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MONDI ALTERNATIVI: COMMERCIO EQUO E SOLIDALE!
E un mercante disse:
Parlaci del Commercio.
E lui rispose dicendo:
La terra vi concede i suoi frutti,
e non saranno scarsi se solo saprete riempirvene le mani.
Scambiandovi i doni della terra scoprirete l’abbondanza e sarete saziati.
Ma se lo scambio non avverrà in amore e in generosa giustizia,
renderà gli uni avidi e gli altri affamati.
Quando sulle piazze del mercato voi,
lavoratori del mare dei campi e delle vigne,
incontrerete i tessitori i vasai e gli speziali,
Invocate lo spirito supremo della terra
affinché scenda in mezzo a voi a santificare le bilance e il calcolo,
affinché valore corrisponda a valore.
E non tollerate che tratti con voi chi ha la mano sterile,
perché vi renderà chiacchiere in cambio della vostra fatica.
A tali uomini direte:
"Seguiteci nei campi o andate con i nostri fratelli a gettare le reti in mare.
La terra e il mare saranno generosi con voi quanto con noi".
E se là verranno i cantori, i danzatori e i suonatori di flauto,
comprate pure i loro doni.
Anch’essi sono raccoglitori di incenso e frutta,
e ciò che vi offrono, benché sia fatto della sostanza dei sogni,
reca ornamento e cibo all’anima vostra.
E prima di lasciare la piazza del mercato,
badate che nessuno si allontani a mani vuote.
Perché lo spirito supremo della terra non dormirà in pace nel vento
sin quando il bisogno dell’ultimo di voi non sarà appagato.
( Kahlil Gibran )
Lo confesso sembrano parole di altri tempi, un profumo dimenticato nel tempo nel commercio di un presente dove vige la legge della concorrenza spietata in nome di un sistema che non ammette debolezze, non conosce il profumo dei rapporti umani, perle dimenticate nelle cooperative dei piccoli paesi o nella bottega di un luogo senza tempo.
Ma se lo scambio non avverrà in amore e in generosa giustizia, renderà gli uni avidi e gli altri affamati……….ecco in fondo il significato del commercio equo e solidale
" Il commercio equo e solidale, o fair trade, è una partnership economica basata sul dialogo, la trasparenza e il rispetto, che mira ad una maggiore equità tra Nord e Sud del mondo attraverso il commercio internazionale.
Il fair trade contribuisce ad uno sviluppo sostenibile complessivo attraverso l’offerta di migliori condizioni economiche e assicurando i diritti per produttori marginalizzati dal mercato e dei lavoratori, specialmente nel Sud del mondo."
Il commercio equo risponde a importanti linee guida:
- garantire ai piccoli produttori nel Sud del mondo un accesso diretto e sostenibile al mercato, al fine di favorire il passaggio dalla precarietà ad una situazione di autosufficienza economica e di rispetto dei diritti umani;
- rafforzare il ruolo dei produttori e dei lavoratori come primari stakeholders (portatori di interesse) nelle organizzazioni in cui operano;
- agire ad ampio raggio, anche a livello politico e culturale, per raggiungere una maggiore equità nelle regole e nelle pratiche del commercio internazionale.
………ma non si tratta solo in fondo dei piccoli produttori del Sud del Mondo, ma anche delle nostre realtà locali dove è possibile sostenere un commercio equo e solidale che dia origine ad attività imprenditoriali sostenibili e comunità o cooperative orientate ad r una maggiore crescita a livello umano e culturale, dove l’interesse reciproco porti ad un maggiore soddisfazione degli interessi personali.
E’ in sostanza una "formula" che permette una forma di commercio dove i prezzi vengono concordati in base ai costi di produzione dando quindi un corrispettivo equo al produttore con il fine di assicurare un’esistenza dignitosa, la stessa dignità umana di cui abbiamo tanto parlato in passato.
Inoltre questo tipo di commercio è sinonimo di qualità nel rispetto della produzione con alimenti o materie prime provenienti da luoghi spesso integri o addirittura da coltivazioni biologiche, nel rispetto delle tradizioni e della cultura dei popoli di riferimento
Non poteva mancare quindi in un contesto di economia alternativa in un commercio equo e solidale, una struttura di sostegno finanziario che accompagnando lo sviluppo sostenibile gettasse le fondamenta di una " Finanza Solidale" .
