vita è precipitato sotto il peso della crisi. E’ questa la realtà della tragedia greca dei giorni nostri. TMNews
Si questa è la realtà nascosta che spesso e volentieri televisioni e giornali non vi fanno vedere, l’altra faccia della medaglia che qualche esaltato iperliberista si rifiuta di osservare come abbiamo recentemente visto! Icebergfinanza continuerà a condividere con Voi la dimensione ANTROPOLOGICA di questa crisi, debito, fondi, default, crescita, austerity e balle varie passano in secondo piano di fornte alla sofferenza dell’uomo qualunque siano le sue colpe!