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IL BUIO DELLA DEMOCRAZIA!

Scritto il alle 06:00 da icebergfinanza

 

Chi legge Icebergfinanza dal lontano gennaio del 2007, ben prima degli albori della tempesta perfetta, sa che l’espressione “socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti” usata più volte nei nostri post non è altro che la sintesi del sequestro della Democrazia e della vita sociale di intere comunità, da parte di una certa finanza composta da un gruppo di esaltati, assolutamente razionali nel perseguimento del massimo risultato spesso attraverso diffuse frodi e manipolazioni.

Fanno decisamente tenerezza tutti coloro che si prodigano a spiegarci questa crisi attraverso dinamiche economico/finanziarie, politiche, raccontandoci quotidianamente la favola del rischio sistemico, di istituzioni troppo grandi per fallire, magari in buona fede, senza specificare che in questa crisi troppi interessi non si sono assunti la responsabilità dei loro fallimenti.

Il problema va ben oltre un manipolo di esaltati che non ha pagato in alcuna maniera (… anzi se ne sono andati sommersi da una cascata di buone uscite) la mancata responsabilità sociale dei loro comportamenti, ben al di là di oscure presunte sette di banchieri o istituti finanziari che sembra controllino le dinamiche economico/finanziarie globali.

Il problema è nell’azzardo morale permanente che continua ad incoraggiare il rischio e l’esaltazione di un manipolo di uomini che ama identificarsi nella “mano di un dio minore ” il loro, quello dell’avidità e del profitto, senza il quale il mondo dovrebbe estinguersi disintegrandosi in un olocausto finanziario.  
 
Come ho più volte sottolineato questa crisi finanziaria doveva essere risolta sin dall’inizio seguendo la soluzione nordica della nazionalizzazione, invece di continuare a tenere in vita entità finanziarie fallite, veri e propri parassiti sociali, facendo pagare ai loro azionisti ed obbligazionisti il prezzo del fallimento del loro investimento.

Se guardiamo a quanto è successo esclusivamente in Europa per dare una dimensione vera alle cifre, secondo il rapporto della Commissione Europea denominato “State Aid Scoreboard” uscito nel maggio di quest’anno sono stati stanziati la bellezza di 4.575.000.000.000.di euro dai governi europei tra liquidità e garanzie più o meno implicite.

Certo tutti aiuti indipendentemente che si tratti di economia reale o istituti finanziari soggetti a presunti criteri di ammissibilità, come la destinazione mirata dell’intervento, proporzionata allo scopo, senza discriminazione, dove non sussistano abusi o distorsioni del mercato o della concorrenza.

Anche perché se qualcuno non lo ha ancora compreso, la favola del rischio sistemico ha distorto in mercato, la concorrenza, dove le cicale offrono la luna e le formiche debbono subire l’ultimo canto di una serie di istituti ritenuti troppo grandi per mettersi a lavorare seriamente, senza speculare sulla carta straccia che la finanza ha contribuito a creare in questi anni.

 Non ha poi tutti i torti il vecchio Volcker, ex governatore della Federal Reserve quando sostiene che la migliore invenzione della finanza negli ultimi decenni è stato il bancomat.

Ma mi fermo qui per non andare oltre e per condividere con Voi il pensiero di un lettore di un quotidiano locale che ben riassume il pensiero mio e di tanta gente comune che piano, piano sta uscendo da un letargo epocale, che ha addomesticato la consapevolezza e la coscienza della gente comune!