La finanza e l’investimento sono sempre stati misurati attraverso i parametri del rendimento, espresso in termini di tasso di interesse o remunerazione. Negli ultimi anni sempre di più si sta diffondendo una nuova cultura critica, l’investitore o il finanziatore sono alla ricerca di attività che rispondano a determinati requisiti di responsabilità sociale ed ambientale. Oggi il Consorzio ed i Soci Botteghe del Mondo che lo compongono coinvolgono oltre 21.000 soggetti, persone fisiche e giuridiche, che hanno deciso di investire risorse finanziarie come Soci e Soci Risparmiatori, sottoscrittori di Risparmio Sociale remunerato. Queste risorse hanno permesso la realizzazione di importanti investimenti destinati al consolidamento strutturale del Consorzio e delle Botteghe del Mondo, ma soprattutto, grazie al Risparmio Sociale, forniscono le risorse finanziarie necessarie per garantire un volume crescente di acquisti dai nostri partner del Sud del Mondo e al contempo realizzano due dei criteri del Commercio Equo e Solidale: il Prefinanziamento e il Pagamento Tempestivo (Credito Made in Dignity). Il Prefinanziamento come strumento di credito commerciale fornisce ai produttori le risorse per acquistare le materie prime, le sementi o gli altri materiali necessari alla produzione ed in molti casi li sottrae all’usura. Criteri, o meglio valori che orientano il nostro operare anche da un punto di vista finanziario. Un modo di attribuire significato alla finanza che è nato e che si muove all’interno del Commercio Equo e Solidale e che per questo chiamiamo Finanza Solidale. |
Il mondo del commercio equo e solidale non è solo rappresentato dal Altromercato, vi sono molti altri attori presenti sul territorio, si tratta solo di conoscerli e consapevolmente scegliere un’alternativa.
http://www.assobdm.it/modules/news/
Continuo a notare che argomenti alternativi non suscitano la stessa quantità di commenti ed interesse riservato ad altri argomenti del blog…chiunque creda anche solo per un istante in un’alternativa, lasci il suo segno, la sua impronta, se credete in un’alternativa che questa crisi ci stà offrendo, parlatene, condividetene l’essenza con i vostri cari, gli amici, i compagni di viaggio, di lavoro, di vita, urlate la possibilità di una via diversa, di una rotta diversa che parla di umanità, di sogni, di utopie, di rispetto, di condivisione, di convivenza, di fratellanza ed urlate tutto ciò nelle orecchie di coloro che vivono nell’apatia, nell’oblio di questo sistema e sorridono urlando a loro volta " nulla cambia, tutto è per sempre uguale", coloro che sorridono alle Vostre utopie che lentamente stanno diventando realtà, ma allo stesso tempo siatene testimoni nella vita pur con le nostre quotidiane debolezze!
Andrea
Semplicemente grazie, Gabriel!
Continuo a notare che argomenti alternativi non suscitano la stessa quantità di commenti ed interesse riservato ad altri argomenti del blog…chiunque creda anche solo per un istante in un’alternativa lasci il suo segno, la sua impronta, se credete in un’alternativa che questa crisi ci stà offrendo, parlatene, condividetene con gli amici, i parenti, compagni di viaggio, di lavoro, di vita, urlate la possibilità di una via diversa, di una rotta diversa che parla di umanità, di sogni, di utopie, di rispetto, di condivisione, di convivenza, di fratellanza ed urlate tutto ciò nelle orecchie di coloro che vivono nell’apatia, nell’oblio di questo sistema e sorridono urlando a loro volta ” nulla cambia, tutto è per sempre uguale”, coloro che sorridono alle Vostre utopie che lentamente stanno diventando realtà!
Andrea
A parte tutto non c’è molto da discutere o da commentare sui mondi alternativi. Mio povero nonno mi raccontava la solidarietà contadina degli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, quando le famiglie molto numerose non arrivavano a giugno con le riserve di grano (oggi alla terza settimana se hai posto di lavoro), tutti aiutavano queste famiglie e loro, a sua volta, restituivano. Si andava però ben oltre la sola restituzione, si creava fra queste famiglie una sorta di patto, promessa di aiuti futuri.
Forse molti non hanno compreso la portata di questa crisi, che nel mio pessimismo storico sarà affamante. Credo che mondi alternativi e rotte di comportamento vadano ricercate nel passato, nelle storie dei nonni, dei padri e delle azdore*.
