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ANCHE SE UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA, ALL'ORIZZONTE QUALCHE BUONA NOTIZIA!
In a report published in March by the Bank for International Settlements, economists Jacob Gyntelberg and Philip Wooldridge raised concerns that banks might report incorrect rate information. The report said that banks might have an incentive to provide false rates to profit from derivatives transactions. The report said that although the practice of throwing out the lowest and highest groups of quotes is likely to curb manipulation, Libor rates can still "be manipulated if contributor banks collude or if a sufficient number change their behaviour."
Questa preoccupazione che tempo fa venne evidenziata anche dal Wall Street Journal riporta il fatto che il LIBOR e l’EURIBOR non sono tassi reali di mercato, ovvero la testimonianza di un incontro tra domanda ed offerta su contratti reali, ma una dichiarazione di intenti su un tasso da applicare che lascia notevoli margini di discrezionalità e se vogliamo di manipolazione.
La composizione dell’ Euribor in verità è composta da un maggior numero di banche rispetto al Libor ma la sostanza non cambia.
Abbiamo visto in settimana un "vischioso" miglioramento delle condizioni del mercato del credito, attraverso la discesa del Libor e dell’Euribor, pure sul versante della commercial paper anche se le tensioni restano.
Come sottolinea Bloomberg …….Rates for one-month commercial paper fell to a three-week low after central banks joined forces to pump cash into money markets and government backed loans.
Average yields offered on the highest-rated commercial paper placed by dealers and due in 30 days fell 0.48 percentage point today to 3.45 percent, according to data compiled by Bloomberg. I rendimenti medi offerti sulla carta commerciale di maggiore qualità sono scesi a 30 giorni di quasi un 0,50 % con una riduzione dei tassi in un 0,83 % sino ai rendimenti di un mese fa.
Resta da osservare lo spread sulla carta commerciale A2/P2 non financial commercial paper che non accenna a rientrare.
Anche il TED SPREAD segnala un miglioramento scendendo intorno alla percentuale di 3,50 % dal picco in prossimità del 5 %. Da seguire ora il volume di liquidità messo a disposizione dalla Federal Reserve attraverso i suoi piani di sostegno al mercato come abbiamo già visto in precedenza.
Vi lascio con una piccola ma importante considerazione sulle parole di Guido Rivolta direttore di Borsa & Finanza:
" Il sistema creditizio è ricco di istituti di medie e piccole dimensioni, estranei ai pasticci della finanza globale, ricchi di liquidità e da sempre datori sull’interbancario. Queste banche a dispetto della garanzia di via Nazionale, i quattrini continuano a tenerli nelle tesorerie centralizzate, sia perchè la diffidenza è dura a morire, sia perchè, sotto sotto dalle disgrazie dei colossi per anni indicati come le punte di eccellenza del sistema i piccoli sanno di poter trarre qualche vantaggio ( il più immediato: sottrarre clientela ) (…) "
Al di là dei singoli episodi di eventuale sciacallaggio, nei confronti degli istituti in difficoltà, sarebbe ora che il mercato premiasse i comportamenti "virtuosi" il comportamento di tutti coloro che non hanno partecipato al gran Galà dei Derivati Internazionali, sarebbe ora che il mercato si accorgesse che in fondo "GLOBAL" non è più il trend dominante, ma che oggi "LOCAL" torna di moda.
Non si tratta di tornare al passato, nessun protezionismo sull’economia locale, non si tratta di riesumare una delle cause del protrarsi della Grande Depressione, si tratta di tornare a dare una giusta dimensione all’economia locale e alle realtà che la sostengono.
#1. Teoricamente le piccole banche non dovrebbero essere coinvolte in investimenti con prodotti porcheria ma ogni istituto ha una sua storia di investimenti e soprattutto prestiti(fidi). Con la recessione in atto bisognerà vedere passo passo come evolverà la situazione controllando in particolare l’andamento delle aziende affidate anche dai piccoli istituti bancari.
Piero.
