UNICREDIT: UH OH CHI SI RIVEDE…BLACK ROCK!
Probabilmente alcuni di Voi ricorderanno il post di Giugno all’inizio della tempesta perfetta “made in Italy” quando all’improvviso all’unisono quando il mondo si apprestava ad andare in vacanza, agenzie di rating, giornali finanziari e fondo di investimento incominciarono a bombardare il nostro Paese con analisi e report al limite della decenza… ILLUMINISMO FINANZIARIO !
L’Italia è più a rischio di Ungheria ed Irlanda, uno dei paesi salvati dal default dall’Unione europea. Questa è l’opinione degli analisti del fondo americano Blackrock che ha recentemente creato un nuovo indice sul rischio sovrano che monitora 44 paesi. Nella classifica dei meno stabili, la società colloca ai primi posti Grecia e Portogallo definendo i loro debiti pubblici “insostenibili”. Seguono poi Venezuela, Egitto, Italia, Ungheria e Irlanda. (…) Come mai il nostro paese, che pure vanta rating decisamente migliori dei paesi che affianca nella classifica, viene giudicato in maniera così negativa?
(,,,) L’opinione degli analisti del fondo americano, che gestisce asset per oltre 3000 miliardi di dollari, è che dati “classici” come rapporto debito pubblico/Pil non bastino da soli a misurare la situazione dei conti pubblici di un paese.
Occorre prendere in considerazione altri parametri, come ad esempio lo “spazio fiscale”. Questa voce – si legge nel report di Blackrock – misura quanto il debito pubblico di un paese è vicino a raggiungere la soglia dell’insostenibilità e quanto imponenti sono le misure che dovrebbe mettere in atto per riportare il debito sotto controllo. Si tratta in sostanza di un parametro che misura i margini a disposizione per un governo per mettere in atto le manovre correttive necessarie a evitare un default. ( … abbiamo visto poi alla fine come è andata a finire con i margini di manovra che non avevamo, analisti da strapazzo! )
L’Italia, che in queste settimane sta varando un’imponente manovra finanziaria per arrivare al pareggio di bilancio nel 2014, ha uno spazio fiscale limitato secondo gli esperti del fondo americano. In primo luogo perché ha un calendario delle scadenze dei titoli di stato non proprio favorevole. Nei prossimi due anni – fanno notare – andrà a maturazione il 43% del totale del corposo debito italiano. (…)
Ora ti viene il dubbio che ci sia stato un errore di trascrizione, ma in realtà questa è la versione originale in inglese dove i simpatici americani incominciano definendoci un caso interessante per il loro nuovo approccio…
” Another interesting case framed by this approach is Italy. At 101% of GDP, its net debt is extremely high for a country with its fundamentals and term structure (it needs to roll approximately 43% of its GDP in debt over the next two years), so its proximity to distress is far from grounds for comfort…
Come poi abbiamo visto in realtà la percentuale del 43 % non era nelle carte da nessuna parte e non lo è tuttora, ma si sa per innescare la miccia tutto va bene nell’universo delle statistiche di Trilussa soprattutto quando ci sono i polli che lui tanto amava!
Ma i polli sono anche coloro che credono alla recente versione di Black Rock a proposito di Unicredit…Crollo di Unicredit, ci mancava solo l’ “errore” di Blackrock
Mistero su Blackrock. Il colosso americano prima dice di aver dimezzato la sua quota in Unicredit lo scorso 27 dicembre, poi ritratta affermando che in realtà non si trattava di una riduzione della partecipazione «a livello aggregato». Una vicenda sulla quale la Consob ora vuole vedere chiaro per verificare eventuali violazioni della normativa sull’abuso di mercato. Era uno scherzo: Blackrock non ha abbandonato Unicredit. Stando al consueto aggiornamento Consob sui cambiamenti nelle partecipazioni rilevanti delle società quotate del 2 gennaio scorso, il il gigante americano del risparmio gestito era sceso dal 4,024 all’1,71% di Piazza Cordusio, in data 27 dicembre. Oggi invece il regolatore fa sapere che Blackrock, lo scorso 6 gennaio, ha inviato una rettifica confermando la sua quota al 3,09 per cento. Una quota formata da molteplici fondi che evidenziano quotidianamente dei piccoli scostamenti in base all’operatività dei loro portafogli, poi compensati a livello aggregato.
E qui nasce l’inghippo, poiché – spiegano da Blackrock – l’ufficio legale centrale della società ha erroneamente preso un’operazione sul capitale per una riduzione della partecipazione complessiva nell’istituto guidato da Federico Ghizzoni. Una vicenda incredibile. La colpa, insomma, sarebbe dell’ufficio legale presso il quartier generale newyorkese della società, incaricato di comunicare a Consob. La quale ora sta conducendo degli accertamenti per verificare eventuali violazioni della normativa sull’abuso di mercato – in questo caso si tratterebbe di aggiotaggio.
Dal canto suo Unicredit ribadisce in una nota che la notificazione «non avrebbe dovuto essere effettuata in quanto derivante da una operazione societaria e non da una riduzione della partecipazione detenuta a livello aggregato». «I soliti furbetti anglosassoni» commentano dai corridoi della banca. Sono le tempistiche a non convincere: sebbene la rettifica sia arrivata il 6 gennaio, quindi prima dell’avvio del periodo di sottoscrizione dell’aumento di capitale, sono in molti a ritenere che gli americani abbiano venduto lunedì per poi ricomprare ieri a sconto, visto il rimbalzo di azioni e diritti andato in scena ieri. Una cosa però è certa: la notizia dell’uscita di un socio rilevante nella compagine azionaria della banca era stata interpretata da analisti ed esperti come un brutto segnale, che può aver contribuito alle ondate di vendite che hanno affossato il titolo nei giorni immediatamente precedenti al via dell’operazione.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/crollo-di-unicredit-ci-mancava-solo-l-errore-di-blackrock#ixzz1jJNkG1dF
Si potrebbe dire che la verità è pericolosa quando non assomiglia a un errore, ma in realtà oggi la verità è pericolosa comunque! Gli italiani che investono in ….Black Rock ora lo sanno!
Ma di questo ed altro ne parleremo nel post in preparazione la prossima settimana, per tutti gli amici e sostenitori di Icebergfinanza, ANNO 2012:L’ESPLOSIONE DEL DEBITO! per coloro che lo vogliono sostenere anche economicamente, osserveremo da vicino probabili iceberg e stelle polari del 2012, un anno che passerà alla storia in una maniera o nell’altra, un anno decisivo per la futura intensità della tempesta perfetta, una tempesta che ci accompagnerà ancora per qualche anno, al di là dell’immaginazione dei mercati finanziari e della gente comune. ORIZZONTE 2012…SENZA DIMENTICARE LA STORIA!