*termine romagnolo che identifica la massaia capofamoglia che gestisce le risorse domestiche, la gestione familiare e soprattutto le scorte di grano in modo da arrivare alla fine del prossimo raccolto ( tipica della famiglia matriarcale)
l’attuale tipologia di mercato iper-libertario sta trasformando gli esseri umani in nemici. gli uni avversari degli altri, in nome del profitto.
una volta chi commerciava, viaggiava, aveva amicize ed era spesso un uomo colto e apprezzato. e nonostante questo faceva i suo sacrosanto tornaconto.
torneranno questi tempi, o avremo bisogno di nuove guerre di mercato (e di conseguenze di popoli, o meglio, di governi)?
non mi attendo una risposta, ma desidero rigraziare per un blog che parla di economia con termini umani, direi quasi umanistici.
Caro andrea, il fatto è che la fiducia nell’uomo l’ho persa quaclhe anno fa, e sinceramente a volte mi chiedo se il potere forte non abbia le sue ragioni, Essi a loro discolpa dicono, l’uomo deve essere controllato, o si autodistruggerebbe.
L’avidita dell’uomo è pericolosa, l’uomo forse non sa controllare se stesso, ma ha bisogno di essere controllato.
Un ex sognatore.
Sono anche io uno di quelli che non crede in un futuro di solidarietà.
Di recente ho letto un’analisi molto accurata sul settore volontariato, nelle sue forme, in Italia.
Ebbene, da qualche anno sta registrando un autentico crollo e sono moltissimi quelli che al sondaggio hanno detto che non prendono nemmeno per scherzo l’ipotesi di fare qualcosa gratis per gli altri. Ancora più paradossale il fatto che sono più gli ultrasettantenni impegnati che i giovani con meno di 30 anni.
La voglia di federalismo, ovvero l’apoteosi del “chi fa da sè, fa per tre”, spacciato come risolutore di tutti i mali, rappresenta per quanto mi riguarda la prova del nove..
Giuseppe
Sono parole bellissime.
Sono uno di quelli che legge e non lascia commenti, ma mi hanno toccato così in fondo all’anima che volevo farvelo sapere.
Mi hanno fatto sognare un mondo migliore e anche se è solo un sogno sento che questa sera la pizza che ho preparato avrà un altro gusto.
Ciao Lorenzo
Ciao a tutti,
un semplice commento, da ogni parte si legge che lavorare in team e’ vincente ect. etc. poi pero’ appena svoltiamo l’ angolo se il lavoro di squadra la chiamiamo solidarieta’ ossia aiutare il prossimo…bene allora mentalmente spesso ci sembra che la cosa non funzioni…ci avete fatto caso !
Non perdete MAI la fiducia in voi stessi e ne prossimo, anche con piccoli gesti si puo’ fare la differenza, pensate al semplice fatto di questo blog, chi mai un giorno poteva pensare di parlare di economia in termini umanistici…per cui un grande grazie di nuovo al Capitano…ed a tutta la ciurma !
Massimo
Io non so se la finanza etica e solidale sia anche conveniente da un punto di vista economico, francamente non mi importa, perché so che è una cosa giusta, così come so che quella “ tradizionale” visto cosa l’hanno fatta diventare, mi causa sempre più spesso conati di vomito irrefrenabili..
Mas
Anch’io sono vivamente preoccupato dell’egoismo, della mancanza di solidarieta’, della paura dell’altro che si sente tra le persone.
Fanno sentire chi crede in un mondo migliore come un illuso…
Comunque preferisco non avere , non possedere tutte le ultime novita’, non avere la televisione, non vestire all’ultima moda, cibarmi delle verdure autoprodotte piuttosto che stressarmi a seguire l’ultima moda, lultima novita’,ineervosirmi davanti alla tele, mangiare cibi pieni di porcherie…
Complimenti ad Andrea che coniuga la competenza finanziaria con la possibilita’ diun nuovo mondo..
io ci provo a parlare della crisi che verrà,anche se mi sembra che nessuno sappia realmente cosa ci aspetta(crisi sociale,energetica,guerra,carestia…)
il fatto è che molti mi sembra che capiscano che le cose cambieranno e in pratica la loro scelta è ”bruciare subito piuttosto che spegnersi lentamente”
Giustamente si è qui rilevato che una volta c’era più solidarietà e sostegno tra le persone, tipica la società contadina. Come si fa a sostenere che oggi ci sono i germi affinchè l’utopia solidaristica si traformi in realtà? Io vedo solo, specie tra i giovani, trionfare l’individualismo, l’edonismo, l’egoisto. Oggi i più sono sigles, la famiglia tradizionale si è sfasciata, conta più l’apparenza della sostanza, è visto come vincente chi sa meglio fregare i prossimo, altro che miglioramento. Forse solo un periodo di miseria nera che potrebbe sempre più arrivare potrà scuotere le coscienze. Quando si ha la propria pancia piena non si potranno mai veramente comprendere quelli che soffrono la fame.