Stella,
non credo si possa generalizzare perchè non c’è una risposta univoca; dipende da cosa vuoi fare: investire in azioni, depositare i tuoi risparmi, richiedere un fido o un prestito, sottoscrivere un’obbligazione?
Volendo, ogni tipo di operazione potrebbe avere un interlocutore diverso.
Semplificando…
Fino a fine 2009 sembra che le banche italiane (e quelle di altri paesi europei e qualcosa in USA) siano salve dal fallimento/bancarotta/default.
Depositi: c’è una buona garanzia (statale) per i risparmi depositati (quindi ben oltre i 100mila euri garantiti dal fondo ad hoc) indipendentemente dal loro ammontare. E questo vale anche per le obbligazioni di banche emesse fino alla fine del 2009 che, se non sbaglio sono sostituibili con titoli di stato…
Azioni: nonostante il rischio fallimento sia diminuito, non è totalmente escluso; in ogni caso potrebbe ridursi il valore unitario dell’azione e diluita la % di capitale rappresentata, con conseguenti minori utili da spartirsi tra più azioni (se ci sono). Per esempio, le grandi banche sono più esposte e hanno corsi più volatili, le piccole sono più soggette all’andamento dell’economia reale.
Fidi e finanziamenti: mi sa che tutte le banche, grandi e piccine, di questi tempi stiano tirando i remi in barca; forse le piccole, con più conoscenza del mercato locale, potrebbero concedere con relativa facilità il fido o il prestito, ma attenzione alle garanzie richieste.
Se ci sarà alta inflazione converrà avere un prestito a tasso di interesse fisso… ma chi può dire oggi cosa succederà l’anno prossimo ai tassi?
Credo che le casse rurali e artigiane siano fuori dal fondo di tutela interbancaria per i depositi, ma forse ne hanno uno loro.
Qualcuno ha conoscenze più precise?
Buona serata
Marco Colacci
🙂
#3 – Posso assicurare che le banche di credito cooperativo (ex casse rurali) hanno il fondo di garanzia. Per esserne certi, poichè qualche bcc potrebbe non averlo, si può controllare sul prospetto di emissione delle loro obbligazioni.
Piero
Sostenere Icebergfinanza?
SI’ !
E’ la sola risposta a questa domanda. Non ci sono nè ma nè boh.
E la motivazione è principalmente legata al perchè siamo qui:
quello che leggiamo in qualche modo ci torna “utile”.
Sia che ne condividiamo o meno il contenuto o le conclusioni, sia che amiamo o meno gli ideali che lo ispirano, sia che ci fidiamo o meno di quello che ci racconta, sia che abbiamo un fine speculativo o di tutela dei nostri risparmi, sia che ci serva solo ad imparare o sentire una voce differente, per qualsiasi ragione noi siamo qui in qualche modo stiamo utilizzando il “lavoro” altrui. IL SUO!
Il lavoro di Andrea, per quanto ci riferisca non essere la sua principale occupazione (ma di tempo ne deve assorbire veramente tanto) nè una sua fonte di reddito (una passione e gli ideali che la guidano non hanno prezzo), richiede impegno, dedizione, intelligenza e SOLDI.
Icebergfinanza è una grande fonte di informazioni, raccolta e sistematizzata in modo autonomo e libero per noi dal suo Autore. E l’informazione costa: abbonamenti, sottoscrizioni, iscrizioni a siti, documentazione di base…
Andrea ha anche deciso di “risparmiarci” la pubblicità e questo è un ulteriore segnale del rispetto che ha per i suoi lettori. In realtà, volendo e avendo tempo, potrebbe selezionare gli inserzionisti ed offrire un “servizio” con un potenziale valore per noi lettori e per gli inserzionisti. Bontà sua non lo ha fatto. Per quanto tempo resisterà? Dipende anche da noi.