I cittadini non paghino per gli errori delle banche. Gli aiuti dell’Europa agli istituti che rischiavano il fallimento hanno sottratto fondi allo stato sociale e alle vere priorità degli stati.
Un’ingiustizia verso i cittadini che avrebbe potuto essere evitata, come ha fatto l’Islanda. Tra l’ottobre 2008 e l’ottobre 2010, la Commissione europea ha approvato aiuti per le banche per 4.589 miliardi di euro. Gli aiuti sono un sostegno concesso alle imprese da autorità pubbliche
con denaro pubblico; sono accordati in base a decisioni amministrative, fondamentalmente anticoncorrenziali e opache, sulle quali i cittadini non sono consultati. Senza saperlo il
contribuente europeo è coinvolto nello sforzo, al limite della legittimità, di salvare le banche dal fallimento. In realtà il contribuente non si limita a pagare delle imposte, è anche un cittadino.
E il cittadino ha dei diritti e non solo dei doveri. Prima di partecipare al salvataggio di banche indebitate e sull’orlo del fallimento, e prima di associarsi ai rischi che comportano le loro operazioni poco chiare, il cittadino deve avere la certezza, o quanto meno la speranza, che i suoi diritti siano garantiti. Accettiamo di pagare le tasse perché ci aspettiamo che lo stato finanzi adeguatamente il sistema educativo e sanitario, l’ordine pubblico, la giustizia e la difesa. I deficit imposti a questi sistemi dalla scelta di destinare i capitali al salvataggio delle banche indeboliscono il senso del dovere dei cittadini nei confronti delle imposte. Non piace a nessuno pagare le tasse per poi vedere che lo stato le utilizza per colmare i buchi neri di un sistema finanziario guidato (ancora oggi) dal principio «greed is good» («la cupidigia è un bene»). Partecipiamo al finanziamento dei sistemi di sicurezza sociale perché ci
aspettiamo che, quando sarà il momento, questi sistemi ci aiuteranno con prestazioni sociali e finanziarie a uscire da una situazione difficile o a condurre una vita decente in caso di
invalidità, di malattia, di maternità, di infortunio e così via.
Queste prestazioni sociali, finanziate molto tempo prima con i nostri contributi, sono più importanti della necessità di salvare un sistema finanziario. Le banche e i loro creditori, compresi i possessori di obbligazioni, devono sostenere i rischi dei cattivi investimenti.
Si tratta di professionisti del settore, che sanno valutare il rischio di un investimento e le condizioni per assumerlo; di conseguenza non possono e non devono essere protetti.
L’Irlanda non ha accettato di lasciar fallire le sue banche, le ha salvate pagando
per loro circa 60 miliardi di euro (portando il deficit al 32 per cento del pil). Adesso è lo stato a essere sull’orlo del fallimento, e i creditori non sono più i cittadini irlandesi.
Al contrario, l’Islanda ha accettato di far fallire tutte le sue banche. In questo modo i loro debiti sono stati sostenuti dai loro creditori. Gli islandesi non sono stati direttamente colpiti
da queste misure, anche se hanno subito comunque le conseguenze della crisi.
L’Islanda inoltre ha organizzato un referendum con il quale i cittadini hanno respinto il salvataggio delle banche. La popolazione non si è lasciata impressionare da espressioni come
«too big to fail» (troppo grande per fallire), concepite per strumentalizzare l’opinione pubblica.
All’epoca il loro presidente aveva detto:«Come possiamo obbligare la gente a pagare per gli errori compiuti delle banche?».
È una domanda che tutti i leader dovrebbero farsi, sia in Italia che altrove. ( G.V.)

Ma vorrei fare un altro passo nella direzione dell’economia reale, tralasciando questa volta la finanza. Ho letto ieri sul Sole24Ore che gli imprenditori, alcuni imprenditori sono con Marchionne, “ha ragione il mondo accelera, difficile competere senza svolte”.

Fantastico no, il mondo accelera e quindi…più consumi, più investimenti, più produzione, più credito, più finanza, più tutto quello che sino ad oggi è stato semplicemente un’orgia che nessuno ama abbandonare.

Rilassiamoci ragazzi, tutto cambia nulla è per sempre uguale, se a qualcuno avanza tempo, tra le mille inutili tavole rotonde ed interviste che confluiscono quotidianamente in un oceano di parole che lasciano il tempo che trovano, c’è una piccola questione, una piccola grande dinamica da ristrutturare completamente e si chiama “redistribuzione dei redditi” anche se da fastidio a molti sentirne l’eco lontano che si avvicina. 

24 commenti Commenta
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 08:31

 I cittadini non paghino per gli errori delle banche…….

Un’ingiustizia verso i cittadini che avrebbe potuto essere evitata,…..

E il cittadino ha dei diritti e non solo dei doveri. ….(un piccolo dettaglio dimenticato)

:«Come possiamo obbligare la gente a pagare per gli errori compiuti delle banche?».
È una domanda che tutti i leader dovrebbero farsi, sia in Italia che altrove. ( G.V.)

Semplici concetti duri da “attecchire”…ma sappiamo anche perchè…
E allora…
E' giunto il tempo che le cose Cambino….