Sono d’accordo sul fatto che oggi vi siano sempre meno persone disponibili ad offrire un pò del proprio tempo, della propria disponibilità, dei propri talenti, della propria sensibilità per metterli al servizio degli altri, ma questo non vuole dire nulla!
Vengo anch’io da oltre 15 anni di volontariato, ho vissuto sulla mia pelle cosa significa dare per ricevere talmente tanto da non sapere come ringraziare……so che oggi vi sono sempre meno persone disponibili e nonostante tutto credo che sia la sola via, il federalismo di chi fa da se fa per tre inteso come egoismo è destinato al fallimento ma oggi è il tempo di seminare e probabilmente nessuno di noi vedrà i frutti di un raccolto che solo Dio, il Cielo e il Tempo conoscono nei particolari.
Vi sono più semi di speranza in giro di quanto la mia e Vostra mente possa immaginare, uomine e donne, progetti e risorse che quotidianamente coltivano utopie con i fatti e non con le parole in ogni istante della loro esistenza…..
Grazie a Voi tutti, grazie delle Vostre parole, dei messaggi lasciati Vi chiedo solo un pò di speranza a cominciare da Voi stessi…….
” Spingerò il mio Veliero sulla rotta
navigherò tra gorghi e mulinelli,
la gioia mi ha trovato, la pienezza,
non starò più fermo ad apettare.
Viene il giorno in cui chiedi a te stesso, la rotta da seguire,
viene il tempo in cui ti guardi e i tuoi sogni son caduti.
E’ il momento di rischiare, di decidere da soli, non fermarsi e lottare per non essere abbattuti.
Sulle spalle una mano che ti spinge a trattenerti, vuol fermare l’avventura, ma ritorno a navigare.
Ho incontrato troppa gente che mi ha dato senza avere, voglio dare queste braccia, non c’è molto da aspettare.
E’ parola come vento, tra le vele quella stretta, gli uni e gli altri nell’Amore, non avere che un Canto, questo tempo non ha niente da offrire a chi aspetta, prende tutto, prende dentro, sai fin dove non sai quanto.
Non è la rotta di chi parte e già vuole arrivare, non la rotta dei sicuri, dei sicuri di riuscire, non è fatta per chi è fermo, per chi non vuole mai cambiare.
E’ la rotta di chi parte e arriva per ripartire.”
( ANONIMO rivisitata in chiave marinara )
Ciao Andrea
Viviamo in un mondo imbarbarito, in cui l’avidità ha perso la sua connotazione negativa ed è invece accettata con rassegnazione o addirittura con rispetto, in cui la ricerca del proprio benessere assoluto accompagnato dall’indifferenza verso i costi umani che il nostro stile di vita richiede non incontra il giusto disprezzo. Non ci s’indigna più di fronte a chi ci parla con tranquillità dei sotterfugi che mette in atto per guadagnare di più, pagare di meno.
Il costo di questo mondo senza etica, di questo mondo senza interesse per il prossimo è l’insicurezza in cui viviamo,è l’instabilità economica e politica.
La vera utopia è pensare di poter avere la sicurezza e la ricchezza, di poter vivere tranquilli nelle nostre case, in un mondo in cui il nostro vicino di casa è affamato. L’idea di poter garantire la sicurezza con le armi è semplicemente una manipolazione da parte di chi detiene il potere e spero che un giorno tutti capiamo che l’unica soluzione permanente alla instaibilità è garantire al prossimo il diritto ad una vita dignitosa e libera.
Non credo invece sia utopia credere nel cambiamento, credere che una società più umanintaria possa esistere, anzi penso sia l’unica soluzione di lungo termine per la crisi che si protrae nel cuore della nostra società e di cui credo la crisi finanziaria sia un’espressione sempre più chiara. Penso che sia importante rivalutare il termine umanitario che non deve esser frainteso con assistenza o carità, ma con rispetto delle regole fondamentali per la convivenza sociale, in fondo il commercio equo e solidale non è altro che un commercio che rispetta i diritti dell’altro e un processo non macchiato dalla prepotenza e sopraffazione spesso implementata dai paesi più forti.