Le fonti che utilizza Andrea sono lì, a disposizione di tutti, in bella mostra nella colonna di sinistra del blog, in ogni articolo è riportato il link al sito originario così che ognuno di noi possa imparare autonomamente a “trovare” un proprio percorso e i propri riferimenti informativi e a sviluppare una propria cultura economica e finanziaria, soprattutto pratica oltre che teorica. Lodevole condivisione!
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Grazie, Andrea.
Grazie a tutti voi che saprete accogliere questo invito a sostenere e condividere.
Un abbraccio ad Andrea.
Buona serata
Marco Colacci
🙂
Alcune banche di credito cooperativo hanno ratios patrimoniali doppi rispetto al sistema bancario principale e aderiscono al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi tutte le banche italiane (circa 300), ad eccezione di quelle di credito cooperativo aderenti al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo.
Fondo interbancario di tutela dei depositi
Sistema di garanzia dei depositanti costituito in forma di consorzio di diritto privato, e riconosciuto dalla Banca d’Italia, cui aderiscono le banche italiane diverse da quelle di credito cooperativo, avente lo scopo di garantire i depositanti delle consorziate entro limiti previsti (euro 103.291,38).
Il Fondo interviene, previa autorizzazione della Banca d’Italia, nei casi di liquidazione coatta amministrativa e amministrazione straordinaria.
Le risorse per gli interventi vengono corrisposte dalle banche aderenti successivamente alla manifestazione della crisi della banca (ex post), a richiesta del Fondo.
Il sistema di garanzie del Credito Cooperativo
Dal 2004, ed a prescindere dalle garanzie previste con il recente provvedimento del Governo, le Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, grazie all’esistenza del Fondo di Garanzia dei Depositanti e del Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti, offrono una tutela “doppia” ai propri clienti e depositanti rispetto a quella delle altre banche.
Credito Cooperativo: nasce il Fondo di Garanzia Istituzionale. Tutela “globale” per il risparmiatore cliente delle BCC
E’ stato costituito questa mattina a Roma il Fondo di Garanzia Istituzionale (FGI) del Credito Cooperativo.
Il Fondo realizza uno dei progetti più rilevanti definiti nell’ultimo Convegno Nazionale del Credito Cooperativo (Parma, dicembre 2005) per rafforzare la rete tecnologica ed organizzativa delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali. Si affianca al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo (FDG – del quale assumerà la funzione di prevenzione delle crisi) e gestirà, con una apposita sezione e fino ad esaurimento degli impegni in essere, il Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti (FGO).
Obiettivo del Fondo di Garanzia Istituzionale (FGI) è quello di tutelare la clientela delle oltre 400 Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen altoatesine salvaguardando la “liquidità e la solvibilità” delle Banche aderenti attraverso azioni correttive ed interventi di sostegno e prevenzione delle crisi.
Il FGI offre, in questo modo, una tutela “globale” per i risparmiatori clienti delle BCC in relazione a tutti i crediti che questi vantano nei confronti della propria banca. Tutela aggiuntiva a quella, obbligatoria per legge per tutte le banche, che limita la tutela dei depositanti alla somma di 103 mila euro.
Il FGI per obiettivi, caratteristiche e funzionalità, è una novità assoluta per il sistema bancario italiano. Rappresenta la più alta e più coerente, anche in senso mutualistico, forma di integrazione tra banche locali autonome ma inserite in un sistema “a rete”, in linea con le indicazioni della normativa europea (Basilea 2) che prevede la nascita di forme di garanzie incrociate per i “network bancari”, a beneficio dei risparmiatori e del mercato.
La costituzione del Fondo segue di pochi giorni l’auspicio del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi che, nel corso dell’ultima Assemblea della Associazione Bancaria Italiana, aveva parlato della necessità, per il Credito Cooperativo, di “proseguire il proprio impegno nella ricerca di soluzioni organizzative nuove, in grado di assicurare maggiore integrazione ed efficienza della rete, nel rispetto della autonomia dei singoli organismi”.
CARATTERISTICHE. DOTAZIONE. OPERATIVITA’.