Per il resto è già stato detto tutto…anche troppo e per troppo tempo..si…”un oceano,”…un vortice di “ parole che lasciano il tempo che trovano…”

..Il "vento dei fatti gemeva…Ricorda…."

Buona giornata
Valentina

p.s..Bel post Capitano, Grazie!

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 10:11

Ricapitoliamo:

Gli stati danno garanzie finanziarie ad istituzioni in forte difficoltà a causa della svalutazione degli attivi titoli tossici illiquidi, etc.etc.

Le garanzie devono essere iscritte a bilancio quindi in qualche modo diventano una "liability" per lo stato.

La comunità finanziaria comincia a domandarsi se lo stato in questione mantiene il suo rating di solvibilità, un po' a ragione, un po' per convenienza si decide che il rating è peggiorato quindi lo stato in qestione per rifinanziarsi deve remunerare maggiormente il rischio dell'investitore.

Il maggior onere sul debito ricade immediatamente sulle spalle dei cittadini.

–> socializzazione delle perdite.

Cosa possono fare i cittadini?

Alcuni possono decidere di partecipare, ovvero di acquistare i tioli di stato a maggior rendimento, facendo rientrare da una parte ciò che inevitabilente uscirà dall'altra. I rischi sono molto meno elevati di quanto i rendimenti possano suggerire in quanto è ritenuta eventualità remota ed improbabile che uno stato europeo venga lasciato andare in Default (si chiama speculazione nel senso più deteriore del termine).
E per quanto se ne discuta accademicamente ed argutamente il programma di "Euro uninstall" non è stato scritto.

Questi sono comunque la fascia più alta della popolazione, quelli che possono investire in attività finanziarie e che hanno e continuano a generare risparmi.

Per gli altri ci sono solo i costi

—> divaricazione ulteriore della forbice sociale.

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 11:18

Ciao andrea, sono preoccupato per il mercato dei bond, nonstante i dati macro no siano brillanti, tra il sostegno della fed all'equity, e con qualche raggio nell'economia ( subito enfatizzato alla grande, vedasi aumento delle vendite di ieri, peccato che nessuno abbia evidenziato come le vendite di carburanti siano aumentate mese su mese del 4% ), ma èp così che funziona, la curva dei tassi soprattutto nel tratto medio della curva dai 5 ai 10 anni continua a salire traendo linfa da quanto sopra, eppure l'obiettivo della fed non era un altro? e cioè tassi bassi per sostenere l'economia? a breve il mutuo a 30 ancorato al decennale usa sfondera la soglia del 5%, senza considerare le perdite che la fed sta accumulando nel suo bilancio ben 8 mld di usd sugli acquisti di bond effettuati recentemente, fino a quando potrà andare avanti questa farsa? con dati macro negativi sul fronte sussidi e occupoazione la curva non scende, oggi verrà diffuso il dato sull'inflazione core e domani il dato settimanale sui sussidi, non oso immaginare cosa potrebbe succedere nel caso questi dati fossero peggiori del previsto per l'inflazione e migliori per i sussudi, squilli di trombe per non perdere il treno della mega ripresa,
Spero tu riesca a rispondermi presto e chiarire questi miei dubbi, oggi la mia scelta di investitore in bond mi fà sentire un fesso in disarmo nei confronti dei mercati, soprattutto quello dell'equity.

ciao roberto

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 13:19

Non averne a male, ma la ridistribuzione dei redditi, anche se giusta e corretta, applicata ora, farebbe partire un inflazione e devastante.
Roberto Monza

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 13:44

Guardate che l'inflazione è già ripartita alla grande…è solo qui che non la vedete…vi faccio esempi concreti?
Taglio di capelli da 13 euro a 15 euro pagati ieri (in un mese 2 euro in più)
Bombola del gas da 44 euro a 47 euro pagata 2 ore fa…
Gia ma questo non conta nulla contano i grafici….

Aggiungo case che non scendono di una virgola e piuttosto di vendere le tengono chiuse….