Maria
Mi fa un enorme piacere che si parli di commercio equo e finanza solidale, nel mio piccolo cerco di dare il mio contributo ma devo riconoscere che coinvolgere altre persone è molto difficile: sembrano tutti “sclerotizzati” nel loro cinismo…ma io sono un’idealista irriducibile e continuo a leggere e seguire siti come questo! Annalisa
C’è un bellissimo passo della Bibbia (veso di Qohelet 11,1) che dice: “Manda il tuo pane sopra i volti delle acque e in molti giorni lo ritroverai”.
Ossia il cibo quotidiano non lo consegnare a qualcuno che te lo chiede ma affidalo alla corrente, e questa offerta spontanea, a fondo perduto, impersonale, ti verrà restituita molte volte in molti giorni da tante altre parti.
Questo verso mi permette di immaginare che il rapporto di solidarietà e generosità è un rapporto che non funziona tra due; se io faccio un cosa per te, tu la devi fare ad un altro, e magari la fai a due o a tre persone se ti è piaciuto. Non la devi restituire a me, altrimenti resta una cosa chiusa, tra noi e la solidarietà non si sparge.
Anche io non sono tanto ottimista sulle “buone attitudini” dell’essere umano in generale. In fondo rimane sempre lo spirito di sopravvivenza che ci porta a sviluppare forme più o meno forti di cinismo di egoismo ecc.; certo sarebbe bene cercare di limitare gli eccessi e sicuramente molti ci riescono- anche se secondo me le “persone miti” sono minoranza.
Nonostante questa convinzione cerco di fare qualcosa per gli altri.
Però non mi piace neanche che ci si occupi solo dell’ “uomo” infischiandosene delle torture che per le nostre convenienze vengono inflitte a milioni di altri esseri viventi per avere più carne, più latte ecc.
In fondo è sempre una forma di egoismo.
Se poi si vuol dire che è perchè noi siamo esseri più intelligenti…basta leggere la storia e vedere l’attualità, per notare come milioni di “uomini intelligenti” si siano lasciati e si lascino trascinare alle peggiori tragedie per la sete di potere di pochi furbi.
Se abbiamo dato prova di maggiore intelligenza rispetto agli altri esseri viventi, ne abbiamo date tante anche di maggiore stupidità.
Volevo segnalarvi un interessante libro:
MODERNITA LIQUIDA, di Zygment Baumann un sociologo che a mio avviso da degli interessantissimi spunti di analisi per capire quanto sta succedendo oggi al riguardo di tante cose.
Ne copio un passaggio:
Esiste un nesso tra la consumerizzazione di un mondo precario e la disintegrazione dei legami umani. A differenza della produzione il consumo e’ un’ attivita’ individuale, irrimediabilmente individuale, anche laddove espletata in compagnia. La cooperazione trasforma sforzi frammentati in un’ impresa produttiva. Nel caso del consumo la cooperazione e’ non solo necessaria ma superflua.
A me questo passaggio ha colpito molto che gran parte dei danni partano proprio da questa irrefrenabile spinta al consumo ! Ma anche il resto del libro.
Saluti
Massimo
Si, Andrea, come dice Massimo(nel suo comm. al post del 01/09 ) complimenti, sempre, in ogni post..in questo viaggio per la Tua Grande umanità…
ed a proposito di poterla riprodurre Vi lascio uno stralcio di una simpatica lettura sempre nel numero di aam Terra Nuova di Giugno 2008, (che avevo già segnalato per un’ altro articolo).
Parla dell’Energia del cuore in “Spunti di vista” di Silvia Ricci:
..” Era una bella energia, un’energia che veniva dall’ uomo, dalle sue emozioni migliori.
Non solo era pulita, era etica, era buona e creava una sorta di circolo vizioso che invogliava tutti a sviluppare emozioni positive.Se eri felice, se eri allegro, se eri attivo, la scatoletta assorbiva
e convertiva il tutto in energia. I trasformatori e gli interruttori sparsi ovunque pensavano al resto.
Ma perchè nessuno ci aveva mai pensato prima? era così banale: L’ uomo è un serbatoio infinito
di energia e le sue emozioni, se incanalate, non hanno concorrenti con nessun combustibile o pannello solare. Ognuno era diventato indipendente si produceva l’ energia di cui aveva bisogno.