Il FGI è costituito con la formula della adesione volontaria. “Consorziati fondatori” sono le 15 Federazioni locali delle Banche di Credito Cooperativo, mentre “consorziati ordinari” saranno le Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen che dovranno avanzare domanda di adesione al Fondo entro il prossimo 15 ottobre. Vi potranno aderire, oltre ai tre istituti centrali di categoria (Iccrea Banca, Cassa Centrale Banca, Raiffeisen Landesbank Sudtirol) anche le banche inserite nel sistema Credito Cooperativo e costituite in forma di società per azioni, ai sensi di Statuto.
Il FGI si avvarrà di risorse liquide e di impegni “a chiamata” per il perseguimento dei suoi obiettivi. La risorsa liquida iniziale è di 40 milioni di euro.
L’avvio di operatività del Fondo è previsto per i primi mesi del 2009.
GLI INTERVENTI DEL FGI.
Assumendo le funzioni di “prevenzione delle crisi” proprie dell’esistente Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, il Fondo seguirà l’andamento gestionale delle banche consorziate, avvalendosi di strumenti di monitoraggio dedicati. Sulla base di questa attività preventiva, il Fondo potrà definire una serie di azioni, che vanno da interventi preliminari con l’obiettivo di rimuovere gli elementi “potenzialmente pregiudizievoli” per la stabilità finanziaria della Banca, fino alla definizione di un vero e proprio piano di risanamento, con la determinazione delle risorse necessarie.
IL RATING DI SISTEMA.
NUOVE RISORSE PER L’ECONOMIA LOCALE.
Non saranno solo i risparmiatori e i depositanti, in via diretta, ad ottenere vantaggi dalla costituzione del Fondo, ma anche le comunità locali in senso più ampio.
Sulla base di un nuovo approccio che si va affermando presso le Agenzie internazionali di Ratings, infatti, i network bancari cooperativi che si doteranno di schemi di tutela istituzionale potranno ottenere “rating di sistema”. Più elevato per le banche di secondo livello (Iccrea Banca e Casse Centrali di Trento e Bolzano) e di un rating “floor” per tutte le BCC, Casse Rurali e Casse Raiffeisen aderenti, assicurando anche una gestione più efficiente dei flussi finanziari all’interno del sistema stesso (finanza di sistema).
In termini regolamentari (normativa di Vigilanza) il FGI consentirà il beneficio della ponderazione “zero” sulle esposizioni interne al network ai fini del calcolo del nuovo coefficiente prudenziale (Basilea 2), consentendo alle singole BCC, a fronte dei prestiti interbancari interni, di assorbire meno patrimonio e quindi di assicurare una migliore allocazione dei capitali attraverso una gestione più efficiente dei flussi finanziari.
Inoltre, la Commissione europea prevede di introdurre una ulteriore esenzione dei prestiti interbancari interni ai network, ai fini della normativa sui Grandi Fidi.
Si liberano quindi risorse a vantaggio dell’attività di intermediazione, a favore di soci e clienti e per il sostegno alle comunità locali.
Tutto ciò determinerà notevoli vantaggi, sia per le singole Banche, che per la loro clientela.
In particolare:
• Vantaggi di mercato (intesi come migliore accesso ai mercati finanziari da parte del Credito Cooperativo in termini di costo della raccolta, potendo contare su “rating” più favorevoli);
• Vantaggi relazionali e di reputazione (intesi come maggiore competitività e solidità);
• Vantaggi regolamentari (la possibilità di utilizzare criteri di vigilanza prudenziali più favorevoli).
Per il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, la costituzione del Fondo “conferma la modernità e l’efficienza di un sistema bancario che è stato sempre capace di darsi delle regole proprie, di “auto normarsi” individuando, nello specifico, “un importante punto di sintesi tra le esigenze di tutela della clientela bancaria, sempre più avvertite, con quelle del mercato e nel rispetto di una identità forte da far conoscere e riconosce
re”.
Roma, 25 luglio 2008
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Cioè sarebbe più sicuro spostarsi sulle piccole banche locali, magari le casse artigiane e rurali?
Stella