Il mercato si regola da solo ahahahahahahaha

Massimiliano da Vicenza

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 14:25

Roberto…troppa emotivita’ di breve termine anche quando il Tbond era al 4 % quest’anno si urlava la fine dei bond poi abbiamo visto quello che e’ accaduto. Ora qualcuno ha deciso di riflettere la sensazione di crescita qualcun altro il fantasma dell’inflazione altri ancora la fine del mondo. Il sistema finanziario e’ sottopatrimonializzato ed insolvente il mercato immobiliare depresso l’occupazione strutturalmente cambiata e per questo motivo c’e ancora qualche anno di tempo prima di un cambiamento nelle tendenze dei tassi. Ma si sa in molto dimenticano e si fanno attrarre da chi urla di più Nel prossimo post dedicato a chi ha contribuito o vorrà contribuire liberamente al nostro viaggio andremo in profondità alla questione con un’analisi dettagliata nei minimi particolari. Massimiliano io pago sempre 10 euro il taglio dei capelli e sto osservando scendere lentamente ed inesorabilmente il prezzo delle case poi ognuno vive e vede ciò che accade intorno a lui a seconda della sensibilità e consapevolezza Andrea

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 15:06

Che i tassi ufficiali rimarranno fermi per parecchio lo si è capito (l'exit strategy delle banche centrali non esiste come non esiste la ripresa tanto decantata da ormai più di un anno). Che i prezzi dei bond (USA ed Europa) rimangano questi mi sembra ingenuo. Più passa il tempo ci si renderà conto che tutto questo debito accumulato non è sostenibile ed alla prima ritrutturazione/haircurt/default come lo volete chiamare, non ci sarà più la coda a sottoscrivere queste obbligazioni ed i bond medio lunghi in circolazione perderanno valore. Vedremo..
Junka

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 15:11

Suggerisco a Massimiliano e ad Andrea di cambiare barbiere, dato che il mio da 10 euro e' passato a 8.

😀

Saluti
Phitio

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 16:50

Un presidente barbiere. Ecco quello che ci vuole 😀

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 17:07

Phitio,
secondo me il tuo barbiere ha fatto molto male ad abbassare il prezzo, posso ben capire di non alzarlo , ma oggi non c'è alcuna ragione per cui un barbiere che vende praticamente solo "valore aggiunto" riduca il suo prezzo. (a meno che nel frattempo non ti siano caduti tutti i capelli per cui lo sconto lo fa a te perchè deve lavorare molto meno).
Supponendo che sia uno "bravo e svelto" che faccia 3 clienti all'ora e che riesca a riempire il suo tempo per il 75% il tuo barbiere incassa € 35.000/anno = non ci vive.
Salvo che
– il locale sia di sua proprietà
e
– non rilasci ricevuta e quindi lavori in nero.

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 17:17

Montecristo:

Ma  come  c'è  arrivato  lo  sp500   a   questi  livelli  1243,incredibile veramente  incredibile  da  666  a   1243  .Penso  che  per  capodanno  gli  Usa    raggiungeranno   i  14  trilioni  di  debito,sicuramente  stapperanno  lo  spumante,chissà  che  botto!.Ma  poi  vedi  questa   mody   che  pensa  a  declassare   gli  stati  europei  e  non  guarda  in  casa  proria   .
Meno  male  che  le  nostre  banche   dovevano essere  le  più  solide!  e  se non  fosse  stato  così   Unicredit  quanto  valeva ora?  Non  so  voi  ,maio  quando  sento  dire  che  la  situazione   è  solida    mi  viene  il  panico  .Comunque   a  parte  gli  scherzi   qui  la  situazione  si  fa  molto  ma  molto  seria  e   pseriamo  che  non  scoppi  una  guerra  civile.Saluti  a tutti.

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 18:16

Cuculo meglio 35000 euro all’anno meno tutto il resto che troppo piccoli da dover automaticamente fallire….debt deflation non dimentichiamo la realtà ….Phitio quando vado dal barbiere serve un decespugliatore difficile che a me facciano 8 euro hihihiiiiiii Andrea

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 18:27

Andrea,

senza offesa per i barbieri, ma questi rinetrano a pieno titolo nella categoria dei "poveri cristi" che si fanno un mazzo tanto per poco.

Io l'approccio dello state buoni se potete non lo voglio proprio accettare e l'HairCut (per restare in tema) deve essere fatto a partire da chi ha i capeli mooolto lunghi.

E non è vero che siamo in questa situazione perchè la massa ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità. I problemi li ha creati una % molto ristretta della popolazione.

Venga il giorno in cui i barbieri faranno la sfumatura bassa ai banchieri !