Bastava emozionarsi. E la cosa più bella di questa forma di energia era che non faceva distinzione
fra giovani o vecchi, adulti o bambini, ..ricchi o poveri, ma solo fra passionali e non, fra ottimisti e pessimisti, fra chi riusciva a emozionarsi con niente e chi invece rimaneva impassibile a tutto.
L’ odio, la rabbia, l’ invidia, l’ aggressività, la gelosia erano state all’ inizio sfruttate come fonti di energia, essendo anch’ esse emozioni. Ma poi con le ultime tecnologie moderne si era trovato il verso di eliminarle dal circuito per rendere la nuova forma di energia davvero pulita.”……
Quotidianamente le nostre azioni le nostre scelte sono energia..
E..questa non è un’ utopia.!.
Certo che credo in un’alternativa, oltre l’ istante, credo in questo viaggio,
credo in quello che di buono c’ è in Noi…
Credo che non sia questo il momento di morire..soprattutto dentro,.
ma di fare per essere..per lasciare un segno….
che valga veramente la pena di essere tramandato…
che parli di Noi di quello che di buono ed autentico c’ è in Noi,
oltre ogni Pil o falsità…
Riscoprendo una sorta di “ Etica della Responsabilità”..
e ..nulla di nuovo, non sono filosofa, ne tanto meno voglio fare filosofia spicciola,
ma già Hans Jonas(1903-1993) allievo di Heidegger,che trovo molto appropriato,
nel “Principio di responsabilità” affronta il dilemma dell’ Etica per la civiltà Tecnologica,
..”Per Jonas le etiche tradizionali sono fondamentalmente inadeguate ai nuovi compiti,
in quanto concepite in riferimento all’ agire del singolo individuo.
..Allora si tratta di trovare criteri di orientamento per l’ agire tecnologicamente organizzato
dell’ Umanità…che possono venire solo da un’ etica basata sul principio della responsabilità
che pondera le conseguenze dell’ agire umano non solo su se stesso..ma anche sulla Natura, nella convinzione che la salvaguardia dell’ uomo dal pericolo della sua distruzione è strettamente
legato alla salvaguardia della Natura”.(Storia della Filosofia. Ed. Laterza)
E. ua sorta di interesse per una “ certa filosofia pratica”
ce..forse, anzi sicuramente, sarebbe utile riscoprire..
che in questo viaggio, grazie ad Andrea..stiamo piano, piano scoprendo..
Ed..i Mondi Alternativi, collocandosi in questa nuova Etica e filosofia
sono una Gran Bella, autentica, Realtà!
Valentina
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Per coloro che ritengono la “finanza solidale” un ossimoro ( accostamento di due termini antitetici ), segnalo il recente studio di McKenna, Novak e Kaune, di Morgan Stanley : i tre economisti stimano che nei prossimi dieci anni il sistema del “microcredito” decuplicherà i suoi volumi (fino a 300 miliardi di dollari, stima che personalmente ritengo una stima per grave difetto )…
attenzione, il microcredito non va inteso come un sistema esotico-umanitario da terzo o quarto mondo, al contrario! Yunus non è un benefattore riservato ai sotterranei dell’umanità, ma è, al contrario, un prototipo del banchiere del futuro…per tutti, anche nel mondo occidentale, e non solo per le masse che saranno schiaffeggiate dal disfacimento dell’impero del debito!
Morgan Stanley considera la microfinanza “molto attraente per quanto riguarda il profilo rischio-rendimento”, consigliandola “per investimenti di debito”, stante anche la sua caratteristica di “bassa correlazione di performance ” con gli altri mercati dei capitali: Morgan Stanley intende evidenziare ai suoi lettori ciò che noi cristiani definiamo con ben altro linguaggio e finalità…
è tuttavia significativo che ne parli, rivolgendosi a una platea diversa da quella dei tenaci, ma decisamente non maggioritari, “idealisti umanitari”, come con ironico distacco vengono definiti gli attivisti del “credit coop”…
cioè, anche i cinici dovrebbero intuire che fare credito a una umanità in ombra, ma capace e onesta, è certamente meno rischioso e più produttivo che sovvenzionare un SIV di Lehman Brothers o una obbligazione tripla A di un luccicante big di Wall Street…
ad maiora
Gabriel