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LA DISOCCUPAZIONE "NASCOSTA" E LA RECESSIONE CHE VERRA'.
Come ormai voi ben sapete da quando, quasi per caso, rovistando nel sito del Bureau Of Labor Statistics ho scoperto l’esistenza di una revisione trimestrale denominata BUSINESS_EMPLOYMENT_DYNAMICS il mio scetticismo nei confronti dei metodi di raccolta e ricerca dell’uffico del lavoro americano ha assunto proporzioni significative.
Scoprire che nel terzo trimestre del 2006 il numero degli occupati era stato ridotto da più di 450.000 a sole, badate bene, 19.000 unità è stato come accendere una spia di allarme generale, che da quel momento in poi ha confermato tutto quanto avevo scritto in passato a proposito della " DISOCCUPAZIONE NASCOSTA"
Ad aumentare le mie perplessità inoltre, ha contribuito il fatto che il CES_NET_BIRTH/DEATH_MODEL costituisce un’anomalia rilevante nel metodo di calcolo dell’occupazione americana, modello netto di morte/nascita che genera su una parte dell’occupazione una valutazione mensile non regolata aggiunta al campione principale prima che sia registrato sulla base delle fluttuazioni stagionali.
Come vedete dalla descrizione del sito, il BLS riconosce che la maggior parte del potenziale svantaggio significativo del modello in questione è che prende in considerazione modelli e rapporti prevedibili denotando una certa difficoltà nel prevedere invece le improvvise variazioni durante i periodi in cui vi sono improvvisi cambiamenti nella tendenza di fondo e nelle svolte economiche.
Il contributo netto delle nasce e delle morti, secondo il BLS è relativamente piccolo e tendenzialmente stabile.
PAUL_KASRIEL capo economista alla Northern Trust ricordava come gli operai "fantasma" del BLS, rappresentino ormai il 56 % del dato complessivo.
Se volete saperne di più date un’occhiata ad alcuni post che ho scritto nei mesi : http://icebergfinanza.splinder.com/tag/mercato_del_lavoro
Alcuni di Voi si chiederanno perchè continuo ad insistere con questo argomento, perchè continuo a dubitare dei dati rilasciati dal BLS.
Sia ben chiaro che in discussione non è la verità dei dati, ma il loro utilizzo, la versione e i modelli che vengono utilizzati. Se crolla l’occupazione, l’economia reale và alla deriva con tanti saluti per la finanza e l’analisi tecnica di coloro che sognano nuovi traguardi.
Se ben vi ricordate nel BLS vi sono inoltre alcune gamme di misure alternative di disoccupazione, pubblicate a partire dall’ottobre 1995 che tengono conto delle persone che attualmente non lavorano, ne cercano lavoro ma che sono disponibili e che hanno cercato lavoro nel recente passato, dei cosiddetti “disoccupati scoraggiati” che non trovano lavoro in quanto è già da troppo tempo che lo cercano e le persone che desidererebbero lavorare a tempo pieno, ma debbono accontentarsi del part-time.
Ciò significa che il dato ufficiale, non prende in considerazione queste persone, e le “esclude” dalla forza lavoro riducendo quindi la percentuale di persone su cui effettuare il calcolo.
Ora vorrei proporVi alcune considerazioni che ho trovato su un blog americano e precisamente su BIG_PICTURE.COM dove viene presa in considerazione un’altra metodologia per calcolare la reale disoccupazione.
Nel post in questione si rileva l’espressione percentuale del tasso di disoccupazione data dal numero di impiegati che corrispondo al "FULL TIME EMPLOYED" e la forza lavoro effettiva ovvero la " CIVILIAN LABOR POOL "Il risultato in percentuale sottratto a 100 da la percentuale del tasso di disoccupazione.
Il post mette in evidenza del perchè il tasso di disoccupazione è rimasto al 4,6 % nonostante la corporate americana abbia perso 4000 posti di lavoro.
La tabella relativa alla Employment status of the civilian population by sex and age indicherebbe che il numero della forza lavoro è diminuito di 1.379.000 unità
" Una scomparsa improvvisa e senza spiegazione "di più di un milione di lavoratori è riuscita a mantenere in’alterato il tasso di disoccupazione e " alterare " la percentuale che dovrebbe essere di quasi un punto superiore, ovvero al 5,5 %.
Sempre sullo stesso blog troverete uno splendido grafico a questo indirizzo che riporta un articolo apparso sul sito SAFEHAVEN.COM a firma Adam Oliensis, che ricorda come nel grafico il EMRATIO ( Civilian Employment POpulation Rate ) ogni volta che da un picco è sceso vicino allo 0,5 % successivamente a portato la caduta in percentuale a 2/3 punti che hanno a loro volta portato storicamente ad una serie di recessioni.
Oggi la discesa è arrivata allo 0,6 % quindi come vedete dalla tabella dove sono segnalati i periodi di recessione confermati dal NBER ovvero l’istituto che certifica le avvenute recessioni e le delimita, le prospettive future sono chiare come la luce del sole e confermano la mia tesi principale suffragata da innumerevoli segnali.
Thanks to BIGPICTURE.com, SAFEHAVEN.com e Adam Oliensis
…e per concludere vorrei sottoporvi un articolo del
LOS_ANGELES_TIMES_o_meglio_del_LATIMES.COM dove la UCLA University California Los Angeles prevede che l’economia americana il prossimo anno crescerà lentamente a tal punto di rischiare una recessione.
In sintesi una crescita recessiva come quella del primo trimestre dell’anno con un rialzo del tasso di disoccupazione sino al 5,2 %. e un "crollo" delle quotazioni immobiliari nell’ordine del 10/15 %
" Siamo rimasti sorpresi dalla crescita del 4 % del PIL del secondo trimestre (…)
……ma in fondo ciò ormai fa parte del passato ed in un’economia di revisione, non ci dovrebbe sorprendere se in un futuro non molto lontano, ogni dato di questa stagione verrà rivisto sensibilmente al ribasso.