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 18:46

GEAB N ° 50 è disponibile! Crisi sistemica globale: Secondo Semestre 2011 – U. S. contesto europeo e catalizzatore – esplosione della bolla del debito pubblico occidentale

http://www.leap2020.eu/GEAB-N-50-est-disponible–Crise-Systemique-Globale-Second-Semestre-2011-Contexte-europeen-et-catalyseur-US-Explosion-de_a5617.html

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 18:46

GEAB N ° 50 è disponibile! Crisi sistemica globale: Secondo Semestre 2011 – U. S. contesto europeo e catalizzatore – esplosione della bolla del debito pubblico occidentale

http://www.leap2020.eu/GEAB-N-50-est-disponible–Crise-Systemique-Globale-Second-Semestre-2011-Contexte-europeen-et-catalyseur-US-Explosion-de_a5617.html

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 20:19

 Bel commento IlCuculo, #2 sintetico…essenziale…
già per gli altri….cosa ci sta….

…La persona responsabile è sempre disposta a rispondere delle sue azioni : “Si, sono stato io”.

…Ma anche la nostra libertà è una forza nel mondo, la nostra forza…

Siccome optare liberamente per certe cose in certe circostanze è molto difficile..allora è meglio dire che non c'è libertà per non dover riconoscere che si preferisce fare quello che è più facile: aspettare i pompieri o leccare le scarpe a chi ci schiavizza. Però nel fondo qualcosa non smette di dirci: “Se avessi voluto…”

“Ascolta, figlio mio, disse il demonio poggiando la mano sopra la mia testa…”(Edgar Allan Poe”)
(estratti da: Fernando Savater, Etica per un figlio”, Ed. laterza)

Buona serata…
Valentina

p.s per quanto riguarda i barbieri..f.orse avete pochi cappelli  da tagliare hihihi…tranne che per il Capitano che concordo…"il decespugliatore è d'obbligo"…hihihihihii

utente anonimo
Scritto il 15 Dicembre 2010 at 21:35

In Inghilterra oggi i prezzi al consumo sono usciti a +3.4% ma la sorpresa maggiore è stato il secondo indice dei prezzi al dettaglio che in Inghilterra calcolano ed è più onesto perchè include i prezzi degli immobili e riflette meglio un paniere di beni della famiglia media ed è stato +5.4%, inflazione sopra il 5% e questo è un indice che onestamente in Inghilterra usano per aggiornamenti di pensioni.

Che le case perdano valore è normale in un libero mercato in cui ce ne è sovrabbondanza, che in gergo si chiama ipercostruito.

Questi deflazionisti sono inscorreggibili

Scritto il 15 Dicembre 2010 at 21:52

Non c'è nulla da fare se l'inflazione ce l'hai nel sangue è inutile spiegare alla gente la differenza tra una debt deflation e un'inflazione da monopolio, inutile specialmente a determinate scuole di pensiero! Andrea

Scritto il 16 Dicembre 2010 at 00:25

tutto bene, come sempre, ma mi lascia un amaro in bocca ch enon vuole andarsene.
già.   la denuncia… non dovrebbero, diritti, ecc… vi riferite forse ai governanti ?
quelli che avete eletto qualche tempo fà sulla base di tante promesse, ed ora vi mettono nei guai ?
ma perchè è possibile tutto questo quando i nostri regimi, a detta di tutti , sono democratici ?ma democrazia non voleva dire proprio "potere del popolo " ?
ma c'è qualcuno che si domanda perchè questo accade ? dove sta la fregatura ?
troppe domande vero ?
beh…. io una risposta a tutte insieme queste domande ce l'ho…. e non è bella, ma voi ce l'avete ? o preferite rispondere ad una domanda per volta ?
prego. accomodatevi !

Scritto il 16 Dicembre 2010 at 00:27

ps. se da tutte le denunce chederivano da quell'articolo, non scaturisce almento una, dico una diagnosi e una prognosi, quante ce ne vogliono per averne almeno una ?

utente anonimo
Scritto il 16 Dicembre 2010 at 01:23

esiste pure la democrazia diretta.  in svizzera c'è da 100 anni.  basta che muoviamo il culo.  per alcune info si può legger qui.  http://ita.anarchopedia.org/democrazia_diretta  
volendo  anche qui.  sentite e leggete cosa dice il vicentino.  http://www.paolomichelotto.it/blog/category/democrazia-diretta-germania
non è tanto complicato.  poi c'è anche il reddito di cittadinanza, o come dico Io  reddito di esistenza.
 Persuasi che il reddito di cittadinanza sia una realtà realizzabile, giusta e positiva proponiamo, promuoviamo e sosteniamo, anche con questo sito, ogni iniziativa che permetta di offrire ai 60 milioni di cittadini italiani un reddito a scadenze regolari e a vita in grado di garantire una vita dignitosa, indipendentemente dalla prestazione lavorativa effettuata. 

Il reddito di cittadinanza è un reddito di base universale che va dato a tutti, senza alcun obbligo di attività, per una somma sufficiente ad esistere.

Questo reddito:

1) E' garantito dalla proprietà popolare della moneta

2) Rappresenta un diritto individuale

3) Garantisce la sussistenza

4) Non comporta nessun obbligo di lavoro

 Noi siamo per la proprietà popolare della moneta. Oggi la moneta nasce di proprietà della banca che la emette prestandola ai cittadini. Noi vogliamo che nasca di proprietà dei cittadini e che sia accreditata ad ognuno come “reddito di cittadinanza”. Giacinto Auriti

se volete ci hanno fatto sopra ben 10 tesi.  qui.  http://www.ecn.org/andrea.fumagalli/10tesi.htm

buonanotte.      DORF

utente anonimo
Scritto il 16 Dicembre 2010 at 01:23

esiste pure la democrazia diretta.  in svizzera c'è da 100 anni.  basta che muoviamo il culo.  per alcune info si può legger qui.  http://ita.anarchopedia.org/democrazia_diretta  
volendo  anche qui.  sentite e leggete cosa dice il vicentino.  http://www.paolomichelotto.it/blog/category/democrazia-diretta-germania
non è tanto complicato.  poi c'è anche il reddito di cittadinanza, o come dico Io  reddito di esistenza.
 Persuasi che il reddito di cittadinanza sia una realtà realizzabile, giusta e positiva proponiamo, promuoviamo e sosteniamo, anche con questo sito, ogni iniziativa che permetta di offrire ai 60 milioni di cittadini italiani un reddito a scadenze regolari e a vita in grado di garantire una vita dignitosa, indipendentemente dalla prestazione lavorativa effettuata. 

Il reddito di cittadinanza è un reddito di base universale che va dato a tutti, senza alcun obbligo di attività, per una somma sufficiente ad esistere.

Questo reddito:

1) E' garantito dalla proprietà popolare della moneta

2) Rappresenta un diritto individuale

3) Garantisce la sussistenza

4) Non comporta nessun obbligo di lavoro

 Noi siamo per la proprietà popolare della moneta. Oggi la moneta nasce di proprietà della banca che la emette prestandola ai cittadini. Noi vogliamo che nasca di proprietà dei cittadini e che sia accreditata ad ognuno come “reddito di cittadinanza”. Giacinto Auriti

se volete ci hanno fatto sopra ben 10 tesi.  qui.  http://www.ecn.org/andrea.fumagalli/10tesi.htm

buonanotte.      DORF

utente anonimo
Scritto il 16 Dicembre 2010 at 10:06

Cari signori, i veri barbieri sono sempre piu' rari, affogati in un mare di "stilisti del crine" destinati a chiudere ben presto bottega.

Il mio barbiere credo che abbia abbassato il prezzo della barba per attiarea piu' clienti, ma dato che e' un vero barbiere filosofo ( a proposito, io la barba me la rado da solo) ha anche aggiunto un paio di voci al suo carnet di prestazioni, tra cui la "rasatura filosofica" ( un euro in piu). 

Che sarebbe? Ma semplice: dato che lui e' un appassionato di filosofia, ti rade la barba mentre ti fa una vera e propria discettazione su un argomento filosofico a tua scelta.

Ma dove lo trovate un barbiere del genere? 😀

In ogni caso, se vivi di sole barbe certo che non vivi bene: per fortuna ci sono anche i tagli di capelli 😉

Quando mi ricapitera' di tornare da lui ( lui sta' nel mio paesello, e da lui ormai vado solo durante feste comandate) , mi faro' fare un bel taglio di capelli e l'argomento sara' sulla filosofia di  Diogene.

Saluti
Phitio

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